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Il vescovo Athanasius Schneider su Evangelizzazione, Zika, Massoneria, Ortodossi, altro….

MonsSchneiderUK

Riportiamo, nella traduzione di Chiesa e post-oncilio, il testo integrale dell’intervista rilasciata da Mons. Athanasius Schneider nel corso del suo recente viaggio in Inghilterra

Daniel Blackman, One Peter Five 3 MARZO 2016 – Nel corso della sua visita di una settimana in Inghilterra, Athanasius Schneider, il ben noto e molto rispettato vescovo ausiliare di Astana, Kazakhstan, ha rilasciato un’ intervista dai toni molto netti, nella quale ha affrontato molti argomenti. Il Vescovo Schneider ha affrontato con me, in esclusiva, questioni controverse, tra cui l’evangelizzazione degli ebrei e dei musulmani; il recente commento del Papa su virus Zika e contraccezione; la Massoneria all’interno della gerarchia ecclesiastica; le ragioni per cui non permette che la paura possa fargli smettere di insegnare tutte le verità della fede cattolica.
Il viaggio del vescovo Schneider, organizzato dal fondatore ed editore del giornale irlandese Catholic voice, Anthony Murphy, comprendeva diverse Sante Messe, ritiri del clero e colloqui presso il Santuario di S. Agostino a Ramsgate, presso i fiorenti santuari affidati all’Istituto di Cristo re Sommo Sacerdote a New Brighton e presso la Fraternità San Pietro a Warrington. Il vescovo ha anche fatto tappa presso l’Oratorio di Oxford. Il testo che segue è tratto dalla trascrizione dell’intervista.

Vescovo Athanasius Schneider: È meraviglioso incontrare i giovani sacerdoti, ed i laici, compresi i giovani. È incoraggiante per me. Penso che essi continuano a trasmettere le nobili tradizioni dei cattolici inglesi note in tutto il mondo. Sono stati perseguitati, e hanno dato la loro vita per la fede cattolica.

Quindi penso che la situazione attuale della Chiesa, con questa profonda crisi, viene assunta da buoni cattolici, laici e sacerdoti, specialmente qui in Inghilterra, come in quei tempi di martiri, confessori e anche sacerdoti, è incoraggiante notare quanti cattolici inglesi rimangano fedeli alla loro nobile eredità cattolica.

DB: mi può parlare della sua vita di preghiera? Quali sono le sue devozioni particolari?

AS: Fin dalla mia giovinezza ho avuto una profonda devozione alla Santa Eucaristia, specialmente all’adorazione eucaristica. La pratico ogni giorno, se posso. La ritengo essenziale per la vita di un prete cattolico. Naturalmente, c’è la Santa Messa di ogni giorno che è l’evento più grande, la preparo molto bene, e poi recito il Breviario. Ogni sacerdote, se possibile, dovrebbe sforzarsi di far l’adorazione ogni giorno. Rimanere in presenza di Nostro Signore eucaristico, avere questo dialogo intimo con lui è una necessità. Amo farlo.

CONVERSIONE DEGLI EBREI

DB: Nella Chiesa c’è una lunga storia di ebrei convertiti alla fede – Alphonse Ratisbonne, S. Edith Stein, Eugenio Zolli, rabbino capo di Roma durante la seconda guerra mondiale, e più di recente l’ex rabbino ortodosso Jean-Marie Eli Satbon. Eppure un recente documento della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo afferma che non c’è più alcuna missione formale per convertire gli ebrei (par. 40-49). È vero? Si tratta di una correzione dell’insegnamento e della pratica precedente? 

AS: È veramente erroneo. Ciò contraddice le parole di nostro Signore che ha detto, “Andate e ammaestrate tutte le nazioni” – non ha detto “tutte le genti tranne il popolo ebraico”, ha detto tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Gesù ha detto: se non credete non avrete la vita. Ha detto questo anche agli ebrei, e continua a dirlo agli ebrei di oggi. Anche loro devono essere obbedienti all’alleanza con Dio che Gesù ha istituito. È per questo che gli Apostoli hanno predicato agli ebrei nella sinagoga.

Per 2000 anni la Chiesa ha sempre pregato per la conversione degli ebrei. È un atto di misericordia e di amore. La Chiesa invita e incoraggia gli ebrei a venire a Cristo. Molti ebrei si sono convertiti, alcuni di loro sono anche diventati santi. Alphonse Ratisbonne fondò una congregazione religiosa per evangelizzare il popolo ebraico. Questo vale sempre anche per me, e nessun documento della Chiesa può invalidarlo perché contraddirebbe le parole di Nostro Signore, smentirebbe gli apostoli, e tutte le parole permanenti e immutabili della Chiesa per oltre 2000 anni.

DB: questo documento viene dall’interno della Chiesa, un organo ufficiale del Vaticano, come è possibile?

AS: È ben triste. Questo documento non ha valore infallibile né intende esserlo, non è espressione autentica del Magistero. Nella storia della Chiesa si sono dati documenti pastorali che avevano natura temporanea e contenevano errori, e questo documento contiene degli errori. Ciò che non è infallibile può rivelarsi erroneo. Ribadisco che la Chiesa ha sempre insegnato unicamente le affermazioni pronunciate ex cathedra o espresse dal Magistero universale – ciò che il papa e i vescovi hanno insegnato a lungo nei secoli. Il documento citato contiene per contro una nuova dottrina, una opinione, una teoria.

DB: Le Conferenze episcopali di Inghilterra e Galles e di Germania hanno chiesto che la preghiera per gli ebrei del tradizionale rito del Venerdì Santo sia cambiata per allinearla con l’attuale pratica inter-religiosa con gli ebrei. Si tratta di una buona cosa? C’è qualcosa che non va nella preghiera corrente?

AS: Non so cosa vogliano, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà. È contro la carità e l’amore per gli ebrei. Se li amo, voglio che conoscano e amino Gesù e possano essere lavati dal preziosissimo sangue di Gesù, e che conoscano la Santissima Trinità. Perciò devo pregare per la loro conversione. Mi oppongo: i vescovi tedeschi e inglesi, non rappresentano la totalità dell’episcopato. Ci sono certamente – ne conosco – dei vescovi, che non sono d’accordo con questa posizione. Non credo che questa opinione sia corretta, è invasiva. È insinuata da una nomenclatura amministrativa che pretende di rappresentare tutti i vescovi di una nazione. Questo metodo di funzionamento delle Conferenze Episcopali è molto problematico di per sé, è contro la struttura divina della Chiesa. [vedi, nel blog: insidie della collegialità – e anche: Conciliarità, sinodalità. Come cambia la Chiesa?]

RAPPORTI CON I MUSULMANI

DB: Vive in un paese in cui il 70% della popolazione è musulmano. Qual è la sua esperienza di vivere in un paese a maggioranza musulmana? C’è cooperazione o conflitto? I musulmani si convertono al cattolicesimo?

AS: Grazie a Dio c’è pace e armonia, la gente è molto tollerante, e non c’è ostilità. Non c’è estremismo nella mentalità e nella cultura della gente e il governo sostiene attivamente il dialogo inter-religioso. Sono molto vigili per evitare gli estremismi, fino all’espulsione dal Paese.

Il governo organizza incontri per condividere i valori comuni della società, non c’è nulla di teologico in questi incontri, solo un contributo al miglioramento della vita sociale, che considero molto positivo. Ad esempio, l’ideologia del gender attualmente imposta su scala globale con metodi dittatoriali, grazie a Dio, non trova spazio perché i mussulmani hanno la stessa opinione sul tema. Siamo uniti nel condannare ogni progetto sul gender e nel prevenire ogni influenza negativa contro la famiglia.

DB: la Chiesa cattolica ha una missione nei confronti dei musulmani?

AS: Sì, anche questa è la nostra missione, che siano redenti da Cristo e Lo conoscano, e così è nei confronti degli ebrei. Ma è ovviamente difficile evangelizzare i musulmani nei paesi islamici. È molto pericoloso. Ma almeno, in questi paesi, possiamo dare la nostra testimonianza e la nostra presenza. Ho esperienza di persone della comunità musulmana, che iniziano a cercare Cristo e a chiedersi quale sia la verità; così, nei miei contatti personali, sono stato testimone di conversioni. Dal momento che abbiamo libertà d’opinione e di azione, perché in Europa non siamo ancora in paesi a maggioranza islamica – sottolineo non ancora, perché le cose possono cambiare -, possiamo e dobbiamo usare metodi missionari nei confronti dei nostri vicini islamici, non il proselitismo, che non è moralmente corretto, ma l’evangelizzazione.

ISIS E IL PIANO DI SOVVERSIONE DELL’EUROPA

DB: l’Europa ha subito numerosi attacchi terroristici islamici – Parigi, serie preoccupazioni in Belgio, e anche in Medio Oriente, in parte dell’Africa, in Pakistan e altrove. Perché accade questo?

AS: Beh, non so esattamente come si sia formato l’ISIS, ma comprendiamo facilmente che sarebbe impossibile all’ISIS disporre di tante armi se non fosse finanziato e sostenuto da qualche potere forte. Il commercio delle armi è di tale portata che non sarebbe possibile senza che un Stato potente fornisca, forse attraverso intermediari, i finanziamenti e le armi di cui ha bisogno.

Un altro punto che vorrei sottolineare è che la comunità internazionale – gli Stati Uniti, la NATO – è dotata di strumenti sufficienti per distruggere l’ISIS, avrebbe potuto farlo fin dall’inizio. Ha servizi segreti eccellenti che già conoscevano l’ascesa dell’ISIS, ma non hanno fatto niente. L’UE, la NATO, gli Stati Uniti, non hanno fatto nulla, eppure sapevano. Essi non hanno ostacolato l’ISIS. Essi hanno un potere immenso, e tuttavia hanno permesso la formazione del fenomeno terroristico ISIS.

DB: Sa perché?

AS: Non conosco le loro intenzioni, le intenzioni dei potenti di questo mondo, degli stati occidentali. Non so perché non l’hanno bloccato. Possiamo dire che l’hanno indirettamente sostenuto. Essi potrebbero avere obiettivi politici o l’intenzione di orchestrare l’invasione dell’Europa da parte di ingenti masse di musulmani, per provocare la destabilizzazione, fin nel cuore dell’Europa, non soltanto nel Medio Oriente. Una così grande presenza di persone di un’altra cultura, con una visione più radicale dell’Islam, nel corso del tempo provocherà conflitti e tensioni con la popolazione locale. E sarà causa di instabilità e confusione generale. Qualche potente forse vuole usare tale instabilità in un disegno più ampio.

I MASSONI NELLA CHIESA

DB: La Chiesa ha una lunga storia di secoli di denuncia della Massoneria. Tuttavia, il nuovo Codice di diritto canonico ha eliminato ogni riferimento alla massoneria, e non si vedono più documenti né prese di posizione da parte di leader della Chiesa su questo. Ciò può dare l’impressione che la Massoneria non sia più un pericolo. Le logge massoniche hanno persino accolto con favore Papa Francesco.

AS: La Massoneria in sé è intrinsecamente incompatibile con il cristiano o con la fede cattolica, è intrinsecamente incompatibile perché la natura della Massoneria è anticristiana. Nega Cristo e nega le verità oggettive, promuove il relativismo, che è contrario alla verità, al Vangelo. Si favoriscono in tal modo gli errori dottrinali della filosofia massonica. Questo è in contrasto con la fede cristiana e cattolica.

La Massoneria ha anche un aspetto esoterico, che non è cristiano. Ha cerimonie e riti di carattere esoterico, cosa che i massoni ammettono apertamente, e queste cerimonie sono contrarie alla fede. I loro simboli e rituali mostrano che sono contro le verità divine contenute nel Vangelo. Queste cose dimostrano che la Massoneria è un’altra religione, ripeto: la Massoneria è un’altra religione, è una religione contro Cristo.

Anche quando i massoni fanno opere di bene, filantropia e via dicendo, questi aspetti pericolosi rimangono. La loro filantropia non è una giustificazione perché noi possiamo accettare la Massoneria, magari a causa del loro buon lavoro filantropico. Io non approverò mai le loro dottrine e i loro rituali, che sono contro le verità divine del vangelo. La Chiesa non potrà mai accettarli. La Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1983 sulla Massoneria è ancora valida. Secondo la Dichiarazione, diventare massone è un peccato mortale – nemmeno Papa Francesco ha cambiato questa norma. Questo insegnamento è ancora valido e ufficiale.

DB: Siti e pubblicazioni massoniche parlano regolarmente e favorevolmente di Papa Francesco. Come si spiega questa accoglienza favorevole di Papa Francesco?

AS : Beh, dovrebbero dircelo concretamente. Non si capisce cosa intendano con le loro dichiarazioni, non è chiaro quali siano le loro intenzioni.

DB: Nel 2013, sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, Papa Francesco ha fatto riferimento ad una lobby massonica. Di recente, il cardinale Ravasi, sul quotidiano italiano Il Sole 24 Ore, ha richiamato ad un nuovo dialogo e a una condivisione di valori con la Massoneria. La Massoneria ha vinto all’interno della Chiesa?

AS : Ovviamente sappiamo che la Massoneria è uno dei poteri che ha più influenza a tutti i livelli della società umana. Ciò è chiaro e manifesto. In linea di principio, è abbastanza logica la tendenza di infiltrarsi nell’organizzazione del suo nemico da parte di chi è un supporto, un leader nell’influente organizzazione anticristiana. È quindi logico che nel corso dei secoli, i massoni abbiano tentato e probabilmente siano riusciti ad infiltrarsi nella Chiesa a vari livelli; per me, questo è chiaro. È difficile identificare un massone e dimostrarne concretamente l’affiliazione. È difficile e pericoloso, perché si può accusare la persona sbagliata: ciò è dovuto al carattere segreto ed esoterico della massoneria. Il modo di parlare di un rappresentante della Chiesa, di un sacerdote, di un vescovo o di un cardinale può far supporre che egli abbia dei contatti con la massoneria. Udiamo spesso dei rappresentanti della Chiesa parlare come massoni e utilizzare termini e concetti tipicamente massonici ogni volta che aprono bocca. Potrebbe trattarsi di membri della massoneria, ma è necessario provarlo. Eppure è vero che molti parlano come massoni e ne hanno lo spirito; magari non si tratterà di membri formali della massoneria, ma alcuni vescovi e cardinali parlano chiaramente con uno spirito massonico. Sottolineo il fatto che ciò non significa che essi siano membri formali della massoneria.

LUCI E OMBRE DELL’INCONTRO CON IL PATRIARCA ORTODOSSO

DB: Papa Francesco ha appena incontrato il patriarca ortodosso della Russia. Cosa pensa dell’incontro? Realizzerà l’unità con Roma, o porterà a una Chiesa sinodale che permette la Santa Comunione ai divorziati risposati?

AS: In primo luogo, l’incontro è un motivo di gioia di per sé, il fatto stesso che abbia avuto luogo, perché gli ortodossi sono una chiesa forte con belle e autentiche tradizioni, le immagini, la devozione alla Madonna, gli angeli, liturgie belle ed autentiche, una Santa Messa ben celebrata, la penitenza, il digiuno, le tradizioni monastiche; ha conservato molti valori cattolici autentici.

Credo che l’incontro sia stato politicamente condizionato, si è svolto in tutta fretta, è stato dettato soprattutto da motivazioni politiche. E non credo che questo incontro influirà nel senso che la Chiesa diventi più sinodale, o che ci siano facilitazioni per ricevere la Santa Comunione per le coppie di divorziati risposati, come consentito nella Chiesa ortodossa.

Condivido le forti dichiarazioni del papa e del patriarca sulla famiglia, contro l’ideologia del gender e contro la persecuzione dei cristiani, ma ciò che non condivido, è l’affermazione sugli Uniati: è un’ingiustizia, perché in passato gli Uniati volevano essere uniti al Papa, fin dal Concilio di Firenze nel 15° secolo. È un movimento positivo, che ha portato molti frutti – santi, martiri, non possiamo dire che fosse un errore.

Analogamente, la dichiarazione sul proselitismo è un’accusa contro la Chiesa cattolica. Io vivo in una regione ortodossa e la Chiesa non fa proselitismo. Questa dichiarazione è stata ingiusta. Quindi penso che la Santa Sede ha ceduto alla pressione del patriarca. Sembra che gli ortodossi abbiano dettato alcune cose da accettare, ed è contro la verità e contro la giustizia, un tale dialogo non è un vero e proprio dialogo ecumenico. Il dialogo deve essere fraterno e ugualitario a livello umano; tutti questi compromessi che minano la verità e la giustizia, non daranno i frutti di una vera unità.

LA CHIESA ATTACCATA DALL’INTERNO: VIRUS ZIKA, «DIVORZIO CATTOLICO», CONTRACCEZIONE…

DB: Papa Francesco ha concesso una nuova intervista sull’aereo al ritorno da Cuba. Ha fatto un commento sul virus Zika e sull’uso della contraccezione. Ha citato il caso delle religiose del Congo, e il discernimento. Padre Lombardi SJ ha chiarito il commento del Papa. I vescovi delle Filippine hanno pubblicamente chiesto una revisione dell’insegnamento della Chiesa in questo campo. È davvero un dibattito che la Chiesa deve affrontare, o si tratta di manovre da parte di persone che, dentro e fuori la Chiesa, vogliono che la dottrina sulla contraccezione sia cambiata?

AS: È parte di un piano, chiaramente, per cambiare le verità della Chiesa sulla morale, e anche in tema di contraccezione. Si tratta di un piano, di una grande pressione, e di un programma nel campo della contraccezione. Nella Chiesa del nostro tempo esiste il pericolo di una ammissione di fatto del divorzio e della ricezione della Santa Comunione: è una negazione della indissolubilità del matrimonio basata sulla prassi.

DB: Si riferisce al processo di nullità riformato?

AS: Sì, il processo riformato di nullità del matrimonio, a mio avviso, contiene anche un rischio di banalizzazione e superficialità nel processo stesso; esso contiene in sé, nelle nuove regole, una minaccia di attacco contro la sacralità e l’indissolubilità del matrimonio. Trattare di una cosa santa in maniera superficiale e frettolosa, in modo banale, è irresponsabile. In teoria, oggi, le nuove norme sono in contrasto con la prassi perenne della Chiesa, perché nel processo c’è sempre stata la presunzione di validità del matrimonio, si è sempre data per scontata, al fine di difendere la santità del matrimonio. Per contro, le nuove norme presumono l’invalidità del matrimonio fin dall’inizio. Si tratta di un pericoloso cambiamento di mentalità.
È un attacco da parte dello spirito di questo mondo, ed è la stessa cosa con la contraccezione. Le verità della Chiesa sono immutabili e tali rimarranno. Papa Paolo VI nell’Humanae vitae e Papa Giovanni Paolo II nella Veritatis splendor e nella Familiaris Consortio hanno insegnato che la contraccezione di per sé è sempre intrinsecamente un male. Non ci sono circostanze o eccezioni che giustificano un atto intrinsecamente cattivo. I Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II lo hanno confermato.

“NON HO PAURA”

DB: Lei si esprime in modo esplicito su molte questioni importanti, dando ai fedeli un insegnamento chiaro e veramente cattolico. Non teme gli attacchi che potrà ricevere? Le sembra di essere pronto a diventare un bersaglio – i vescovi possono essere spostati, gli attacchi dei media vengono lanciati, le reputazioni distrutte.
AS: Non ho timori o dubbi su eventuali trasferimenti o attacchi perché il senso della mia vita e ogni mia ambizione, consistono nelle verità di Cristo e nell’essere fedele a Dio, e nell’essere riconosciuto da Dio, non dai vescovi, dai media, e nemmeno dal Papa: con la mia coscienza e con i miei voti nel battesimo e nella consacrazione episcopale, ho promesso a Cristo di custodire la verità pura e integra, e persino di essere pronto a dare la vita per essa. Questo è il mio desiderio e il mio obiettivo, non mi interessa ciò che dice la gente. È assurdo temere l’opinione umana perché domani cambia. Devo temere solo ciò che Dio pensa. Le persone passano in fretta, il pensiero di Dio rimane, mi preoccupo innanzitutto di essere gradito a Dio.

Sono un vescovo ausiliare di una diocesi, sono felice, e quando il Papa mi trasferirà, accetterò e obbedirò, e in ogni luogo porterò con me il desiderio di difendere la verità.

DB: la carità è la più grande delle virtù. Qual è l’atto di carità, spirituale e corporale, più necessario da praticare per i cristiani di oggi?
AS: In primo luogo, nella gerarchia dei valori, ciò che è più importante è ciò che è eterno e immortale: l’anima, i valori eterni e la vita eterna. Ecco perché gli atti di carità diretti a trasmettere la vita eterna al mio prossimo e a trasmettere le verità eterne, per aiutarlo a salvare la sua anima, questi sono gli atti più necessari. Ovviamente esiste poi il dovere immediato di aiutare una persona in difficoltà, che ha fame e così via, aiutare è un atto naturale, deve essere fatto. Ma come cattolici non pensiamo unicamente a fornire cibo e vestiario, dobbiamo anche dare la luce della fede, non bisogna dimenticarlo. Ama Dio prima di tutto, e ama il tuo prossimo come te stesso.
Dio ci chiede di amarlo con tutta la nostra mente, le nostre forze e il nostro cuore; questo Egli ha riservato per sé. Gesù ci ha insegnato ad amare gli altri come noi stessi, e ad amare gli altri come Lui ci ha amati. Quindi dobbiamo amare con l’amore di Cristo. Egli è venuto per salvare le nostre anime, non prima o solo i nostri corpi, e per donarci la Sua verità divina. Ha versato il suo sangue per la salvezza delle nostre anime. Quindi dobbiamo amarci gli uni gli altri come Cristo ci ama. Il nostro primo compito è quello di amare Dio, e preferire Dio e la sua verità nella nostra vita temporale, pronti ad essere martiri per Cristo e ad amare gli altri come noi stessi e come Cristo ci ha amati – sacrificandoci per il bene degli altri.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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