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La conversione: il gusto delle cose di Dio

Conversione

Omelia

Pubblichiamo l’audio di un’omelia di giovedì 9 luglio 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo dell’omelia [udesign_icon_font name=”fa fa-file-text” size=”1em”] 

 

LA CONVERSIONE: IL GUSTO DELLE COSE DI DIO

Anche oggi la liturgia ci propone come Prima Lettura il profeta Osea, quest’oggi una parte del cap. 11°, nonostante la continua ingratitudine del popolo di Israele, Dio non solo non lo abbandona, ma lo cura, lo custodisce come fa una balia con il suo bambino, lo porta nelle sue braccia attraverso la potenza di tutti i suoi prodigi, eppure il popolo di Dio non comprende di essere di Dio, non comprende che Dio si prende cura di lui.

Cosa fa?

Attribuisce tutte le vicende buone e meravigliose della sua esistenza, tutto ciò che di bello e di grande gli accade, al caso e se non è il caso sono gli idoli, ma mai Dio. Come noi che abbiamo quell’infelice e orrenda espressione sulla bocca che si chiama:

“Fortuna.”

“Come sei fortunato! Speriamo che mi vada bene! Buona fortuna! Oh fortuna che mi è accaduta questa cosa!”

La fortuna non esiste. Noi non siamo dei seguaci dei tarocchi o delle carte, non esiste la fortuna, non andiamo dalla maga, non portiamo gli amuleti. La fortuna è superstizione, è idolatria.

Esiste e non la si sente mai nominare, la Divina Provvidenza. E’ lei che divinamente provvede ai beni dei suoi figli, è lei che sapientemente organizza da sapiente architetto, ingegnere della vita dell’uomo, tutte le cose, anche i più piccoli dettagli.

Esiste la Divina Provvidenza. Il buon Dio ha provveduto.

Oppure c’è chi pensa alle sue energie, alle sue risorse:

“Io ho costruito una casa. Ho sistemato un giardino. Ho operato una persona. Ho fatto guarire quell’uomo. Ho fatto una predica meravigliosa…”

Non esiste, perché senza l’alito di Dio in noi, siamo morti.

“Io lo attirerò coi vincoli propri degli uomini” – soggiunge Dio – “coi vincoli della carità, e sarò per loro come uno che solleva il giogo dalle loro mascelle.”

Dio è Colui che stacca il giogo dalla mascella del bue, cioè gli dà riposo, gli toglie il peso. Il testo ebraico passa dal tempo passato a quello futuro continuamente, perché nella lingua ebraica l’imperfetto e il futuro indicano un’azione che fu già fatta, però continua a farsi, è per questo che c’è questo continuo passaggio tra passato e futuro. Il Signore vuol dire che “attirò” ma nello stesso tempo “attirerà” quelli del popolo con i vincoli propri degli uomini.

Quali sono i vincoli propri degli uomini?

Sono i benefici materiali, perché noi che siamo tanto egoisti e interessati, siamo toccati fondamentalmente dai benefici materiali, da quello che posso toccare, dai soldi, dalla casa, dal lavoro, dal benessere, queste sono le cose che ci stanno veramente a cuore e Dio va incontro attraverso questi mezzi.

“Li attirò e li attirerà con i vincoli della sua bontà infinita, fu e sarà per loro come uno che solleva il giogo dalle loro mascelle”

Cioè li libererà come li ha liberati dall’oppressione della schiavitù, come si slega esattamente il giogo dalla mascella del bue. Dio infatti ha liberato il popolo di Israele dall’oppressione dell’Egitto e si avvicinò loro con la potenza dei suoi miracoli, miracoli incredibili che hanno visto con i loro occhi, che hanno toccato con la loro pelle, che hanno mangiato con la loro bocca, che hanno gustato con la loro lingua, che hanno riempito le loro pance. Pensate quando hanno attraversato il Mar Rosso, con le muraglie a destra e a sinistra dell’acqua ridondante che si fermava davanti a loro, altissima.

E loro?

E loro costruiscono il vitello d’oro. Questa tentazione idolatrica ce l’abbiamo dentro sempre, questa incapacità di riconoscere i benefici di Dio è proprio connaturale in noi, è un’ascesi continua che dobbiamo fare per riportare la nostra conoscenza e quindi la nostra esperienza, alla Verità.

Come abbiamo detto ieri il Signore interviene con il castigo.

Quando?

Quando Israele compie un atto importantissimo e gravissimo, invece di affidarsi a Dio,  invece di confidare e di abbandonarsi a Dio, invece di tenere Dio come Re, come Signore, come tutto..

Cosa fa?

Per quarant’anni hanno vagato nel deserto, per anni e anni hanno supplicato Dio di liberarli dall’Egitto.

Adesso cosa fanno?

Fanno alleanza con l’Egitto.

Perché lo fa Israele?

Perché si illude di poter ritornare in Egitto da pari a pari, pensa di tornare da signore e non più da schiavo, pensa di essere tutelato dalla potenza dell’Egitto ma si inganna, perché cadrà sotto il dominio dell’Assiria.

Perché?

Perché non si è convertito.

Anche noi siamo così, prima ci allontaniamo dal peccato e facciamo tutte le cose per allontanarci dalle situazioni di peccato, poi quando ci sentiamo alla pari, capaci di resistere, di opporci, torniamo a quelle alleanze.

Un esempio: abbiamo condotto una vita peccaminosa, e abbiamo avuto delle amicizie, queste amicizie magari le abbiamo strette su Facebook o su altri Social, ci convertiamo al Signore e la prima cosa che facciamo è quella di aprire un’altra pagina Facebook nuova, che si chiama:

“Io fiorellino di Gesù”

Prima aveva un nome che solo a leggerlo venivano le convulsioni, dopo mette su l’arcobaleno, con la Madonna e gli angioletti, chiamato:

“Io fiorellino di Gesù”

Con i cuoricini e le stelline, e inizia la pubblicazione di tutte le cose di Gesù, l’amore per Gesù e della Vergine Maria. Poi passano cinque-sei anni, si sente sicuro e cosa fa? Va a vedere i suoi amici di un tempo sui Social, per vedere come stanno e decide di scrivergli due righe. E il fiorellino di Gesù in breve diventa letame, perché va a stringere nuovamente amicizie con l’Egitto, perché di fatto l’Egitto ce l’abbiamo sempre nel cuore.

Dobbiamo chiedere al Signore quest’oggi la grazia di avere un gusto nuovo, il cambio del gusto, non più lottare per resistere ma un gusto nuovo, il gusto delle cose di Dio.

Sia lodato Gesù Cristo.

Giovedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

PRIMA LETTURA (Os 11,1-4.8-9)
Il mio cuore si commuove dentro di me.

Dal libro del profeta Osèa

Così dice il Signore:
«Quando Israele era fanciullo,
io l’ho amato
e dall’Egitto ho chiamato mio figlio.
Ma più li chiamavo,
più si allontanavano da me;
immolavano vittime ai Baal,
agli idoli bruciavano incensi.
A Èfraim io insegnavo a camminare
tenendolo per mano,
ma essi non compresero
che avevo cura di loro.
Io li traevo con legami di bontà,
con vincoli d’amore,
ero per loro
come chi solleva un bimbo alla sua guancia,
mi chinavo su di lui
per dargli da mangiare.
Il mio cuore si commuove dentro di me,
il mio intimo freme di compassione.
Non darò sfogo all’ardore della mia ira,
non tornerò a distruggere Èfraim,
perché sono Dio e non uomo;
sono il Santo in mezzo a te
e non verrò da te nella mia ira».

SALMO RESPONSORIALE (Sal 79)
Rit: Fa’ splendere il tuo volto, Signore, e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.

Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.

Canto al Vangelo (Mc 1,15)
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.

VANGELO (Mt 10,7-15)
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

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