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Cosa vuol dire per me, oggi, convertirmi?

I fratelli vendono Giuseppe ai mercanti

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di venerdì 26 febbraio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Cosa vuol dire per me, oggi, convertirmi?

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Il Signore Gesù in questo Vangelo, con questa parabola, si rivolge ai principi dei sacerdoti, cioè ai capi delle 24 famiglie sacerdotali, e agli anziani del popolo, cioè ai membri del Sinedrio che appartenevano al popolo, si rivolge cioè a coloro che maggiormente erano addetti al culto, alla parte più importante del popolo, a coloro che avevano a che fare con la sacralità, a coloro che erano apparentemente giusti, a coloro che avevano una vita religiosa.

Da sempre Gesù ricorda che Dio ha mandato dei profeti, ultimo fra i quali, Giovanni il Battista.

Dio ha mandato i profeti per richiamare i peccatori alla conversione e i peccatori, quelli veri, si sono convertiti, molti di loro si sono convertiti, sia alla parola dei profeti antecedenti a Giovanni il Battista sia con Giovanni il Battista.

Molti tra i soldati, tra i pubblici peccatori, tra le prostitute, molti si sono convertiti alla predicazione dei profeti.

Coloro che peccavano, che si sentivano, che si ritenevano peccatori, hanno colto quell’occasione, questo non avviene invece per i principi dei sacerdoti e per gli anziani; loro, che si protestano fedeli, che si credono fedeli, che si ritengono fedeli, che si ritengono ossequiosi, ossequianti la Legge di Dio, loro non si convertono, rifiutano di credere al Battista, rinnegano le stesse Scritture che lo avevano annunciato, e si oppongono a Gesù, non hanno nessuna intenzione di ascoltare Gesù, Lo ascoltano per far polemica.

Infatti, in questa Parabola, Gesù dice che Dio manda il Suo Figlio, perché almeno avrebbero dovuto ascoltare Lui, invece no, decidono di ucciderLo.

Decidono di ucciderLo, perché loro non vogliono avere a che fare con la verità, non vogliono mettersi in discussione, non hanno nessuna intenzione di mettere in discussione la loro vita, la loro testa, il loro cuore, e per questo vengono puniti in un modo terribile a causa di questa infedeltà, che addirittura è la privazione del Regno di Dio, cioè il Regno di Dio verrà dato ad altri, gli viene tolto.

Questa è Parola di Gesù, non è parola della Chiesa o di chissà chi, o di un profeta qualunque, è Parola dello stesso Signore.

Il Signore dice che gli viene tolto il Regno di Dio, gli viene portato via, e viene affidato ai pagani.

Gesù parla in questa parabola con una severità molto forte, con una estrema chiarezza, si oppone in modo forte a queste persone, perché queste persone si rifiutano in tutti i modi di lasciarsi raggiungere dal messaggio di Gesù.

E noi?

Dio chiama anche noi in tanti modi, tutti i giorni Dio ci chiama, in ogni momento Dio ci chiama; Dio ci chiama a convertirci, ad avvicinarci a Lui, ad abbandonare la nostra testa, il nostro modo di pensare, il nostro modo di amare sbagliato.

Anche a noi il Signore manda dei profeti.

Chi sono i profeti?

Non è mica difficile incontrare dei profeti.

Chi sono i profeti?

I profeti sono coloro che leggono la realtà con gli occhi di Dio, non sono coloro che dicono il futuro, questo viene dopo, in alcuni momenti e per alcune situazioni, ma fondamentalmente il profeta è colui che legge il presente con gli occhi di Dio, sa leggere la realtà con gli occhi di Dio, col giudizio di Dio, col pensiero di Dio, e dice la verità.

I profeti ci chiamano a risorgere a una vita cristiana vera, coerente.

Ora, noi come ci comportiamo?

Di solito noi rifiutiamo, perseguitiamo, dubitiamo, ricacciamo, respingiamo tutto ciò che è diverso dalle nostre idee, basta vedere la nostra vita cristiana, va sempre avanti nello stesso modo.

Il cristiano cattolico sembra che sia un malato di una malattia mortale che è quella della presunzione, dell’autoreferenzialità, della saccenza, della superbia in ultima analisi, va sempre avanti come pensa lui, non si mette mai in discussione, non dice mai: «Ma io sto sbagliando qualcosa? Magari non va bene come sto facendo».

No, per l’amor del Cielo, va sempre bene tutto, niente e nessuno ci mette in discussione, tronfi della nostra superbia.

Basta proprio vedere il modo con il quale noi ci atteggiamo.

Noi siamo tutti cari, tutti buoni, tutti dolci, tutti pieni di amore per gli altri, basta che però non ci schiaccino la coda, basta che nessuno ci venga a dire: «A me sembra che…», basta che nessuno metta un dubbio sul nostro modo di vivere.

Come aveva ragione San Giovanni delle Croce su queste cose!

La vera umiltà consiste proprio in questo, sapete, nella disponibilità a lasciarci mettere in discussione, ad ascoltare ciò che Dio ci dice attraverso chi abbiamo accanto, attraverso le persone più valide che abbiamo accanto, perché Dio ci parla, ci chiama, ci chiama attraverso le Scritture.

Noi abbiamo veramente dei modi…

San Giovanni della Croce diceva bene quando diceva che sono dei modi bestiali, animaleschi, di vivere la vita cristiana.

Facciamo il digiuno il venerdì?

Guardate questa è una cosa incredibile: facciamo il digiuno il venerdì, pane e acqua, bellissimo, e poi fumiamo.

Ma uno dice: «Ma sei normale? Ma cosa vuol dire questa cosa qua? Fai il digiuno a pane e acqua il venerdì, e poi fumi.

Dentro nella tua anima, la tua coscienza non di dice qualcosa?

Per esempio, che sei fuori asse?

Ma cosa vuol dire? Tu rinunci ad un bene lecito per prendere un vizio, tu rinunci ad un bene, per fare un peccato».

«Oh, perché? Fumare è un peccato?»

No, è una virtù!

San Giovanni Maria Vianney e Padre Pio fumavano dalla mattina alla sera…

Ma tu hai mai visto un santo seguire un vizio?

Ma dobbiamo essere intelligenti, il Signore non vuole animali, non vuole bestie che fanno penitenze per il gusto di fare penitenze, il Signore vuole persone col cervello, che innanzi tutto rinnegano il vizio, non che stan lì a dire, tronfi di sé stessi: «Ah, l’importante è che io non mangi, che io non beva».

L’importante è che tu sia un santo, non che tu svuoti lo stomaco!

L’importante è che tu sia razionale! Comincia da lì!

Vuoi fare penitenza?

Mangiati un bue, però rinuncia al fumo, per esempio, però rinuncia al vizio delle carte, per esempio, però rinuncia al vizio di andare a giocare per esempio, e avanti così …

Ah, ma su queste cose, sapete, no, no per l’amor del Cielo, su queste cose noi andiamo avanti con la nostra testa!

Così manteniamo l’infedeltà a Dio…stiamo attenti, perché l’infedeltà a Dio ha un prezzo, ce lo insegna questa parabola: può arrivare un momento nel quale il Signore ci porta via il Regno, ci dice: «No, adesso basta!», perché non possiamo prendere in giro nessuno.

Capite che prendere in giro non ha senso?

San Pietro dice che il Signore non si fa prendere in giro da nessuno.

Impariamo a metterci davanti al crocefisso, davanti a Dio con verità, e dire: «Signore, convertirmi, per me oggi cosa vuol dire?»

State tranquilli che non vorrà mai dire quello che abbiamo in testa noi, vuol dire sempre qualcosa di altro.

Che il Signore ci illumini!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Venerdì della II settimana di Quaresima

Prima lettura

Gen 37,3-4.12-13.17-28
Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo!

Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.
I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. Israele disse a Giuseppe: «Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro». Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan.
Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire. Si dissero l’un l’altro: «Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: “Una bestia feroce l’ha divorato!”. Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!».
Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: «Non togliamogli la vita». Poi disse loro: «Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano»: egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.
Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz’acqua.
Poi sedettero per prendere cibo. Quand’ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di rèsina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto. Allora Giuda disse ai fratelli: «Che guadagno c’è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne». I suoi fratelli gli diedero ascolto.
Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d’argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.

Salmo responsoriale

Sal 104

Ricordiamo, Signore, le tue meraviglie.

Il Signore chiamò la carestia su quella terra,
togliendo il sostegno del pane.
Davanti a loro mandò un uomo,
Giuseppe, venduto come schiavo.

Gli strinsero i piedi con ceppi,
il ferro gli serrò la gola,
finché non si avverò la sua parola
e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza.

Il re mandò a scioglierlo,
il capo dei popoli lo fece liberare;
lo costituì signore del suo palazzo,
capo di tutti i suoi averi.

Canto al Vangelo

Gv 3,16

Lode e onore a te, Signore Gesù.
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù.

Vangelo

Mt 21,33-43.45
Costui è l’erede. Su, uccidiamolo!

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo:
«Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano.
Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo.
Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero.
Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?».
Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:
“La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo;
questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

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