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Il Padre Nostro

Pater Noster

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di martedì 16 febbraio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Il Padre Nostro

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questo capitolo 6 del Vangelo di San Matteo abbiamo questo insegnamento importantissimo di Gesù, perché è l’unica preghiera che Gesù ci ha insegnato, quella del Padre nostro. Innanzitutto, il Signore Gesù ci dice di imparare, quando preghiamo, a non balbettare (questa è la traduzione esatta del termine greco), di non credere di venire ascoltati a forza di parole, di non biascicare le preghiere.

C’è un po’ questa abitudine, quando si prega, di pregare a cantilena.

Che modo di pregare è questo qui?

Questa cantilena, questo biascicamento delle preghiere, oppure quelle lungaggini infinite per cui le preghiere non finiscono mai. Già Sant’Ireneo lo diceva, di non fare quelle preghiere estenuanti che spengono il desiderio di Dio nell’anima, la preghiera deve essere equilibrata, né un treno né una lumaca o una tartaruga, che non arriva mai da nessuna parte.

La preghiera non deve essere balbettata, biascicata, buttata lì in qualche modo, detta per essere detta, ma nella preghiera si deve poter sempre sperimentare questo slancio di amore verso Dio; la preghiera è un’elevazione della mente a Dio, non una serie di spunte: “Fatto, fatto, fatto, fatto…”, di presunti o reali obblighi verso Dio.

Secondo: nella preghiera del Padre nostro, noi vediamo che abbiamo all’inizio una invocazione e poi sette domande, tre sono rivolte a Dio e quattro riguardano noi.

L’invocazione: “Padre nostro che sei nei Cieli”.

È la prima volta in tutta la Scrittura, e qui nel Vangelo, che Gesù insegna a chiamare Dio come Padre. Anche nell’Antico Testamento Dio non è mai definito come Padre, nessuno si rivolge a Dio come Padre, perché questo termine è un termine che viene fuori dalla esperienza dell’essere Figlio, di Gesù.

Padre dice la Sua paternità, dice la tenerezza di Dio. Questa tenerezza, questa paternità, questa dolcezza di Dio, questa bellezza di Dio, viene a distruggere la suggestione diabolica, che troppo spesso prende ancora noi oggi, di vedere il Volto di Dio come il Volto di un Padre, di un Dio, terribile, severo, spietato, lontano ed estraneo dalla nostra vita. In questa maniera satana, con questo inganno, mostrandoci Dio così, e mostrandoci Dio come geloso, come dispettoso, come nemico della nostra elevazione, del nostro progresso, della nostra felicità, ci conduce al peccato.

Questa fu la tentazione di Eva; il demonio ottenne la vittoria su Eva, su Adamo e il peccato originale, facendo nascere in loro il sospetto diabolico su Dio, facendo vedere a loro Dio come un nemico, facendo avere dubbi su Dio, facendoli pensare che Dio è cattivo. Tutto questo, nonostante Lui abbia dato il Suo unico Figlio per morire e per redimerci dai nostri peccati, cioè nonostante questo, ancora oggi noi dubitiamo del Volto buono di Dio, dell’essere Padre nostro.

Prima domanda: “Sia santificato il Tuo Nome”.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che questo Nome Santo di Dio deve essere riconosciuto, onorato e glorificato in tutta la terra, da tutti gli uomini, con omaggi di adorazione profonda, cosa che oggi non si fa più.

Le chiese sembrano circhi, teatri di divertimento…ma dov’è l’omaggio di adorazione profonda a Dio?

Mentre meditavo questo brano del Vangelo mi sono sentito dentro questa domanda (me la sono fatta io, ovviamente), mi sono immaginato di trovarmi dinanzi al Giudizio di Dio, come succederà un giorno, e Dio che mi guarda e mi dice: «Padre Giorgio Maria (porto, tra l’altro il nome di Sua Mamma, della Mamma di Gesù, della Madre di Dio), tu, tutti i giorni della tua vita, hai santificato il Mio Nome? Quante volte hai recitato il Padre nostro? Questo Nome, lo hai santificato? Perché tu hai sempre detto: “Sia santificato il Tuo Nome”».

Questo Nome che deve essere santificato da chi deve essere santificato?

Cosa diciamo il Padre nostro a fare, se non santifichiamo il Suo Nome?

È la prima cosa che diciamo, dopo l’invocazione: “Sia santificato il Tuo Nome”.

«Tu, Padre Giorgio Maria, lo hai santificato, sì o no? Tutti i giorni? Hai fatto tutto il tuo possibile per santificarlo?»

Seconda domanda: “Venga il Tuo Regno”.

Significa fare atti di adorazione pubblica e sociale, affinché tutti adorino questo Nome, affinché tutti aprano le porte perché si realizzi il Suo Regno.

In che modo viene questo Regno?

Attraverso l’eliminazione del peccato.

Più noi eliminiamo il peccato, dalla nostra vita innanzitutto, più si realizza il Regno di Dio, affinché siano sconfitti coloro che in modo perverso si ostinano nel male e lo diffondono; e oggi ci sono legioni, che si ostinano nel male e diffondono la logica del peccato.

Venga il Tuo Regno”, vuol dire eliminare tutto questo, combattere tutto questo.

Terza domanda: “Sia fatta la Tua volontà, come in cielo, così in terra”.

Perché?

Perché, se la volontà di Dio, come in cielo, viene realizzata in terra, Lo fa essere il Re dell’universo, Lo fa essere il Re del cielo e il Re della terra, cioè Lo riconosce e Lo realizza come Re.

Quando io faccio la volontà di Dio, io riconosco Dio come il mio Re. È per quello che i cristeros andavano a combattere al grido: «Viva Cristo Re!»

Poi le quattro domande che riguardano noi, vediamo quelle che riusciamo a fare.

La prima: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Quotidiano, perché San Gerolamo, che dal greco traduce in latino, porta il termine “quotidianum” e la traduzione di San Gerolamo dal latino in italiano è “quotidiano”, ma la traduzione dal greco al latino non è “quotidiano”, ma è “soprasostanziale” (riguarda proprio l’οὐσία – ousia -, riguarda la sostanza, dice ciò che sta sopra la sostanza), cioè, quando Gesù ha insegnato il Pater, e siamo al capitolo 6 del Vangelo di Matteo, Lui aveva già in mente l’Eucarestia (andate a vedere il termine greco e vedrete che è “soprasostanziale ”). Lui l’aveva già pensata, Lui fa chiedere come prima domanda: “Dacci oggi il nostro pane soprasostanziale”, e ci sta che poi San Gerolamo l’abbia tradotto come quotidiano.

Perché?

Perché noi abbiamo bisogno di questo pane quotidiano, tutti i giorni, tutti i giorni abbiamo bisogno dell’Eucarestia!

«Noi perché siamo stati creati?», domanda del Catechismo di San Pio X (ma è la stessa del Catechismo di adesso, non è più in forma di domanda e risposta ma è la stessa cosa).

«Perché siamo stati creati?»

Per conoscere, amare e servire Dio.

Basta. Questa è la ragione della nostra creazione, noi siamo al mondo per questo: per conoscere, per amare e per servire Dio.

Ora, per fare questo, abbiamo bisogno che questa vita sia conservata, e come faccio a conservare la vita?

Non posso pensare solo alla mia pancia, devo pensare anche alla mia anima!

La mia vita viene conservata, la mia vita di tutta la persona, di tutto l’individuo, anima e corpo, attraverso l’assunzione dell’Eucarestia, il mio Pane soprasostanziale.

Ecco perché Gesù ha fatto in modo che alcuni Santi e alcuni Beati, vivessero vite intere, senza mangiare nulla, senza bere nulla, ma cibandosi solo di Eucarestia, per dirci che il Suo Pane è vero cibo e il Suo Sangue è vera bevanda, che veramente quel Corpo e quel Sangue nutrono corpo e anima.

Questi esempi, di sette anni, trent’anni, cinquant’anni, vissuti solo di Eucarestia, senza neanche bere, sono a dirci che il Suo Corpo è veramente il cibo e la bevanda che sazia tutto l’uomo, in modo comprensivo.

Allora ci fermiamo qui.

Oggi, che è martedì, che abbiamo detto che deve essere sempre il giorno dedicato al Volto Santo, chiediamo al Signore la grazia di accostarci con frequenza all’Eucarestia in stato di Grazia, di eliminare tutto ciò che ci è di ostacolo alla Grazia (sarebbero state le altre domande del Padre nostro), di eliminare tutto ciò che è male e che ci ostacola dall’incontro con l’Eucarestia e che questa Eucarestia, sia al centro della nostra vita, per essere il conforto nella nostra morte.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

Letture del giorno

Martedì della I settimana di Quaresima

PRIMA LETTURA

Is 55,10-11 – La mia parola opera ciò che desidero.

Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

SALMO RESPONSORIALE
Sal 33 (34)

Chi spera nel Signore non resta confuso.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. R.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. R.

Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo. R.

Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti. R.

CANTO AL VANGELO

Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vive l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO
Mt 6,7-15 – Voi dunque pregate così.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

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