Scroll Top

Il Santissimo Nome di Gesù – 1

Santissimo nome di Gesù

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 3 gennaio 2016 (S. Messa prefestiva), II domenica dopo Natale e Festa del Santissimo Nome di Gesù

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Approfondimenti

Video: “Gesù sul pavimento”

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Il Santissimo Nome di Gesù – 1

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Il 3 di gennaio è una festa importante, che ormai non si festeggia più con grande solennità, eppure la trovate sul foglietto, perché c’è scritto; quest’anno, poi, cade di domenica, quindi neanche ci si accorge, se uno non legge in piccolo che cosa sta scritto sul foglietto con la data di domani, che è domenica, dove c’è scritto che è la Festa del Santissimo Nome di Gesù, il 3 gennaio si festeggia il Santissimo Nome di Gesù.

Il Vangelo di oggi, il Prologo di San Giovanni, dice proprio questo: «Quelli che credono nel Suo Nome, i quali non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati».

Il Nome di Gesù, che significa Salvatore, che significa colui che porta salvezza, il Nome di Gesù, è un Nome che noi amiamo?

È un Nome che noi nominiamo frequentemente, devotamente?

È un Nome davanti al quale “Ogni ginocchio”, il nostro per primo, “si pieghi lassù nei cieli e quaggiù sulla terra e negli inferi”?

Il Nome di Gesù, è un Nome per il quale siamo disposti a tutto, pur di non rinnegarlo?

Il Nome di Gesù dovrebbe essere il Nome con il quale iniziamo la giornata e con il quale finiamo la nostra giornata.

Il Nome di Gesù…

Invece, quante poche volte noi nominiamo il Nome di Dio, quante poche volte noi diciamo “Gesù” con devozione, come preghiera, per chiedere la Sua protezione!

Abbiamo vergogna del Nome di Gesù!

Il Nome di Gesù non si nomina, abbiamo vergogna di dire che siamo di Gesù, di nominare Gesù in una conversazione, in mezzo alle persone, al lavoro, in famiglia, al ristorante, con gli amici… abbiamo vergogna di Gesù!

Non facciamo il segno di croce prima di mangiare, per vergogna.

In queste Feste, appena finite, il giorno di Natale, il primo dell’anno, Santo Stefano, oltre a mangiare e bere, abbiamo fatto il segno di croce prima di mangiare?

Abbiamo nominato il Nome di Gesù, davanti alle persone che avevamo intorno, ai nostri parenti, oppure per noi è tutto dovuto, è tutto scontato?

Il fatto che noi esistiamo è per Gesù, tutto è stato creato per mezzo di Lui, dice il Prologo; noi siamo stati creati per mezzo di Lui, noi siamo in vita grazie a Lui.

Noi abbiamo la possibilità di confessarci grazie al sacrificio del Suo Corpo e del Suo Sangue!

Eppure, questo Gesù, questo Nome di Gesù, la Persona di Gesù, il Corpo di Gesù, presente veramente, realmente e sostanzialmente nell’Eucarestia, quante volte è bistrattato, è abusato, è maltrattato!

Vorrei vedere, se qualcuno toccasse il nostro corpo come noi maneggiamo il Corpo di Cristo, cosa diremmo noi?

Partirebbe subito una denuncia, subito, immediatamente!

E, se siamo sulla strada, partirebbe un cartone sul muso, che lo stamperemmo contro il muro, subito!

Perché, sapete, quando si tratta della nostra stima, del nostro onore, quando si tratta della nostra persona, guai al primo, non dico che dice una parola contro di noi, perché, ti immagini, viene fuori il pandemonio, ma guai al primo che si permette solo di guardarmi storto, guai!

Nessuno mi può dire niente, nessuno mi può dire nulla, nessuno può farmi una benché minima osservazione!

Non dico trattarmi male o insultarmi, ma anche solo vagamente non avere quelle attenzioni ossequiose dovute al caso, guai!

Ma, chissà perché, con il Nome di Gesù e con il Corpo di Gesù, si possono fare tutte le schifezze possibili e immaginabili…

Vorrei che voi veniste qui a vedere quando diamo la Comunione, mi piacerebbe che voi veniste qui a vedere quando si amministra l’Eucarestia…

C’è da perdere la fede!

C’è da prendere la pisside, piantarla qui sull’altare ed andarsene fuori a fare altro, e dire: «Io vi saluto, arrivederci, me ne vado», perché tanto è una pagliacciata.

Se venire a fare la Comunione vuol dire farla così, è meglio non venire, veramente.

Voi non sapete quante volte io ho la tentazione di prendere la pisside, piantarla sull’altare e dire: «Io vi saluto, me ne vado. Cosa sto qui a fare?»

Non serve né a me né a voi, perché non è il modo di onorare il Nome e il Corpo di Cristo!

Dico: «Il Corpo di Cristo!»

Risposta: «Grazie».

Grazie di che cosa? Cosa vuol dire, dire “Grazie”?

Si dice “Amen”! Perché “Grazie”?

«Il Corpo di Cristo!», e uno te Lo strappa via dalle dita mentre tu glieLo porgi, quell’altro Lo prende con una mano sola e te Lo porta via così…

Oh, ma non è mica una ciliegia!

Non stiamo dando via il biscottino della felicità degli Hare Krishna!

Stiamo amministrando il Corpo di Cristo!

Il sacerdote lo dice chiaro: «Corpus Christi!»

Adesso io lo dico in latino, perché dico: «Magari, dicendolo in latino, questi si svegliano un po’ e dicono: “Oh, una roba nuova”».

No, una roba vecchia di duemila anni!

Magari, sentendo: «Corpus Christi!», uno reagisce un po’ e dice: «Mah… cosa sarà?»

È il Corpo di Gesù, di Gesù!

Noi non abbiamo solo il culto del Nome di Gesù, ma addirittura abbiamo il Suo Corpo veramente, realmente, sostanzialmente, presente!

E si viene lì con le mani così…

Voi ditemi, se metto le mani a V, io la particola dove la metto?

Con le mani a V, dove la metto la particola? In mezzo, così cade?

Dove si mette la particola se uno viene con le mani così, come quando dà l’acqua al cane?

Dove si mette la particola?

Con una mano sola… cosa vuol dire?

Ma, prima di fare i gesti, studiali!

Vai a vedere qual è il senso e come si devono mettere le mani una sopra all’altra, in che modo si riceve l’Eucarestia!

No, si prende la particola, ci si gira, e mentre si cammina si fa la Comunione… ma oh?!

Questo è il Corpo di Cristo, eh?!

Non è pane e mortadella!

Ma noi dobbiamo renderci conto di quello che andiamo a ricevere!

Noi dobbiamo sentire nell’anima il tremore e l’amore per questo Corpo dato?

È costato la vita del Figlio di Dio, eh?!

È una cosa serissima!

Non sei capace di fare la Comunione, vai e informati, leggi e studia, chiedi al sacerdote, stai al posto e prepara il tuo cuore se non è pronto, perché il modo di ricevere l’Eucarestia è tanto importante, quanto la disposizione del cuore!

Che poi, non è mica scritto da nessuna parte che c’è l’obbligo di prenderLa in mano, anzi…

Non è scritto da nessuna parte: «Devi prendere la Comunione in mano».

Non è scritto, siete liberi di prenderLa anche in bocca.

Come se prenderLa in bocca procurasse un contagio… ma di che cosa?

Di che cosa? Quanti lebbrosi ci sono qui?

Io in carcere vedevo gli ammalati di AIDS venire a prendere la Comunione in bocca, e quelli che venivano dopo, che non l’avevano, non facevano nessun verso.

Poi, io non ho mai letto da nessuna parte che, a causa della Comunione, qualcuno ha preso una malattia venerea o a trasmissione sessuale.

Non l’ha mai scritto nessun dottore che qualcuno, a causa della Comunione in bocca, ha preso una malattia, nessuno.

Poi però, andiamo a fare certi tipi di vite, certi tipi di scelte, certi tipi di peccati che ci fanno venire quelle malattie, questo va bene!

Questo è giusto, per l’amor del Cielo!

Cosa diremo a Dio quando ci presenteremo davanti al Suo Tribunale?

«No, sai, io avevo un po’ schifo…»

Hai schifo? Tu hai schifo? Di che cosa?

Quando si vedono in giro le persone per la strada con il cane, e il cane fa i suoi bisogni, le persone si chinano per terra e li raccolgono con le mani…

Hanno il sacchettino, ma sempre con le mani lo fanno.

Questo fa schifo, non ricevere il Corpo di Cristo!

Ma quello va bene, questo no.

Capite che c’è qualcosa nel nostro cervello, che non va.

C’è qualcosa nella nostra abitudine, nel modus operandi di avvicinarsi a Cristo, che non va bene, e mettiamoci bene nella coscienza l’idea che di tutto questo noi dobbiamo rendere conto a Dio.

Mettiamocelo bene in testa!

Poi possiamo avere tutte le nostre pseudo scuse, tutti i nostri sproloqui da sapientoni, sì, sì, possiamo dire tutto quello che vogliamo, ma davanti a Dio siamo tutti dei poveri uomini e davanti a Dio dovremo rendere ragione di tutte le nostre scelte.

Andate a vedere, stasera o domani, quando volete, sul computer, su YouTube, questo bellissimo video, è corto, ci vogliono dieci minuti, neanche: “Gesù sul pavimento”.

Si intitola così, voi cliccate “Gesù sul pavimento”, andate a vederlo e poi vedete se il cuore non vi trema, poi vedete se non vi viene addosso quella roba che vi fa dire: «Oh mamma… e adesso?»

Adesso… adesso hai fatto le tue scelte…

Ogni frammento del Corpo di Cristo, che cade per terra (e non veniamo a dire che quelli che cadono per terra li raccolgono gli Angeli, perché queste cose qui sono per chi è malato di mente, non sono per i Cristiani sapienti, gli Angeli non vengono a raccogliere nessun frammento), rimane per terra, e Origene, un Padre della Chiesa, dice che, se per colpa mia cade per terra un frammento del Corpo di Cristo, io sono reo del Corpo e del Sangue di Cristo.

Se abbiamo fatto una Festa per il nome di Gesù, immaginatevi per il Suo Corpo e per il Suo Sangue, dato e sparso…

E noi, abbiamo il coraggio di fare delle scelte corrispondenti ed esigenti per amore del Nome di Cristo?

Noi preferiamo le amicizie sbagliate, cattive, che ci allontanano dal Vangelo, piuttosto che rinnegare quelle e stare con Gesù da soli.

Noi abbiamo a cuore la stima degli uomini di più della stima di Dio, abbiamo a cuore la vergogna!

Oh… che vergogna, davanti agli uomini dire che sono cristiano, portare un crocifisso al collo, affermare la mia fede dove lavoro e nella mia famiglia, che vergogna… che vergogna…

Gesù nel Vangelo dice: «Se tu ti vergognerai di me davanti a questa generazione adultera e perversa, anch’io mi vergognerò di te davanti agli Angeli del Padre mio».

Pensate che roba… vergognarsi di colui che mi ha messo al mondo e che mi dà la vita, la salute, mi dà la possibilità di essere amato e di amare, di essere libero, di condurre a termine i miei giorni e di fare tanto bene.

Noi ci vergogniamo di Gesù, invece noi, il Nome di Gesù, lo dovremmo amare, onorare e diffondere ovunque, dovremmo parlare sempre del Nome di Gesù, dovremmo avere sempre sulla bocca il Nome di Gesù, come dice San Paolo, dovremmo parlare solo di Gesù.

Quanto la nostra vita sarebbe più bella!

Quanto la nostra vita sarebbe più seria!

Quanto saremmo più sereni, più in pace!

Quanto dormiremmo di più e meglio la notte, e che sonni profondi faremmo se avessimo nel cuore in Nome di Cristo, perché prima di tutto abbiamo, nel cuore e nel corpo, il Corpo di Gesù!

In questo primo sabato del mese, è ovvio che non si può non far memoria di quanto la Madonna chiede a Fatima, nei primi sabati del mese.

Andate a leggere le richieste che la Madonna fa, le promesse che la Madonna fa, la Comunione riparatrice che la Madonna chiede i primi sabati del mese… e i Cristiani?

Mi ha sempre colpito quando Gesù dice a Suor Lucia: «Vedi il Cuore di Mia Madre circondato di spine? Nessuno se ne cura, gli uomini non danno ascolto alle richieste di Mia Madre».

Non interessa, a noi non interessa, a noi interessa “magnà e beve”, ci interessa la filantropia, ci interessa l’ammmore e la gggioia, l’energia dell’universo (ommm), metterci in collegamento con il cosmo, con le costellazioni stellari, fare la civiltà dell’ammmore, come i Figli dei fiori, ma per questo non c’è bisogno di Gesù Cristo!

L’hanno già fatto! L’hanno già fatto!

Mettere le margherite nelle orecchie, l’hanno già fatto, è già stato vissuto ed è già finito, non c’è bisogno di Gesù per fare i Figli dei fiori, ci sono già stati!

Gesù Cristo è venuto, è morto sulla croce per altro, per molto più delle margherite nelle orecchie!

Per molto più di una vacua filantropia!

Per molto più di un mero assistenzialismo umanitario!

Gesù è venuto ed è morto per liberare e salvare l’uomo dal peccato, che è il caso serio dell’uomo, perché l’anima è immortale, e se quella non va in Paradiso, va all’Inferno.

Non a caso la Madonna a Fatima ha fatto vedere per un istante l’Inferno ai tre pastorelli e Suor Lucia dice: «Per fortuna che è durata una frazione di un istante, perché saremmo morti dallo spavento!»

E noi, avanti come se niente fosse…

Noi neanche ci pensiamo alla morte, come se fossimo immortali e non dovessimo mai morire.

Chiediamo al Signore la grazia di svegliarci per tempo, di renderci conto per tempo.

Chiediamo alla Madonna, in questo primo sabato del mese, il dono di una grande luce interiore, che è legata ad una grande umiltà, sapete?

Ci sono delle volte che qualcuno viene in sacrestia; in questi quindici anni di sacerdozio mi è capitato più di una volta, dopo le omelie, che qualcuno viene in sacrestia, con una testa che è alta e arriva fino al cielo, tanto è superbo, borbottando: «Lei ha detto…»

Io dico sempre: «Caro Gesù, a me non interessa, è inutile che uno venga a dire: “Ma lei ha detto, ma lei ha fatto…”»

Ma dì quello che vuoi!

Non sei d’accordo?

Non ascoltare.

Non sei d’accordo?

Fai quello che vuoi.

Io dico quello che, in coscienza, sento essere giusto e conforme al pensiero della Chiesa, dico quello che c’è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica.

Se trovi qualcosa di difforme dalla Tradizione della Chiesa e dal Catechismo della Chiesa Cattolica, allora me lo dici, se no, altrimenti, stiamo zitti e andiamo a leggere il Catechismo, andiamo a studiare il Catechismo.

Le stesse cose che dico a voi stasera, le direi davanti a Papa, le direi davanti al Cardinale, perché sono il patrimonio della Chiesa, non dico niente di strano.

Certo che, se non abbiamo l’umiltà, per fare un esame di coscienza serio, per lasciarci mettere in discussione seriamente e per dire: «Eh sì, effettivamente, il modo con cui tratto l’Eucarestia, non è un modo giusto. Eh sì, il modo con cui tratto il Nome di Gesù, non è un modo da amico, da amante, da figlio e da creatura. Eh sì, è vero che forse la mia fede non è così vera».

Qui non si tratta di severo o non severo, di bacchettone, di duro, di rigido, di fondamentalista, sono tutte storie del mago queste qua.

Qui si tratta del Vangelo, di leggere il Vangelo e di decidere se seguirlo o no, se obbedire o no, se fare di Gesù Cristo il Nome unico della nostra salvezza.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

 

Letture del giorno

II DOMENICA DOPO NATALE

Prima lettura

Sir 24,1-4.12-16 – La sapienza di Dio è venuta ad abitare nel popolo eletto.

La sapienza fa il proprio elogio,
in Dio trova il proprio vanto,
in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.
Nell’assemblea dell’Altissimo apre la bocca,
dinanzi alle sue schiere proclama la sua gloria,
in mezzo al suo popolo viene esaltata,
nella santa assemblea viene ammirata,
nella moltitudine degli eletti trova la sua lode
e tra i benedetti è benedetta, mentre dice:
«Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine,
colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda
e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi eredità in Israele,
affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi ha creato,
per tutta l’eternità non verrò meno.
Nella tenda santa davanti a lui ho officiato
e così mi sono stabilita in Sion.
Nella città che egli ama mi ha fatto abitare
e in Gerusalemme è il mio potere.
Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore è la mia eredità,
nell’assemblea dei santi ho preso dimora».

Salmo responsoriale

Sal 147

Il Verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Seconda lettura

Ef 1,3-6.15-18 – Mediante Gesù, Dio ci ha predestinati a essere suoi figli adottivi.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
Perciò anch’io [Paolo], avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.

Canto al Vangelo

1 Tim 3,16

Alleluia, alleluia.
Gloria a te, o Cristo, annunciato a tutte le genti;
gloria a te, o Cristo, creduto nel mondo.
Alleluia.

Vangelo

Gv 1,1-18 – Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Post Correlati