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I pubblicani e le prostitute vi precederanno…

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 15 dicembre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

I PUBBLICANI E LE PROSTITUTE VI PRECEDERANNO…

Eccoci giunti a martedì 15 dicembre 2020, il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal cap. XXI, vv 28-32 di San Matteo. Gesù si rivolge ai capi dei Sacerdoti, agli anziani, alle figure più importanti a livello religioso, del tempo e fa questa parabola dei due figli, poi dà la spiegazione, ci dice che:

“I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio”

Ma non perché sono pubblicani e prostitute non passano avanti in qualità di prostitute e pubblicani, ma passano avanti in qualità di coloro che credono, che hanno una vita radicalmente e profondamente lontana da Dio, ma credono alla predicazione di Giovanni il Battista, quindi si pentono e si convertono. Non conta quanto uno sa, quanto uno è, se tutto questo non è fondato sul pentimento e sulla fede, per poter entrare nel Regno di Dio.

Cosa bisogna fare, allora, per poter entrare nel Regno di Dio? Qual è la dinamica?

“Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”

Tutti hanno visto e sentito Giovanni il Battista, ma non tutti si sono pentiti dei peccati. Prima devo pentirmi dei miei peccati, dopo potrò credere. Se non c’è un vero e radicale pentimento, se non riconosco che quello che sto facendo, pensando, dicendo è radicalmente contrario a Dio, lontano a Dio, è tenebra, è buio, è nebbia, è orrido, non potrò mai avere la Grazia che mi si accenda la luce della fede.

Vi consiglio un’esperienza sensoriale:

“Da qui a Natale scegliete un giorno dove sapete che c’è nebbia, possibilmente il giorno in cui ci sarà più nebbia in assoluto, poi dovete uscire al mattino prestissimo, con una nebbia talmente spessa che vi si bagna la giacca e i pantaloni, quella nebbia talmente spessa che sembra goccioline. Chi vive nella pianura Padana la conosce molto bene. Prendetevi una pila, la mettete in tasca, potete prendere una bicicletta per fare più svelti, sceglietevi prima un bel campo con una strada in mezzo, poi andate con la vostra bicicletta, in mezzo a questo campo, con la luce, lontano da tutti i lampioni che ci sono sulla strada, entrate bene all’interno di questa zona campestre e quando siete più o meno a metà lontano da ogni luce, spegnete la luce, dovete spegnere la luce tenendo in mano la pila, sarete immediatamente avvolti dalle tenebre più fitte, perderete l’orientamento, la collocazione spaziale nella quale siete, non capirete più dove siete, non vedrete più nulla, sarà il buio totale. Non vedrete niente. Sentirete tutto il potere della tenebra che vi avvolge, che vi entra persino nei polmoni, respirerete tutta la densità del buio, sentirete il freddo, il buio, il disorientamento, il non vedere se c’è qualche bestia lì vicino che vi cammina vicino, se si avvicina qualcuno, non ci sarà niente. Il buio totale, il silenzio assoluto. State lì un po’. Questa è una vaga e flebile immagine dello stato di un’anima in peccato mortale, che non si pente radicalmente dei suoi peccati. Poi ad un certo punto, quando avrete fatto bene questa esperienza, accendete la luce. Vedrete che sollievo, che gioia sarà per voi quella luce, sarà per voi il vostro tutto quella pila che avrete in mano, vi attaccherete con tutto voi stessi, sarà l’unico bene prezioso che avrete. Vi renderete conto che senza quella pila non potreste fare un passo né in avanti, né a destra, né a sinistra. Non potreste andare da nessuna parte. Senza una direzione, nella confusione più totale, inghiottiti dalle tenebre.”

Questo è il peccato. Il peccato è ribellione, disobbedienza a Dio, alla legge di Dio, è rottura dell’alleanza con Dio. Noi siamo abilissimi a trovare giustificazioni al peccato. Se non c’è un vero e reale pentimento non puoi ricevere il perdono di Dio. Una cosa che penso sia terribile è quando noi riusciamo a trovare una giustificazione al tradimento della nostra vocazione, quando trovo una giustificazione sufficiente a tradire il mio sacerdozio, i miei voti, la mia appartenenza a Gesù.

Vi rendete conto che grado di tenebra deve essere entrato dentro la mia mente e il mio cuore?

L’esperienza sensoriale che vi ho consigliato di fare è niente a confronto della tenebra di cui vi sto parlando adesso, che confonde le tenebre con la luce, ci fa vedere Dio dove invece c’è il demonio, ci fa vedere il Paradiso dove invece c’è l’inferno. Terribile. Questo stato è lo stato peggiore che possa capitare ad un’anima. Dobbiamo pregare tanto per non finire mai in una disgrazia simile. Se non ti penti e non cadi in ginocchio, se non rinneghi ogni più piccolo peccato e non chiedi perdono a Dio dal profondo del cuore, quella luce non si accenderà mai, e tu non potrai credere. L’ha detto Gesù.

“Non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”

Prima ti devi pentire, poi si accende la fede. Quando tu ti sei pentito, puoi accendere quella pila. La pila Spirituale l’accenderà Dio e tu vedrai come questa luce potente dirada, apre un varco nelle tenebre e nella nebbia, e ti permette di camminare e di arrivare alla meta, di passare dall’altra parte, ti permette di evitare gli ostacoli, di evitare le pozzanghere, di non cadere.

Prima di questo Natale pentiamoci, non siamo così stolti da fuggire Dio. Quest’oggi chiediamo al Signore la grazia grandissima di iniziare domani la Novena di Natale in preparazione al Natale, preparatevi bene, confessiamoci, preghiamo, stiamo con Gesù. Pensate se tutti noi pretendessimo la bella abitudine della preghiera notturna, ricordate quel passo della Scrittura:

“Mentre voi dormite, tra gli ovili, splendono d’argento le ali della colomba, le sue piume di riflessi d’oro”

Noi dovremmo di notte alzarci come queste colombe argentate e dorate che si destano e nel buio della notte si alzano dritte verso il Cielo con le loro preghiere a Dio, per supplicare Misericordia, per chiedere al Signore perdono, per riparare, per espiare, per amare, per pregare per questo mondo, per questa Chiesa, per tutti noi, pensate se tutti noi di notte ci rendessimo disponibili a questo.

Vi auguro di cuore a voi e a me, di pentirci radicalmente dei nostri peccati, del nostro male e di dedicarci totalmente e solamente sempre a Dio, così da poter credere. Non può esserci fede se prima non c’è rinnegamento e pentimento del nostro peccato.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Martedì della III settimana di Avvento

VANGELO (Mt 21,28-32)
È venuto Giovanni e i peccatori gli hanno creduto.

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

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