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Le radici spirituali delle malattie psichiche: prima parte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 15 febbraio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

LE RADICI SPIRITUALI DELLE MALATTIE PSICHICHE – Prima Parte

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a lunedì 15 febbraio 2021, abbiamo appena ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. VIII, vv 11-13 di San Marco.

Questo Vangelo ci mostra che si può addirittura discutere con Gesù, si possono addirittura chiedere segni a Dio, si può addirittura mettere alla prova Dio.

Dio come risponde a queste provocazioni umane?

Con un sospiro e con una domanda:

“Perché questa generazione chiede un segno?”

Chiede un segno perché non ha fede.

Qual è la risposta di Gesù?

“Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.”

Se ne va senza dare nessun segno.

Non a tutte le domande bisogna rispondere, non tutte le richieste possono essere esaudite, non tutti i bisogni dell’uomo devono essere saziati.

Come abbiamo detto ieri proseguiamo oggi la nostra lettura e meditazione del libro “L’inconscio Spirituale” del prof. J. C. Larchet. Iniziamo quest’oggi una nuova sezione, un nuovo capitolo, il capitolo X:

“Le radici spirituali delle malattie psichiche”

Scrive:

“È il momento adesso di far più concretamente vedere come certe malattie psichiche possano avere origine da questa o quella malattia spirituale e come si possa pensare a guarirle partendo dalla terapeutica di queste ultime.”

Ci sono malattie della testa che hanno origine dal cuore, dall’anima, dallo spirito, e per guarirle bisogna guarire quelle dell’anima.

“Un possibile metodo per trattare quest’argomento sarebbe di esaminare l’una dopo l’altra le varie malattie psichiche e indicarne le rispettive radici spirituali. Ma è un metodo che presenta due inconvenienti. Prima di tutto perché la classificazione delle malattie psichiche è soggetta a condizioni e variazioni storiche e culturali e resta perciò sempre contestabile. Poi anche perché identiche radici spirituali compaiono in più d’una malattia psichica; variano soltanto la proporzione e il modo di agire. Ci pare quindi più giudizioso presentare prima le principali radici spirituali delle malattie psichiche e poi eventualmente precisare in quali di queste (che qui indicheremo secondo la più usuale classificazione attualmente in vigore) ciascuna di quelle interviene in modo particolare.”

Lui sceglie il metodo di partire dalle radici spirituali. Si parte non dalla malattia psichica ma dalla radice spirituale perché una radice spirituale può essere in più malattie.

“Falso senso di colpa”

Questa è una radice spirituale molto importante.

“Il senso di colpa compare in più d’una malattia psichica e il suo ruolo patogeno è stato spesso sottolineato. Talora si sono accusate la morale e la religione di esserne all’origine, per il grande rilievo che esse danno al peccato e alla colpa; per questo, talvolta si è predicata, come mezzo terapeutico, la liberazione appunto dalla morale e dalla religione. E tuttavia, quest’aspetto patogeno non è poi tanto imputabile al senso di colpa in sé, quanto piuttosto all’aspetto patologico di quello che possiamo chiamare un “falso senso di colpa”.”

Oggi non si distingue tra un vero senso di colpa necessario, utilissimo, importantissimo, assolutamente naturale da un falso senso di colpa. Il problema non è il senso di colpa ma il “falso senso di colpa”, cioè la radice sbagliata. La soluzione non è abolire la morale o la religione, o fare un Dio a nostra immagine e somiglianza, o banalizzare il peccato, perché in questa maniera noi non facciamo altro che assecondare il falso senso di colpa, che invece va curato.

“Questo falso senso di colpa può assumere varie forme. Può trattarsi d’un senso di colpa eccessivo, cioè corrispondente sì a una colpa o un peccato reali, ma sproporzionato rispetto a ciò. che essi sono in realtà. Questo sentimento si accompagna spesso a un rimorso che mina la vita interiore della persona e a un forte sentimento di svalutazione di sé. Lo s’incontra spesso nelle depressioni.”

Èimportante stare attenti a questo falso senso di colpa perché poi da qui vengono fuori le depressioni. La prima forma è un senso di colpa eccessivo. C’è un peccato, c’è una colpa reale ma il senso di colpa che ne nasce è sproporzionato.

Esempio: ho sbagliato a fare una cosa che avrei dovuto fare bene.

L’oggetto è un oggetto grave? Hai sbagliato un’operazione a cuore aperto per cui quella persona ha rischiato di morire o hai sbagliato a mettere il sugo nella pasta?

Devo distinguere bene. E questo non deve portarmi a minare la vita interiore, non deve portarmi a una svalutazione di me terribile, non deve immobilizzarmi. Lo dice anche Santa Teresa D’Avila: se cado non devo deprimermi, mi devo alzare con maggiore slancio e impegnarmi a fare il contrario.

“Può inoltre trattarsi d’un senso di colpa per una colpa o un peccato immaginari.”

In questo caso non sono reali, sono solo nell’immaginazione.

“Questo tipo di senso di colpa s’incontra, in una forma estrema, nella malinconia, dove si fonda su un’idea delirante e si accompagna a una volontà di autopunizione che può arrivare fino all’automutilazione e al suicidio.”

Sono cose grosse. Posso percepire un peccato e una colpa che non ci sono. Ecco perché è importante stare attenti al rapporto tra la fede e il credere, tra fede e dottrina, come vi ho detto qualche giorno fa. È importante il contenuto della fede. Il senso di colpa per un peccato immaginario che in una forma estrema si trova nella malinconia, che può arrivare addirittura fino all’automutilazione e al suicidio, non ci sarebbe o sarebbe notevolmente impossibilitato a formarsi, se io sapessi quali sono le condizioni per compiere un peccato mortale: piena avvertenza, deliberato consenso e materia grave.

Piena avvertenza:

Sapevi che questo è un peccato?

Deliberato consenso:

Sapendo che è un peccato, lo hai voluto?

Materia grave:

C’è materia grave in questo peccato? Cioè: va contro uno dei Dieci Comandamenti?

“Data la sua relazione con le nozioni di colpa e di peccato, il falso senso di colpa costituisce una vera e propria patologia spirituale, cui si può applicare una terapeutica spirituale. Questa terapeutica deve aiutare il malato a recuperare un senso esatto della colpa e del peccato, proporzionato al suo reale stato.”

La dottrina è importante perché così io in questa maniera riesco a dare a quel peccato la sua proporzione.

“Deve poi fargli integrare il suo senso di colpa, nella misura in cui è fondato, in un atteggiamento penitenziale di dispiacere e di contrizione, atteggiamento che culminerà nel perdono e nell’assoluzione dei peccati.”

Hai il senso di colpa per il male che hai fatto. Se questo senso di colpa è fondato, allora nasca in te il dispiacere e la contrizione e io aggiungo anche il proposito, quindi fai il contrario di quello che hai fatto, subito.

“In questa terapeutica, è insomma il sacramento della confessione che è destinato a svolgere un ruolo fondamentale (restando comunque ben chiaro che il sacramento non va preso come il mezzo d’una terapeutica psichica, bensì come il mezzo d’una terapeutica spirituale, il cui intento primario è di restaurare la relazione dell’uomo con Dio).”

Se ci confessassimo di più staremmo anche molto meglio di testa, avremmo meno problemi per noi stessi e creeremmo molti meno problemi agli altri, saremmo più equilibrati e più sani.

“Si potrebbe obiettare che questa terapeutica è efficace soltanto nel caso di stati nevrotici, mentre nel caso della malinconia il senso di colpa si fonda in un’idea delirante che resiste a ogni forma d’argomentazione esterna. Eppure, sulla base di numerose osservazioni, sono convinto che lo psicotico rimane in genere impermeabile al discorso d’altri, ma non alla realtà, e che soprattutto è sensibile ad atteggiamenti e parole rassicuranti e consolatrici accompagnate nel terapeuta da un sentimento autentico di compassione.”

Quindi fa sempre bene la Confessione, perché anche quando c’è una colpa immaginaria aiuta a recuperare lo stato di realtà.

Domani vedremo il falso timore e la falsa inquietudine, vedremo il tema grossissimo e importantissimo della paura e quindi il senso del timore.

Vi auguro una santa giornata e cerchiamo di conoscere la nostra fede per avere un vero, equilibrato e sano senso di colpa, legato ad un vero, sano, equilibrato senso del peccato. E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Lunedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

VANGELO (Mc 8,11-13)
Perché questa generazione chiede un segno?

In quel tempo, vennero i farisei e si misero a discutere con Gesù, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno».
Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva.

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