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Avevano timore d’interrogarlo

Gesù insegna

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 26 settembre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

AVEVANO TIMORE DI INTERROGARLO

Eccoci giunti a sabato 26 settembre 2020, il Vangelo di oggi è tratto dal cap. IX di San Luca.

Notiamo l’atteggiamento di Gesù, il Signore davanti a coloro che erano ammirati per le cose che lui faceva, il Signore risponde a questa ammirazione soprattutto verso i suoi discepoli, parlando nuovamente di sofferenza, di dolore, di consegna della sua vita nelle mani degli uomini. Per il Figlio di Dio finire nelle mani degli uomini è la cosa più pesante che possa succedere, la più brutta, perché le mani degli uomini non sono in grado di saper tenere, di saper proteggere e custodire, avere cura, quanto invece sono capaci le mani di Dio. Passare dalle mani del Padre alle mani degli uomini, degli uomini che maggiormente lo odiavano, che lo ostacolavano, è un passaggio non facile. Di fronte a tutta questa ammirazione Gesù richiama tutti alla grande Verità che l’ammirazione degli uomini di oggi, di stamattina, passa di velocità, stasera, all’odio, alla persecuzione e alla croce. L’ammirazione degli uomini spesso è legata al proprio interesse, al proprio tornaconto, al proprio egoismo, al proprio gusto, tanto quanto e fin tanto che piaci, finché Gesù piace; pensiamo a quando moltiplica i pani e pesci, quando guarisce le persone, quando compie i miracoli, fintanto che piace, allora tutti ammirati, quando non piace più, perché magari parla in modo chiaro, secco alle volte, non scende a compromessi, attacca l’ipocrisia e la falsa religiosità, allora lo prendono e lo inchiodano alla Croce.

L’altra cosa interessante è che loro non capivano queste parole, ed è lecito, non possiamo capire sempre tutto, erano per loro misteriose, non riuscivano a cogliere il senso, capivano qualcosa ma non tutto.

“Cosa voleva dire essere consegnato nelle mani degli uomini?”

Fin qui è tutto molto comprensibile, perché è lecito non comprendere, non capire, non cogliere il senso, quello che non è assolutamente lecito è questo silenzio, questo non dire nulla, non chiedere nulla, non interrogarlo perché avevano timore.

“Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.”

Avevano paura.

  • Di che cosa avevano paura?

E’ possibile avere paura di fare una domanda?

Sì, è molto possibile ed è molto frequente.

  • Che cosa genera questa paura?

Sono tante le cose che possono generare questa paura, la propria indegnità, la propria ipocrisia, il peccato, la mancanza di semplicità, l’amore proprio, il senso di colpa chiude la lingua dice San Gregorio Magno, di sicuro c’è sempre alla base una grande mancanza di semplicità.

La paura di chiedere.

Spesse volte abbiamo paura che uno ci risponda male, abbiamo paura di un no, di un sì, di sentire quello che non vogliamo sentire, allora stiamo zitti, però se stiamo zitti le cose non diventano chiare col passare del tempo, non è come il vino che invecchiando diventa più buono, ma il contrario.

Quando non capiamo qualcosa, una frase, un comportamento, qualunque cosa, noi abbiamo il dovere di chiedere subito spiegazioni perché se no quell’incomprensione poi diventa giudizio e solitamente molto spietato, poi diventa mormorazione, poi diventa calunnia, tutto perché non abbiamo chiesto, come se noi fossimo in grado di reggere il non comprendere, in realtà non sappiamo reggerlo perchè noi dobbiamo comprendere, e quando non comprendiamo ci inventiamo le ragioni e tutto quel male che verrà e che viene, poteva essere evitato da una semplice domanda:

“Cosa vuoi dire? Perché hai fatto questo? Perché hai detto quest’altro? Perché hai tenuto questo comportamento?”

Bastava chiedere, e di solito la risposta è sempre molto più facile e più semplice di quello che noi immaginiamo.

Chiediamo al Signore questa grazia grandissima quest’oggi, in questo sabato, per intercessione, di Maria Santissima, chiediamogli la grazia dell’umiltà che è Verità, e quindi del ricorrere a Lui quando l’incomprensione della realtà ci raggiunge e con tanta semplicità chiediamo, che sia la mamma, il papà, il professore, il Sacerdote, il confessore, all’amico, all’amica, al compagno di classe, a chiunque, perché il detto dice:

“Domandare è lecito, rispondere è cortesia”

Gesù avrebbe certamente spiegato loro, ma non chiedono e Gesù non spiega. E’ inutile dare spiegazioni a chi non pone le domande. Impariamo veramente a scegliere questa via che ci può costare di più, ma è sicuramente la via più vera, più umana, più evangelica e così vedrete che eviteremo tante mormorazione, critiche, giudizi interni ed esterni inutili e dannosi.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

Sabato della XXV settimana del Tempo Ordinario (Anno pari)

VANGELO (Lc 9,43-45)
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

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