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I cinque ciottoli del Re Davide

Davide contro Golia

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di mercoledì 20 gennaio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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I cinque ciottoli del Re Davide

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Ci concentriamo questa mattina sulla prima lettura, fra queste bellissime letture che stiamo vedendo del Libro del Profeta Samuele.

Possiamo intitolare questa riflessione, questa omelia, anche questa lettura, così: “I cinque ciottoli del Re Davide”.

È interessante ragionare sul Re Davide, su questi cinque ciottoli, perché sono un insegnamento per noi.

Innanzitutto, va sottolineato il fatto che il numero quattro, nella numerologia biblica, rappresenta il mondo, rappresenta la debolezza dell’uomo, rappresenta la sua finitezza e la sua vanità, mentre il 4+1, che è il 5, rappresenta il numero della grazia, il numero della forza di Dio che viene aggiunta e che perfeziona la debolezza dell’uomo.

Davide, attraverso questo aiuto della grazia di Dio, diventa più forte del gigante Golia.

La debolezza graziata, così possiamo chiamarla, dell’uomo, quando vive in rapporto con Dio, diventa più forte di qualsiasi nemico.

Davide usa (questo è molto importante) ciò che è e usa ciò che c’è per poter combattere il gigante Golia, non va a trovare chissà quali cose strane, ma semplicemente ciò che è e ciò che c’è, questa è la nostra forza, se siamo e se viviamo in grazia di Dio.

Ovviamente non riusciremo a vedere tutti i cinque ciottoli, perché ci vorrebbe molto tempo per analizzarli tutti, ma qualcosa potremo dire.

Innanzitutto, vediamo che anche noi abbiamo dei giganti Golia nella nostra vita, che si pongono dinanzi a noi, spesso vivono nella nostra notte fisica quando andiamo a dormire, oppure all’inizio della giornata, oppure alla sera. Spesse volte ci svegliamo durante la mattina, all’inizio del giorno, ancora prima di iniziarlo, e già sentiamo il fiato pesante del gigante Golia, il nostro Golia, che ci sospira sul collo, che ci fa sentire la sua presenza, sentiamo il suo fiato; magari mentre facciamo colazione, mentre saliamo in macchina al mattino presto, già sentiamo il nostro o i nostri giganti che si fanno avanti.

In alcuni frangenti della nostra vita, il gigante segue ogni passo e sta incollato al nostro fianco, il gigante ci sussurra delle parole, ci sussurra che noi facciamo parte di una folta schiera di perdenti, di persone che perdono, e ci dice: «Lascia stare, la tua vita è un inganno, Dio non potrà mai intervenire e non ti potrà mai salvare». Queste sono le frasi del gigante Golia, del nostro gigante Golia.

E così faceva Golia con Israele; nel I Libro di Samuele, al capitolo 17,16, c’è scritto: “Il Filisteo si faceva avanti, mattino e sera, e si presentò così davanti ad Israele per quaranta giorni”, con questo intendimento di spaventarlo.

Anche oggi il gigante Golia percorre la nostra vita, il nostro mondo, attraverso le malattie, attraverso i debiti, attraverso le scelte importanti che dobbiamo fare, e tutto questo spesse volte ci toglie il sonno, ci toglie la pace, ci toglie la gioia.

C’è un particolare nel racconto della battaglia tra Davide e Golia che può aiutarci in questa lotta, l’abbiamo ascoltato: “Davide prese il suo bastone, scelse i cinque ciottoli…

Come mai Davide sceglie cinque ciottoli per combattere Golia?

Perché cinque sono gli elementi che permetteranno di abbattere il nostro Golia, come cinque sono le dita di una mano, così ogni volta che guardiamo la nostra mano, avremo in mente queste cinque pietre, che adesso vi dirò, per combattere il nostro Golia.

Primo ciottolo

La pietra del passato, il pollice, cioè la memoria.

Mentre tutto il popolo di Israele trema davanti a Golia, dimenticando ciò che Dio aveva fatto per lui, Davide ricordava. Quando egli pascolava il gregge, Dio gli aveva trovato la forza per combattere il leone e avere la meglio sull’orso che avevano attaccato il suo gregge… non avrebbe forse Dio agito ancora un’altra volta?

Abbiamo ascoltato che Davide dice: “Dio, che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo”.

Davide, di fatto, ha fatto esperienza di aver vinto, con l’aiuto di Dio, il leone e l’orso, ed è certo dunque di poter vincere ancora, con il favore di Dio, qualsiasi nemico, questo gli dà sicurezza in sé stesso, una sana e santa sicurezza di sé.

Questo dovrebbe essere il Cristiano: colui che ha una sana e santa sicurezza di sé.

Quindi, di fronte al gigante non si lascia intimidire, né si spaventa. Decide di affrontare il nemico, giacché, se fugge da lui, il gigante continuerà ad attaccarlo e a inseguirlo.

Non si può dare le spalle al nemico, lo diceva già Padre Pio!

Una buona memoria (questo è molto importante) produce un atteggiamento eroico, una cattiva memoria produce la fuga e la paura, già Aristotele lo diceva: «Se gli uomini avessero memoria, non farebbero il male che fanno ogni giorno».

Quindi impariamo ad incidere i nostri trionfi, ottenuti con la grazia di Dio, nella pietra della nostra memoria. Scriviamoli questi trionfi, altrimenti ce li dimenticheremo nel momento del bisogno!

Questo lo prendiamo dalla Scrittura, dal I Libro delle Cronache, capitolo 16,12, dove è scritto: “Ricordatevi delle meraviglie che Egli ha fatto!

Dobbiamo ricordare le meraviglie di Dio!

 

Secondo ciottolo

La pietra della preghiera, il dito indice.

Questo aspetto essenziale della preghiera, di fatto, non emerge direttamente da questo testo che abbiamo ascoltato questa mattina, ma emerge da tutta la storia del Re Davide.

Quando Davide immergeva la propria mente in Dio, Davide, di fatto, riusciva in ogni impresa; quando Davide non lo faceva, falliva. Davide sicuramente non dedicò molto tempo alla preghiera il giorno in cui sedusse Betsabea, la moglie di Uria l’ittita, e nemmeno scrisse un salmo, il giorno in cui mandò a morte il suo carissimo amico e soldato, Uria l’ittita; Davide non fece tanta preghiera quando compì adulterio e omicidio.

Il Profeta Isaia così scrive (Is 26,3): “Alla mente che riposa in Te, Tu conservi una pace perfetta, perché confida in Te”.

Attenzione bene: Dio non promette semplicemente pace, Dio promette pace perfetta, pace pura, pace incontaminata. A chi promette questa pace? Alla mente che riposa in Dio. A coloro che riposano in Dio, fissando i propri pensieri, i propri desideri, sul Vero e Unico Re.

La preghiera produsse il trionfo di Davide. Quando i soldati di Saul cercarono di catturarlo, Davide si rivolse a Dio (Salmo 58): “Liberami dai nemici, proteggimi dagli aggressori!

Come fece Davide a sopravvivere da fuggitivo nelle caverne? Si rivolse a Dio sempre con le preghiere (Salmo 57): “Abbi pietà di me, o Dio, abbi pietà di me!

Non bisogna quindi affrontare il nostro Golia senza prima aver pregato tanto e bene, lo abbiamo già detto tante volte in questi giorni. Si deve dedicare del tempo alla preghiera.

San Paolo, nella Lettera agli Efesini, al capitolo 6, dice di pregare in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni supplica e ogni perseveranza.

 

Terzo ciottolo

La pietra della reputazione di Dio (la possiamo solo accennare).

Davide difende la reputazione di Dio ad ogni costo, è pronto a morire pur di non lasciare diffamare il Nome di Dio, questo era lo scopo per cui Davide combatteva e dice, come abbiamo ascoltato: “Così tutta la terra riconoscerà che c’è un Dio in Israele, in tutta questa moltitudine”.

Non vinciamo per noi ma per il Nome di Dio, quindi i Golia, i nostri nemici, diventano un’opportunità per mettere in risalto Dio.

Davide sapeva che avrebbe vinto? No, ma lo sperava, aveva fede, lo ricordava. Davide era disposto a morire, pur di salvare la reputazione di Dio.

 

Quarto ciottolo

La pietra della passione (che non posso spiegare, ma almeno ve la dico).

La pietra della passione, della determinazione a lottare con le proprie armi e non con quelle degli altri.

 

Quinto ciottolo

La pietra della perseveranza.

Chiediamo quindi al Signore la grazia di essere come il Re Davide, di avere questa vita immersa totalmente nella preghiera, di essere perseveranti, di lottare per la reputazione di Dio, di fidarci di Dio, e non dimentichiamo che Davide verrà schernito da Eliab, suo fratello maggiore, che gli dice: «Tu sei un malizioso, tu hai boria nel cuore, tu non sei qua per combattere ma sei qua per curiosare».

Davide nei suoi propositi non si lascia scalfire da niente e da nessuno.

Noi invece, spesse volte, i nostri propositi e le nostre intenzioni buone le buttiamo via, rinneghiamo Dio, perché veniamo scherniti dai parenti, dagli amici, dalle persone che abbiamo accanto, così le buone intenzioni finiscono nel cestino. Davide, invece, va avanti dritto, anche se suo fratello maggiore lo schernisce, lo umilia, lo abbassa e dice che nel suo cuore c’è la cattiveria (che non era vero, ce l’aveva invece il fratello maggiore), ma a lui non interessa, va avanti diritto.

Impariamo ad essere fedeli ai nostri propositi, impariamo a tenerli saldi, forti, ad avere un solo conforto ed un solo rifugio, che è in Dio.

Dio ci conosce, questo ci basta!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Mercoledì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

Prima lettura

1Sam 17,32-33.37.40-51 – Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra.

In quei giorni, Davide disse a Saul: «Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a combattere con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d’armi fin dalla sua adolescenza». Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene va’ e il Signore sia con te».
Davide prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese ancora in mano la fionda e si avvicinò al Filisteo.
Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell’aspetto. Il Filisteo disse a Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo disse a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche».
Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d’Israele, che tu hai sfidato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e ti staccherò la testa e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché del Signore è la guerra ed egli vi metterà certo nelle nostre mani».
Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse a prendere posizione in fretta contro il Filisteo. Davide cacciò la mano nella sacca, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra.
Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra, colpì il Filisteo e l’uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.

Salmo responsoriale

Sal 143

Benedetto il Signore, mia roccia.

Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.

Mio alleato e mia fortezza,
mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio giogo.

O Dio, ti canterò un canto nuovo,
inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.

Canto al Vangelo

Cf Mt 4,23

Alleluia, alleluia.
Gesù annunciava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di malattie e infermità nel popolo.
Alleluia.

Vangelo

Mc 3,1-6 – È lecito in giorno di sabato salvare una vita o ucciderla?

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

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