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Tutto posso in Colui che mi da la forza

Gesù tende la mano

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 11 ottobre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

TUTTO POSSO IN COLUI CHE MI DA LA FORZA

Eccoci giunti a Domenica 11 ottobre 2020, 28° Domenica del Tempo Ordinario, vorrei concentrare la nostra attenzione sulla Seconda Lettura di oggi tratta dal cap. IV della Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi.

Credo che sia importante per ciascuno di noi riflettere, chiederci, domandarci, verificarci su quanto siamo capaci di affrontare tutta la realtà che Dio ci dona in modo equilibrato, quanto la sappiamo vivere.

“So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza”

Quanto noi siamo effettivamente allenati a ricevere e a perdere? A gioire, a soffrire, a stare bene, a stare male? Quanto noi sappiamo vivere dentro a tutta la realtà che ci circonda?

Questa mi sembra la parte più difficile, perché noi di norma siamo abituati a saper reagire a certe situazioni, non ad altre, c’è chi sa vivere di più nella ricchezza, chi sa vivere di più nella povertà, c’è chi dice che per vivere bene deve essere messo in quella situazione, in quella condizione perché se no non riesce a vivere, che basta andare in vacanza una settimana al mare d’estate per perdere il ritmo della preghiera, la fedeltà alla Messa, la confessione, e via di seguito, basta che cambi qualcosa e cambia tutto e non sappiamo più vivere.

La domanda radicale è:

Ma tu sai vivere in ogni situazione vivendo quella situazione? E come si riesce a vivere quella situazione vivendo quella situazione?

Tutto posso in colui che mi dà la forza

La forza viene direttamente da Dio, è Dio che ci dona la forza. La forza per saper vivere tutto quello che noi viviamo viene solo da Dio, la capacità di saper vivere la realtà in modo equilibrato, viene solo da Dio. Nello stesso tempo San Paolo esprime sempre questo grande rapporto sereno tra la spiritualità e l’umanità e dice:

“Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni.”

“So vivere anche negli estremi, abbondanza, indigenza, Dio mi dà la forza, però voi avete fatto bene a prendere parte alle mie tribolazioni”

Avete fatto bene perché prendere parte alle mie tribolazioni vuol dire:

“Mi rendo presente, divento anche io forza, divento anche io un sostegno, una concretizzazione dell’unica forza che è Dio, come se diventassi una piccola forza”

San Paolo apprezza, infatti dice:

“Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno”

Questo ci insegna una grande umiltà che è Verità, ci mostra come è importante tenere sempre assieme questi due aspetti, quello di fare riferimento a Dio, Dio è la mia forza, il mio sostegno, e dall’altra qualcuno che prende parte a queste tribolazioni. Noi dobbiamo veramente credere che il Signore si prende cura di noi fino nel più piccolo dettaglio.

La Prima Lettura di oggi tratta dal cap. 25° di Isaia, come del resto il Vangelo di Matteo 24, trattano questo tema delle Nozze, del banchetto:

“Il Signore preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti, di cibi succulenti”

Vedete come Dio è attento a tutte queste cose, come Dio si preoccupa anche nel concreto di queste cose, bisogna vedere se anche noi ce ne preoccupiamo, se anche noi sentiamo questa urgenza, questa necessità. Un pò come il Cardinale Schuster che viveva in modo molto ascetico, molto distaccato, molto povero ma nello stesso tempo era un uomo che sapeva portare le cappe di porpora, di 9 metri dietro di lui. E un’indemoniata disse:

“Potessi mettere un pizzico di superbia su questa coda”

Lui sapeva vivere nella sua povertà, così come sapeva vivere con le cappe magne rosse. E’ questa la santità. La santità non è il pauperismo, non è ascetica d’oltranza, la santità è questa sapienza dell’equilibrio, della via di mezzo, cioè capire il senso, la ragione delle cose, perché le cose devono essere fatte in un modo e non in un altro, invece alcune volte sembra che siamo più preoccupati ad assecondare una religione nostra personale che ha le sue leggi, i suoi decreti, mentre dovremmo imparare di più a cogliere sempre il cuore dei messaggi che riceviamo dal Signore attraverso la Scrittura, il cuore di quella che è la Volontà di Dio su di noi, di cosa il Signore effettivamente si attende da noi.

Volevo leggervi oggi un piccolo testo di Santa Teresa D’Avila:

Gesù un giorno mi disse:

“Finché si vive, il profitto non sta nel cercare di godere maggiormente di Me, ma nel fare la mia Volontà”

Una sentenza stringente e brevissima. Ritorna sempre questo tema della Volontà di Dio, che è così difficile perché alle volte è così lontana dalla nostra sensibilità, eppure non c’è un’altra strada, se noi vogliamo avere profitto, se noi vogliamo riuscire nel nostro rapporto col Signore, la strada è una sola:

Fare la sua Volontà

Non godere di Lui, questo è un passo successivo che il Signore dà alle volte sì, alle volte no e non a tutti, il passo primario invece è quello di fare la Volontà di Dio, vivere nella sua Volontà in tutto, non ribellarci mai, di non fare i furbi che dicono di fare la Volontà di Dio e invece fanno la loro, che fanno finta di fare la Volontà di Dio. Chiediamo al Signore queste grazie importantissime, vi auguro una Santa Domenica e che sia veramente il giorno del Signore, un giorno stracolmi di bellezza e di bontà.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo.

XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

SECONDA LETTURA (Fil 4,12-14.19-20)
Tutto posso in colui che mi dà forza.

Fratelli, so vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle mie tribolazioni.
Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù.
Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

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