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Ogni domanda è lecita?

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 13 dicembre 2020

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

OGNI DOMANDA È LECITA?

Abbiamo appena ascoltato il Vangelo della S.Messa di oggi, tratto dal cap.I di San Giovanni. Oggi celebriamo la Terza Domenica di Avvento, quella che è chiamata la Domenica Gaudete, la Domenica che interrompe il tempo dell’Avvento, interrompe il clima di penitenza e sacrificio che si vive in Avvento in preparazione al Natale, e tra pochissimo entreremo nella Novena di Natale. Il Vangelo della Santa Messa di oggi, di San Giovanni, è un Vangelo molto ricco, denso di tantissimi spunti, vorrei soffermarmi su un aspetto che forse è un aspetto marginale ma che credo possa esserci utile. In così pochi versetti quante domande vengono poste a San Giovanni Battista, sono veramente tante.

«Tu, chi sei?»

«Chi sei, dunque? Sei tu Elia?»

«Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».

«Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?».

Sono domande non pertinenti perché poste da cuori sbagliati, da cuori che non cercano la verità, sono cuori superbi che già sanno tutto, pieni di dubbio, e qualunque risposta che possono ricevere diventa comunque una conferma ai loro pretesti, da parte di questi sacerdoti, leviti e farisei. Infatti non ricevono nessuna risposta per loro comprensibile, non le capiscono, sono così misteriose e profonde che vanno via più confusi di prima. Chi ha il cuore così non troverà mai riposo al domandare per il domandare, al conoscere per curiosare, per dominare, per possedere. Da tutto questo Dio fugge molto lontano.

A tutte quelle domande Giovanni il Battista avrebbe dovuto rispondere:

“Sì”

Ma non poteva perché loro non volevano conoscere per incontrare Dio, loro volevano conoscere per sindacare e per dominare.

“In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”

Come non conoscete Gesù, dice il Battista, non conoscete me. Stiamo parlando di sacerdoti, leviti e farisei, gli esperti del settore, quelli che potremmo definire i mestieranti del sacro. Poniamo anche su di noi le domande poste a loro:

“Io comprendo che non tutte le domande che mi porto nel cuore hanno diritto di cittadinanza e che devo fare ordine a queste domande? Qual è la ragione del mio domandare?”

Ci sono domande che non vengono da motivazioni buone e se io permetto a queste motivazioni non buone di diventare una domanda, io acconsento a quelle motivazioni.

“A cosa ti giova porre quelle domande?”

Pensate a quanto noi indaghiamo nella vita dei nostri figli, dei nostri genitori, dei nostri amici, quante domande facciamo.

L’Imitazione di Cristo dice che la curiosità è inversamente proporzionale al progresso spirituale, anche perché ogni domanda pre-forma la risposta, la condiziona, quello che noi riceviamo dalla risposta alla nostra domanda, non è l’idea originale che stava in quel cuore, ma è quello che è uscito sollecitato dal mio domandare, dal tono con cui domando, dall’intenzione, dalle parole che uso. A meno che siano domande più che doverose, che nascono dallo stato di vita della persona, dai doveri, che sono necessarie perché sono il frutto del dovere legato al mio stato.

“Un alunno può chiedere qualsiasi cosa al professore?”

“No, può chiedere qualunque cosa inerente la materia, ma poi c’è un limite”

“A mio padre e a mia madre posso chiedere qualunque cosa?”

“No, perché c’è il limite della riservatezza, dell’intimità, del pudore”

Il rispetto mi impone di non fare quella domanda.

In che cosa cresco? In che cosa aumento di santità?

“Devo rispondere a qualunque domanda mi venga posta?”

“No, non siamo tenuti a rispondere a tutte le domande che ci vengono poste”

Quando sentiamo che la domanda è fuori luogo non siamo tenuti a rispondere, possiamo rispondere che non è una domanda lecita e pertinente, perché è una domanda puramente curiosa e non giova a nulla. Non tutte le domande hanno il diritto di ricevere una risposta, dobbiamo proprio imparare il valore del silenzio come custodia della nostra persona e della persona altrui.

Sant’Antonio da Padova diceva:

“Mille sono le domande ma una sola è la risposta: Gesù Cristo Nostro Signore.

A noi deve interessare solo questo, tutto il resto dice la nostra mondanità, quanto siamo distanti da una vita di santità. Vi auguro di trascorrere una bellissima Domenica Gaudete, di poter veramente gioire questa Domenica e di stringervi fortemente al Signore e alla Vergine Maria.

E la benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO B) – GAUDETE

VANGELO (Gv 1,6-8.19-28)
In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

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