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La preghiera notturna

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 7 dicembre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

LA PREGHIERA NOTTURNA

Eccoci giunti a lunedì 7 dicembre 2020, memoria di Sant’Ambrogio, Vescovo e Dottore della Chiesa. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. V di San Luca, vv 17-26. Il testo narrato è molto famoso ed è sicuramente bello vedere tra le tante cose di questo testo la fede di coloro che portano questo paralizzato da Gesù, per metterlo davanti a Lui. Anche noi abbiamo bisogno di stare davanti a Gesù, perché quando si sta davanti a Gesù o qualcuno ci porta davanti a Gesù, qualcosa succede sempre, qualcosa di molto buono. La prima cosa che accade davanti a Gesù è la liberazione dal peccato, veniamo liberati dal peccato. Santa Teresa D’Avila ci spiega molto bene quanto la pratica costante dell’Adorazione abbia il potere di cambiare radicalmente le nostre vite.

Domani è la solennità dell’Immacolata Concezione, è una giornata bellissima, stasera alla catechesi tratterò proprio questo argomento, della grandezza, della bellezza, dell’unicità della Vergine Maria. Pensando a come rendere onore, a come prepararci a questa bellissima solennità desidero leggervi una parte di testo di San Giovanni Crisostomo, intitolato:

L’Ascesi cristiana.

“La notte non è fatta  per dormire continuamente, alzarti anche tu, vedi il coro delle stelle. Che profondo silenzio! Che grande quiete! L’anima è più limpida, più lieve, più sottile, libera, sublime. Le tenebre, il grande silenzio spingono alla compunzione. Inginocchiati, prega, domanda a Dio che ti sia propizio. La preghiera notturna lo commuove di più. Anche tu devi fare così, o uomo! Non soltanto tua moglie. La casa sia costantemente una Chiesa per l’uomo e per la donna. Se hai figli, svegliali, e vera chiesa sia la tua casa. Se hai dei piccini che più degli altri hanno bisogno del sonno, dicano l’una o l’altra orazione e si rimettano a dormire”

Una poesia! Che pace! Solo a leggere queste parole si sente una grande pace. Solo queste parole evocano un silenzio ultraterreno, tutto soprannaturale. Il mondo, che come il serpente di Genesi 3 sa sussurrare alle nostre orecchie le esagerazioni più disumane possibili quando si tratta di servire Dio come fa il serpente con Eva, il mondo pur di non farci seguire la via di Dio ci fa sentire cose che non sono dette. San Giovanni Crisostomo ci invita a vegliare dormendo, come in tutte le cose della vita, a viverle in modo ordinato, ci invita a fare delle piccole immersioni in Dio, anche la notte.

“Come faccio? Mi devo mettere la sveglia di notte?”

Chi la vuole fare la deve affidare a Dio, non deve venire da noi questa cosa. Possiamo dire a Gesù prima di andare a letto:

“Gesù io mi rendo disponibile a elevarti qualche preghiera, se Tu vorrai, da questa notte, mi sveglierai per qualsiasi cosa”

Possiamo dare un senso a queste piccole sveglie notturne.

“Guarda anche tu il coro delle stelle, ascolta il silenzio, vivi la quiete, nutriti, bevila, come si beve alla fonte della montagna l’acqua ghiacciata e sperimenterai una cosa importante, che l’anima dentro a questa quiete, dentro a questa notte è più limpida, più lieve, più sottile, libera, sublime”

Le tenebre, il grande silenzio, spingono alla compunzione, al pentimento, all’esame di coscienza, al dolore dei peccati, alla conversione, alla riflessione.

“Inginocchiati e prega, domanda a Dio che ti sia propizio.”

Recita un’Ave Maria, un Padre Nostro, una cosa semplice e piccola. Noi abbiamo bisogno di chiedere al Signore che ci sia propizio. La preghiera della notte ottiene sul Cuore di Dio molte più Grazie.

“La casa sia costantemente una Chiesa per l’uomo e per la donna.”

Se le nostre case fossero più chiese domestiche, le nostre famiglie sarebbero più sante, quindi più felici e più in pace.

C’è un altro testo di Isacco il Siro, che dice così:

“La preghiera offerta durante la notte è molto potente, più di quella diurna.”

Il modello della preghiera notturna è Gesù, Gesù pregava sempre di notte.

“E questa la ragione per cui i giusti hanno tutti pregato di notte, lottando contro la pesantezza del corpo e la dolcezza del sonno. Per questo Satana teme la fatica della veglia e cerca con ogni mezzo di ostacolare gli asceti, come nel caso di Antonio il Grande, del beato Paolo, di Arsenio e di altri padri d’Egitto.”

San Giovanni Maria Vianney, il Santo curato d’Ars, diceva che tre sono le penitenze che il demonio teme:

Il digiuno del sonno, il digiuno del mangiare e il digiuno del bere.

“Tuttavia i santi hanno perseverato con ostinazione nella veglia e hanno trionfato sul diavolo. Quale solitario, pur dotato di ogni altra virtù, non sarebbe stato considerato un inetto se avesse trascurato questa fatica? Giacché la veglia è la luce della coscienza, essa esalta la mente e concentra il pensiero; attraverso di essa l’intelletto spicca il volo e fissa lo sguardo sulle realtà spirituali mentre, ringiovanito grazie alla preghiera, rifulge di splendore. O uomo devi considerare che nessuna opera monastica è più grande della pratica della preghiera notturna.”

Si può essere monaci nel mondo, chiunque può essere un monaco nel suo stato di vita, compiendo la pratica più grande che è la preghiera notturna.

“Il monaco che persevera nella veglia con discernimento non sembra rivestito di carne perché questa è veramente un’opera che appartiene alla condizione Angelica. L’anima che soffre ed eccelle nella pratica della veglia avrà occhi di Cherubino per poter guardare e scrutare in ogni momento le Visioni Celesti”

Sono testi bellissimi. Spero di aver fatto cosa gradita, ve li lascio come giorno di preparazione all’Immacolata Concezione. Se il cuore è rettamente disponibile e non ha cedimenti di dubbio verso il serpente, state tranquilli che anche voi sperimenterete la bellezza di queste parole che vi ho letto.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Sant’Ambrogio

VANGELO (Lc 5,17-26)
Oggi abbiamo visto cose prodigiose.

Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza.
Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.
Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose».

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