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Suor Maria Natalia Magdolna: la preghiera gradita

Suor Maria Natalia Magdolna

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di lunedì 19 aprile 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

SUOR MARIA NATALIA MAGDOLNA:

LA PREGHIERA GRADITA

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a lunedì 19 aprile 2021, abbiamo letto il Vangelo della Messa di oggi tratto dal cap. VI, versetti 22-29 di San Giovanni.

Noi perché cerchiamo Gesù? Qual è la ragione della nostra ricerca? Forse perché ci sazia, o perché ci riempie di emozioni? Non dobbiamo cercare Gesù perché ci sazia solo di pane, ci riempie di emozioni, di piaceri spirituali, dei doni che vogliamo, perché ci fa stare bene. Noi non dobbiamo pregare perché la preghiera fa bene al corpo. La ragione della preghiera non è mai il suo effetto. La ragione della preghiera è l’amicizia con Gesù, gli effetti non ci interessano. Non si deve attirare qualcuno con la promessa di un bene, non è la logica di Gesù. Il bene viene dopo, ma ci si muove per Gesù.

Perché preghi? Prego perché è il modo più bello, più immediato, più vero di entrare in comunione con il Padre.

Perché preghi? Perché ha pregato Gesù.

Perchè ti inginocchi? Perché anche Gesù è caduto in ginocchio e poi si è prostrato nel Getsemani.

Perché preghi di notte? Perché lo ha fatto Gesù.

Perché ti alzi presto al mattino? Perché lo ha fatto Gesù.

Noi con la nostra preghiera, mi diceva un bravo Sacerdote, dovremmo anticipare il canto degli uccelli del mattino. Noi forse non sappiamo neanche quando iniziano a cantare gli uccellini. Io qui sono immerso in una riserva di uccellini di ogni genere e specie, soprattutto pappagalli, cantano che è una cosa incredibile, sembra di essere in una foresta amazzonica, ma di notte dormono anche loro, cantano tutto il giorno ma di notte dormono. Dopo che questo Sacerdote mi ha fatto questa osservazione, proprio ieri ho osservato e ho notato che non si sentiva nulla, arriva ad un certo punto della sera che tutto si acquieta, sono molto più ordinati e precisi loro di noi. Ma quando noi ci svegliamo loro sono già all’opera con le loro musiche. Provate ad anticiparli con la preghiera, con il ringraziamento, la lode e la riparazione. Mentre loro ancora dormono, io veglio.

Perché cerchiamo Gesù? Perché abbiamo mangiato i pani e ci siamo saziati? Perché ciò che ci dà ci piace? Gesù ci dice:

“Voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”

Datevi da fare non per le cose effimere. “Sento, non sento, mi piace, non mi piace, mi scalda il cuoricino, sento i profumi…”

Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”

L’Eucarestia.

Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? Credere in Gesù.

Anche oggi vorrei che ci guidasse ancora un po’ questa meravigliosa mistica, Suor Maria Natalia Magdolna, con il libro di Claudia Matera “Rivelazioni profetiche di Suor Maria Natalia Magdolna, mistica del XX secolo, prefazione di Padre Serafino Tognetti”. Vorrei leggervi qualche altro passo:

“Domandai a Gesù che cosa dovevo fare per essergli gradita.”

Anche noi abbiamo spesse volte questa domanda: “Che cosa devo fare per piacere a Gesù?”

“Mi rispose: «Ciò che mi interessa non è che tu stia in ginocchio, in piedi, seduta o coricata, che giochi o che svolga qualsiasi altra attività. Ciò che importa è che tu sia sempre alla mia presenza, vicino a Me e che mi ami. Non ti allontanare mai da Me. Intrattieniti con Me. Dimmi tutto, anche i tuoi pensieri. Non smettere di parlarmi. La sola cosa che ti chiedo è di non volermi offendere. Tutto il resto lo farò io per te. Mi prenderò cura dei tuoi beni sia materiali che spirituali e anche della tua famiglia. Se mi ami non mi dovrai chiedere nulla. Il tuo unico compito è amarmi. Vorrei che lo capissi definitivamente e custodissi questo permanentemente nel tuo cuore. Ogni altra cosa ti sarà data, o mia povera e preziosa figlia».

A Gesù non interessa quello che facciamo. Noi che diciamo: “Cosa devo fare?”. Anche lei glielo chiede.

“Domandai a Gesù che cosa dovevo fare per essergli gradita.”

Noi pensiamo che per essere graditi a Dio ci debba essere un surplus di opere, di cose come stare in ginocchio 5 ore, stare in piedi a fare penitenza. Qui abbiamo dei bellissimi campi da calcio dove gli studenti di teologia vanno a fare le loro partite, a svagarsi un po’ dallo studio, e anche quando vai a giocare a calcio, quando vai a correre, quando vai a sciare, a nuotare, in bicicletta, ciò che importa è stare con Gesù. Non c’è un’azione sbagliata. Non è che uno che si è convertito a Gesù adesso deve sempre stare fermo, seduto, con le mani congiunte a pregare, altrimenti tra tre mesi peserà 180 kg, avrà 3000 di colesterolo e gli verrà un infarto alla prima scala che farà. Queste sono cose pazzesche che ci mettiamo in testa da soli. Perché siccome prima abbiamo usato male gli strumenti che avevamo e le cose del mondo, allora adesso cosa facciamo? Anziché usarle bene, le buttiamo fuori dalla finestra. Non c’è niente di più antievangelico di questo comportamento. Siccome ho usato male facebook allora mi cancello, siccome ho usato male la televisione, la butto fuori dalla finestra. Ma questo vi pare il comportamento di una persona matura? Siccome nella mia vita ho fatto indigestione una volta, allora adesso non mangio più e muoio di fame, siccome ho fatto un incidente in macchina non la guido più. Non si ragiona così. Il Signore ci invita, non a buttare le cose dalla finestra, ma ad usarle bene. È facile.

Vi faccio una confessione spirituale. Quando ero novizio — dovete sapere che ad un certo punto del noviziato uno parte per la tangente, tutto spirito, tutto Santa Teresa, tutto San Giovanni della Croce, … — avevo un campioncino di profumo che mi aveva regalato la mia mamma, che mi ero portato da casa. Dopo qualche mese che leggevo San Giovanni della Croce mi è venuto il pensiero: “Ecco, io sono tanto attaccato al mio campioncino di profumo che uso per vanagloria”. Ho aperto la finestra, ho preso il mio campioncino di profumo e l’ho buttato fuori dalla finestra.

Ora, questo ci può stare quando si è “bambini” [nella vita spirituale, N.d.R.], ma quando si esce dall’età giovanile e si comincia a vivere una vita spirituale più profonda, si comprende che la soluzione non è il prendere le cose e buttarle fuori dalla finestra, ma imparare ad usarle.

Non si tratta di fare la guerra alle cose, perché non c’è niente di male in ciò che c’è di creato, perché è tutto bello. Dobbiamo imparare a mettere ordine, a mettere le cose al loro posto, Dio è Dio, io sono io e le cose sono le cose. Non cedete alla tentazione: “In Quaresima non mangio più la cioccolata e i dolci”, poi arriva la Pasqua e mi mangio cinque colombe in un giorno. A cos’è servito? A niente.  Oppure: “In Quaresima non bevo il caffè”. E a Pasqua me ne bevo il triplo. Non si vive così, non è questa la strada. A Gesù non interessa questo.

“Ciò che importa è che tu sia sempre alla mia presenza, vicino a Me e che mi ami.”

Questo importa a Dio, vivere alla Sua Presenza in ogni cosa che fai: nel metterti il profumo, nel guardare la televisione, nell’andare a fare la partita di calcio, nell’uscire in bicicletta, nel raccogliere un fiore e nello stare in Chiesa. Essere alla Presenza di Dio, vivere sempre alla Presenza di Dio, vicino a Lui e amarlo, questo importa a Gesù.

“Non ti allontanare mai da Me. Intrattieniti con Me. Dimmi tutto, anche i tuoi pensieri.”

Il Signore, il nostro Dio, vuole essere trattato come Dio, cioè come il nostro tutto, il nostro riferimento in tutto, partecipare a tutto, essere coinvolto in tutto. Lui vuole essere sempre presente, non vuole che lo prendiamo e lo mettiamo in un cassettino e lo tiriamo fuori come la corona del Rosario quando ci serve per dire le preghiere. Non vuole questa cosa.

“Non smettere di parlarmi.”

Quando qualcuno ci chiede: “Ma tu parli da solo?”

“Io? Io no.”

“Ma non c’è nessuno.”

“Ma tu non lo vedi. Gesù è sempre accanto a me, non parlo da solo, parlo con Gesù.”

“Questo è pazzo.”

“No, non sono pazzo, è che o ci credo o non ci credo. Se ci credo allora è così, Gesù è sempre accanto a me, ed è Lui che mi dice: Parlami, parlami sempre”.

Non è vero che Gesù non risponde, siamo noi che siamo sordi, non siamo abituati a sentire, la Voce e la Presenza di quella dimensione. Non siamo capaci di sentirlo.

Dovete vedere un film: “Interstellar”. Vi consiglio questo film. O impariamo il linguaggio della biblioteca, e poi capirete a cosa faccio riferimento quando lo vedrete, oppure siamo fuori dal mondo. La realtà è lì, nella biblioteca. E quando vedrete quel film, direte: “incredibile”. Noi pensiamo che esiste solo ciò che noi vediamo, in realtà è solo un minuscolo aspetto. Senza disturbare la fisica quantistica, tutto il dialogo che avviene in questa altra dimensione è una cosa bellissima, ascoltate quel dialogo perché veramente è incredibile tutto quel discorso che viene fatto lì. O noi ci collochiamo lì, o noi impariamo ad ascoltare ciò che sta dietro lì, oppure altrimenti faremo una vita persa nei campi di granoturco, lo capirete quando lo vedrete.

“La sola cosa che ti chiedo è di non volerMi offendere.”

Il Signore sa quali sono i nostri difetti, i nostri pasticci, i nostri peccati, però non bisogna metterci la volontà. Un conto è che uno ci cade dentro come uno che cammina e prende dentro una buccia di banana e va per terra, quella cosa è sfuggita, si è stati distratti, superficiali, e un conto è quando io volutamente compio un atto anche di peccato veniale. Questo non dobbiamo farlo mai, non dobbiamo mai offendere il Signore volutamente.

“Se mi ami non mi dovrai chiedere nulla. Il tuo unico compito è amarmi. Vorrei che lo capissi definitivamente e custodissi questo permanentemente nel tuo cuore. Ogni altra cosa ti sarà data”

Posso azzardare una riflessione? Forse otteniamo poco, nonostante le Novene, il Sacro Manto, le penitenze, le preghiere, i Rosari, i digiuni e tutte le altre varie pratiche che facciamo, non perché dobbiamo fare di più, ma perché domandiamo troppo e amiamo troppo poco. Mettiamo alla prova Gesù, non domandiamo più niente, prendiamolo come impegno. Diciamo a Gesù: “basta io non ti chiedo più niente, tanto quello ho nel cuore tu lo sai, lo sai meglio di me. Non c’è bisogno che venga a dirti fammi questo, ci terrei a quello.”

Non vi è mai capitato di chiedere a Gesù 10, non pensare neanche che esista 100 e Gesù vi dà 1.000? Ci sembrava già tantissimo quello che avevamo chiesto e ci siamo ritrovati una cosa impensabile, impossibile, che ha superato di gran lunga quello che abbiamo domandato.  Smettiamola di chiedere qualunque cosa, le grazie, le guarigioni, amiamo e basta. Sapete quanto tempo recuperiamo, quanto spazio recuperiamo? “Gesù oggi ho tanti pensieri, ma non ho da chiederti niente, nulla. Voglio solo dirti Signore io ti amo, aumenta il mio amore. Signore io credo, aumenta la mia fede.” Questa è una preghiera evangelica, è Vangelo purissimo.

Amiamolo e vediamo se farà quello che c’è scritto qui:

“Se mi ami non mi dovrai chiedere nulla.”

Io leggo questa frase anche in un altro modo: “Se mi ami non avrai neanche il tempo di chiedermi, perché quello che tu hai in mente o nel cuore che vorresti chiedermi, te lo darò stasera, se mi ami”. Noi dobbiamo svuotare il cuore dalle domande e riempirlo di atti di amore. Non dobbiamo più preoccuparci di noi stessi. Noi invece siamo tanto preoccupati di noi stessi, delle persone a noi care, figli, parenti… Mi piace questo libro perché si muove a domande. Lei gli fa le domande e Lui le dà le risposte.

 “Una volta il nemico mi sibilò interiormente che le mie preghiere di riparazione erano una perdita di tempo e che non avevano nessun valore davanti a Dio. Mi insinuava questa menzogna con voce così dolce e calma da indurmi a pensare che fosse la voce di Gesù. Immediatamente invocai Gesù: «Gesù, quando la mia preghiera ti è gradita?».

Rispose:

«Quando ti riposi in me, silenziosa, senza preoccuparti di ciò che avviene attorno a te, quando dimentichi tutto ciò che ti circonda, quando alla mia presenza tu senti il tuo corpo come addormentato e contemporaneamente l’anima veglia in me».

Ma vi rendete conto? Noi che non riusciamo a riposare mai. Noi che sembriamo delle anime impazzite alle volte. “Gesù oggi la mia preghiera sarà un atto di riposo in Te, fammi riposare in Te, sul Tuo cuore in silenzio. Tutto quello che mi accade intorno non mi interessa”. E stando davanti a Gesù sentiremo come se il nostro corpo si addormentasse. Anche Lui partecipa di questa pace, di questo riposo, ma l’anima interiormente veglia, è sempre alla Sua Presenza. Credo che per oggi ne abbiamo da vivere.

Non so se l’avete sentita, ma all’inizio vi ho fatto una piccola sorpresina, vi ho messo sotto la lettura del Vangelo un piccolo sottofondo dell’Ave Maria, non so se si sia sentito, in modo tale che il Vangelo sia stato letto sulle note dell’Ave Maria. Vi auguro di cuore una santa giornata.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Lunedì della III settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 6,22-29)
Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna.

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.

Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».

Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

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