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Grandezza sacerdotale di Maria, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 6 maggio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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GRANDEZZA SACERDOTALE DI MARIA – DON CLEMENTE BARBIERI

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a giovedì 06 maggio 2021, in questo mese di maggio ci è particolarmente caro fare le memorie dei primi giovedì e dei primi venerdì del mese. Il primo sabato lo abbiamo fatto una settimana fa, oggi celebriamo il Primo giovedì del mese. Sappiamo cosa vuol dire, vuol dire questa attenzione profonda all’Eucarestia, come Gesù ha chiesto alla Beata Alexandrina Maria da Costa. In questo giorno ricordiamoci la pratica dei primi sei Giovedì che Gesù ha raccomandato, questa ora di Adorazione, chiamata Ora Santa, (il mese prossimo vedremo bene in cosa consiste) da dedicare davanti a Gesù Eucarestia. Il Vangelo di oggi tratto dal cap. XV, versetti 9-11 di San Giovanni ci richiama alle principali verità della nostra fede.

“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.”

La ragione del non fare i peccati si fonda sull’esperienza di questo Amore divino, infinito.

“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi.”

Nessuno ci ha amato mai con un amore divino, nessuno. Nessuno ci può amare di amore infinito, nessuno ci può amare con quell’amore tipico di colui che crea. Noi ci affezioniamo a un piatto di risotto perché lo abbiamo fatto noi, a una pianta di rose perché l’abbiamo piantata noi, immaginatevi cosa vuole dire creare dal nulla: solo Dio può farlo! Noi rimaniamo nell’amore di Dio non per dovere, non per paura, non per un falso moralismo, ma perché nessuno ci ha amato così. È l’esperienza di questo Amore che giustifica il nostro rimanere.

Allora chi più di Maria ha saputo rimanere in questo amore? Maria ha fatto dell’Amore del Padre la sua identità, la sua casa, Maria è diventata Casa dell’Amore di Dio per gli uomini, è diventata Colei che ha dato all’umanità in forma umana, il Figlio di Dio. Il Verbo assume la natura umana insieme a quella Divina e si dà a noi nella Persona di Gesù. Lei è Colei che permette tutto questo. Vediamo cosa ci propone questo sesto giorno del libro “Maggio Eucaristico” di don Barbieri.

VI GIORNO Grandezza sacerdotale di Maria

“Per tanta copia di virtù elevata al più alto grado, Maria meritò di piacere al Signore e di ottenerne le ineffabili misericordie.”

Quanto è importante la virtù, questa vita forte in Dio. Pensare alla virtù e pensare alla vita forte mi fa subito pensare a figure meravigliose come quella di Sansone, prima del tragico incontro con Dalila che gli ha fatto perdere tutta la sua forza, prima di quell’incontro in cui lui non ha saputo custodire il segreto del Re, dove lui, per un errato modo di stare con le persone, per aver ceduto al tedio provocatogli da Dalila, ha perso le sue lunghe trecce meravigliose, simbolo della sua forza, e i suoi occhi, infatti gli cavano gli occhi. La Vergine Maria, ovviamente, è proprio colei che sfugge a questo abbraccio infernale del tedio e di una relazione umana assolutamente disordinata e, in nome di questa virtù eccellente, merita la compiacenza di Dio e la sua Misericordia. La Misericordia di Dio non è solo per chi è peccatore: nel retto modo di intenderla è la compiacenza di Dio e in sommo grado per la Vergine Maria, che non ha il peccato originale.

“E nella stessa guisa che il sacerdote per sé eletto e consacrato Iddio, elargendo i suoi carismi, eleva in santità per renderlo degno operatore nel suo santo ministero; di lei, con regale effusione di doni che non mai fu concessa a creatura, fece la privilegiata nel privilegio ineffabile del sacrosanto sacerdozio che le conferiva; sì che, ineffabilmente bella e piena di grazia, ella emerge al disopra di tutte le grandezze come sole su lo splendore degli astri, fatta tesoro di grazia ella medesima.”

Il Signore stracolma la Vergine Maria di ogni dono, privilegiata nel privilegio, una realtà assolutamente unica. Sembrano proprio tristi coloro che riescono a parlare di Incarnazione senza mai parlare della Vergine Maria, è incredibile questa sorta di revisionismo storico. Come si può parlare di Incarnazione del Verbo senza mai di necessità parlare della vergine Maria? Non ci sarebbe stata nessuna Incarnazione senza la Vergine Maria, l’Incarnazione è stata resa possibile dal “sì” della Vergine, non solo dalla Volontà di Dio. Sse vogliamo essere corretti, parlando di Incarnazione, dobbiamo parlare della Vergine Maria per forza, perché storicamente è avvenuto così, non possiamo rinnegare la storia e prendere solo quello che piace a noi.

“Tanta santità e tanta dignità non devono atterrire ma animare la nostra pochezza.”

Per orgoglio e per amor proprio noi ogni tanto diciamo che ci spaventa tutta questa santità, ma non deve atterrire ma anzi deve darmi tanta confidenza, mi deve animare.

“Perché anche con noi, che cotanto siamo piccoli e miserabili, il Signore si è degnato di essere munifico datore di misericordia col sollevarci nella sua luce e col dare se stesso alle anime nostre nel santo Sacramento dell’altare.”

Come abbiamo detto tantissime volte, con l’Eucarestia noi riceviamo tutta la Misericordia di Dio, ecco perché Gesù dice a Santa Faustina che i troni della Misericordia sono due: il Confessionale, dove ci vengono rimesse tutte le colpe che confessiamo, e il Tabernacolo, perché lì Lui dà tutto, dà sé stesso, il suo Cuore.

“Però la santità e la grandezza di Maria debbono essere per noi, non pure argomento di ammirazione, ma incitamento ad elevazione.”

Devo imitare Maria, devo imitare la sua umiltà, innanzitutto, e poi tutto il resto, il suo “Sì”.

“Tarasio saluta la Vergine, chiamandola la compiacenza del divin Padre. E per vero ella è l’unica, ella è l’eletta, perché né tra gli angioli né tra gli uomini ci fu creatura a lei somigliante o che possa esserle superiore; né altra al pari di lei potendo sorgere in avvenire.”

Lei è l’unica, nessuno prima, nessuno durante, nessuno dopo di Lei.

“Ella sola, all’infuori d’ogni paragone, è piaciuta all’Altissimo, e però in lei sola l’Altissimo si è degnato in maniera così singolare di scendere, mentre ella sola, alla sua volta, cotanto singolarmente ha saputo essere a lui unita. [..]

Ditelo voi, o Vergine tutta pura e santa, come così virginalmente e santamente siete divenuta madre! Ditelo voi di quali e quante dolcezze vi sentiste ripiena come foste tutta penetrata da tante delizie divine! O arca che portaste Dio, arca tutta costellata di gemme e di ori e di tesori splendidissimi; o urna bellissima tutta piena di balsamo celeste, quali potranno essere le lodi che a noi poveretti vien dato di poter elevare a vostra gloria? Con voi e in voi è l’Agnello di Dio; con voi e in voi è il Salvatore e il conservatore del mondo; con voi e in voi è la nostra speranza e la nostra gloria; con voi e in voi è la nostra corona! O sì che veramente il Signore è con voi! E’ con voi nella vostra mente; è con voi nella vostra bellissima anima; è con voi nei vostri pensieri; è con voi nelle vostre immacolate viscere; è con voi, vostro aiuto, vostro principio, vostro termine e vostro fine; è con voi senza termine e senza fine!”

C’è questa unione profonda e radicale con la Vergine Maria e Dio, e chissà se questo non potrebbe farci venire voglia di una preghiera un po’ più fervorosa, costante, cercata.

“Ancora Tarasio eleva il suo cantico a Maria col salutarla sacrario ineffabile dello Spirito Santo. E questo perché lo Spirito Santo è con lei come con la sua santissima sposa, eletta da tutta l’eternità.”

Vi leggo queste cose perché mi auguro che vi facciano riguardare la Vergine Maria in un modo tutto speciale. Credo che vi ricordiate quando un po’ prima di Pasqua c’è stata — non so se l’avete mai vista — questa pratica della “velazione” dei Crocifissi, delle immagini dei Santi, delle effigi di Gesù. Si vela tutto in Chiesa, in attesa del Venerdì Santo. E poi la notte di Pasqua, la Veglia Santa, quando finalmente si canta il Gloria si svela tutto, si accendono le luci dopo il Lumen Christi e tutto torna al suo posto: ritornano i fiori, i canti, la musica, tutto ritrova il suo senso. Vi leggo queste cose perché mi dà l’impressione che stiamo vivendo in questo tempo la “velazione”, una “velazione” quotidiana, civile, pubblica e religiosa di Dio, abbiamo velato Dio, lo abbiamo nascosto. In quei giorni, vedere tutto velato in Chiesa dà un senso così triste, così di disorientamento, di tristezza, fino ad arrivare all’apice che è il Sabato Santo, quando tutti i Tabernacoli vengono svuotati, perché c’è solamente l’altare della reposizione e quindi tutti i Tabernacoli sono aperti. Questa sensazione inizia già dal Venerdì Santo, ma il Sabato si respira un’aria terribile dell’assenza di Dio. Meditare la Vergine Maria ci fa dire che Dio in Lei si mostra nella maniera più bella possibile e noi in Maria possiamo sempre incontrare il Volto di Dio.

“Esempio. — II prezzo della santa Comunione. — Regnava nell’Inghilterra la Regina Elisabetta, giurata nemica della cattolica fede. Prima di metter mano agli esili, alle prigioni, ai tormenti contro i cattolici, emanò un decreto per stabilire gravi pene pecuniarie al sacerdote che celebrasse la Messa, ai fedeli che la facessero celebrare, e a chiunque osasse ricevere la divina Eucaristia. Questa ultima pena multava il trasgressore del decreto in 400 scudi d’oro, se facoltoso, lo condannava al carcere, se povero. Veduto questo bando, un cavaliere inglese, fervente cattolico e tutto dato alla pietà, fermò in cuore di non lasciare per questo di accostarsi spesso alla Sacra Mensa. Però, senza por tempo in mezzo, si fece a vendere due dei più bei poderi che possedeva, e del denaro percepito dalla vendita ordinò tanti sacchetti di 400 scudi l’uno. Intanto veniva spesso comunicandosi in segreto. Ma scoperto dalle spie, fu accusato ai tribunali. Ricevuto l’intimazione di comparire avanti il giudice, il pio cavaliere prendeva subito uno de’ suoi sacchetti già preparati, tutti di doppie di Spagna, e lieto portava quell’oro al tribunale, protestando pubblicamente ch’egli di buonissimo grado spendeva quell’oro pur di non tralasciare d’accostarsi a ricevere il suo Gesù nella santa Comunione. Quanta fede in quell’anima veramente cristiana, e quale esempio per noi!

Noi cosa siamo disposti a dare? Lui, in quel tempo storico, diede gli scudi, i suoi averi. Noi cosa siamo disposti a dare per l’Eucarestia? Mi ricordo Santa Teresa che dice che non si va in Cielo in carrozza. Si dice “Gesù, Gesù, Gesù..” ma poi, alla fine, si cerca sempre la via più facile, quella che costa meno.

Chiediamo alla Vergine Maria la grazia di vivere bene questo giorno eucaristico e di scegliere ogni giorno Lei, la Vergine Maria, come esempio di tutte le virtù e come esempio di donazione totale a Dio.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Giovedì della V settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 15, 9-11)
Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

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