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Gesù non è venuto ad abolire la Legge di Dio ma a portarla a perfezione

CompimentoLegge

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di mercoledì 8 giugno 2016.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Gesù non è venuto ad abolire la Legge di Dio ma a portarla a perfezione

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

Il Vangelo di questa mattina ci ricorda, ci insegna, che Gesù non è venuto a sciogliere nulla, Gesù è venuto a portare a compimento la Legge; Gesù non è venuto per abolire, non è venuto per dire che tutto è superato col volgere dei tempi nuovi rispetto alla Legge data da Mosè, ma Gesù è venuto a portare alla perfezione questa Legge.

Quindi, chi si crederà di fatto autorizzato a violare, a cambiare, anche il più piccolo precetto di Dio, con la scusa del nuovo ordine, con la scusa dei tempi nuovi, dei tempi mutati, con la scusa di dover aggiornare, adeguare, sarà considerato l’ultimo nel Regno dei Cieli, dice Gesù, fosse anche il primo di tutti sulla terra.

Se il Signore non ha cambiato nulla della Legge di Mosè, chi siamo noi, poveri uomini, per cambiare qualcosa della Legge di Dio?

Possiamo forse ritenerci più sapienti e più caritatevoli di Gesù, della seconda Persona della Santissima Trinità, più capaci di leggere la storia della Santissima Trinità?

Con queste Parole Gesù annuncia la via della santità, e non solo di una santità esterna, come quella degli scribi e dei farisei, ma di una santità interiore, una santità che tende alla perfezione dell’anima, una santità che nasce e si nutre del rapporto intimo, sincero e costante, con Gesù, nella preghiera.

Gesù, dunque, non propone in tutta la Sua vicenda umana nessuna rivoluzione e per questo delude gli zeloti, per questo delude profondamente Giuda.

Gesù è venuto per promulgare una Legge di santità, non vuole abolire le pratiche esterne dei precetti di Dio.

Gesù non disprezza nulla e nessuno, se non l’ipocrisia.

Gesù vuole che queste pratiche esterne dei precetti di Dio siano accompagnate da una vita interiore, non accontentata dell’osservanza dei precetti più gravi.

Gesù vuole la perfezione, Gesù vuole la ricerca del meglio in tutto, non del bene, ma del meglio, cioè appunto della perfezione, che non è una banale vita buona, eticamente corretta, ma è la vita che brama la perfezione perché brama l’unione intima con Dio, come scrive Santa Teresa di Gesù.

I moventi, le ragioni delle nostre azioni, quindi, devono derivare dalla santità interiore, senza che per questo siano escluse le manifestazioni esterne, che divengono complementari di una decisione intima.

Oggi, purtroppo, va di moda che ciò che conta non è la forma ma il contenuto, peccato che non esistano contenuti senza forma! Tutta la realtà è contraddistinta da una forma, ogni cosa ha una forma, non esistono puri contenuti.

Infatti, un piatto di caviale, servito su un foglio di giornale sporco, non invoglia nessuno a mangiarlo…vedete quanto conta la forma?

Forma e contenuto vanno tenuti insieme in un sapiente equilibrio.

Ciò che muove ogni nostro atto umano deve essere l’unione con Gesù, l’intimità con Gesù, se no qualsiasi opera faremo, di culto o di servizio alle persone, sarà un’opera macchiata di superbia, un’opera macchiata di protagonismo e di voglia di apparire. Dio ama la verità in tutte le cose e anche le manifestazioni di culto, l’obbedienza alla Legge e le opere di carità, hanno un senso solo se sono il risultato di un sacrificio personale.

Quale sacrificio?

Quello di essere persone vere, quello di fare verità in noi, quello di abitare nella verità, quello di difendere la verità, quindi, è fondamentale essere giusti, in tutto, amare la giustizia, solo così noi faremo la verità nella carità.

E oggi, essendo San Giuseppe, chiediamo a questo Santo, il Santo più grande di tutti i Santi, dopo la Vergine Maria ovviamente, la grazia di essere giusti come la Scrittura dice che era giusto San Giuseppe, un uomo giusto, un uomo timorato di Dio. Chiediamo a San Giuseppe la grazia di avere una vita interiore vera, di non andare alla Messa come se andassimo al mercato, e che le nostre preghiere siano il frutto di una intimità con Gesù, di una vera devozione.

Avete visto questa mattina che c’è qui questo piccolo panchetto davanti al presbiterio, non è caduto dal cielo, lo abbiamo messo perché, chi vuole, accostandosi all’Eucarestia, può ricevere la Comunione in ginocchio.

Quindi, siamo liberi di riceverLa in piedi o in ginocchio; chi però La vuol ricevere in ginocchio, da oggi, ha questa possibilità di potersi inginocchiare. Questo è un atto di carità, sapete, perché la carità non è solamente dare il soldino alla persona che ha bisogno.

La carità è anche avere attenzione per le persone anziane, alle persone che fanno fatica ad inginocchiarsi, che però vogliono inginocchiarsi per rendere un atto di culto a Dio, un atto di culto in più a Gesù nell’Eucarestia.

Allora, anche questo è un atto di carità.

Chiediamo a San Giuseppe la grazia di saper vedere tutta la realtà con gli occhi di Dio e mai con gli occhi del pregiudizio o del giudizio!

La Vergine Maria ci accompagni a custodire un cuore umile, un cuore buono!

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

Letture del giorno

Mercoledì della X settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (1Re 18,20-39)

Questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!

In quei giorni, [il re] Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti [di Baal] sul monte Carmelo. Elìa si accostò a tutto il popolo e disse: «Fino a quando salterete da una parte all’altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!». Il popolo non gli rispose nulla.

Elìa disse ancora al popolo: «Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. Ci vengano dati due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!». Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!».

Elìa disse ai profeti di Baal: «Sceglietevi il giovenco e fate voi per primi, perché voi siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco». Quelli presero il giovenco che spettava loro, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: «Baal, rispondici!». Ma non vi fu voce, né chi rispondesse. Quelli continuavano a saltellare da una parte all’altra intorno all’altare che avevano eretto.

Venuto mezzogiorno, Elìa cominciò a beffarsi di loro dicendo: «Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà». Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. Passato il mezzogiorno, quelli ancora agirono da profeti fino al momento dell’offerta del sacrificio, ma non vi fu né voce né risposta né un segno d’attenzione.

Elìa disse a tutto il popolo: «Avvicinatevi a me!». Tutto il popolo si avvicinò a lui e riparò l’altare del Signore che era stato demolito. Elìa prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale era stata rivolta questa parola del Signore: «Israele sarà il tuo nome». Con le pietre eresse un altare nel nome del Signore; scavò intorno all’altare un canaletto, della capacità di circa due sea di seme. Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna. Quindi disse: «Riempite quattro anfore d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna!». Ed essi lo fecero. Egli disse: «Fatelo di nuovo!». Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: «Fatelo per la terza volta!». Lo fecero per la terza volta. L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua.

Al momento dell’offerta del sacrificio si avvicinò il profeta Elìa e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!».

Cadde il fuoco del Signore e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto. A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 15)

Rit: Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,

solo in te è il mio bene».

Moltiplicano le loro pene

quelli che corrono dietro a un dio straniero.

Io non spanderò le loro libagioni di sangue,

né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita.

Io pongo sempre davanti a me il Signore,

sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Mi indicherai il sentiero della vita,

gioia piena alla tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra.

Canto al Vangelo (Sal 24,4)

Alleluia, alleluia.

Insegnami, mio Dio, i tuoi sentieri,

guidami nella tua fedeltà e istruiscimi.

Alleluia.

VANGELO (Mt 5,17-19)

Non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento.

In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.

Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».


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