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“Hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello” (Ap 7, 14)

Tutti i Santi

Omelia sulle letture di domenica 1 novembre 2015, solennità di Tutti i Santi

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica, tenuta durante la S. Messa prefestiva del sabato sera.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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“Hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello” (Ap 7, 14)

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Vi prego proprio questa sera di stare bene attenti a quello che vi dirò. Non ve l’ho mai detto in questo anno in cui sono qui, non ho mai richiamato la vostra attenzione, ma questa sera con umiltà, ma anche con fermezza, mi permetto di farlo, perché stasera le letture ci chiedono un’attenzione molto rigorosa su un aspetto, tra i tanti possibili, un aspetto fondamentale per la nostra salvezza eterna, per la nostra anima, e quindi è bene non distrarci; anche chi è arrivato in ritardo, lasci stare di pensare alla sue cose: la macchina, le faccende, la casa, il lavoro, i figli, la moglie… lasci stare!

In questo quarto d’ora, in questa Messa, stiamo un attimo concentrati, perché un giorno dovremo presentarci davanti al Signore.

Nella prima lettura alla fine si dice così: «Questi che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?», chiese uno degli anziani a Giovanni. Gli rispose: «Tu lo sai, Signore mio». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione, che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel Sangue dell’Agnello».

L’Agnello è Gesù Cristo. La grande tribolazione che cos’è?

Tutte le prove della nostra vita, tutte! Tutte fanno parte della grande tribolazione.

Tutte le prove che noi viviamo in famiglia; le sofferenze interiori che ci portiamo dentro per i più svariati motivi; i sensi di ingiustizia che abbiamo sopportato e patito; le violenze che ci hanno fatto; le cattiverie subite; il fatto di essere dimenticati dai genitori o dai figli o dagli amici; l’aver subito il tradimento da uno dei coniugi; l’essere stati abbandonati dai genitori; l’essere stato tradito dalla persona che si ama; l’aver fatto delle esperienze brutte, negative, per colpa di altri nella nostra vita; avere una malattia grave; avere una malattia grave nello spirito, da cui non si riesce ad uscire, qualche vizio che non si riesce a vincere; il fatto che c’è qualcosa nella mia vita che mi impedisce di potermi accostare all’Eucarestia, fosse solo anche la pigrizia di andarmi a confessare; il fatto che io vado a Messa e non posso fare la Comunione, perché ci sono delle ragioni oggettive e sacrosante che mi impediscono di accostarmi all’Eucarestia; il fatto che non riesco a seguire veramente Gesù come vorrei e dovrei; il fatto che viviamo in un momento storico e anche ecclesiale di grandissima confusione, dove ognuno dice la sua, dove ognuno viene fuori con l’idea più simpatica e più nuova del momento, dove ognuno vuole fare il brillante, il pagliaccio, che attira consensi e applausi dal pubblico.

Gesù Cristo di pagliacci non se ne fa niente!

I Cristiani non sono pagliacci, perché i pagliacci devono stare nel circo, non nella Chiesa di Gesù!

Non siamo qui a cercare gli applausi e il consenso della gente!

Noi siamo stati chiamati ad essere sacerdoti per servire il Dio vivente e voi, nella verità unita alla carità!

Questa è la tribolazione; tutto questo rappresenta la grande tribolazione.

Cioè vuol dire che, in questa tribolazione, essendo grande, si rischia di perdere l’anima, si rischia di non poter entrare in Paradiso.

È una cosa gravissima!

Chi sono queste persone che hanno le vesti candide?

Sono coloro che hanno lavato le vesti nel Sangue dell’Agnello rendendole candide, quindi sono persone che hanno vissuto la grande tribolazione ma che l’hanno superata, non perché non hanno peccato, non perché non sono caduti, non perché non hanno tradito Dio, no, ma perché hanno lavato le vesti nel Sangue dell’Agnello, che, tradotto, cosa vuol dire?

Vuol dire che si sono confessati regolarmente, frequentemente, con vero pentimento, con vero proposito di emendarsi, con la vera coscienza di cosa stavano andando a ricevere.

Cosa ne facciamo noi del Sangue di Cristo?

In un libro di una Mistica ho letto una cosa che mi ha sconvolto, non ci avevo mai pensato… Gesù le dice: «Sai quale è stato il Mio peggior tormento durante la Passione? Non la corona di spine, non la croce, non i chiodi, non la lancia, non il Getsemani, non la flagellazione, non gli sputi e neanche le bastonate, neppure il tradimento di Giuda; la Mia più grande sofferenza fu questa: sapere che stavo per versare il Mio Sangue per molte anime invano, che il Mio Sangue sarebbe andato perduto, sparso per niente», e le dice: «Avrei dovuto quindi tirarmi indietro, pensando che morivo invano?» Poi, conclude dicendole: «No, fosse stato anche solo per un’anima, sarei morto per quell’anima».

Cosa ne facciamo noi del Sangue di Cristo?

Ci confessiamo raramente, per il Giorno dei Morti, chissà poi perché, non si sa… sarà anche questo un rito di abitudine, c’è l’indulgenza, allora tutti a fare la confessione!

Tanto l’indulgenza è difficilissima da prendere, quindi…

Comunque, ci confessiamo per il Giorno dei Morti che poi vale anche per Natale, è come il “Tre per due” dell’Iper: timbri il cartellino, l’ho fatta adesso e mi vale per Natale, così ho tutto il tempo per andare a comperare i regali di domenica al Super. E poi ci confessiamo a Pasqua.

Ma diciamocelo chiaramente, non prendiamoci in giro: qeste confessioni non servono a niente, sono inutili, hanno più il sapore della superstizione che della fede.

Ma come puoi pensare di confessarti due volte all’anno, con tutto quello schifo di peccati che fai? Con la vita che conduci, come fai a confessarti due volte all’anno? E poi avere il coraggio di andare in confessionale e dire: «Non me li ricordo…»

Ma come fai a ricordarti? Io non mi ricordo quello che ho fatto cinque giorni fa, tu come fai a ricordarti quello che hai fatto sei mesi fa?

«Il Signore mi perdona…»

Il Signore ti perdona perché tu ti dimentichi colpevolmente? Perché tu sei stato pigro e non sei mai andato a confessarti con frequenza?

Ma chi pensiamo di prendere in giro?

Pensiamo che Dio, che è l’infinita Sapienza, si faccia prendere in giro da un granello di sabbia?

Ma quanto siamo stupidi!

Diceva San Giovanni Maria Vianney: «Se noi avessimo coscienza del giudizio di Dio, noi moriremmo di spavento adesso».

Lo diceva un Santo!

Se noi avessimo coscienza di quello che ci attende davanti a Dio, noi moriremmo di paura adesso, altro che la Misericordia e altro che pensare che Dio è buono!

La Misericordia non può stare disgiunta dalla Giustizia di Dio, perché la Misericordia senza Giustizia è una melassa, è una filantropia, è un qualunquismo del buonismo, ma non è attributo di Dio!

Noi vogliamo la Misericordia di Dio? Vogliamo la Misericordia di Dio?

Gesù Cristo lo ha detto chiaramente dove è la Misericordia: nel confessionale e davanti al tabernacolo, lo ha detto a Santa Faustina Kowalska.

I troni della Misericordia sono due: uno l’Eucarestia, uno la Confessione.

«Finché li avete», dice Gesù, «usateli! Perché una volta che siete morti non c’è più la Misericordia». Una volta morti noi incontreremo solo la Giustizia di Dio!

La Misericordia non è per il dopo morte, ma è per la vita, qui, ora!

Quello è il luogo, la Confessione, dove tu vai a immergere la tua anima nel Sangue di Cristo!

Gesù dice a Santa Faustina: «Quando voi vi confessate veramente con pentimento fatto bene, voi fate un atto di culto e di esaltazione enorme alla Mia Misericordia! Voi Mi esaltate, Mi rendete felicissimo più di qualsiasi altra cosa!»

E noi non ci andiamo! Niente da fare! Noi non ci andiamo! E se ci andiamo, ci andiamo male e con l’orologio in mano!

«Oh… che barba! Oh… come siamo lunghi! Oh… ma io mi devo confessare!»

Allora stai a casa tua! Se questo è lo spirito del penitente, non venire!

Se vieni, devi essere disponibile a fare una coda di cinque giorni, non di cinque ore; se no, non venire, perché fa parte dello spirito del penitente attendere!

Invece di stare lì a chiacchierare e brontolare, magari preghi, magari usi la Parola di Dio, magari dici il Rosario, magari ti raccogli per fare meglio l’esame di coscienza per non dire dopo: «Ah… mi sono dimenticato, un’altra cosa!»

Certo, ti prepari come io mi preparo per andare a vedere le scimmie; che sistema è quello lì di andare a confessarsi?

Ti prepari mentre vieni qui in macchina? Quando ti prepari per fare la confessione?

Alla confessione ci si prepara nei giorni prima, non mentre sei lì fuori a pensare a quattro cose!

Il Sangue di Cristo è l’unica nostra speranza, non ne abbiamo un’altra!

Tutti i peccati possono essere assolti? Sì, tutti, tutti! Non esiste un peccato che Gesù non perdoni!

Capite che quando moriremo, se non l’avremo usato, noi non avremo nessuna scusa!

Noi non avremo nessuna ragione, non c’è!

Noi non potremo dire: «Ma io…». No, “Ma io…” un bel niente, perché tu hai avuto l’occasione!

Solo che per vergogna, perché siamo superbi da paura, tutti facciamo le madonnine infilzate con la testa sbilenca, però poi, quando c’è veramente da smascherarci, da dire: «Io sono quest’uomo che ha fatto queste cose…», allora giri di parole infinite: «Ma io non volevo, però è stato lui… è stata lei, adesso le spiego…»

Giri di parole infinite per dire una roba che ci vuole un minuto!

Ma siamo umili! Ma chiamiamo le cose con il loro nome! «Ho fatto questa cosa!», basta!

Senza dare la colpa alla televisione, al computer, alle minigonne, agli altri…

Diciamo: «L’ho fatto io, non l’ha fatto nessun altro! L’ho fatto perché mi piace».

Noi perché facciamo i peccati? Li facciamo perché ci piacciono, è per quello che li facciamo, se no non li faremmo mai!

Quante cose, che non ci piacciono, noi facciamo? Pochissime, pochissime, proprio perché siamo costretti!

Ma i peccati li facciamo così tanto volentieri, perché son gustosi; in effetti, certo, il demonio fa la sua arte per presentare il peccato gustoso… peccato che poi, dopo, porta dietro con sé la morte.

Però i peccati li facciamo perché ci piacciono!

Come quelli che dicono: «Eh…non riesco a pregare, non prego mai, dovrei pregare però non prego…»

Tu non preghi perché non vuoi pregare, perché a te pregare non interessa, a te non interessa stare con il Signore, allora trovi tutte le scuse della terra per non farlo!

«Sono stanco, ho il lavoro, ho gli impegni, devo andare, ho il mal di testa, ho la febbre, e ho…»

Quindi, noi non preghiamo mai e va a finire che rimaniamo sempre lì, in quella posizione dalla quale non ci convertiamo.

Allora uno dice: «Sei pentito del fatto che non preghi?»

«Sì».

«Qual è il proposito concreto che fai adesso in questa confessione? Qual è il proposito?»

Quando noi ci andiamo a confessare dobbiamo avere il proposito, se no che confessione è?

«Quale proposito hai in testa? Dici che non preghi mai, qual è il tuo proposito? Magari che ti svegli mezz’ora prima alla mattina, magari che alla sera non guardi la televisione e stai mezz’ora davanti al crocefisso…»

Senza propositi dov’è la confessione? Dov’è il pentimento? Dov’è la riparazione? Che confessioni sono?

Oppure si tacciono i peccati, che è una roba terribile.

Se abbiamo vergogna, io lo dicevo sempre ai carcerati: «Scriveteli!»

A parte che i carcerati non hanno mai avuto vergogna e le cose che dovevano dire le han sempre dette, chiare, papali papali sui denti, ma al di là di questo, io dicevo: «Se avete vergogna, perché magari avete fatto peccati grossi, scriveteli su un foglio, sintetici, chiari, differenza specifica e differenza numerica: cosa hai fatto e quante volte lo hai fatto».

Adesso va di moda questa cosa: «La confessione non è la lettura della lista della spesa».  Ah sì? E questa da dove è venuta fuori? Dal Vangelo? Dove l’hai letta questa cosa? Chi l’ha detta? L’abbiamo detta noi nella nostra follia! Chi l’ha detta questa cosa qui? Cosa vuol dire questa frase? Certo che è la lista! Certo!

«Nella confessione veniamo ad esaltare la Misericordia di Dio…»

Appunto! Quindi riconosci i tuoi peccati! Quali sono i tuoi peccati?

Se sappiamo ancora che cos’è un peccato, perché io do per scontato che sappiamo cos’è un peccato…

Certo che serve la lista! Ho fatto questo, questo, questo, questo e questo!

È una lista! È una lista! Devo dirli, precisi!

Non devo stare lì a perdere il tempo, a colloquiare del sesso degli Angeli, perché siamo lì per parlare dei tuoi peccati!

Se hai vergogna li scrivi, poi dici: «Guardi, Padre, io non riesco proprio a dirli, mi fa una vergogna terribile, mi vergogno di aver fatto queste cose, tenga, queste sono le meraviglie della mia vita, le legga». Fine, basta. Non è così impossibile, sapete?

Ci sono mille modi, se vogliamo, di confessarci, mille maniere di incontrare il Sangue di Cristo.

Gesù ai Santi diceva: «Tu tieni sempre in mente il momento della Mia flagellazione».

Loro Lo vedevano, vedevano la scena, rimanevano inorriditi, trafitti dal dolore, e Lui diceva: «Ecco, tu tieni sempre in mente questa scena, quando ti vai a confessare: tieni sempre in mente quando Io vengo flagellato!»

Dovete andarvi a confessare?

Guardate il film di Mel Gibson “The Passion”, tutto!

Io non sono mai riuscito una volta a vederlo tutto, mai; non ci riesco, non ci riesco… cioè lo vedo ma ad un certo punto devo coprirmi gli occhi perché non ce la faccio.

Il momento più tremendo che non riesco proprio a guardare, non ce la faccio neanche se mi inchiodi i piedi al pavimento, è il momento della flagellazione, perché è di un cruento, è una roba terrificante, che io non riesco a vederlo, e dico: «Ma pensa te… quello è solamente un film…»

Se tu leggi i mistici che ti descrivono la flagellazione, è cento volte peggio di quello che tu vedi in quel film lì e uno lo guarda e si dice: «Ma tu ti rendi conto che ha vissuto tutta quella roba per te? Ti rendi conto il peso del peccato che cos’è? Ti rendi conto il peccato che cosa è capace di fare?»

Noi andiamo a fare la Comunione senza esserci confessati, magari con i peccati gravi sulla coscienza, andiamo a prenderla così, poi torniamo al posto e ci sediamo; una bella cantata e ci mettiamo lì tranquilli a pensare ai fatti nostri, seduti; finita la Messa, sembriamo Willy il Coyote…. e via! Tiriamo su persino il pavimento della chiesa quando scappiamo via dopo la Messa, come se ci fossero i frati che ci incendiano i capelli se stiamo lì un attimo a pregare.

Ma santa pazienza, vai a Messa una volta alla settimana, non dura neanche un’ora, ma cos’è sta fretta? Per andare dove? Dove? A fare che cosa?

Ma stai un po’ con il tuo Signore! Stai un po’ a dirGli “grazie”!

Stai un po’ lì fermo, a lodarLo, ad affidarGli la tua vita, a chiederGli il dono di non morire con i peccati sulla coscienza, di confessarti con frequenza!

Andate a leggere cosa diceva San Giovanni Bosco, che adesso andrebbe proprio di moda… San Giovanni Bosco diceva: «Chi si confessa una volta al mese, fuori!  Non lo considero neanche!» È così, è scritto, di chi si confessava una volta al mese, lui diceva: «Io non lo considero neanche, è una persona che non c’entra niente con la vita cristiana». «Chi si confessa ogni quindici giorni è un mediocre; chi si confessa una volta alla settimana è uno che ha interesse ad entrare in Paradiso».

Se ci fosse qui San Giovanni Bosco adesso, gli verrebbe un infarto, sarebbe già morto! Ci guarda, poi dice: «No, guardate, io torno da dove son venuto, lasciatemi stare, non c’entro più niente con questa storia!»

Adesso chi si confessa una volta al mese è un santo, perché nella norma siamo ben altro e ben oltre.

Guardate che la morte arriva all’improvviso, ricordiamocelo!

La morte arriva all’improvviso!

La morte non guarda in faccia nessuno, la morte non aspetta, la morte quando bussa, bussa, e non torna un’altra volta.

Arriva in quel momento e in quel momento si porta via il suo bottino.

Che non capiti che ci troviamo addormentati nei nostri vizi, che non capiti che abbiamo rinunciato all’Eucarestia e alla Confessione per motivi umani!

Non c’è niente di sufficiente, che ci possa togliere dall’Eucarestia e dalla Confessione!

«È meglio entrare senza un occhio», dice Gesù, «in cielo, che con due andare nella Geenna!»

Addirittura, ti dice: «Cavati gli occhi, tagliati le mani, tagliati la gamba!»

Figurati che noi ci presentiamo e diciamo: «Io non ho fatto più la Comunione perché, sa, io gli volevo bene…» Cosa? Cosa? Cos’è sta roba? Tu hai rinunciato all’Eucarestia per una creatura? Hai rinunciato all’Eucarestia per il tuo egoismo, per i tuoi comodi, per i tuoi gusti, perché hai paura di restare da solo? Comprati un orsacchiotto! Qui fuori c’è un cagnolone, bello peloso, tutto grosso, che tutte le volte che lo vedo è lì che mi guarda con questi occhioni… comprati un cagnolone bello peloso così, quando vai a letto di notte te lo stringi e dici: «Oh che bello, così non sono più solo!»

Se hai bisogno di un orsacchiotto te ne regaliamo uno, ma la vita cristiana è un’altra cosa!

Cerchiamo di essere persone un po’ serie, con dentro un po’ di sangue nelle vene, e presentiamoci davanti al Signore dicendo: «Gesù, io ho rinunciato a tutto, tranne che a Te! Piuttosto che perdere Te, io ho perso la vita!»

Dopo abbiamo davanti l’eternità… abbiamo davanti l’eternità!

Che la Madonna e tutti i Santi ci diano questa grazia!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

Prima lettura

Ap 7,2-4.9-14 – Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

Salmo responsoriale

Sal 23

Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Seconda lettura

1Gv 3,1-3 – Vedremo Dio così come egli è.

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Canto al Vangelo

Mt 11,28

Alleluia, alleluia.
Venite a me,
voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro.
Alleluia.

Vangelo

Mt 5,1-12 – Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

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