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Come possiamo essere parte del “piccolo gregge” di Gesù?

Tabernacolo

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di martedì 19 aprile 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Preghiera al termine del giorno

(S. Teresa di Gesù Bambino e del Santo Volto)

Santa-Teresa-di-Gesù-Bambino copia

“O Dio nascosto nella prigione del tabernacolo!

Con gioia vengo accanto a Voi ogni sera per RingraziarVi dei favori che mi avete concessi e per implorare perdono delle mancanze commesse durante il giorno dileguatosi come un sogno.

Gesù, come sarei felice se fossi stata interamente fedele!

Ma ahimè, spesso la sera sono triste perchè sento che avrei potuto corrispondere meglio alle vostre grazie.

Se fossi stata più unita a Voi, più caritatevole con le consorelle, più umile e più mortificata, avrei meno pena a intrattenermi con Voi nell’orazione.

Tuttavia, o mio Dio, ben lungi dallo scoraggiarmi alla vista delle mie miserie, vengo a Voi con fiducia, ricordando che “non quelli che stanno bene hanno bisogno del medico, ma i malati”.

Vi supplico perciò di guarirmi, di perdonarmi, ed io, Signore, mi ricorderò che l’anima alla quale Voi avete maggiormente rimesso, deve altresì amarVi più delle altre.

Vi offro tutti i battiti del cuore come altrettanti atti d’amore e di riparazione e li unisco ai Vostri meriti infiniti.

Vi scongiuro, Sposo mio divino, di essere Voi stesso il riparatore della mia anima, di agire in me senza tener conto delle mie resistenze, in una parola, non voglio più avere altra volontà che la Vostra, e domani, con il soccorso della Vostra grazia, ricomincerò una vita nuova, ogni istante della quale sarà un atto d’amore e di rinuncia.

Dopo essere venuta così ogni sera ai piedi del Vostro altare, arriverò infine all’ultima sera della mia vita; allora comincerà per me il giorno senza tramonto dell’eternità, in cui mi riposerò sul Vostro Cuore divino dalle lotte dell’esilio! Così sia!”

Testo della meditazione

Scarica il testo della meditazione

Come possiamo essere parte del “piccolo gregge” di Gesù?

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Gesù ci mostra, in questo capitolo 10 del Vangelo di San Giovanni, che noi possiamo trovarci davanti all’evidenza, possiamo addirittura trovarci davanti alla persona fisica, in carne ed ossa, del Figlio di Dio, e non riconoscerLo. Questi Giudei erano nell’incertezza, non riuscivano ad arrivare al dunque, non riuscivano a superare il dubbio, la perplessità. Vedevano Gesù, ascoltavano le Sue Parole, vedevano le opere che compiva, miracoli, guarigioni, liberazioni, resurrezione dei morti, cose veramente incredibili, cose che mica tutti facciamo, anzi non le fa nessuno, solo il Figlio di Dio le può fare, eppure, nonostante tutto questo, nonostante la credibilità della Sua persona, la Sua dolcezza, la Sua bontà, il Suo rigore anche, la Sua severità anche, la Sua rettitudine, il Suo equilibrio, la Sua precisione, la Sua perfezione, la Sua carità infinita, la Sua Sapienza (nessuno è più sapiente di Gesù), nonostante tutto questo, non riescono a credere, non riescono a uscire dall’incertezza, perché, la fede, non è che noi l’abbiamo nella misura in cui capiamo o vediamo.

Per questo non ha senso fare i discorsi con chi non crede, per portare alla fede o per far capire chissà che cosa…se uno non crede, non crede. La fede non è una elaborazione della mente, quindi, uno ti dimostra che Dio esiste, e allora tu credi.

No, lo dice Gesù: «Voi non credete perché non fate parte delle Mie pecore».

Questo è il dramma. È il dramma che si consuma nella storia.

Purtroppo, può succedere di non far parte delle pecore di Gesù.

Le ragioni sono tante, sono diverse; certamente non è sufficiente avere una pratica religiosa per far parte del gregge di Cristo, il cosiddetto “Pusillus Grex”, il Piccolo Gregge, così lo definisce Gesù nel Vangelo.

Certamente la pratica esteriore della fede non dice che facciamo parte del Piccolo Gregge. Appartenere al Piccolo Gregge è una grazia enorme, che va coltivata, che va difesa, che va custodita, che va arricchita.

Allora la domanda che si pone a noi è: «Come faccio io a far parte di questo Piccolo Gregge?»

Bisogna fare di Gesù il centro della nostra vita, il tabernacolo deve essere il luogo nel quale noi passiamo la nostra esistenza, non solo davanti, ma dentro.

La nostra vita, cioè, deve essere una vita che tende continuamente a stare presso il tabernacolo, perché lì c’è dentro Gesù, veramente, realmente e sostanzialmente; se no, non facciamo parte di questo Piccolo Gregge, Gesù Cristo è un’idea, è un mito, è un bravo pensatore, è un grande filosofo, ma non è il nostro Pastore.

Sant’Alfonso scrive che si misura la santità di un Sacerdote dalle ore che trascorre davanti al tabernacolo, non dalle belle omelie che fa, non dalla sua intelligenza, dalla sua cultura, dalla sua scienza, no, no, non se fa i miracoli o non li fa.

La santità di un Sacerdote si misura dalle ore che passa davanti al Tabernacolo, perché è lì che noi impariamo ad ascoltare la voce di Gesù, è lì che noi impariamo a diventare le pecore di questo Piccolo Gregge, è lì che noi veniamo conosciuti da Gesù.

Gesù ci conosce nella misura in cui noi stiamo alla Sua presenza davanti al tabernacolo ed è lì che noi impariamo a seguire Gesù. Tutto si consuma lì!

Teresa di Gesù Bambino (penso di avervelo già detto) ha scritto una preghiera bellissima di fine giornata, una preghiera stupenda di fine giornata, che inizia proprio facendo riferimento al tabernacolo.

Teresa di Gesù Bambino era una innamorata dell’Eucarestia, una innamorata del Volto Santo di Gesù, del Sacro Cuore di Gesù.

Allora voi capite che dobbiamo tutti costantemente farci un esame di coscienza chiedendoci la nostra fede su cosa poggia, su che cosa questa fede viene costruita, perché se non viene costruita sull’Eucarestia, sul tabernacolo, è una fede senza fondamento.

Il rischio qual è?

Il rischio di fare una vita senza aver mai incontrato Gesù.

Possiamo averLo ricevuto, possiamo essere andati in chiesa, possiamo essere andati alla Messa, possiamo avere detto tante preghiere, ma Lo abbiamo mai incontrato una volta?

Allora, anche qui, la domanda è: «Ma io come faccio a sapere se ho incontrato Gesù nella mia vita?»

Semplice: se la tua vita cambia, Lo hai incontrato e Lo stai incontrando; se la tua vita non cambia, non Lo stai incontrando.

Se la tua vita umana e spirituale resta sempre la stessa, tu non stai incontrando Gesù, lo dice Santa Teresa d’Avila.

Chi fa orazione, non può non cambiare vita; o cambia vita, o lascia l’orazione, non è possibile una terza via.

Allora, in questa Santa Messa, chiediamo alla Beata Vergine Maria la grazia di fare parte di questo Piccolo Gregge, di lasciarci istruire da Gesù, di essere innamorati di Gesù, di pensare sempre e solo a Gesù, che tutta la nostra vita sia orientata interamente a Gesù, da quando ci svegliamo a quando andiamo a dormire, e che, tutto ciò che è di ostacolo a questo essere conosciuto e a questo ascoltare Gesù, venga da noi eliminato prontamente, affinché la morte sia semplicemente il passaggio della vita terrena, nel tempo che viviamo, alla vita eterna per sempre, dove non cambia nulla, perché nella vita terrena abbiamo amato Gesù e nella vita eterna ameremo Gesù, cambia solo il tempo.

Che il Signore ci conceda questa grazia!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Martedì della IV settimana di Pasqua

PRIMA LETTURA (At 11,19-26)

Cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore.

In quei giorni, quelli che si erano dispersi a causa della persecuzione scoppiata a motivo di Stefano erano arrivati fino alla Fenicia, a Cipro e ad Antiòchia e non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni di loro, gente di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiòchia, cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore. E la mano del Signore era con loro e così un grande numero credette e si convertì al Signore.

Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.

Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Sàulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 86)

Rit: Genti tutte, lodate il Signore.

Sui monti santi egli l’ha fondata;

il Signore ama le porte di Sion

più di tutte le dimore di Giacobbe.

Di te si dicono cose gloriose,

città di Dio!

Iscriverò Raab e Babilonia

fra quelli che mi riconoscono;

ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:

là costui è nato.

Si dirà di Sion:

«L’uno e l’altro in essa sono nati

e lui, l’Altissimo, la mantiene salda».

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:

«Là costui è nato».

E danzando canteranno:

«Sono in te tutte le mie sorgenti».

Canto al Vangelo (Gv 10,27)

Alleluia, alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,

e io le conosco ed esse mi seguono.

Alleluia.

VANGELO (Gv 10,22-30)

Io e il Padre siamo una cosa sola.

Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».

Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

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