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Fondare la vita su ciò che non passa

Parole-di-vita-eterna

Omelia sulle letture del giorno

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 15 novembre 2015 (S. Messa prefestiva di sabato 14 novembre)

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Fondare la vita su ciò che non passa

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Questa espressione di Gesù nel capitolo XIII del Vangelo di San Marco, che abbiamo adesso ascoltato, è un’espressione che deve darci tanto conforto e tanta speranza. Tutto passa, nella vita tutto passa, la nostra vita stessa passa, è talmente fugace questa vita, questo tempo, è talmente precaria la nostra esistenza, basta un nulla, basta una notte, e non ci siamo più.

Questa precarietà spaventa, se viene vista per quella che è, cioè appunto una realtà precaria, una realtà instabile, una realtà nella quale noi ipotizziamo progetti per domani stesso.

«Domani avrei intenzione di mangiare alle 13.00…»

Non si sa se tu domani ci sarai per mangiare alle 13.00, ipotizzi che ti piacerebbe mangiare alle 13.00 e andare a fare una passeggiata al parco; ipotizzi, fai un programma ipotetico, ma tu non sai domani alle 13.00 dove sarai, perché la nostra vita è appesa ad un filo e questo filo si chiama: “la Provvidenza di Dio”.

È secondo i piani della Provvidenza che a noi viene data l’esistenza, e quindi, guardando così la vita, certamente c’è da rimanere sconfortati, perplessi, perché tutto passa, passiamo anche noi.

Cosa rimarrà di noi? Cosa rimarrà di quello che noi abbiamo fatto? Di tutto il lavoro che abbiamo fatto, di quello che siamo stati, cosa resterà? Chi si ricorderà di noi?

Ebbene, il Signore ci dice che tutto passa, tranne le Sue Parole.

La Parola di Gesù ha una vita interna, che supera il tempo e lo spazio, li attraversa.

Questa è la nostra salvezza!

Nella misura in cui noi siamo agganciati alla Parola di Dio, noi gustiamo già qui questa eternità e questo attraversare il tempo.

Infatti, i Santi sono sempre ricordati, sono sempre invocati, è come se fossero sempre presenti.

Noi abbiamo la statua di Santa Teresa di Gesù Bambino, che è una statua, ma ci serve, perché abbiamo voluto esprimere la memoria che abbiamo nel cuore in modo fisico, per poter entrare in chiesa, andare lì e dire una preghiera.

I Santi vivono di questa eternità della Parola di Dio!

Voi capite che, nella misura in cui noi ci colleghiamo a questa eternità della Parola di Dio, anche noi sperimentiamo il fatto che la morte non è l’ultima parola sulla nostra vita.

Fa paura pensare alla fine del mondo, pensare al Giudizio universale, fa paura, perché uno non si sente mai in ordine nei confronti del morire e del Giudizio, però, il fatto che noi siamo chiamati a credere che le Parole di Gesù sono eterne, questo ci dà speranza, perché ci fa dire: «Beh… ma allora, se io fondo la mia vita su queste Parole, sto dando vita eterna alla mia vita mortale».

È l’esperienza che facciamo tutti, sapete, perché quando noi facciamo i peccati, quelli gravi, noi che cosa sperimentiamo?  Sperimentiamo la mortalità della vita, infatti ci sentiamo disorientati, tristi, svuotati, sì viviamo ma…

Quando invece siamo in grazia di Dio, quando custodiamo la grazia di Dio, è diverso: viviamo la stessa medesima vita, però con uno sprint in più, con un’energia in più, con una voglia in più, con un coraggio in più, con una disponibilità in più, con una intelligenza in più, perché gustiamo questa eternità.

Sentiamo come se la nostra vita, le scelte che facciamo, le parole che diciamo, non finissero lì, avessero una ulterioritá.

Magari noi non sappiamo qual è questa ulterioritá, però la sentiamo venire dalla Parola di Gesù.

Pensate alla parola del perdono di Gesù, pensate ai richiami di Gesù su una vita onesta, coerente, su una vita aderente alla fede, a non ingannare, a non scandalizzare, a non mentire, a non calunniare, a non essere occasione di male per gli altri, a sapere andare incontro alla sofferenza, all’importanza della conversione nella nostra vita…

Se noi tutte queste cose le mettiamo al centro, se ci crediamo veramente e su queste cose cominciamo a costruire la nostra vita, noi sperimentiamo già adesso la potenza vivificante di questa scelta.

Voi capite che noi possiamo anche fare scelte diverse dal Vangelo, certo, però lo sentiamo dentro che siamo come una nave senza bussola.

È falso quando vengono a dire: «Ah quello non crede, quello non pratica, ma è più felice degli altri».

Non è vero! Non è vero! Io, da quando sono entrato in confessionale, ho scoperto che questa è una bugia.

Sembra a te, perché vedi l’esterno, che quelle persone siano più felici, ma non è vero che sono più felici. Sono più tristi! Appaiono più felici, certo, perché devono recitare una parte, ma poi dentro di loro c’è il vuoto.

Questo lo sperimentiamo anche nelle nostre famiglie.

Se voi notate, guardandoci intorno, noi abbiamo sempre famiglie fantastiche.

Chiedi: «Come va?»

«Tutto bene!»

Bellissimo, perché, se tu parli con quella signora, non esiste marito migliore del suo, se parlo con quel signore, non esiste moglie migliore di sua moglie; i figli poi sono dei cloni di Pico della Mirandola, uno si chiama Pico, l’altro si chiama Albert, e quell’altro si chiama Leonardo. Hanno tre figli e tutti e tre super intelligenti, bravissimi, educatissimi, splendidissimi, a scuola stupendissimi, ma poi, gratta gratta il fondo del barile, vengono fuori le magagne, perché la nostra vita è fatta così.

Noi siamo fatti così…

Invece, nella misura in cui ci fidiamo della Parola di Gesù, anche per noi è possibile vivere una vita autentica, cioè essere quello che siamo, mostrarci per quello che siamo, e, ciò nonostante, nonostante la nostra fragilità e debolezza, poter sentire questi frammenti di eternità.

È questo che noi dovremmo annunciare al mondo!

È questo quello che noi dovremmo dire come Cristiani!

Cioè che Gesù è veramente l’occasione della vita da sfruttare al massimo e che vivere una vita cristiana vera, coerente, con tutte le sue esigenze, vuol dire avere veramente una vita piena, libera, gioiosa!

Secondo voi, può essere libera, gioiosa, e sperimentare l’eternità, una persona che nel suo cuore non è capace di perdonare? È triste più di un cane!

Ma chi di noi quando non perdona è contento? Chi? Nessuno!

Abbiamo addirittura la faccia di colui che non perdona, e magari abbiamo anche l’ardire di fare la Comunione perché ci sentiamo nel giusto!

Siccome mi sento nel giusto, allora è giusto che io non perdoni e faccia la Comunione.

No! Assolutamente!

Gesù ha perdonato ai Suoi uccisori, senza che Gli chiedessero scusa.

Il perdono è proprio la dimensione del cuore che va coltivata, è la carnalità del cuore, che va coltivata, e il Signore ti insegna questo. Quando tu vivi nella dimensione del perdono, tu sei il primo ad essere gioioso, ad essere libero!

Starai soffrendo, per l’amor del cielo, perché, chi non soffre quando riceve del male?

Certo, però, vivendo quella dimensione, tu senti dentro, lo senti fisicamente dentro, che la tua anima e il tuo corpo sono diversi, che le tue giornate sono diverse.

Vive peggio chi non perdona di chi offende, sapete?  Perché, dentro, noi teniamo legate a noi le persone che non perdoniamo, qualunque cosa ci abbiamo fatto.

È difficile vivere il Vangelo di Gesù, è difficile, perché la mosca al naso viene a tutti, il nervoso viene a tutti, la voglia di vendetta viene a tutti, la voglia di farsi giustizia da soli viene a tutti, però entrare in questa logica delle Parole di Gesù, che non passano mai (e sarebbe bello che anche la nostra vita non passasse mai), ti dona un’aria nuova.

Certo, questo richiede delle scelte poi, ovviamente, dovremo fare delle scelte concrete, le dobbiamo fare! Siamo chiamati a farle queste scelte!

Se no è un parlare vano, è un parlare vuoto, che non porta da nessuna parte, è un vivere una vita irreale, illusoria.

Proprio stamattina mi è capitato di passare accanto a due persone che stavano parlando, passavo lentamente perché eravamo lì vicini, e ho sentito dire: «Ecco, allora adesso so io cosa bisogna fare, mandiamo là un milione di soldati, li ammazziamo tutti e facciamo piazza pulita e qui e là…»

Io mi sono avvicinato e ho detto: «Tu parti? Tu sei il primo a partire? Pronti, andiamo!

Però tu parti adesso! Basta questi discorsi da televisione, da bar! L’hai detto? Bene, allora prendi baracca e burattini e partiamo! Andiamo e facciamo quello che hai detto!»

Questo mi ha guardato e ha balbettato: «No, eh, ma… adesso?»

«Certo! Hai detto che dobbiamo partire e andare a difendere… andiamo, forza! È inutile che continuiamo a vivere in un mondo dove si dicono le cose solo a voce! Hai detto che è giusto farlo? Allora vai fino in fondo! Prendi e parti! Tu devi essere il primo a dare l’esempio! Pronti, partiamo, io vengo con te!»

«Eh ma… non lo so, ci devo pensare…»

«Allora cosa parli a fare? Cosa parli a fare?»

Dopo, non sazio, ripasso e mi dice: «Va bene dai, sì, allora partiamo!»

«Va bene. Partiamo adesso però!»

«No, oggi è sabato, domani è domenica, partiamo un altro giorno».

«Allora non partiamo più!»

È come la dieta, si dice sempre: “La faccio da lunedì prossimo…”

Ma io dico: «Siamo onesti con noi stessi! Se dobbiamo parlare, parliamo sapendo quello che diciamo e con cognizione di causa, “cum grano salis”, come dicevano gli antichi!»

Non parliamo a vanvera!

Non facciamo finta di essere degli impavidi, e dopo, in concreto, siamo lì come dei conigli, mettiamo il codino tra le gambe e siamo lì con gli orecchi dietro che abbiamo paura anche del fiato che respiriamo.

Impariamo ad essere persone coerenti!

Se certe cose si verificano, se questo mondo fa così pena, e parlo proprio in generale, è forse perché il primo che fa pena sono proprio io! Il primo che pensa a sé stesso sono io!

Perché dobbiamo sempre guardare ad extra!  Guardiamo ad intra!

Guardiamo a quanto noi siamo timorosi, paurosi, a quanto noi siamo guardinghi, già solo dello sguardo degli altri, di quello che gli altri pensano di noi, di quello che gli altri possono anche solo vagamente dire di noi o di cui possono solo vagamente accusarci.

Abbiamo dentro un’identità nostra?

È segno di maturità e di essere adulti, essere responsabili delle parole che diciamo, essere responsabili di quello in cui crediamo, o no?

Ma questo a tutti i livelli, dalla famiglia fino al mondo del lavoro; a tutti i livelli tu sei chiamato a fare bene le tue cose e ad essere responsabile delle parole che dici!

Forse ve l’ho già raccontato, di quando seguivo i tossicodipendenti, eravamo dal dottore e c’era presente un papà… Sapete, poverini, loro vanno spesso a farsi fare la ricetta per questo e per quello, e io lo avevo accompagnato a farsi fare la ricetta; era strafatto, e quel dottore era un santo, aveva una pazienza… gli faceva sempre la ricetta per questa cosa che doveva prendere, ma questo aveva fatto un pandemonio, perché uno che è fatto non è molto lucido.

Questo signore dice: «Io a quella gente lì, tirerei una pistolettata nella testa!»

Io gli ho risposto: «Preghi Dio che non capiti a suo figlio!»

Mica è vero che la sera stessa me lo sono trovato fuori dalla casa di questo ragazzo, piangente, in lacrime, dicendomi: «Sono pronto a fare tutto quello di cui ha bisogno».

Perché questo qui era andato a casa e sua moglie gli è andata incontro con in mano una siringa e gli ha detto: «Guarda cosa fa nostro figlio».

Capite che le Parole di Gesù, che non passano, ci chiedono: «Esci dalla logica del mondo! Vai fuori! Esci dal parlare vano! Ancorati all’eternità! Pensa alto e non perderti nelle parole vane! Pensa alto e credi nella proposta che fa Gesù! Anche se il mondo non ci crede, tu ci devi credere, e nella misura in cui tu ci crederai, tu troverai la tua vita piena gioiosa e sana!»

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Prima lettura

Dn 12,1-3 – In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.

In quel tempo, sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo.
Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo popolo, chiunque si troverà scritto nel libro.
Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna.
I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre.

Salmo responsoriale

Sal 15

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.

Seconda lettura

Eb 10,11-14.18 – Cristo con un’unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

Ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e a offrire molte volte gli stessi sacrifici, che non possono mai eliminare i peccati.
Cristo, invece, avendo offerto un solo sacrificio per i peccati, si è assiso per sempre alla destra di Dio, aspettando ormai che i suoi nemici vengano posti a sgabello dei suoi piedi. Infatti, con un’unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.
Ora, dove c’è il perdono di queste cose, non c’è più offerta per il peccato.

Canto al Vangelo

Lc 21,36

Alleluia, alleluia.
Vegliate in ogni momento pregando,
perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo.
Alleluia.

Vangelo

Mc 13,24-32 – Il Figlio dell’uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

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