Scroll Top

Triduo in preparazione alla festa di S.Teresa di Gesù – Secondo giorno

S.Teresa di Gesù

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia nel secondo giorno del triduo in preparazione alla memoria di S. Teresa di Gesù (giovedì 12 ottobre 2017).

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Approfondimenti

S. Teresa di Gesù – Vita scritta da lei stessa

15 – Si giunge sino a pensare che sia di maggior servizio a Dio farci stimare saggi e prudenti! E si dice che così vuole la discrezione. Se non ci si comporta con quel sussiego e autorità che il nostro stato richiede, si teme di dar poca edificazione, tanto che al prete, al frate e alla monaca pare ormai una novità e un’occasione di scandalo per i deboli portare abiti vecchi e rattoppati, mantenere il raccoglimento e praticare l’orazione. Così avviene oggi, per l’oblio in cui sono lasciati i grandi fervori dei santi e le pratiche della perfezione. Da questo derivano le sventure dei nostri giorni, e non dai pretesi scandali di quei religiosi che con le parole e le opere mostrano il disprezzo in cui deve tenersi tutto il mondo. Sono scandali da cui il Signore sa cavare grandi beni: se qualcuno si scandalizza, altri ne sentono compunzione. Oh, se si avesse qualcuno che ritraesse in sé la vita di Cristo e dei suoi Apostoli! Ne abbiam bisogno oggi più che mai!

16 – Uno di questi fu il benedetto Fr. Pietro d’Alcantara che ora Dio ci ha tolto.
Si va dicendo che il mondo non è più capace di tanta perfezione, che i fisici moderni sono troppo deboli e che i tempi sono cambiati. Eppure questo santo era del nostro tempo. Ma se teneva il mondo sotto i piedi era perché aveva il fervore dei tempi antichi. Certo che non è necessario andare scalzi, né far così aspra penitenza come lui per calpestare il mondo: come ho già detto altre volte, vi sono molti altri modi che il Signore è sempre pronto a insegnarci qualora ci veda con coraggio. Quanto ne dovette dare a questo santo se per quarantasette anni poté durare in quella così aspra penitenza che tutti sanno! Ne voglio dire qualche particolare, appreso da me e da un’ altra persona dalla sua stessa bocca, e di cui posso assicurare la verità.
Ne parlò con quella persona perché era sua confidente, e con me perché mi voleva bene. Il Signore ha voluto così perché mi potesse difendere e incoraggiare nelle mie prove, come mi sembra di aver già detto e ancora dirò.

17 – Mi disse che da quarant’anni, mi pare, non dormiva, fra notte e giorno, che un’ora e mezza e che da principio la sua più dura penitenza era stata questa di vincere il sonno, al quale scopo stava sempre in piedi o in ginocchio. Per dormire si metteva a sedere e appoggiava la testa a un piolo impiantato nel muro. Del resto, non poteva coricarsi neppure volendolo, perché la sua cella, com’è noto, non era più lunga di quattro piedi e mezzo. Per tutto quel tempo non si coprì mai col cappuccio, per quanto ardente fosse il sole e abbondante la pioggia. Non usò calzature né biancheria di sorta, ma solo un abito di rozzo bigello direttamente sulla carne ed anche quello strettissimo, più un mantello della medesima stoffa che recava sulle spalle. Mi diceva che nei grandi freddi se lo toglieva, apriva la porta e il finestrino della cella, poi contentava il corpo col rimettersi il mantello, chiudere la porta e starsene un po’ riparato. Di solito non mangiava che ogni tre giorni, e siccome io ne stupivo, mi disse che, una volta presa l’abitudine, lo si fa facilmente. Seppi da un suo compagno che alle volte stava senza mangiare per otto giorni. Ciò doveva essere quando era in orazione, perché so che andava soggetto a rapimenti e a grandi trasporti di amor di Dio, ai quali una volta fui anch’io presente.

18 – Estrema la sua povertà. Mortificatissimo fin da giovane, mi raccontò che non alzava mai gli occhi, tanto che, essendo stato tre anni in una casa del suo Ordine, non conosceva i religiosi che per la voce. Quando doveva recarsi in qualche luogo, lo faceva seguendo gli altri. E così nei viaggi che faceva.
Erano molti anni che non guardava donne. Anzi, mi diceva che per lui vedere o non vedere era lo stesso. Quando io lo conobbi, era molto vecchio e così estenuato che sembrava fatto di radiconi d’albero. Ciò nonostante era molto affabile. Parlava poco, e solo per rispondere a chi l’interrogava. Ma le sue parole erano molto assennate, perché d’ingegno acutissimo.
Vorrei narrare altri particolari, ma temo che Vostra Grazia mi chieda a che cosa servano: ho scritto con questa paura anche il poco che ho detto. Perciò termino col dire che morì come visse, esortando e ammonendo i suoi religiosi. Quando si accorse di essere agli estremi, recitò il salmo «Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi »; poi, messosi in ginocchio, spirò.

19 – Dopo morte piacque a Dio che mi fosse più utile di quando era in vita, perché mi consigliò in molte cose, e l’ho visto varie volte circondato di grandissima gloria. La prima volta che mi apparve, mi disse con molte altre cose: O felice penitenza che mi ha meritato tanta gloria!
Mi era apparso anche un anno prima che morisse, mentre era assente.Avendo io saputo che doveva morire, gli avevo scritto per metterlo sull’avviso. Egli era allora lontano alcune leghe, e quando morì, mi si fece vedere per dirmi che andava ormai a riposarsi. Io non ci volli credere e manifestai la cosa ad alcune persone. Ma dopo otto giorni arrivò la notizia che era morto davvero o, per meglio dire, che era andato a vivere per sempre.

(S. Teresa di Gesù – Vita scritta da lei stessa – Cap. 27, par. 15-19)

Letture del giorno

Giovedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

PRIMA LETTURA (Ml 3,13-20)
Ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno.

Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti».
Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.
Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 1)
Rit: Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

Canto al Vangelo (At 16,14)
Alleluia, alleluia.
Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo.
Alleluia.

VANGELO (Lc 11,5-13)
Chiedete e vi sarà dato.

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Post Correlati