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Gesù ci insegna come evangelizzare

Gesu-manda-discepoli

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia sulle letture di domenica 3 luglio 2016 (S. Messa del giorno).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Testo della meditazione

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Gesù ci insegna come evangelizzare

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia lodato!

In questo capitolo 10 del Vangelo di San Luca il Signore Gesù ci insegna e ci mostra come si deve compiere l’evangelizzazione secondo il Suo gusto e il Suo pensiero, cioè come Lui vuole che noi evangelizziamo, cosa vuol dire per Gesù annunciare il Vangelo, portare il Vangelo alle persone.

Innanzitutto, il Signore manda davanti a sé sempre qualcuno a preparare il terreno: “Li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.

Il Signore non arriva mai di colpo, manda sempre qualcuno, dei messaggeri (sapete che angelo, in greco, vuol dire messaggero).

Gesù manda delle persone che preparano il terreno e per questo potete pensare al Sacerdote, potete pensare alla suora che conoscete, potete pensare al papà e alla mamma, potete pensare ad un amico, potete pensare a chiunque.

Chiunque può essere l’inviato di Dio che prepara l’arrivo di Gesù, cioè prepara il cuore.

Il Signore poi ci dice che la messe è abbondante, cioè vuol dire che c’è tanto da fare, che bisogna andare perché tante persone hanno bisogno, e questo vale sempre nella storia.

Non è vero che oggi la gente non crede, che è indifferente, non è vero, perché basta guardare le statistiche e si vede oggi quanto proliferano le sette esoteriche, quanto prolifera il mondo dell’occulto.

Noi una volta da piccoli giocavamo con i Lego, giocavamo con le figurine dei calciatori, giocavamo con gli animaletti di plastica, giocavamo con le biglie, adesso invece giocano con i mostri, con i diavoli, con le cose dell’occulto.

Un edicolante mi ha portato a vedere delle cartine, non ricordo neanche come si chiamano, con dei nomi assurdi, che i bambini si scambiano e con cui fanno dei giochi, in cui non so che bellezza ci possa essere perché sono orrende, proprio brutte, con delle forme orrende, sotto ad alcune ci sono addirittura delle invocazioni al demonio pazzesche.

Loro vendono, distribuiscono queste cose con sotto queste scritte, me le hanno fatte vedere, mi hanno detto: «Padre, legga cosa c’è scritto qua!»

C’erano delle invocazioni agli spiriti delle tenebre, delle cose pazzesche.

Questo vuol dire che c’è una grande sete della spiritualità.

Il New Age oggi trionfa e tutte queste sette strane, questi messaggi strani proliferano.

Perché?

Perché noi siamo assetati di spiritualità, tutti.

Se voi fate un film e volete fare miliardi, fate un film che tratti dell’esorcismo di non so chi, tutti vanno a vederlo, perché siamo tutti lì che bramiamo, poi, nella vita concreta, è un disastro, però è vero che questa messe è molta, è vero che noi siamo alla ricerca di spiritualità.

Certo, noi siamo in cerca di una spiritualità facile e, di norma, una spiritualità sbagliata, però la cerchiamo. Non a caso, i maghi e le maghe non vanno mai in pensione, non c’è la cassa integrazione del mago o dei cartomanti, fanno i milioni, perché noi cristiani cattolici siamo i primi ad andare da questi imbroglioni, da questi fattucchieri, da questi operatori dell’occulto, che fanno solamente un grande male, ma noi ci andiamo.

La messe è abbondante e il Signore ci dice che ci manda in mezzo a questa messe, come agnelli in mezzo ai lupi. È la nostra vocazione.

Può darsi che qualche “sgagnata” la prendiamo anche, vabbè, pazienza, però almeno sappiamo che Lui ci è accanto e che ci difende.

San Giovanni Crisostomo dice che, se noi rimaniamo agnelli, il Signore non permetterà che i lupi ci sbranino.

I lupi possono avere qualsiasi faccia, sapete?

Chiunque di noi può diventare un lupo, che vuol dire che chiunque di noi può fare il male. Oggi ci sono tante persone buone e ci sono tante persone cattive, che sembrano agnelli, ma in realtà sono dei diavoli, perché sono proprio cattivi, cattivi dentro, fanno il male, trattano male le persone, sono spietati, proprio cattivi nel modo di fare, cattivi nel modo di trattare le persone: insultano, trattano proprio sgarbatamente, umiliano e fanno tutte queste cose brutte.

Questi sono i lupi, dai quali il Signore ci difende, se noi rimaniamo agnelli.

Gesù dice: «Non portate nulla, Io, Gesù, sono il vostro tutto! Non avete bisogno di sacca, borsa, bisaccia, non avete bisogno di niente, avete bisogno di Me e basta. Non preoccupatevi di niente, Io penserò a tutto!»

Lo dice Gesù nel Vangelo: «Preoccupatevi prima del Regno di Dio e della Sua Giustizia, tutto il resto vi sarà dato in più», sempre nel Vangelo di Luca dice questo.

Poi Gesù dice: «Non salutate nessuno lungo la strada».

Non perché Gesù ci insegni ad essere maleducati, ma questa frase è detta per dirci: «Non c’è tempo».

Quante chiacchiere…

Quanto perdere tempo, che facciamo noi…

Se noi passassimo davanti al tabernacolo tanto tempo quanto quello che passiamo davanti alla televisione, saremmo già santi!

Se noi parlassimo con Gesù la metà del tempo che passiamo a parlare con le persone, noi saremmo già santi!

Quante chiacchiere, quanto tempo buttato via, quanto tempo perso, quanto tempo a stare lì, nelle cose vane…

Il Signore ci dice: «Non c’è tempo!»

L’annunciatore del Vangelo, colui che è mandato, non ha tempo, perché urge l’annuncio del Vangelo, quella è la priorità.

«Per me, vivere è Cristo e il morire un guadagno», dice San Paolo, «perché è tutto una spazzatura, paragonato a Cristo. Non mi interessa più niente, voglio solo Gesù».

Poi il Signore ci dice (bello anche questo, il Signore si preoccupa della nostra alimentazione): «Mangiate tutto, non state lì a fare “gnì gnì, gnì gnì”, quello che vi offrono, prendete», e il Signore ci dice il perché: «Perché, se voi lavorate per il Vangelo, voi avete diritto alla ricompensa per il Vangelo».

Poi, però, ci dice anche: «Però, adesso, non fate i furbi, non passate di casa in casa, cercate di essere moderati, perché se no poi il Vangelo diventa un po’ appesantito da annunciare».

Poi il Signore ci dice il metodo, questa è una cosa importantissima, perché noi non dobbiamo essere di più di Gesù, è sufficiente essere come Gesù.

Il Signore ci dice come va annunciato il Vangelo, e dice: «Quando entrate in una casa, vi accoglieranno, mangiate quello che vi è dato, guarite i malati (cioè abbiate a cuore le persone che soffrono), annunciate che il Regno di Dio è vicino, ma, quando entrerete in una città e non vi accoglieranno…»

Non dobbiamo fare come facciamo noi, che cominciamo a fare i lamentosi, i depressi, a fare i simposi degli scontenti, a fare le analisi, ci sentiamo disperati perché non riusciamo, perché non attecchisce, perché di qua e perché di là, poi cominciamo a diventare ossessivi compulsivi: «Devi andare a Messa, devi andare a Messa, devi andare a Messa, devi pregare, devi pregare, devi andare a Messa, devi pregare, devi fare, devi qui, devi là, devi su e devi giù, devi confessarti…»

Ma basta! Basta!

Non mettiamoci a voler convertire le persone, lasciamo questo compito a Dio!

San Giovanni Bosco dice che è solo Dio che ha la chiave del cuore dell’uomo, non stiamo lì a stufare le persone, a continuare a ripetere cento volte le stesse cose!

Uno dice: «Ma io lo faccio per il suo bene».

Non è vero, non è vero!

Il bene dell’altra persona è l’esercizio pieno della sua libertà, tu sei chiamato a dirlo una volta e basta, poi vada per la sua strada!

Infatti, il Signore ci dice: «Non vi accoglieranno? Bene, prendete, uscite, fate così con i piedi, battete proprio la punta del piede per terra (impariamo proprio a fare così, guardate il mio piede…) e dite: “Io quello che dovevo dire l’ho detto!”»

Il Signore ci potrà solo chiedere: «Hai detto tutto?»

Anche San Leone Magno ci richiama su questo, quando commenta il Libro del Profeta Ezechiele, e dice: «State attenti a non fare i cani muti! State attenti a non avere paura dei potenti, state attenti a non cercare il consenso degli uomini, perché poi dovete rendere conto a Dio di quel silenzio che avete fatto, perché diventate collaboratori della menzogna».

Anche Santa Caterina da Siena lo dice: «Il mondo, a furia di tacere, sta marcendo».

Quindi, San Leone Magno dice: «State solo attenti a non sentire addosso a voi il rimprovero di Dio, che, attraverso il Profeta Ezechiele, fa ai pastori di Israele».

Anche Sant’Agostino, commentando quel passo, dice delle cose importantissime.

Il Signore ci potrà solo chiedere: «Hai detto tutto? Hai annunciato tutto quello che dovevi annunciare? Hai trasmesso il Mio Vangelo nella sua integrità o lo hai diluito per accarezzare le orecchie di chi ti ascoltava? Hai detto tutto bene? Lo ha detto come se ci fossi stato Io? Hai fatto tutto bene? Se sì, basta. L’hai detto una volta?  Adesso la responsabilità è di chi ti ha ascoltato. Non vogliono accogliere? Non vogliono ascoltare? Fanno i riottosi? Mormorano mentre parli? Questo non è affare tuo, non compete più al pastore, compete all’uditore».

Colui che ascolta, dentro di sé, fa tutti i suoi digrignamenti, pensa: «È duro, è molle, è facile, è difficile…», questo è affare loro!

Allora, Gesù dice: «Andate in piazza».

Perché “andate in piazza”?

Perché la piazza è il luogo pubblico, per i Greci era la Polis, era dove si decideva tutto.

Non è come da noi, dove in piazza c’è il bar e vanno solamente alcuni a bere il bianchino. Una volta, la piazza era proprio il luogo pubblico dello scambio, del commercio, di tutto, tutto accadeva in piazza.

Quindi, Gesù dice: «Andate in piazza, andate davanti a tutti, e dite questa frase (che è molto importante): “Noi scuotiamo la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, e la scuotiamo contro di voi”», cioè: «Noi non abbiamo più niente a che fare con voi, tutto lasciamo lì, e questa polvere che lasciamo lì è testimone di quanto abbiamo fatto».

Ecco perché va scossa dai piedi, perché poi la polvere rimane lì; tu te ne vai, ma la polvere rimane lì.   

Continua Gesù: «Sappiate, però, che il Regno di Dio è vicino».

Avete visto che per dire questa frase ci vogliono esattamente dieci secondi…

Detto questo, uno se ne va, basta, fine, andate altrove, andate ad annunciare dove vi accolgono.

E Gesù dà questa sentenza, che è già un giudizio: «Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Sapete la fine che hanno fatto Sodoma e Gomorra, sono state sprofondate da questo fuoco che è sceso dal cielo e le ha bruciate, quindi, non è proprio una bella fine.

E uno dice: «Ma dov’è la Misericordia di Dio?»

Qui! Questa è la Misericordia di Dio.

La Misericordia di Dio è questa, proprio questa: è il fatto che il Signore rispetta fino all’ultimo la tua libertà, è il fatto che il Signore fino all’ultimo ti chiama, è il fatto che il Signore ti manda i suoi messaggeri, è il fatto che il Signore ti avvisa e che il Signore ti lascia sempre una porta aperta, se tu la vuoi prendere, se la vuoi attraversare, fino al giorno della tua morte, quando tutto resterà sigillato e con quel tutto ti presenterai a Dio.

Poi, in ultimo, il Signore ci dice che potere viene dato ai settantadue, che erano proprio i discepoli di più ampio raggio, non sono gli Apostoli.

Il Signore ci dice: «Io vi ho dato il potere (incredibile e bellissima questa cosa) di camminare sopra i serpenti, gli scorpioni, sopra tutta la potenza del nemico, nulla potrà danneggiarvi». Peccato che noi, in questa Parola, non ci crediamo…

Col Battesimo e la Cresima noi abbiamo tutto il potere del mondo, tutta la pienezza dello Spirito Santo; il Signore ce l’ha promesso, che noi possiamo camminare sugli scorpioni e sui serpenti.

Chi sono gli scorpioni?

Gesù non intende dire gli scorpioni reali o i serpentelli che camminano, perché nessuno va a camminare sugli scorpioni; il Signore intende le potenze del nemico.

Su tutto ciò che viene dal demonio e che può recare danno all’anima, il Signore ti dice che ti ha dato potere, se, ovviamente, è legato all’annuncio del Vangelo.

Nella misura in cui noi annunciamo il Vangelo (perché i settantadue tornano dall’annunciare il Vangelo), il Signore ci dice: «Io vi ho dato questo potere, non abbiate paura, non dovete temere nulla».

Mai avere paura del diavolo! Non dobbiamo mai temerlo.

Noi camminiamo sopra alle potenze degli Inferi.

Infine: «Rallegratevi che i vostri nomi sono scritti nel Cielo».

Questa è la nostra gioia: pensare che il nostro nome è scritto nel Cielo e far di tutto perché non venga cancellato, ma rimanga scritto attraverso la nostra fedeltà, attraverso l’adesione profonda della nostra fede.

Noi dobbiamo fare in modo che questo nome resti scritto lassù, perché noi possiamo essere chiamati a stare con Dio.

La Vergine Maria ci conceda la grazia di poter vivere proprio come questi settantadue, ci conceda la grazia di vivere della bellezza della Divina Provvidenza e della gioia che viene dall’ annunciare il Vangelo, così come Gesù ce lo ha rivelato.

Sia lodato Gesù Cristo!

Sempre sia Lodato!

 

 

Letture del giorno

XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Prima lettura

Is 66,10-14
Io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace.

Rallegratevi con Gerusalemme,
esultate per essa tutti voi che l’amate.
Sfavillate con essa di gioia
tutti voi che per essa eravate in lutto.
Così sarete allattati e vi sazierete
al seno delle sue consolazioni;
succhierete e vi delizierete
al petto della sua gloria.
Perché così dice il Signore:
«Ecco, io farò scorrere verso di essa,
come un fiume, la pace;
come un torrente in piena, la gloria delle genti.
Voi sarete allattati e portati in braccio,
e sulle ginocchia sarete accarezzati.
Come una madre consola un figlio,
così io vi consolerò;
a Gerusalemme sarete consolati.
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore,
le vostre ossa saranno rigogliose come l’erba.
La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi».

Salmo responsoriale

Sal 65

Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!».

«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini.

Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

Seconda lettura

Gal 6,14-18
Porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio.
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Canto al Vangelo (Col 3,15.16)

Alleluia, alleluia.
La pace di Cristo regni nei vostri cuori;
la parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza.
Alleluia.

Vangelo

Lc 10,1-12.17-20
La vostra pace scenderà su di lui.

In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».

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