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Gli otri nuovi: un nuovo stile di pensare

Otri nuovi

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di sabato 4 luglio 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo dell’omelia [udesign_icon_font name=”fa fa-file-text” size=”1em”] 

GLI OTRI NUOVI: UN NUOVO STILE DI PENSARE

Qualcuno può avere il desiderio sincero di andare ad acquistare un vino prelibato, perché si è stancato di sapori indistinti, vuole un vino corposo, un vino saporoso, un vino pregiato, però le damigiane che ha, gli otri che ha, sono quelli di prima, dove metteva dentro questa sorte di acqua sporca che chiamava vino, ma vino non era, e crede che vadano bene lo stesso. In realtà chi è esperto di vino sa che le cose non stanno così. La struttura porosa degli otri assorbiva le sostanze precedenti, quindi restava contaminato, restava segnato, e se ci mettevi dentro il vino buono, pregiato, speciale, quel passato veniva rilasciato dall’otre, poco o tanto che fosse, contaminando il vino nuovo e diventando cattivo. La stessa cosa vale per mettere una stoffa grezza sul vestito vecchio, non puoi mettere una stoffa nuova su un vestito vecchio, si spacca, non tiene più.
Questo accade anche nella vita spirituale, noi abbiamo l’illusione che basta cambiare il vino. Per noi è sufficiente cambiare il contenuto, quindi nella mia vita invece che mettere dentro il mondo, ci metto dentro Dio. Non è così purtroppo, perché il contenuto è molto dipendente dalla forma che lo contiene, è una legge di natura. Io posso avere un cuore possente, fortissimo, sanissimo, ma se ho la lebbra, quel cuore serve a poco, morirò molto presto. Se io non comprendo la necessità di cambiare, non semplicemente le abitudini della mia vita, non semplicemente gli oggetti del pensiero, non solo gli affetti, ma innanzitutto il modo, l​ o stile di pensare, lo stile di conoscere, di vivere, di amare,​ quell’otre si spaccherà, cioè quella vita non riuscirà a contenere, a ricevere tutta l’abbondanza che gli verrà dal vino nuovo, dall’esperienza nuova che è Gesù, non ce la farà.
Cosa gli succederà?
Gli succederà che ad un certo punto cadrà, rimarrà schiacciato dalla grandezza, dall’energia, dalla potenza che verrà fuori dalla presenza di Gesù, e non sarà in grado di reggerla, di portarla. Quando devi farlo sempre, è un problema, perché la vita ad un certo punto non segue più quel Gesù, quella novità che tu hai voluto mettere dentro la tua storia, di vita e di pensiero.
E cosa abbiamo?
Abbiamo i Giuda. Giuda non ha retto la meraviglia di Gesù, non ce l’ha fatta. Abbiamo i Giuda e i disertori, quelli che ad un certo punto se ne vanno, trovando mille scuse, come i Giuda. Ci saranno sempre mille ragioni per disertare, mille ragioni per tradire.
Il punto nevralgico qual’è?
Che non si è stati capaci di portare la responsabilità del vino nuovo, della novità di questo contenuto che ci è stato dato, bellissimo e meraviglioso, ma che ad un certo punto ha spaccato l’otre, e si è versato tutto per terra, è andato tutto perduto, tutto il contenuto meraviglioso che io ho ricevuto, e tutto finisce sprecato.
Perché?
Perché non ho curato il contenente.
Nell’analisi della psichiatria gli psichiatri hanno constatato che c’è una stretta correlazione tra coloro che smettono una dipendenza, ad esempio la droga o l’alcool, e l’inizio successivo di una relazione affettiva molto intensa.
Noi diremmo: “Che bello, ha abbandonato la dipendenza alcolica e ha capito l’importanza di una relazione d’amore!”
No. Le cose non stanno così. Il meccanismo della dipendenza dall’alcool e dalla droga scatena nel corpo, soprattutto nel cervello, una serie di legami, di dipendenze chimiche, che sono esattamente le stesse della dipendenza emotiva-affettiva, semplicemente si è cambiato il contenuto, ma la struttura è sempre quella. Sempre di dipendenza stiamo parlando, solo che la prima non è molto ben vista, la seconda accettata, ma la persona rimane sempre lì, e di fatto poi non reggerà, non potrà reggere sul lungo periodo alla fedeltà di quella relazione, non è strutturato per farlo, non può farcela. Quella relazione cadrà e tornerà peggio di prima nella dipendenza detta all’inizio. Così siamo noi nella nostra vita, noi partiamo in quarta nella fedeltà a Gesù, nel seguire Gesù, nel convertirci per Gesù, e poi vengono fuori con Gesù e nelle realtà spirituali tutte le dinamiche che avevano quando prima seguivamo il mondo, quindi vengono fuori le gelosie, le invidie, le cattiverie, il voler fare la prima donna, il primo uomo, tutto quello che vivevamo prima, viene fuori dopo, perché l’otre è ancora quello. Ti sei preoccupato di più di mettere dentro il vino che di cambiare il contenitore, e invece bisogna cambiare il contenitore.
Cambiare il contenitore cosa vuol dire?
Vuol dire ​iniziare a pensare in un modo diverso​. Vuol dire che ciò che prima per te era importante ed essenziale, dopo, deve di necessità, diventare spazzatura, se no altrimenti l’otre è sempre quello, e il vino che tu ci metterai andrà perduto. Noi questa cosa la dobbiamo accettare. Va bene impegnarsi nell’ascesi, nella preghiera, nel digiuno, nello studio, nella meditazione, va tutto bene, ma non dobbiamo dimenticare che tutte queste cose se vengono inserite in un cuore, in una testa che non ha maturato una conoscenza diversa, un modo di apprendere la realtà completamente diverso, non può durare, non è possibile, sicuramente avverrà un rigetto.
Quando si trapianta un organo, la prima cosa che si fa è lo studio delle compatibilità:
“Questo organo è compatibile con questo corpo?”
Altrimenti c’è il rigetto. La stessa cosa è la vita spirituale. Se la mia struttura genetica, spirituale non è compatibile con la struttura genetica e spirituale di Gesù, avverrà il rigetto, non tiene, non può impiantarsi, il trapianto non avverrà. Quando noi viviamo la nostra esperienza di tutti i giorni, non dimentichiamoci che prima dell’esperienza fattuale, come la preghiera, la Messa, il digiuno, prima di questa esperienza ci deve essere una corretta conoscenza.
Io veramente conosco, veramente sto apprendendo chi è Gesù, cosa vuole Gesù, cosa si aspetta Gesù da me, oppure sto creando nella mia mente un Gesù che non esiste, perché vada bene con il mio otre?
Vi faccio una domanda che lascio lì alla vostra riflessione:
Quando è stata l’ultima volta che abbiamo letto un libro dalla prima pagina all’ultima pagina?
Un libro di spessore. Quel testo, se è un testo di spessore, cambia il mio modo di pensare, di vedere la realtà, ristruttura cuore e mente, ristruttura la modalità di cogliere la realtà e ristruttura la modalità di ricevere e dare sentimenti.
Quando è stata l’ultima volta che abbiamo cercato un autore che veramente avesse questa possibilità in noi di cambiamento, di otre?
Il mondo ormai non legge più. Non c’è più tempo per leggere. Noi riproponiamo nella vita spirituale le strutture della vita mondana, dove tutto è preso per essere consumato, per essere divorato, dove tutto deve essere immediato, facile, svelto, velocissimo. Nella vita dello Spirito le cose non possono andare così. Noi vogliamo vedere i frutti subito, immediatamente, vogliamo avere in mano le certezza della nostra vita spirituale, vogliamo sapere se andiamo bene o se andiamo male, ma la vita spirituale non è un esperimento di chimica! Non funziona così! Noi invece vogliamo che sia così, e poi ad un certo punto tutto scoppia, non reggiamo più. Cominciamo a guardarci in giro, cominciamo a guardare gli altri, cominciamo ad entrare in confusione, cominciamo a dire:
“Perché io non riesco, non ce la faccio, perché io non produco..”
Perché la vita spirituale non è così. Tu non la conosci, non hai dedicato un minuto del tuo tempo a conoscerla.
Come?
Attraverso la vita dei Santi.​ Guarda come i Santi hanno vissuto, guarda il tempo che hanno impiegato, come hanno cominciato a cambiare innanzitutto il modo di conoscere e il modo di amare e poi hanno ricevuto Gesù, come Gesù si è manifestato loro dopo che questi hanno veramente cominciato un nuovo stile, pensate a Sant’Ignazio, ferito in guerra, rimane per un mese bloccato, perde l’uso della gamba, e da lì inizia un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di conoscere, di desiderare, comincia a leggere il Vangelo, e quella lettura gli fa venire delle riflessioni nuove. Ma oggi non si riflette più!
Quand’è l’ultima volta che ci siamo fermati a pensare, a meditare, a riflettere?
Dobbiamo chiedere alla Madonna questa grazia, Lei che meditava nel suo cuore gli eventi meravigliosi di suo Figlio.
Un esempio di cuore e testa cambiati?
L’Innominato del Manzoni, andate a leggere bene quel testo, quella pagina del Manzoni, lì vedete cosa vuol dire una mente veramente cambiata, un cuore veramente cambiato, una struttura veramente diversa.
Da cosa è stata causata?
Andate a leggere quando lui camminava al buio di notte, tra le armature che gli parlavano e lo soffocavano, perché finalmente aveva iniziato a conoscere attraverso lo sguardo della sua coscienza. Così è cambiato, poi è cambiata l’esperienza, dopo l’incontro con il Cardinale cambia l’esperienza.
“Quindi, cosa devo fare?” “Liberare Lucia”
“Andiamo a liberare Lucia”
Don Abbondio, che non è mai cambiato in niente, che è sempre stato quel codardi e vile che era, non conosce niente e non vuole cambiare niente. Per questo si dice che lo Spirito Santo è novità, perché imprime nell’anima, nella vita della persona un tale stile nuovo di conoscenza che immediatamente cambia l’esperienza.
Sia lodato Gesù Cristo.

LETTURE

Sabato della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Am 9,11-15)
Muterò le sorti del mio popolo, li pianterò nella loro terra.

Così dice il Signore:
«In quel giorno rialzerò la capanna di Davide,
che è cadente;
ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine,
la ricostruirò come ai tempi antichi,
perché conquistino il resto di Edom
e tutte le nazioni
sulle quali è stato invocato il mio nome.
Oracolo del Signore, che farà tutto questo.
Ecco, verranno giorni
– oracolo del Signore –
in cui chi ara s’incontrerà con chi miete
e chi pigia l’uva con chi getta il seme;
i monti stilleranno il vino nuovo
e le colline si scioglieranno.
Muterò le sorti del mio popolo Israele,
ricostruiranno le città devastate
e vi abiteranno,
pianteranno vigne e ne berranno il vino,
coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto.
Li pianterò nella loro terra
e non saranno mai divelti da quel suolo
che io ho dato loro».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 84)
Rit. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Canto al Vangelo (Gv 10,27)
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.

VANGELO (Mt 9,14-17)
Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».

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