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Novena allo Spirito Santo della B. Elena Guerra in preparazione della Solennità di Pentecoste

Questa novena in Preparazione alla Solennità di Pentecoste scritta dalla Beata Elena Guerra, fa parte di un opuscolo benedetto dal Santo Padre Leone XIII contenente anche una serie di preghiere e meditazioni per il giorno della Solennità.

Il nostro Santo Padre Leone XIII a tutti i fedeli che per nove continui giorni avanti Pentecoste faranno quotidianamente, o in pubblico o in privato, alcune preghiere particolari allo Spirito Santo, concede per ciascun giorno indulgenza di sette anni e altrettante quarantene, e indulgenza plenaria in uno dei nove giorni, ovvero nel giorno stesso di Pentecoste, oppure in uno degli otto giorni seguenti, purché confessati e comunicati, preghino secondo l’intenzione del medesimo Santo Padre. Le stesse indulgenze, poi, acquistano nuovamente coloro che negli otto giorni seguenti alla Pentecoste innalzeranno preci allo Spirito Santo come nei giorni della Novena.

Di più, per concessione del sommo Pontefice Pio IX, in qualunque tempo dell’anno si faccia una Novena allo Spirito Santo servendosi di un libro approvato dall’autorità ecclesiastica, si acquista l’indulgenza di 300 giorni per ciascun giorno, e plenaria per una volta, purché confessati e comunicati, si preghi per la Santa Chiesa e per il Sommo Pontefice.

INVITO

L’ultimo invito all’orazione, l’ultimo soave comando che uscì dalla bocca, anzi dal Cuore del divino Maestro, fu quando disse ai Discepoli che pregando aspettassero tutti insieme il promesso Spirito Santo. Ascoltiamo anche noi quell’invito, obbediamo a quel comando ed entriamo tutti nel Nuovo Cenacolo.
Vi entrino i devoti del santissimo Cuore di Gesù, perché le fiamme diffuse in forma di lingue dal divin Paracleto nel Cenacolo, sono le fiamme stesse di quell’Eterno Amore, la cui sede più degna è l’ardente Cuore di Gesù.
Entrino in questo Nuovo Cenacolo i devoti della Passione, perché la venuta dello Spirito Santificatore sulla terra e nel cuore dei fedeli è appunto lo scopo ed il frutto della Passione e Morte del Salvatore.
Vi entrino i devoti di Maria, la quale, sovrappiena com’era di Spirito Santo, con le sue validissime preghiere, lo fece discendere più abbondantemente sopra gli Apostoli: consolantissimo Mistero, che si contempla anche nel Rosario, e che, è compimento e corona degli altri Misteri della Redenzione.

INTENZIONE DA RINNOVARSI TUTTE LE MATTINE

Oggi, mio Dio, intendo tenermi unito in spirito a Maria Vergine e ai santi Apostoli che nel Cenacolo invocavano tanto fervidamente il divino Spirito; e ad ogni palpito del cuor mio intendo ripetere ed offrirti tutte le preghiere che essi t’innalzarono nei dieci giorni in cui stettero uniti in quel santo luogo.

Signore esaudiscici; siamo figli tuoi e ti chiediamo lo Spirito Santo; te lo chiediamo nel Nome e per i meriti di Gesù; te lo chiediamo per noi e per tutti i redenti. Ricordati aver Gesù promesso che a chi lo domanda lo darà. Daccelo dunque, o Padre santo, mentre noi con la Chiesa ti ripetiamo:

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

SUPPLICA ALLO SPIRITO SANTO

O Eterno Divino Spirito, che nel giorno della Pentecoste illuminasti tante menti e infiammasti di celeste amore tanti cuori, se mai vi fu bisogno di quella luce divina e di quel santo fuoco che emana da Te, è certamente ora che le tenebre dell’errore ingombrano le menti e la freddezza agghiaccia i cuori. Ma in tanto bisogno che abbiamo del tuo soccorso, oh, come son pochi coloro che a Te ricorrono! Eppure Tu, o Santo Spirito, sei quello che con la tua luce e col tuo amore puoi rinnovare la faccia della terra. Emetti dunque dal Cielo la tua luce divina, che rischiari tutti quei miseri che giacciono nelle ombre di morte. Emetti le fiamme del tuo amore, e fa che tutti i cuori palpitino di santa carità e che torni così a regnare sulla terra la giustizia e la pace.

Muoviti a pietà del misero mondo che è il campo dove il Salvator nostro Gesù sparse il buon seme delle sua parola e dei suoi esempi, e che purificò e fecondò col suo Sangue prezioso. Ma il nemico vi ha soprasseminato la zizzania che ormai opprime ed affoga il buon grano. O Spirito Santo, impedisci che il demonio signoreggi più a lungo nel mondo e rubi a Gesù le anime che tanto gli costano. Il rinnovamento della terra che imploriamo è opera tua; affrettalo, o Divino Spirito, risveglia tutte le nazioni, e fa che, scosso il giogo della colpa e del demonio, tutte ritornino al vero Re e Pastore, Gesù Signor nostro.

Volgi poi uno sguardo anche a quei Cristiani tiepidi e infingardi che, paghi del biasimare il male, nulla fanno per impedirlo.

Svegliali, o Divino Spirito, svegliaci tutti, e facci intendere che fra i nostri doveri v’è anche quello di procurare, per quanto possiamo la salvezza dei nostri fratelli con quei mezzi che la Provvidenza ci fornisce. A chi ha ricchezze fa intendere che son dono tuo, e che deve spenderne una parte in opere sante e caritatevoli. A chi ha ingegno fa intendere che non si può meglio adoperarlo che a condurre anime al Cielo. A chi ha autorità fa intendere che deve usarne per la dilatazione del Santo Regno di Dio sulla terra. A chi non ha nulla fa intendere, o Divino Spirito, che tutti abbiamo l’onnipotente mezzo della preghiera, col quale possiamo e dobbiamo far discendere dal Cielo non solo ogni bene, ma anche Te, o Divin Paracleto, fonte di tutti i beni, e così ottenere quel sospirato rinnovamento della terra, che umilmente e con piena fiducia imploriamo.

AVVERTENZA

O pio fedele, che da questa Novena vuoi ricavare frutto di copiose benedizioni, segui l’esempio degli Apostoli, che, obbedienti al comando del Salvatore, si raccolsero in orazione, e cosi uniti in fraterna carità perseverarono con Maria nella preghiera finché non videro compiuta la grande promessa con la venuta del Divin Paracleto.
Tre cose dunque hai da fare anche tu in questi santi giorni:

1. Perseverare in fervente orazione;
2. Praticare la fraterna carità;
3. Stare unito a Maria, e supplicarla che ti aiuti a ben disporti alla venuta dello Spinto Santo.

Vieni Spirito Santo riempi il cuore dei tuoi fedeli ed accendi in essi il fuoco del tuo amore.

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

OREMUS

O Signore, l’effusione dello Spirito Santo purifichi i nostri cuori, e li fecondi con l’intima aspersione del suo profumo.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.

BISOGNO CHE ABBIAMO DELLO SPIRITO SANTO

I. Il Signor nostro Gesù Cristo vicino a compiere la grande opera della Redenzione ripeteva sovente ai discepoli la promessa di dar loro lo Spirito Santo, e li esortava a chiedere quello Spirito Divino, volendo così che intendessero come solo in quel fuoco d’eterna carità sarebbero maturati i frutti della Croce. Si, o fedeli, come un’anima è necessaria al corpo umano perché viva, così lo Spirito Santo è necessario al Cristiano perché possa salvarsi. E san Paolo per farci intendere questa verità, ha detto che senza l’aiuto del Divino Spirito non possiamo neppur invocare il Santo Nome di Gesù. E noi che abbiamo un’anima insidiata da tanti nemici, oppressa da tanti mali, non avremo bisogno, e gran bisogno dello Spirito Santo? Come va dunque che si pensa sì poco a invocarlo? Nel nostro tempo s’è pur troppo dimenticato lo Spirito Santo, con gran pericolo che lo Spirito Santo si dimentichi di noi!

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Tutti quaggiù abbiano bisogno dello Spirito Santo: ne hanno bisogno gli innocenti per non peccare, ne hanno bisogno, i peccatori per convertirsi e i giusti per ottenere la perseveranza. Ne hanno bisogno i ciechi perché Egli è luce, i deboli perché è sostegno, e gli afflitti perché è ottimo Consolatore. Ne hanno bisogno i tiepidi perché Egli è fuoco celeste, gli aridi perché è fonte viva, e gli erranti perché è guida che fa schivare ogni mala via, ne hanno bisogno tutti coloro che aspirano agli eterni gaudi del Cielo, perché Egli è il Santificatore delle anime. Ne ha poi bisogno e massimo bisogno la società moderna, caduta nel fango di tutti i vizi e di tutti gli errori, e dallo spirito del male che la governa sospinta a perdizione. Ma con tanto bisogno che abbiamo dello Spirito Santo, qual è la nostra premura nell’invocarlo? Eppure sappiamo che solo dallo Spirito di Dio può essere rinnovata la faccia della terra, e solo da quello Spirito Divino può esser santificata l’anima nostra. Deh cristiani! torniamo allo Spirito Santo, e lo Spirito Santo tornerà a noi.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

O Divino Spirito, Tu sei ogni nostro bene e tutta la nostra sufficienza, eppure quanto è grande la nostra stoltezza nel non invocarti, e l’ingratitudine con cui abbiamo posto in dimenticanza gli incessanti tuoi benefici, ma infinitamente maggiore è la tua bontà verso di noi. Tu sei l’essenziale Amore di Dio, e non puoi respingere le suppliche di anime pentite che a Te ritornano. Sì, eterno Amore, noi a Te ritorniamo per domandarti perdono della nostra freddezza nell’onorarti, e per supplicarti di venire a tutti i nostri bisogni. Vedi come lo spirito di superbia e d’intemperanza, lo spirito d’interesse e di mollezza, lo spirito d’insubordinazione e d’incredulità si è diffuso su tutta la terra, onde può dirsi che tra noi signoreggia lo spirito del male; Tu, o Spirito di Dio, che sei Spirito d’ogni bene, vieni a soccorrerci, effonditi nelle anime nostre, visita le nostre menti, riempi i nostri cuori di grazia superna, caccia via lo spirito del male da questo mondo, e torna a regnarci o Spirito d’amore, di verità e d’ogni bene.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

QUANTO HA FATTO GESÙ CRISTO PER DARCI LO SPIRITO SANTO

I. L’amatissimo Cuore del Salvator nostro Gesù, che infinitamente ci ama e d’ogni suo bene ci vuole partecipi, non ha rinunciato a fatiche e dolori per conferirci il massimo di tutti i beni che è il suo Santo Spirito. Un giorno Egli disse: Io son venuto a portar fuoco sulla terra, e che altro voglio se non che questo fuoco si accenda? Oh, quanto desidera il buon Gesù di vedere in noi acceso il divin fuoco del Paracleto, che santifica e in certo modo divinizza i redenti! E però non gli parve troppo chiederlo gemendo al Padre, con suppliche ardenti, con sospiri e lacrime, e con la voce di mille aperte piaghe, impetrarcelo con l’effusione di tutto il Sangue e col sacrificio della sua vita. Il peccato aveva tolto lo Spirito di Dio dall’uomo, e le espiazioni e la morte dell’Uomo Dio lo hanno richiamato in noi. Ma chi può mai intendere quanto è costata questa grande opera al Salvatore del mondo? O anima mia, se di frequente tu riflettessi a sì gran verità, quanto apprezzeresti il Dono dell’Altissimo Dio, quel Dono che ti ha meritato il tuo Gesù con tante pene!

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Ma come e quando riceviamo noi lo Spirito Santo? Lo riceviamo unitamente alla grazia santificante per mezzo dei Sacramenti e principalmente col Sacramento della Cresima, che è come il suggello del divino Spirito, che imprime in noi il carattere di perfetti cristiani. Se riflettessimo spesso che noi pure siamo di quei fortunati che per il Sangue del Redentore furono riempiti di Spirito Santo, come andremmo santamente alteri di tanta grazia! Sì, lo ricevemmo il divino Spirito che venne a noi nel Battesimo, nella Cresima, ed ogni volta che con sincero pentimento delle nostre colpe, tornammo a Dio. Lo Spirito santo viene poi e sopravviene in noi con ogni Comunione ben fatta, con ogni fervorosa orazione, con ogni opera soprannaturale: che anzi è più opera del divino Spirito che nostra. Anima mia, che potresti desiderare di più? Lo Spirito di Dio è venuto e sopravvenuto anche in te, il fuoco che il Salvatore venne a portar sulla terra è stato acceso anche in te! Guai se tu lo estingui! Guai se contristi il tuo Ospite divino, e se lo costringi ad abbandonarti!

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

I benefici della Redenzione sono d’infinita eccellenza; ma quello che è di tutti compimento e corona è l’infusione dello Spirito di Dio nelle creature. O buon Gesù, cui costò sì caro l’arricchirci di tanto bene, non siano vane per noi le pene che tu hai sofferto per giungere a metterci in cuore il beato fuoco del tuo Spirito. Eccoti il cuore nostro, purificalo, santificalo, accendilo di quel fuoco divino, e fà che non vi si estingua mai più. Sia in noi sempre vivo e operoso il suo ardore, e ora che il mondo si è tanto raffreddato nell’amor tuo ed è dominato da uno spirito contrario allo Spirito Santo, ora fai che si levino coraggiosi i veri fedeli, e con la preghiera, con la parola, con l’ esempio e con ogni impresa di carità e di zelo tanto si adoperino, affinché il tuo Santo Spirito torni ad illuminare tutte le menti, ad infiammare tutti i cuori e a regnare in tutte le volontà.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

DONO DELLA SAPIENZA

I. Consideriamo come la celeste Sapienza è un dono dello Spirito Santo che ci fa apprezzare, bramare, gustare le cose sante, le divine grazie, i beni eterni e al tempo stesso ci mette in disprezzo e in disgusto le vanità della terra. Al dono della Sapienza si oppone il vizio della stoltezza che fa traviare i mortali, inducendoli a riporre la loro stima e i loro affetti nelle cose caduche, nei gusti sensibili e nel fasto mondano, trascinando così la loro debole volontà per le vie del peccato. Ah! che purtroppo è venuto quel tempo, predetto da S. Paolo, nel quale gli uomini per eccesso di stoltezza non avrebbero potuto sopportare la sana dottrina, perché privi dello Spirito di Dio e della sua celeste Sapienza. È dunque tempo di seguire il consiglio del medesimo Apostolo, e specialmente coloro che hanno cura della gioventù veglino, preghino, ammoniscano, correggano, insegnino con ogni pazienza e dottrina, e tanto si adoperino affinché torni fra noi con lo Spirito di Dio anche quella vera Sapienza che conferisce al Cristiano ammirabile saviezza, retto giudizio e signoria sopra le scorrette passioni.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Il Dono della Sapienza essendo prezioso non solo in se stesso ma anche negli effetti che in noi produce, è sommamente desiderabile, e può compararsi a quella gemma di paradiso che non deve esser data a immondi animali, cioè ai cuori duri, sporcati nel fango di spregevoli affetti e di vergognose passioni, ma è riservata solo a coloro che si custodiscono puri di mente e di cuore e fanno in sé regnare la divina grazia. Per questi la Sapienza è lume celeste, è guida sicura nel periglioso viaggio della mortale vita, laddove pei mondani non è altro che un libro chiuso, perché l’uomo animale non può intendere le cose di Dio. Uno sguardo, o cristiani, uno sguardo alla terra; oh, quanti mai sono coloro che, fattisi indegni di ricevere il dono della vera Sapienza, appartengono alla schiera degli stolti e dovranno piangere la loro stoltezza per tutta l’eternità! Ma tutti quegli stolti sono nostri fratelli… li lasceremo perire? Ah, no! E fin d’ora proponiamo di volerci adoperare con zelo ed impetrare loro il dono della Sapienza.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

Si, il numero degli stolti è infinito: e non solo abbondano tra coloro che son privi della luce della vera fede, ma purtroppo anche nel Cristianesimo. Ed è un piangere il vedere come anche tra noi Cristiani regna stoltezza nel pensare, stoltezza nel parlare e nell’agire, e vi regna perché i Cristiani hanno dimenticato Te, o Divino Spirito, Fonte e Datore di Sapienza celeste. Colpevoli anche noi d’aver trascurato di onorarti e pregarti, e dolenti del male che per ciò abbiamo fatto a noi stessi, ora ci prostriamo supplichevoli alla tua presenza, e, chiedendoti perdono, ti supplichiamo ad infondere in noi quella preziosa Sapienza che tanto avvicina a Dio, quanto la stoltezza ne allontana. E non solo per noi, o Eterno Amore, anche per tanti nostri fratelli lontani ti supplichiamo: con la tua luce divina dirada le tenebre degli errori che accecano tanti Cristiani, e fa che, deposta la dannosa stoltezza che li governa, possano ricevere il dono della celeste Sapienza, che per essi e per noi, o divino Spirito, umilmente imploriamo.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

DONO DELL’INTELLETTO

I. Fra i molti danni cagionati all’uomo dalla colpa d’origine, uno dei più lacrimevoli è l’averne oscurato l’intelletto e resolo meno atto a comprendere le superne verità. L’eterna luce di Dio, che avanti il peccato, con riflesso ammirabile investiva e penetrava la mente dell’uomo, fu eclissata da folte tenebre, e lo spirito umano non avrebbe potuto mai più innalzarsi fino a Dio, se un’amica potenza, cioè lo Spirito Santo, col dono del suo Intelletto non avesse diradato quelle tenebre e ravvivato quella celeste luce. E quel dono prezioso riaccendendo nell’anima il lume del Cielo, agisce anche sulla volontà umana e la riconduce al suo Dio, congiungendo così soavemente Creatore e creatura. Di quanti beni è per noi fecondo il Dono dell’Intelletto! Ma questo Dono, sebbene guadagnatoci dagl’infiniti meriti di Gesù Cristo, trova grandi ostacoli nella nostra freddezza e nel nostro dissipamento, poiché chi tiene gli sguardi della mente rivolti alle vanità, li tiene purtroppo chiusi alla luce dello Spirito Santo.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Che si ha dunque a fare per ricevere il necessario dono dell’Intelletto? Prima di tutto bisogna negare alla nostra mente il pascolo di pensieri vani ed oziosi, di pensieri che fomentano la superbia, o altra passione, bisogna negarle il velenoso pascolo di letture vane, menzognere, fantastiche, che riempiono di mondane sciocchezze una mente creata per contenere il tesoro delle celesti verità, anzi per essere tabernacolo della stessa Verità Eterna che è Dio. In un vaso, sporco e profanato, non v’è luogo per il prezioso dono dell’Intelletto. Ma per ottenere questo dono non basta astenersi dai cattivi pensieri e da biasimevoli letture, bisogna anche sollevare il nostro spirito al Padre dei lumi con pie letture, devote meditazioni e fervorose preghiere. Or che altro aspetta lo Spirito Santo per comunicarci il suo Intelletto? Aspetta che noi col suo aiuto ci disponiamo a riceverlo, e gli presentiamo una mente pura, una mente assetata delle celesti verità, e abbellita di sane dottrine e di santi pensieri.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

L’amatissimo Redentore di tutte le umane miserie aveva e mostrava tenera compassione allorché percorreva, facendo a tutti del bene, le contrade della Palestina. Ma la sua maggior compassione sembra l’avesse riservata ai ciechi; e talora per guarirli non aspettava d’esserne pregato, ma si faceva Egli stesso avanti a domandare che volessero, tanto Egli bramava d’illuminarli! Così o Paracleto Divino, o dolcissimo Spirito di Dio, compatirai, ne siamo sicuri, la funesta cecità di tante anime prive del tuo Intelletto, e accoglierai oggi benignamente le preci che ti innalziamo, affinché a noi e a tutti i ciechi ti degni infondere sì prezioso dono. Noi per parte nostra ti promettiamo di purificare la nostra mente dai pensieri impuri, e biasimevoli; di rinunziare ad ogni lettura vana, a trattenimenti e spettacoli contrari allo spirito cristiano. Di più, ti promettiamo di esortare anche i nostri fratelli a fare altrettanto, e così Tu, o Dio d’amore, ci arricchisci del prezioso dono dell’Intelletto, e il nostro spirito, che da tanto tempo vaga lontano dal suo Creatore, a Lui si ricongiungerà per non dividersene mai più.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

DONO DEL CONSIGLIO

I. Tante sono le incertezze della vita, tanti gli inganni, tante le insidie dei nostri nemici, che guai a noi se Dio nella sua infinita misericordia non facesse verso di noi le parti d’affettuoso amico, comunicandoci per mezzo del suo Eterno Amore il Dono del Consiglio. Con questo benefico Dono lo Spirito Santo soavemente ci ammonisce dei nostri errori, ci fa accorti contro i pericoli di perderci, e ci addita la sicura via del bene. Quante volte nel corso della nostra vita la voce paterna di Dio si è fatta sentire al cuor nostro e ci ha scoperto, o gli inganni delle nostre passioni, o i pericoli del mondo, o le insidie del tentatore; e quella voce amorosa, quel divino Consiglio, da quanti mali ci ha preservato! Se tutti accogliessero sì benefico Dono, non vedremmo tanti correre per le vie di perdizione! E vi corrono purtroppo tutti coloro che rigettano il Dono del Consiglio, col quale il divino Spirito, quale amico fedele ed amante, invita e conduce le anime alla salvezza.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Per ricevere il Dono del Consiglio e goderne i salutari frutti è necessaria la virtù della docilità. Le anime indocili, le anime caparbie e capricciose respingono da sé quel divino Amico, che col suo Consiglio vorrebbe salvarle. E purtroppo di anime indocili è ora pieno il mondo, e se ne trovano anche tra coloro che professano vita devota, e in alcune di esse il divino Spirito incontra talvolta resistenza così ostinata, che è costretto ad abbandonarle al loro maltalento. Il vizio della indocilità, si è diffuso in tutti gli ordini della società, si ribellano i figli ai genitori, si ribellano i servi ai padroni, si ribellano i popoli alle leggi, si ribellano gli stessi cristiani a Dio. E noi, che tante volte ci addoloriamo perché privi di luce e di consiglio, non meritammo forse con la nostra indocilità l’abbandono dello Spirito Santo?

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

Dolenti e confusi confessiamo, o Signore, la nostra indocilità: quella indocilità che ci ha talvolta privati del Dono del Consiglio, col quale avremmo potuto correre felicemente le vie della salute. Assecondammo fino ad ora la nostra stolta volontà, invece di sottometterci amorosamente alla tua. Preferimmo il nostro falso modo di giudicare a quell’adorabile Consiglio che è fonte di luce e di santità. Quante volte ed in quanti modi ti abbiamo contristato, o divino Amico delle anime, o Eterno Amore, che col tuo Consiglio ci volevi guidare al bene! Ora conosciamo il nostro fallo, e, pentiti, te ne chiediamo perdono, supplicandoti a non privarci del tanto necessario Dono del tuo Consiglio. Volgi anche uno sguardo di misericordia a tutti quelli sconsigliati che amano la vanità e seguono la menzogna. Penetri nel loro cuore, o divino Spirito, l’amorosa tua voce, il tuo lume, il tuo Consiglio, e fa che, docili e ravveduti, tutti torniamo sulla via della salvezza.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

DONO DELLA FORTEZZA

I. La vita dell’uomo è milizia sopra la terra, onde ha bisogno d’un aiuto soprannaturale che lo sostenga nelle battaglie contro i suoi spirituali nemici, e questo aiuto è il quarto dono dello Spirito Santo, cioè la Fortezza. Sempre questo dono fu necessario al Cristiano che è debole per natura e debolissimo per viziose abitudini; ma ora più che mai vi è bisogno di soprannaturale fortezza, essendo caduti la maggior parte dei Cristiani in tale eccesso di debolezza, che li aliena dal compiere anche i più lievi sacrifici. Ed infatti non solo ricusano di sacrificarsi per amor di Dio e per il bene dei fratelli, ma anche per la loro eterna felicità, e vorrebbero ottenerla senza fatica e senza pena. È un piangere vedere i seguaci d’un Dio Crocifisso incapaci di sostenere un motteggio, di vincere i rispetti umani, di mortificare una voglia, di spogliarsi d’un abito vizioso. È un piangere il vedere come preferiscono i beni della terra a quelli del cielo, e per un impiego, per un meschino lucro, per uno sfogo di passione tradiscono la coscienza e se ne vanno all’eterna perdizione. Oh, se lo Spirito Santo non torna ad infondere la sua divina Fortezza negli uomini, il mondo è perduto!

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Per impetrare dal divino Spirito la Fortezza si richiedono due virtù, e sono: umiltà e confidenza. L’umiltà ci fa conoscere il bisogno che abbiamo del divino aiuto, e muove in nostro favore quel Dio che resiste ai superbi e da grazia agli umili. La confidenza poi, la filiale e ferma fiducia, tanto vale innanzi a Dio, che ne impetra i doni e le grazie più segnalate. Ma queste due benedette virtù poco sono conosciute, poco sono praticate dai Cristiani del nostro tempo! Siamo caduti nell’abisso della viltà e della debolezza, e non vogliamo riconoscere e confessare la nostra miseria. Siamo incapaci di un generoso sacrificio, e vorremmo esser tenuti per anime forti e coraggiose, non sappiamo mortificare un capriccio, una voglia, e vorremmo esser tenuti per salvi. Riconosciamo l’eccessiva nostra debolezza, e confidando in quella misericordia che non conosce confini, domandiamo allo Spirito Santo quella sovrumana Fortezza che tanto è necessaria al Cristiano militante su questa terra.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

Se vi sono anime, o divin Paracleto, veramente bisognose della tua Fortezza, siamo noi, che per la nostra pusillanimità, per difetto d’umiltà e di fiducia, privi di tanto Dono, cademmo purtroppo molte volte e fummo vinti dagli spirituali nemici, che hanno portato desolazione nel nostro cuore. Spirito Santo, Eterno Amore, muoviti a pietà di noi, infondici quella divina Fortezza che sola può sostenerci nella lotta che dobbiamo combattere contro la nostra corrotta natura, contro le malvagie abitudini, contro il mondo, e contro il maligno. Facci ben intendere quelle parole del divino Maestro: Il regno dei cieli patisce violenza, e solo chi si farà violenza potrà conquistarlo, e mentre noi riponiamo nell’infinita tua bontà tutta la fiducia, aiutaci a cominciare una vita di coraggiosa rinnegazione, che di vittoria in vittoria ci conduca al pieno trionfo di tutti i nostri nemici e al conseguimento dell’eterna felicità. Mai non cesseremo d’invocarti e di supplicarti, o Spirito di Fortezza, finché non solo a noi, ma anche ai fiacchi mondani, che pur sono fratelli nostri, non abbia conceduto la forza e la grazia di superare tutti gli ostacoli che si oppongono alla loro conversione e salvezza.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

DONO DELLA SCIENZA

I. Molte volte l’amatissimo Salvatore nostro Gesù promise ai suoi cari discepoli lo Spirito Santo: ma sempre che lo prometteva, accennava loro alcuni dei grandi beni che lo stesso Spirito avrebbe recato alle anime. Fra questi beni il più di frequente ricordato da Gesù fu il dono della Scienza, indicando il Divino Spirito come Maestro di tutte le cose e come Luce divina che avrebbe fatto intendere ai cristiani il vero senso di quegli ammaestramenti che Egli medesimo con tanto amore compartiva. Da ciò s’intende che lo Spirito Santo è il Maestro dei veri credenti, quello che nutre le anime col celeste pascolo della verità. Ma come mai in un secolo nel quale la sete del sapere è sì fortemente sentita, e la scienza tanto apprezzata, come mai non si ricorre allo Spirito Santo, Padre dei Lumi e Maestro d’ogni creatura? Che ora si cerca e si apprezza la scienza del mondo, la scienza che gonfia, la scienza apparente e talvolta menzognera, e non quella che edifica e salva perché viene da Dio. O anime, desiderose di sapere, e di sapere il vero, ricorrete al vostro Maestro: allo Spirito Santo.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Tanto è preziosa la scienza di Dio che per acquistarla sarebbe bene speso ogni tesoro, sarebbe bene spesa ogni fatica; e chi ne indicasse il modo di conseguirla ci farebbe il massimo beneficio. Ma ce lo ha indicato il medesimo Spirito Santo, dicendo che la dottrina di Dio, cioè la divina Scienza, si acquista con lo stare vicini a Dio stesso. Ma che significa star vicini a Dio? Significa far vita d’orazione. Tutti i doni, tutte le grazie son frutto d’orazione, ma la divina Scienza è particolarmente riservata alle anime che se la intendono con Dio e a Lui stanno congiunte con la meditazione e con la preghiera; anzi, come la luce deriva dal sole, così può dirsi che la scienza deriva dall’orazione. E infatti, dove si trova la vera scienza e il sano giudizio? Solo in coloro che conversano di frequente con Dio, mentre stoltezza, vanità e menzogna sono il retaggio di coloro che non si tengono vicini a Dio con la orazione. Oh, se il mondo intendesse questa verità! Se la gioventù del nostro tempo fosse amica dell’orazione non si avrebbero a deplorare nelle famiglie e nella società tanti mali, e la scienza vera che edifica prenderebbe il luogo della falsa scienza che gonfia e distrugge.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

O Divino Maestro di scienza verace, ecco dinanzi a Te, umiliate e pentite, le anime nostre, che s’incolpano d’aver vagato come colombe sedotte, di vanità in vanità, e d’aver cercato la scienza nei velenosi rigagnoli dell’errore, anziché nel Fonte delle eterne verità che sei Tu. Ma oggi a Te ritorniamo, o Maestro delle anime redente, e Ti chiediamo quel vero e costante spirito d’orazione che, congiungendoci a Dio, ci apre i tesori della Scienza celeste. Te lo chiediamo per noi, o Spirito Santo, e Te lo chiediamo per tutti quei nostri fratelli, che avendo bevuto alle fonti dell’errore, sono trascinati al male. Signore, abbi pietà, convertili, e non permettere che travolgano all’errore le anime incaute della cara gioventù. Sei Tu difensore e custode di questa eletta porzione del gregge di Gesù Cristo: liberala dalle insidie che la circondano, dai pericoli che la minacciano; e fa che non tramonti per essa il bel giorno dell’innocenza. Da Te, o Spirito di Dio, attendiamo il sospirato rinnovamento della terra, e l’otterremo se, come Ti supplichiamo, effonderai nella Chiesa con lo spirito d’orazione il Dono della tua Scienza.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

DONO DELLA PIETÀ

I. Il dono della Pietà che infonde lo Spirito Santo nelle anime è il distintivo dei figli di Dio. Esso consiste in un impulso soave e costante che induce dolcemente l’uomo a volere ed a fare il bene in segno di affetto filiale a Dio. Per mezzo della Pietà il Cristiano ama veramente e filialmente Dio, ed ama fraternamente il prossimo, perché immagine di Dio. Questo amore lo porta a servire Dio con diligenza e premura, e a sacrificarsi con piacere per il bene dei fratelli. Ma la Pietà abbraccia tutto ciò che a Dio in qualche modo appartiene, perciò si estende alla divina Madre Maria e le offre un culto di speciale venerazione, si estende ai Santi e li onora perché amici di Dio; si estende alle anime dei defunti e procura di suffragarle perché dilette a Dio, si estende ai peccatori, e ne implora il ravvedimento perché son figli di Dio, si estende alla Santa Chiesa e ne brama la prosperità e l’incremento perché è opera di Dio; si estende agli infedeli e ne sospira la conversione perché sono creature di Dio. Il Dono della Pietà rende benigni i potenti, rispettosi i soggetti, generosi i ricchi, pazienti i poveri; giova a tutti, giova sempre, ed imprime in tutte le azioni del Cristiano un suggello di Paradiso.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Oh, se questo fiore del Paracleto che è il dono della Pietà, spandesse il suo celeste profumo nel cuore e sulle opere di tutti i Cristiani! Ma invece, è rara al nostro tempo la vera pietà. Le si oppone il freddo operare per usanza di tanti e tanti che si credono buoni, le si oppone l’indolenza, la pigrizia e quella sonnolenza spirituale, che addormenta le anime, onde più non s’innalzano a Dio. Le si oppone quel pernicioso spirito di indifferenza che agghiaccia i cuori, e se non sempre impedisce al Cristiano di fare il bene, rende quel bene solo apparente e vuoto di merito. Infatti un’anima priva del dono della pietà si prostra forse innanzi la Maestà di Dio, ma non l’adora, dirà orazioni vocali, ma intanto non prega; sarà presente alla santa Messa, ma non si può dire che vi assista; andrà a confessarsi e comunicarsi, ma senza frutto. Sembra fare il bene e non lo fa, o piuttosto (ed è peggio) converte il bene in male. Senza il dono della Pietà il Cristiano non solo manca ai suoi doveri verso Dio, ma anche verso il prossimo, e vede senza compiangerli i mali altrui, ha per intollerabili gli altrui difetti, è occupato solo a soddisfare il suo amor proprio, si avvia a quell’abisso di mali che il dominante indifferentismo gli va scavando sotto i piedi.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

Quello Spirito Divino che doveva rinnovare la faccia della terra fu dall’Incarnata Sapienza paragonato ad un fiume d’acqua viva che scaturisce dal seno dei veri credenti e risale fino al Cielo, indicando così il dono della Pietà che Tu, o Spirito Santo, ci avresti conferito. Volgi ora un propizio sguardo alle anime nostre, che per lunga freddezza e trascurataggine son divenute aride come terra senz’acqua, e degnati riparare a tanto nostro danno con l’infondere in noi quella Pietà che fa operare il bene, ma con fervore, con gioia e con perseveranza. Fa che d’ora in poi tutte le opere nostre vadano congiunte a devoti affetti, a pura intenzione, a verace carità: onde la vita nostra sia meritoria e utile ai nostri fratelli. Un’altra supplica ti rivolgiamo, o Eterno Amore, ed è per quei nostri fratelli, ai quali l’indifferentismo ha in certo modo strappato il cuore dal seno, onde più non sanno operare il bene, e ciò li travolge in un abisso di mali. Ma su questo abisso di mali, o divino Spirito, noi invochiamo l’abisso dell’infinita tua Carità, e se occorrono miracoli per salvarli, anche i miracoli noi attendiamo da te, o Eterno amore, che tanti ne hai già operati per la nostra redenzione.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa.

DONO DEL SANTO TIMORE

I. Il dottore Sant’Ambrogio ci rappresenta il Dono del santo Timor di Dio come conseguenza e perfezionamento del vero Amore, ed è chiaro che egli non intende parlare del timore servile, il quale è buono in quanto che dispone l’uomo alla grazia, ma intende parlare del Timor filiale, del santo Timore, il quale non è altro che un delicato e attento amore, che ci fa stare in guardia per non amareggiare con perverse azioni il cuore del celeste Padre. Anche la Sacra Scrittura ci insegna che il santo Timore caccia il peccato. Felici dunque coloro che possiedono questo Dono, poiché essendo il peccato il maggior di tutti i mali, anzi l’unico vero male, un Dono che ce ne libera è per noi il principio di ogni vero bene, il fondamento della salvezza, la caparra del Paradiso. Un’altra eccellente prerogativa del santo Timore consiste nell’essere esso il principio della vera sapienza. Infatti è scritto nelle sacre scritture che coloro i quali temono il Signore, studieranno ciò che a Lui è grato, onde la verità e la sapienza celeste saranno pascolo della loro mente, saranno santi i loro pensieri, savi i loro discorsi, lodevoli le loro azioni. O benedetto dono del santo Timore, di quanti beni sei tu fecondo per noi!

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

II. Ma serpeggia nel mondo un nemico mortale del santo Timor di Dio, ed è il vizio della superbia, che induce l’uomo al disprezzo della divina legge, degli eterni castighi, purtroppo la velenosa bava del serpente infernale, come avvelenò le primizie del genere umano nell’Eden, così avvelena il nostro cuore fin dall’inizi della vita ed ecco l’uomo che ancora bambino rifiuta i suoi maggiori e ride dei loro ammonimenti; fatto poi adulto cresce in superbia; e lo vediamo disprezzare anche le cose sante, anche la Chiesa, i suoi precetti, i suoi Sacramenti, i suoi riti, i suoi Ministri, e talvolta giunge anche a disprezzare Dio e i suoi comandi. Solo il maligno odio di Lucifero contro il genere umano poteva esser autore di tanto male e spingere a tanto eccesso di superbia una creatura di fango! E guai a noi, se lo Spirito Santo col dono del suo Timore non rimediasse a tanto danno. In quest’ultimo giorno della novena facciamo ogni sforzo per ottenere dal divin Paracleto sì copiosa effusione di luci e di grazia, che ne resti santificato il nostro cuore e rinnovata la faccia della terra. Ma soprattutto chiediamogli il Dono del santo Timore, che è rimedio contro il veleno della superbia, è il principio della sapienza, è il sostegno di tutte le virtù.

Tre Pater, Ave, Gloria
Dona Luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, Tu forza di chi soffre.

 

ORAZIONE

O eterno Amore, che procedi dal Padre e dal Figlio, ed insieme col Padre e col Figlio tanto ti adoperi per la salvezza degli uomini, deh! volgi uno sguardo sulla misera terra, e vedi come la superbia, trasfusa nei discendenti di Adamo peccatore, rende schiave di Satana anime riscattate dal Sangue del Dio Redentore. Fa che cessi tanta disgrazia e accogli benigno la preghiera che con la Chiesa ti rivolgiamo dicendo: Hostem repellas longius. Sì, caccia lungi da noi il nemico della superbia e infondi soavemente in tutti i cuori il tuo santo Timore e con esso la vera sapienza di cui è principio. E mentre noi ci disponiamo a celebrare la solennità che ricorda la tua venuta sopra la terra, degnati disporre al bene i nostri cuori, affinché possiamo avere gran parte a quei tesori di grazia che già effondesti sui felici Congregati nel Cenacolo di Gerusalemme. Vieni, o Spirito Santo, vieni e con le tue purissime fiamme consuma in noi ogni affetto terreno, ogni vizio, ogni peccato, ogni male, cambiandoci in uomini nuovi. Vieni e muta gl’increduli in veri fedeli, i tiepidi in fervorosi, i peccatori in santi, e così venga rinnovata la faccia della terra.
Amen

Un Pater, Ave, Gloria

Veni, Creátor Spíritus 1

Veni, Creátor Spíritus,
mentes tuórum vísita,
imple supérna grátia,
quæ tu creásti péctora.

Qui díceris Paráclitus,
altíssimi donum Dei,
fons vivus, ignis, cáritas,
et spiritális únctio.

Tu septifórmis múnere,
dígitus patérnæ déxteræ,
tu rite promíssum Patris,
sermóne ditans gúttura.

Accénde lumen sensibus,
infúnde amórem córdibus,
infírma nostri córporis
virtúte fifirmans pérpeti.

Hostem repéllas lóngius
pacémque dones prótinus;
ductóre sic te prǽvio
vitémus omne nóxium.

Per Te sciámus da Patrem
noscámus atque Fílium,
teque utriúsque Spíritum
credámus omni témpore.

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
Amen

V). Manda il tuo Spirito per una nuova creazione
R). E sarà rinnovato il mondo.

Preghiamo

O Dio che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
Amen

 

  1. Pio VI accordò le seguenti indulgenze:
    1. Trecento giorni a chi recita l’Inno o la Sequenza dello Spirito Santo nel giorno di Pentecoste e nell’ottava.
    2. Cento giorni ogni volta a chi recita l’Inno o la Sequenza negli altri giorni fra l’anno.
    3. Indulgenza plenaria una volta al mese, in un giorno ad arbitrio, a chi è solito recitare l’Inno o la Sequenza una o più volte al giorno, purché, premessa la Confessione e Comunione si preghi per la estirpazione delle eresie e per l’esaltazione di santa Madre Chiesa

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