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La dimensione verticale nella vita cristiana

Ghirlandaio - Natività

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture della S. Messa della notte di Natale, 24 dicembre 2015.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

La dimensione verticale nella vita cristiana

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Nel Cronografo del 354, che è il primo calendario della Chiesa di Roma che noi abbiamo, è registrato il primo Natale, la prima Festa del Natale, che risale al 25 di dicembre dell’anno 336; questo è l’anno del primo Natale, quindi, pensate a quanti secoli sono passati, perché non siamo nel 1300, ma nel 300, cioè 300 anni dopo Cristo.

In questo periodo vive un Santo a noi molto caro, che è Sant’Ambrogio, colui che ha fatto della Chiesa di Milano, nella quale noi viviamo, tutto ciò che di bello, di conosciuto e di rinomato abbiamo davanti agli occhi; ha fondato lui il rito ambrosiano, che viene proprio da Sant’Ambrogio.

Quando lui era giovane viveva a Roma, aveva una sorella che si chiamava Marcellina, la quale, più o meno nel 352/354, fece la sua professione religiosa, proprio nel giorno di Natale, e chi celebrava questa cerimonia, quel giorno, era Papa Liberio.

Ambrogio sente questa celebrazione del Natale e rimane colpito da questa Festa e così decide di portarla anche a Milano.

A Milano, il primo Natale che viene celebrato è intorno all’anno 380/386.

Ambrogio è molto contento di poter portare a Milano questa Festa del Natale per una ragione ben precisa. Lui, come tutta la Chiesa, ma lui in particolare, aveva un grande nemico. Ne ha avuti tanti Ambrogio, per dire la verità, ma ne aveva uno in particolare ed era Ario, che ha fondato una eresia, chiamata arianesimo.

Ambrogio ha combattuto con tutto sé stesso questa eresia terribile, che ha piagato la Chiesa. Questa eresia consisteva nel vedere Gesù puramente uomo, cioè spogliava la figura di Gesù da tutta la Sua divinità.

Gesù era riconosciuto come Gesù, ma non aveva nulla di divino, era solamente uomo, questa eresia sottolineava l’umanizzazione di Gesù.

Voi direte: «Ma tutto questo, dell’anno 300, cosa c’entra con noi, che siamo nel 2015?»

C’entra, perché, purtroppo, celebrando il Natale quest’anno, non possiamo non dire che viviamo un neoarianesimo; l’eresia di Ario non si è estinta, è sempre rimasta serpeggiante dentro il popolo cristiano, perché purtroppo, spesse volte, corriamo il rischio di vedere la figura di Gesù semplicemente come la figura di un uomo buono, di un bravo uomo, ma non come la figura del Figlio di Dio, non come Dio.

Il Verbo si è fatto carne non perché vuole farci buoni, cioè con lo scopo di un insegnamento umano adeguato, ma il Verbo si fa carne perché vuole salvare l’uomo dal peccato, lo scopo è la salvezza dal peccato.

Ora non possiamo comprendere il Natale, se non lo collochiamo dentro al tempo della Pasqua; il giorno di Natale ha senso, se lo vediamo proiettato nel tempo pasquale, cioè nella morte di Gesù.

Questa duplice generazione di Cristo la troviamo esattamente nei Vangeli.

Questa duplice generazione del Signore è presente nella Scrittura, perché nel Vangelo di San Luca, che è questo che abbiamo letto oggi, vediamo come Luca, in modo sintetico, narra il tempo, il modo, il luogo, la nascita, il fatto della registrazione, cioè dà una narrazione profondamente umana dell’evento del Natale.

Ma non c’è solo Luca, c’è anche San Giovanni evangelista, che narra invece la generazione divina, la generazione celeste, cioè il famoso Prologo: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio… ”, e fa tutta la narrazione di chi è il Verbo, da dove viene il Verbo, dove era il Verbo, cosa faceva il Verbo, per quale fine è venuto questo Verbo, che si è incarnato.

Questa duplice generazione va tenuta sempre insieme. Perché?

Perché voi capite che, se Gesù Cristo noi non Lo guardiamo crocefisso e non Lo percepiamo nella Sua natura di Salvatore, che ci salava dal peccato, il Verbo cosa si è incarnato a fare? A cosa ci serve credere in Gesù? Cosa ci serve celebrare il Natale?

Il Natale non è la Festa dei buoni sentimenti, non è la Festa dei bravi bambini.

«A Natale siamo tutti più buoni…»

Ma è falso! Non è vero! Cosa vuole dire?

Non è la Festa del panettone Motta, capite?

Non è la Festa del “volemose bene’, perché non c’è bisogno di fare il Natale per fare questa cosa, la facevano già i Figli dei fiori, già gli Hippies avevano intuito che era importante volersi bene, guardare le margherite e contemplare l’energia dell’universo, senza il bisogno che il Figlio di Dio si incarnasse.

Noi Cristiani crediamo nel Natale, siamo qui oggi a contemplare questo Bambino, perché stiamo già vedendo in questo Bambino il segno della Passione; infatti, Maria deve mettere il Suo Bambino in una mangiatoia, perché non c’è posto per loro.

Questo lo dice bene, in modo umano, San Luca e San Giovanni dice perché.

Perché non c’è posto?

Perché lo mettiamo dentro a un presepe, in una mangiatoia, con il bue e l’asinello, al freddo, dentro ad una grotta? Perché?

Perché è successo questo?

Perché, chi va ad omaggiare il Re dei Re, sono un po’ di pastori e un po’ di pecore? Perché?

«Perché le tenebre non hanno accolto la luce», dice San Giovanni.

Le tenebre non vogliono la luce di Cristo!

Noi oggi, purtroppo, risentiamo molto di questa eresia ariana e quando si sente parlare di Gesù, o della nostra fede, lo si sente fare in un modo profondamente piatto.

Non si sentono questi aneliti divini nel nostro modo di parlare, non si sente che Gesù Cristo è Dio, è il Dio, è l’Unico Dio.

Io sono la Via , la Verità, la Vita!”

Nella “Dominus Jesus” questo è specificato in modo chiaro.

Perché, se Gesù è uno dei tanti, stiamo buttando via il tempo, cosa stiamo qui a fare?

Gesù ha detto un bugia, visto che Lui si è definito: “Io sono la Via , la Verità, la Vita!”

Una, non una delle tante, l’Unica!

Allora noi, come Cristiani, come Cristiani Cattolici, dovremmo porci davanti a questo Bambino e dire: «Nel mentre che Lo contempli, non ti dimenticare della croce, perché tu adesso Lo contempli Bambino, ma Lo stai già contemplando rifiutato, non accolto».

La Madonna si è vista sbattere la porta in faccia da più di una persona e San Giuseppe ha dovuto trasportare questa Famiglia crocefissa e perseguitata, fin dall’inizio, di qua e di là, e fuggi di qui e fuggi di là, e ci fu la strage degli innocenti dopo pochissimi giorni e infatti dopo domani faremo la strage degli innocenti. E avanti tutto così…

Perché?

Perché non L’hanno accolto, non Lo abbiamo accolto.

Perché?

Perché non Lo vogliamo.

Perché non Lo vogliamo?

Perché la Sua luce illumina tutto ciò che di oscuro, di falso, di ambiguo, di ipocrita, di menzognero portiamo nel cuore.

Allora, basta rendere il Natale la Festa del panettone…

C’è il Cine panettone, ma ci può essere anche la Messa panettone, la Fede panettone, il Credo panettone, che, in cosa si risolve?

In una grande mangiata e in una grande bevuta, ma il Natale di Gesù Cristo non è il panettone! È una cosa seria.

Noi stiamo contemplando una Famiglia perseguitata nel suo nascere, stiamo contemplando una Famiglia che è rifiutata dalle origini, dal principio gli è stato detto: «No!»

Stiamo contemplando una Famiglia in fuga, tre reietti.

E noi, cosa condividiamo di questa Famiglia?

Che tesoro abbiamo fatto di questa esperienza che Loro ci hanno donato, della Loro fede e della Loro umanità?

Pensate a questa pratica tristissima delle confessioni natalizie e pasquali… una roba veramente di una tristezza pazzesca, pazzesca.

Quelli che si sono venuti a confessare adesso per Natale dicono: «È da tanto che non mi confesso».

Sono otto mesi che non si confessano, otto mesi!

Ma sapete quanti sono otto mesi? È più di mezzo anno, è quasi un anno: otto mesi senza confessarsi…

Arrivano lì, con questo sguardo da Bambi, ti guardano e ti dicono: «Padre, cosa le devo dire? Mi faccia qualche domanda, perché io di peccati non ne ho».

In otto mesi?! In otto mesi non hai fatto un peccato?! Come è possibile? In otto mesi, non fare un peccato… sei più santo della Madonna! In otto mesi… tu, in otto mesi, non hai detto un no a Gesù Cristo? In otto mesi… quando San Carlo Borromeo si confessava una volta al giorno e mangiava cinque lupini al giorno per penitenza ed è morto a quarant’anni dall’ascesi. Tu, in otto mesi, non hai fatto un peccato e non hai avvertito l’urgenza di doverti confessare? In otto mesi?

Nooo, questa è una pagliacciata!

Questa non è fede!

Questo è prendere in giro noi stessi e Dio!

Poi diciamo: «Mah… io non è che mi ricordi tanto i peccati». Ti credo! Io non mi ricordo cosa ho mangiato ieri a mezzogiorno, come faccio a ricordarmi i peccati che ho fatto il 3 di maggio?

Se voi mi chiedete: «Che peccati ha fatto, Padre, a maggio?»

A parte che per me maggio di quest’anno è come se fosse indietro di trent’anni, son talmente tante le cose da fare che un giorno sembra mille anni anche per noi, ma io mica mi ricordo i peccati di maggio…

I peccati che ho fatto una settimana dopo Pasqua, io non me li ricordo, non mi ricordo neanche i peccati che ho fatto ad ottobre.

Se voi mi chiedete: «Che peccati ha fatto, Padre, all’inizio dell’Avvento, nella Solennità di Cristo Re?»

Boh, io non me li ricordo, io non mi ricordo i peccati che ho fatto un mese fa.

Ma come fai a ricordarti i peccati che hai fatto otto mesi fa?

E quindi andiamo così, un po’ alla buona, al tre per due, tipo ipermercato.

Diciamo le ultime cose che abbiamo in mente dell’altro ieri… e quelle che sono sepolte otto mesi fa?

«Quelle sono tutte nella Misericordia di Dio»

No caro! No, assolutamente no! Leggi i Santi! Vai a leggere i Santi! Le cose non si fanno così!

Perché in questi otto mesi nulla e nessuno ti ha proibito di andarti a confessare.

Se tu non lo hai fatto e ti sei dimenticato i peccati, questa tua dimenticanza è una dimenticanza colpevole, perché tu sei stato pigro e negligente, perché tu non hai amato Dio a tal punto di andare a chiederGli perdono, al punto di sentire nell’anima l’urgenza di chiedere perdono a Dio.

Allora la domanda che uno si pone è: «Ma che Gesù Cristo sia nato e morto in croce per te o no, che cosa cambia nella tua vita?»

Se dovessimo dirci tutti: «No, guarda, è stata tutta una grande menzogna, stasera facciamo un grande annuncio: “Ci siamo presi in giro per duemila anni, Gesù Cristo non è mai esistito, è stata una grande bugia, e soprattutto non era il Figlio di Dio e non è morto in croce; ci dispiace, l’abbiamo capito stasera, scusate”»

Io penso che qualcuno di noi si guarderebbe intorno e direbbe: «Vabbè, sì, non è che cambia molto, al posto di andare a Messa a mezzanotte non ci vado, però cos’è che cambia nella mia vita concretamente? Se Gesù Cristo è stata una bufala, che cosa cambia? Niente, la mia vita va avanti tranquilla, come è sempre andata».

Non è che uno dice: «No, mamma, ma davvero? Cavolo io ho scommesso sopra la vita su questa cosa! Come è possibile? E adesso è una bugia… ma allora ho buttato via tutto?»

Questa dovrebbe essere la risposta!

La risposta dovrebbe essere: «Ho buttato via tutto, perché ho scommesso tutta la mia vita su Gesù!»

Ma se la risposta non è questa, vuol dire che, se Gesù c’è o non c’è, non cambia.

Voi capite che la Madonna non può aver sofferto quello che ha sofferto per noi, per niente, noi non possiamo vanificare questo!

Non possiamo rendere la morte di Cristo una cosa superflua, con il nostro modo brutto di trattare Gesù, di andarci a confessare poco, di confessarci male, di preparare la confessione trenta secondi prima di entrare, e di fare delle Comunioni che alle volte non sono neanche Comunioni. Comunioni con chi?

Se non c’è intimità con Gesù, con chi è che faccio la Comunione?

Se non c’è quel rapporto di amore, come faccio a fare la Comunione?

A qualcuno che dice: «Oh ma Padre, quante volte dovrei andare a confessarmi?»

«Beh, almeno una volta al mese».

«Oh una volta al mese… che esagerato! Cosa vado a dire al prete, una volta al mese? Ma c’è bisogno di andare una volta al mese?»

Allora io rispondo: «Guardi facciamo così, lei adesso per otto mesi non si lava i denti, non si fa il bagno, non cambia più la camicia, la maglietta, le mutande e le calze, e per otto mesi rimane esattamente come la vedo qui io adesso. Ci rivediamo tra otto mesi. Non si fa la barba, nulla, per otto mesi, così come è adesso. Ci rivediamo tra otto mesi».

«Ah no, Padre…»

«Ah… quindi, vuol dire che il corpo, mortale, è più importante dell’anima, che è immortale».

«E ma dico sempre gli stessi peccati…»

«Certo, ma anche sua moglie pulisce sempre la stessa polvere, non credo che la vada a tirare su con il badile, perché dice: “Tanto cade sempre la stessa polvere sugli stessi mobili, la faccio una volta ogni dieci anni, la tiro via col badile”; no, tutti i giorni va là a pulirla».

«Oh… ma tutti i giorni cade la polvere…»

«Sì, tutti i giorni cade la polvere e tutti i giorni la pulisco, e come mai un mobile è più importante della mia anima?»

Non dico di confessarsi tutti i giorni come faceva San Carlo Borromeo, però, santa pazienza, almeno una volta al mese sì, per dire che questo Natale ha avuto un senso.

Adesso che mancano pochi giorni, non a Natale, ma alla fine dell’anno (e sapete, quando finisce un anno è sempre un momento un po’ così, è un po’ come se fosse la fine della vita, dove uno sente che si conclude qualcosa, un capitolo forte, un anno sono tanti giorni), ecco, perché, in questi giorni, da adesso fino alla fine dell’anno, non usiamo questo tempo per pregare un po’, per fare il punto della situazione e magari per dare una bella svolta con l’anno prossimo, per esempio mettendo al centro Gesù, per esempio facendo il proposito di confessarci una volta al mese, per esempio facendo il proposito di andare a Messa tutte le domeniche e magari anche tutti i giorni e fare sempre la Comunione.

Vivere un anno in grazia di Dio… ma sapete che l’ottanta per cento delle malattie spariscono, davvero eh?

L’ottanta per cento delle malattie spariscono, soprattutto quelle psicologiche: cominciamo a dormire meglio, a stare più bene, ad avere meno mal di stomaco, proprio fisicamente si sta meglio, perché Gesù fa stare bene.

Quando si sta in compagnia di Gesù si vive bene, è un’altra vita, si vive ordinati, si vive veramente in armonia con tutto il creato, provate!

Fate questi giorni di verifica, poi, con il primo dell’anno, alla Madre di Dio, andate alla Messa e dite alla Madonna: «Da adesso ti chiedo la grazia di aiutarmi a vivere un anno in Dio, un anno. Voglio dare un anno alla mia vita particolare, tutto in Dio, perché voglio credere che Gesù non è solamente uomo, ma è anche Dio».

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

Natale del Signore – Messa della notte

Prima lettura

Is 9,1-6 – Ci è stato dato un figlio.

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Salmo responsoriale

Sal 95

Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Seconda lettura

Tt 2,11-14 – È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Canto al Vangelo

Lc 2,10-11

Alleluia, alleluia.
Vi annuncio una grande gioia:
oggi è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore.
Alleluia.

Vangelo

Lc 2,1-14 – Oggi è nato per voi il Salvatore.

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

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