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Il santo Timor di Dio

Spirito Santo

Omelia sulle letture di giovedì 8 ottobre 2015

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di giovedì 8 ottobre 2015.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré.

Ascolta la registrazione:

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Approfondimenti

I sette doni dello Spirito Santo

  1. Sapienza
  2. Intelletto
  3. Consiglio
  4. Fortezza
  5. Scienza
  6. Pietà
  7. Timore di Dio

Spiegazione dei doni dello Spirito Santo

La Sapienza è un dono permanente, inseparabile dalla carità, per la quale giudichiamo rettamente di Dio e delle cose divine come le gusta Dio, per una certa connaturalità e simpatia.
In altre parole è la mozione che ti dà la possibilità di conoscere Dio sperimentalmente e non solo intellettualmente, permettendoci di possederlo così come Egli è e di godere di lui. Questo dono realizza l’unione mistica dell’anima con Dio e fa sentire il gusto della sua dolcezza ineffabile.
 Porta al grado eroico la carità.

L’Intelletto ci fa penetrare in modo profondo e intuitivo le verità divine, mentre la fede le fa conoscere secondo il meccanismo della conoscenza umana, ossia ragionando, per mezzo di giudizi.
Fa conoscere nel tempo, sebbene fugacemente e in un istante, secondo il modo proprio di conoscere dell’eternità.
L’Intelletto perfeziona la fede.

Il Consiglio è un istinto soprannaturale per cui l’anima in grazia, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, giudica rettamente, nei casi particolari, quello che conviene fare in ordine al fine ultimo soprannaturale. Sotto la guida del Consiglio l’anima comanda come mossa da Dio stesso, e per motivi a volte perfino ignorati dall’anima stessa.
Nell’Antico Testamento sono attribuite al Consiglio il giudizio di Salomone sul fanciullo da dividere in due, l’impresa di Giuditta, la condotta di Daniele per salvare l’innocente Susanna.
Per mezzo del Consiglio ci si attiene a criteri superiori di giudizio.
Il Consiglio porta al grado eroico la virtù cardinale della prudenza.

La Fortezza è un abito soprannaturale che irrobustisce l’anima affinché pratichi, per istinto dello Spirito Santo, ogni specie di virtù eroiche con l’invincibile fiducia di superare i maggiori pericoli o le maggiori difficoltà. Sotto l’azione di questo dono l’anima non discorre né ragiona, ma opera istintivamente per un impulso interno che procede dallo Spirito Santo.
Questo dono dello Spirito Santo viene effuso in modo particolare nella Confermazione. Suo compito principale è di sostenere tutte le difficoltà provenienti dalle passioni, dai vizi, dal Maligno e dai nemici di Dio. Gesù Cristo, quando promise lo Spirito Santo, disse agli apostoli che da lui avrebbero ricevuto forza e gli sarebbero stati testimoni fino agli estremi confini della terra (At 1,8). E gli apostoli, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, “con grande forza rendevano testimonianza della risurrezione del Signore” (At 4,33).
Il dono della Fortezza porta alla massima espansione la virtù cardinale omonima.

La Scienza è un abito soprannaturale infuso con la grazia mediante il quale l’intelligenza dell’uomo, sotto l’azione illuminatrice dello Spirito Santo, giudica rettamente delle cose create in ordine a Dio.
Porta a perfezione la virtù della fede. La Pietà è un abito soprannaturale infuso con la grazia santificante per stimolare, sotto la mozione dello Spirito Santo, un affetto filiale verso Dio considerato come Padre e un sentimento di fraternità universale verso tutti gli uomini in quanto nostri fratelli in Cristo e figli dello stesso Padre.
Porta a perfezione la virtù cardinale della giustizia.

Il Timore di Dio è l’abito soprannaturale per cui il cristiano, sotto l’influsso dello Spirito Santo, acquista una speciale docilità a sottomettersi totalmente alla volontà divina a motivo della riverenza dovuta alla Maestà di Dio. Come amore reverenziale rimane anche in Paradiso.
Porta alla massima espansione la speranza teologale e la virtù cardinale della temperanza.

Fonte: http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=915

I frutti dello Spirito Santo

I frutti dello Spirito sono perfezioni che lo Spirito Santo plasma in noi come primizie della gloria eterna.

(Catechismo della Chiesa Cattolica, n.1832)

Il frutto dello Spirito è: Amore, Gioia, Pace, Pazienza, Benevolenza, Bontà, Fedeltà, Mitezza e Dominio di sé.

(cfr. Gal 5,22-23)

L’Angelus è una preghiera in ricordo del mistero dell’Incarnazione.
Il nome deriva dalla parola iniziale del testo in latino: Angelus Domini nuntiavit Mariæ. Consiste di tre brevi testi che raccontano tale episodio, recitati come versetti e responsorio ed alternati con la preghiera dell’Ave Maria. Nella tradizione della Chiesa viene recitata tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto.

L’Angelus in latino

V/. Angelus Domini nuntiavit Mariæ,
R/. Et concepit de Spiritu Sancto.

Ave, Maria, gratia plena, Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

V/. “Ecce Ancilla Domini.”
R/. “Fiat mihi secundum Verbum tuum.”

Ave, Maria…

V/. Et Verbum caro factum est.
R/. Et habitavit in nobis.

Ave, Maria…

V/. Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix.
R/. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.

Oremus. Gratiam tuam quæsumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, angelo nuntiante, Christi Filii tui Incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum. Amen.

L’Angelus in italiano

V/. L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria
R/. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave, Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

V/. “Eccomi, sono la serva del Signore.”
R/. “Si compia in me la tua parola.”

Ave, Maria…

V/. E il Verbo si fece carne.
R/. E venne ad abitare in mezzo a noi.

Ave, Maria…

V/. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R/. Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo. Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre; tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Da Pasqua a Pentecoste al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Cœli, preghiera che ricorda la resurrezione di Gesù Cristo.

Scarica il testo della meditazione

Il santo Timor di Dio

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Al tema di questa liturgia di oggi, della liturgia della Parola che abbiamo ascoltato adesso, della prima lettura, del salmo e del Vangelo, potremmo dare il titolo: “Il Santo Timore di Dio”, che rientra anche nel Vangelo, perché Gesù parla del dono dello Spirito Santo, che è l’unica cosa da chiedere al Padre.

Non abbiamo altro da chiedere a Dio Padre, se non il dono del Suo Spirito, che è il massimo possibile, e, il settimo dono dello Spirito Santo, che oggi anche questo non si insegna quasi più, è il Santo Timor di Dio.

Ci ricordiamo quali sono i sette doni dello Spirito Santo e i nove frutti dello Spirito Santo?

Se non ce li ricordiamo, andiamoli a studiare, perché sono doni e frutti bellissimi, per questo abbiamo bisogno dello Spirito Santo!

Certo che, se io non conosco quali sono i Suoi doni, non conosco i Suoi frutti, che operano in me, perché dovrei chiedere a Dio Padre lo Spirito Santo?

Stiamo lì a chiedere le minuzie, un po’ di qui, un po’ di là, un po’ di umiltà, un po’ di pace, un po’ di mitezza, quando, chiedendo lo Spirito Santo, abbiamo tutto: la Scienza, l’Intelletto, la Sapienza, la Pietà…tutto!

Quindi, è per questo che il Santo Timor di Dio è proprio il filo che unisce queste letture.

Che cos’è il Santo Timor di Dio?

Il Santo Timor di Dio è l’amore per Dio, è il rispetto dovuto a Dio, che viene dalla “coscienza della sua trascendenza”, come scrive Papa Benedetto XVI; lui ha scritto proprio così  in un suo testo.

La coscienza della trascendenza di Dio, questo è il Timor di Dio, cioè il capire, il comprendere interiormente, che Dio è totalmente altro da me, che Dio è infinito e io no.

Quindi, dobbiamo anche un po’ finirla con questa idea del Dio “amicone”, del Dio ”piacione”, del Dio a cui va bene tutto, del Dio che mangia i biscotti con noi a merenda.

Questa immagine di Dio è assolutamente contro la Rivelazione, perché non esiste minimamente, nell’Antico e nel Nuovo Testamento, una sola parola, che ci faccia pensare al Dio “piacione”, al Dio “amicone”, al Dio a cui va bene tutto.

Non dimentichiamo che nell’Antico Testamento è chiamato Dio, il Dio degli eserciti, delle schiere di Israele, altro che il Dio “amicone”!

Non dimentichiamo che, quando appare nel roveto ardente a Mosè, Mosè cade con la faccia per terra!

Non dimentichiamo che, quando Gesù risorge, le donne che Lo vedono cadono con la faccia per terra, dice il Vangelo!

Quando Lo vengono a cercare…«Sei tu Gesù di Nazareth?» «Sì, sono io», i soldati cadono tutti per terra, ci dice Giovanni!

Quindi, attenzione a produrre nella nostra mente una vera immagine di Dio!

Noi dobbiamo avere questo rispetto, questo timore!

Noi invece abbiamo sostituito il Santo Timor di Dio con il deprecabile timore degli uomini.

Perché?

Perché noi abbiamo timore degli uomini, abbiamo timore della legge degli uomini, abbiamo timore delle umiliazioni che ci vengono dagli uomini, abbiamo paura delle persecuzioni che ci vengono dagli uomini, quindi: «Sei cristiano?» «Io? Assolutamente no, no, no…Io non sono cristiano, io credo in Dio, nel Dio di tutti».

Ma non esiste il Dio di tutti, esiste il Dio di Gesù Cristo!

“Io sono la Via, la Verità e la Vita!”

Non ce ne sono altre.

Abbiamo paura di perdere la stima e il consenso degli uomini, quindi, con tutti questi timori, noi alla mattina ci svegliamo e ci muoviamo, mettiamo la nostra maschera del “buon costume” e usciamo stando attenti a rispettare tutte queste norme, tutte queste regole, ma il Timore della Legge di Dio?

Questo no, questo non ci deve essere.

Allora, anche noi dopo facciamo la fine di questi tizi del profeta Malachia, che dicono: «È inutile servire Dio».

Quante volte si sentono queste espressioni, tra noi Cattolici: «È inutile servire Dio, tanto che vantaggio ne abbiamo?», «Che cosa è servito osservare i Suoi Comandamenti?»

Ecco, vedete, davanti al Signore degli eserciti, non del Dio “amicone”…

«Dobbiamo proclamare Beati i superbi, che fanno il male, si moltiplicano e restano impuniti!»

Quante volte nella nostra testa abbiamo pensato questa cosa…che vuol dire non aver capito niente di Dio!

Vuol dire servire Dio da schiavi, da gente meschina, che sta a fare i conti in tasca a Dio, che pensa che Dio debba intervenire come abbiamo voglia noi, che non pensa che l’onore di servire Dio sta nel servizio stesso, ma nella ricompensa che ne abbiamo.

Allora, dice Malachia:  “Parlarono i timorati di Dio…”

Ecco, solo colui che ha il Timore di Dio, può parlare di Dio.

Per questo dobbiamo chiedere lo Spirito Santo, perché ci dia il Timor di Dio, il rispetto di Dio!

Da cosa si vede che non abbiamo rispetto?

Un esempio su tutti: guardiamo come trattiamo l’Eucarestia!

Guardiamo come entriamo in Chiesa: entriamo in chiesa chiacchierando, facendo un segno di croce che è uno sgorbio, e, appena arriviamo alla panca, ci sediamo, come se fossimo al bar per essere serviti…questo non è avere Timore di Dio!

Questo è avere rispetto di Dio?

No!

Questo non è rispetto per Dio!

Quando ero piccolino, e non sono nato nel 1300, mi hanno sempre detto: «Quando entri in chiesa, fai il segno di croce con l’acqua benedetta, con l’acqua santa, poi vai davanti alla tua panca, fai la genuflessione davanti al tabernacolo, poi entri nella panca e ti metti in ginocchio e adori Dio presente nell’Eucarestia», presente “veramente, realmente, sostanzialmente”, come dice il Concilio di Trento, ancora valido.

Noi facciamo la Comunione, torniamo al posto e ci sediamo…questo è il Timor di Dio?

Questo è l’atto di più grande maleducazione che possiamo fare verso Dio!

Questo vuol dire non aver capito niente dell’Eucarestia!

Tu non puoi ricevere il Corpo di Cristo e sederti!

Santa pazienza, ma dov’è la devozione?

Dov’è la coscienza del rispetto che dobbiamo all’Eucarestia?

Capisco se uno è senza una gamba, capisco se uno ha 120 anni, capisco se uno sta male, allora sta in piedi, sta un attimo in piedi a ringraziare il Signore.

Invece no, come se l’Eucarestia fosse un pane benedetto, come se fosse dovuto!

Perché ho vergogna, perché chissà cosa pensano gli altri, perché dopo sembra che voglia essere più devoto degli altri…

Ma noi abbiamo a cuore di più il giudizio di Dio o quello degli uomini?

È da queste cose che si capisce il Timore di Dio!

Ma Charles de Foucauld dormiva ai piedi del tabernacolo, al freddo, al caldo, stava là sdraiato ai piedi del tabernacolo!

San Filippo Neri passava le ore in ginocchio, San Domenico Savio passava sei, sette ore, in ginocchio davanti al tabernacolo!

E Sant’Antonio da Padova?

La sua sapienza veniva da lì, eh!

E il Beato Giovanni Duns Scoto?

È stato il grande difensore dell’Immacolata Concezione, di cui tutti dicevano: «Ma da dove viene questa sapienza?», e quella suora disse: «Questo professore è l’unico che ha nei confronti dell’Eucarestia e della Madonna una devozione immensa, guardate quanto sta in ginocchio davanti al tabernacolo!»

Ecco da dove veniva la grande sapienza del “Dottor sottile”, così è chiamato il Beato Giovanni Duns Scoto, e fu così che lui difese l’Immacolata Concezione di Maria!

Per questo la Chiesa ci chiede ogni giorno di recitare l’Angelus.

Abbiamo fatto ieri la festa della Madonna del Rosario…

Recitare l’Angelus alle otto del mattino, a mezzogiorno e alle otto di sera, che cosa vuol dire? Perché è stato pensato?

È stato pensato da Papa San Pio V per fare memoria, perché ogni giorno, tre volte al giorno, in tutte le chiese suonino le campane e tutti i Cristiani preghino l’Angelus, che è “La Salutazione angelica”, per ricordare la vittoria dei Cristiani sui Turchi a Lepanto del 1571.

Impariamo a capire perché facciamo le cose, chiediamocelo!

Ma perché devo dire l’Angelus?

Perché me lo dice la Chiesa.

Ma perché me lo dice la Chiesa?

Perché dobbiamo fare memoria, dobbiamo ringraziare Dio!

Ecco il Timor di Dio!

Il Timor di Dio cosa porta?

Porta la memoria e porta la gratitudine.

Chi ha il Timor di Dio, ha rispetto di Dio, chi ha il Timor di Dio, ha gratitudine verso Dio, una gratitudine costante, quotidiana, secondo per secondo.

Chi ha il Timor di Dio, ha la memoria di Dio continua!

Capite che il Timor di Dio non ha niente a che vedere con la paura, ha solo da vedere col rispetto, col dire:  «Ma se il Signore ha dato il Suo Figlio per me, se Gesù ha dato il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità per me, ma come faccio io a non ricambiare tanto amore con il mio corpo, con i gesti del mio corpo, con i miei pensieri, con il mio tempo?»

Impariamo anche noi la bella preghiera dell’Angelus, impariamo a recitarla sempre facendo memoria di quel giorno, perché, se quel giorno non ci fosse stata la coalizione della “Lega Santa”, che combatteva contro i Turchi, noi oggi qui non avremmo questa chiesa e non vestiremmo questi panni!

Pensiamoci a queste cose!

Se non ci fossero stati quegli uomini coraggiosi, quei soldati di Cristo, noi oggi non avremmo la libertà che abbiamo.

Per questo dobbiamo dire “grazie” alla Beata Vergine Maria del Rosario, per questo dobbiamo dire il Rosario, non per una banale devozione, ma perché siamo, vogliamo essere, i timorati di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Prima lettura

Ml 3,13-20 – Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno.

Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti».
Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.
Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

Salmo responsoriale

Sal 1

Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Vangelo

Lc 11,5-13 – Chiedete e vi sarà dato.

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

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