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Nella misura in cui siamo veri, viviamo nella realtà

Tu sei Pietro

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di lunedì 22 febbraio 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Nella misura in cui siamo veri, viviamo nella realtà

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Tra le incertezze che agitavano l’anima degli Apostoli, a causa della propaganda e delle dicerie che mettevano in giro gli scribi e i farisei e i continui attacchi che facevano a Gesù, in mezzo a queste incertezze che albergavano anche nell’anima degli Apostoli, Gesù desidera diffondere un raggio di luce, di luce vera, di luce viva, vuole indurre i Suoi Apostoli a risvegliare in loro quella fiducia dei primi tempi, quella della chiamata, del “Vieni e seguimi”, del “Lascia tutto per me”, perché si era sicuramente un po’ attutita. Sapete, a continuar a sentir parlar male, parlar male, parlar male, dubbi, incertezze, essere messo alla prova, poi diatribe, discussioni, a vedere che Gesù è l’unico e tutti gli altri vanno contro, anche loro sono rimasti un po’ così… «Come mai? Se è quello che dice di essere, perché tutti Gli vanno contro così?»

Allora Gesù va nei pressi di Cesarea di Filippo, come abbiamo ascoltato, che era una città posta ai piedi dell’Ermon, e va in questo luogo in un momento di particolare pace e solitudine, dove domanda ai Suoi discepoli che cosa dicessero di Lui gli uomini, si mette un po’ ad ascoltare.

«Cosa dicono di me? La gente cosa dice di me? Cosa si dice per le strade? Cosa si dice nei crocicchi, nei nascondigli bui del pettegolezzo, del parlare qualunquista, cosa si dice?»

Così loro riferiscono a Gesù il “si dice”, dicendoGli le varie opinioni, ognuno ha la sua idea.

Perché Gesù fa questa domanda?

Perché Gesù pone la questione?

Gesù vuole far riflettere ai Suoi discepoli che le varie opinioni non sono la verità, perché la verità è una, le opinioni sono tante; quindi, tante opinioni non fanno una verità, tante parole della gente non fanno una verità.

La verità è fatta solo dalla verità stessa e da chi la riconosce, gli altri dicano quel che vogliono, sono opinioni, non hanno nessun valore, perché, se non sono vere (questo è un concetto molto importante) non sono reali.

È reale solo ciò che è vero; ciò che non è vero, ciò che è un’opinione, non è reale, abita nella fantasia, malata, di chi la pronuncia.

Ecco perché noi siamo chiamati a farci uomini di verità, perché solo nella misura in cui noi siamo veri noi siamo reali, solo nella misura in cui noi siamo veri noi viviamo una vita reale, non immaginaria.

Credo che la cosa più brutta che ci possa capitare, alla fine della vita, è aver capito di aver vissuto una vita falsa, una vita che è vissuta solo nella nostra testa, immaginaria, che non è stata reale, che non ha visto il mondo reale.

Allora, sarà Pietro che pronuncerà questo riconoscimento della verità, e perché lo pronuncia?

Lo pronuncia perché Pietro viene mosso da una luce interiore, non è mosso dalla debolezza dell’uomo e non è mosso neanche dalla ragione, ma è mosso direttamente dal Cielo: ecco la realtà, lì abita la nostra realtà, la quale ci indica la verità.

Pietro viene acceso da questo amore forte, improvviso, ardente…

Sono stati scritti anche dei bellissimi canti su questo pronunciamento di fede di Pietro, che fan sentire proprio tutta la solennità.

Questo è un momento solenne ed è la prima definizione dogmatica della Chiesa; il primo dogma, che pronuncia Pietro, che pronuncia il Papa, diciamo così, fu questo: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Questo sarà il fondamento della Chiesa.

Gesù, inoltre, dice un’altra cosa: «Le porte dell’Inferno non prevarranno su di Essa».

Gesù costruisce su Pietro, su questa pietra (Kefa), costruisce la Sua Chiesa e le porte dell’Inferno non prevarranno su di Essa.

Perché dice questo?

Perché Gesù, in questa maniera, annuncia che ci sarà una guerra, da lì in avanti, una guerra fatta dalle potenze dell’Inferno, una guerra che Gesù dice essere, però, già vinta, questo è il nostro conforto, perché le porte dell’Inferno non possono prevalere su questa pietra.

Oggi, bellissima coincidenza, per l’appunto sono 85 anni dalla visione che ebbe Santa Faustina Kowalska (il 22 febbraio del 1931), di Gesù, che le disse di dipingere l’immagine del Gesù Misericordioso, quella che tutti veneriamo, con scritto “Gesù confido in Te!” e Gesù disse che lo sguardo che Lui ha in quell’immagine è lo stesso sguardo, che Lui aveva sulla croce.

Santa Faustina era preoccupata perché quell’immagine veniva dipinta in modi diversi, non rispecchiava la bellezza dell’originale, e Gesù le disse: «Non ti preoccupare di questo, questo non è importante, quello che conta è l’intenzione, quello che conta è il fatto che lì dietro e lì dentro c’è il mio sguardo».

Gesù insisteva molto sul fatto delle parole scritte sotto “Gesù, io confido in Te!

Dovrebbero essere la preghiera nostra di ogni giorno, di ogni istante, perché, siccome sappiamo che le porte dell’Inferno non prevarranno su di Essa, allora, durante la nostra vita, nei momenti di sconforto, quando vediamo che il male sembra vincere, quando vediamo tante brutture, quando sembra che gli empi si ergano come cedri rigogliosi, noi dovremmo ripetere queste parole, quasi a conferma della nostra fede, del fatto che crediamo veramente che le porte dell’Inferno non prevarranno. Anche se sembra andare tutto male, anche se sembra andare tutto a rotoli, anche se le onde sono altissime, la bufera è grandissima, il buio è fittissimo e non si vede più niente e sembra di annegare, noi dovremmo sempre e solo dire: «Gesù io confido in Te!», che vuol dire: «Io credo in Te!»

Gesù Cristo è stato coperto, dall’inizio alla fine della Sua vita, dal dubbio, dalla mancanza di fede, dal non affidamento, dallo starGli vicino ma non troppo, dal fatto che il cuore non si era dato totalmente a Lui. Forse è per questo che Gesù è tanto sensibile all’ingratitudine degli uomini, è per questo che il Signore si lamenta sempre coi Santi perché gli uomini non hanno fede, non sono grati.

Gli uomini non cercano Gesù per Gesù, cercano Gesù per i doni che ha Gesù, cercano Gesù per quello che Gesù può dare e fin quando Gesù può dare. Fin quando Gesù ha dato nella sua vita, tutti addosso, tutti lì a dire: «Gesù di Nazareth, Osanna il Figlio di Davide», sì, sì, certo; quando Gesù non ha dato più nulla, ecco la Sua Passione, gli uomini se ne sono andati tutti, tutti!

Quando c’era da dover dire: «Gesù, io confido in Te!» e doverGli stare accanto, ma non avendo niente in ricambio sul momento, allora gli uomini se ne sono andati, perché noi, in radice, siamo dei grandi egoisti, soprattutto con Dio.

Siamo dei grandi egoisti, non facciamo niente per niente, mai; se facciamo qualcosa è perché dobbiamo avere qualcosa in cambio…infatti, anche con la pratica dei primi nove venerdì del mese.

Provate a ragionare sulla pratica dei primi nove venerdì del mese, sul Volto Santo che abbiamo fatto, sulla Medaglia Miracolosa, sulle preghiere o qualunque novena, qualunque devozione, se voi pensate (è terribile questa cosa) Gesù o la Madonna dicono sempre una ricompensa: «Se farete questo, avrete quello, se farete questo…»

Guardate che è terribile, è terribile!

Uno dice: «Come mai il Signore non ci chiede di fare qualcosa e punto, mai? Possibile?»

Perché Gesù non ci dice: «Io vorrei che voi faceste la pratica dei primi nove venerdì del mese per consolarmi, punto, senza nessuna promessa. Non ti prometto niente, ti chiedo solo un atto di amicizia pulito, generoso. Ti chiedo di farlo perché lo desidero Io, te lo chiedo Io»?

Non si può, perché non lo farebbe nessuno!

Perché siamo talmente gretti e meschini che non lo farebbe nessuno, noi lo facciamo solo se ci dà qualcosa in cambio, solo se quella medaglia promette qualcosa, altrimenti non la prendiamo. Non ce ne frega niente di portare la Madonna al collo, se non promette qualcosa.

Che questo giorno del 22 febbraio ci insegni a spogliarci, a dire a Gesù: «Guarda Gesù, non dirmi più le promesse, io non le voglio neanche sapere. Educami all’amore!»

L’amore non fa per avere qualcosa in cambio, l’amore fa perché è bello amare!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Cattedra di San Pietro Apostolo

Prima lettura

1Pt 5,1-4
Compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero.

Carissimi, esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio, non per vergognoso interesse, ma con animo generoso, non come padroni delle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il Pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

Salmo responsoriale

Sal 22

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

Canto al Vangelo

Mt 16,18

Lode e onore a te, Signore Gesù.

Tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
Lode e onore a te, Signore Gesù.

Vangelo

Mt 16,13-19
Tu sei Pietro, e a te darò le chiavi del regno dei cieli.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

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