Scroll Top

Vescovo statunitense chiede alla diocesi di iniziare a ricevere la Comunione “in bocca e in ginocchio”

Bishop_Morlino__communion_810_500_55_s_c1

13 aprile 2017

Il vescovo Robert Morlino, della diocesi di Madison nel Wisconsin, ha chiesto a tutta la sua diocesi di iniziare a ricevere la Santa Comunione in bocca e in ginocchio a partire dal prossimo autunno, per “aumentare” la reverenza nei confronti della presenza Reale di Cristo nell’Eucarestia.
Il vescovo ha fatto la sua richiesta al termine dell’omelia della Santa Messa del Crisma dell’11 aprile scorso, quella nella quale vengono consacrati gli oli usati per amministrare i sacramenti nelle parrocchie di tutta la diocesi.
“Chiedo che insieme facciamo un passo avanti verso una maggior riverenza nel ricevere la Santa Comunione, chiedo che le persone siano incoraggiate a ricevere la Comunione in bocca e in ginocchio”, ha detto verso la fine dell’omelia.
“Non c’è dubbio che la Comunione in bocca sia più riverente e non si presta ad un comportamento dimesso. Chiederò che, a partire dall’autunno, ai nostri studenti venga insegnato a ricevere la Comunione in bocca”, ha aggiunto.
Fino agli anni ’60 tutti i cattolici del mondo ricevevano la Comunione in ginocchio e in bocca. La pratica della Comunione sulla mano sorse da una disobbedienza la cui origine va rintracciata in Olanda. A causa del diffuso abuso di ricevere la Comunione in mano, Papa Paolo VI accordò un indulto per questa pratica con una lettera del 1969 emanata dalla Sacra Congregazione per il Culto Divino.
Brent King, direttore della comunicazione della Diocesi di Madison ha detto a LifeSiteNews che ricevere la Comunione nel modo tradizionale, in bocca e in ginocchio, aumenta la riverenza grazie ad un “atteggiamento esteriore” dell’abbassare il corpo che si traduce nella “disposizione interiore” di umiliarsi di fronte a Dio.
Nella sua lettera ai Filippesi San Paolo ha scritto che “al nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi”.
King ha detto: “se ci inginocchiamo stiamo mostrando una reverenza a ciò che crediamo veramente e cioè che nell’Ostia è presente Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Cristo.”
Ha anche detto che a nessuno verrà negata la Comunione se decidesse di continuare a riceverla in mano.
Durante la sua omelia mons. Morlino ha fatto riferimento ad un intervento del Card. Robert Sarah dello scorso 31 marzo , nel quale il Prefetto della Congregazione per il Culto Divino ha parlato di una “seria crisi della fede” in atto nella Chiesa a causa di un impoverimento della liturgia.
Il card. Sarah ha detto che la crisi, che è “non solamente a livello dei fedeli cristiani ma anche e soprattutto tra numerosi sacerdoti e vescovi, ci ha posto nell’incapacità di comprendere la liturgia eucaristica come un sacrificio, come lo stesso atto compiuto una volta per tutte da Gesù Cristo, che rende presente il Sacrificio della Croce nella modalità incruenta, ovunque nella Chiesa, attraverso i diversi tempi, luoghi, popoli e nazioni.”
“Abbiamo spesso la tendenza sacrilega di ridurre la Santa Messa a un semplice pasto conviviale, alla celebrazione di una festa profana e ad un’autocelebrazione della comunità; o, peggio ancora, a uno spettacolo mostruoso contro l’angoscia di una vita che non ha più senso o contro la paura di incontrare Dio faccia a faccia, perché il suo sguardo svela e ci obbliga a guardare con verità e senza dissipazioni la bruttura della nostra interiorità. Ma la Santa Messa non è uno svago. È il sacrificio vivente del Cristo morto sulla Croce per liberarci dal peccato e dalla morte e al fine di rivelare l’amore e la gloria di Dio Padre”, ha aggiunto il Cardinale.
Mons. Morlino ha detto che se la Chiesa Cattolica ha acquisito eccellenza nelle questioni sociali ad ogni livello, ha fallito nel trasmettere una fede viva alle nuove generazioni. Questo è rivelato dal dato che meno del 25% dei cattolici oggi va a Messa.
Prendendo le mosse dalle parole del Card. Sarah, Mons. Morlino ha lamentato che l’attivismo si è insinuato nella liturgia, tutti sentono il bisogno di essere occupati “a fare qualcosa” durante la Messa. Ha detto che l’invito del Concilio Vaticano II alla “actuosa participatio” dei fedeli nella liturgia concerne più una “partecipazione autentica” che non una “partecipazione attiva”.
Il vescovo ha detto che è più importante che coloro che partecipano alla Messa contemplino profondamente ciò che accade alla Messa, e cioè che Dio si rende presente Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Questo dovrebbe smuovere l’anima dei fedeli e riempirla di timore e tremore, ma spesso i fedeli sono troppo occupati per rendersene conto.
Don John Zuhlsdorf, sacerdote della diocesi di Madison ha scritto nel suo blog “Fr. Z’s Blog” che mons. Morlino sta facendo “proprio la cosa giusta” e che “è tempo di incominciare a crescere sempre più in un sacro culto liturgico impegnato, che trasforma, come individui e come comunità nella Chiesa, piccole e grandi, famiglie, parrocchie, diocesi e nazioni.”
“Quindi ciò che mons. Morlino ha fatto è proprio la cosa giusta. Ha dato un esempio in prima persona. Ha mostrato capacità di comando. Ha avuto la prudenza di lasciare un periodo congruo di tempo per istruire e dialogare con fedeli e sacerdoti. Questa è una grande benedizione per la Chiesa, perché svolge fedelmente il suo pesante mandato. Possa il suo esempio essere imitato da molti pastori”, ha aggiunto.
L’anno scorso quando il Card. Sarah aveva chiesto ai sacerdoti di adottare la posizione ‘ad orientem’ cioè verso est, per la celebrazione della Messa a partire dall’Avvento, mons. Morlino è stato uno dei primi vescovi nella Chiesa ad accogliere la chiamata.
Prima di questo, lo stesso anno, aveva chiesto che i tabernacoli ritornassero ad essere in posizione frontale e centrale in tutte le chiese della diocesi.
Mons. Morlino è arrivato nella Diocesi di Madison nel 2003. A quel tempo la diocesi veniva considerata una roccaforte del liberalismo, sia politicamente che spiritualmente. C’erano solo sei seminaristi. Sotto la conduzione di Morlino questo numero è diventato sei volte tanto nel 2015.

Fonte: LifeSiteNews
Traduzione nostra