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Maria altare di Dio, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 2 maggio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione 

MARIA ALTARE DI DIO – DON CLEMENTE BARBIERI

 Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

Eccoci giunti a domenica 2 maggio 2021, abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal cap. XV, versetti 1-8 di San Giovanni.

Nella meditazione che stiamo facendo in questo mese e che faremo, lo scopo è proprio quello di rimanere in Gesù e di fare in modo che le parole di Gesù rimangano in noi.

“Rimanete in me e io in voi.”

Noi vogliamo essere tralci non tagliati, non gettati a seccare nel fuoco e a bruciare, vogliamo essere tralci potati e inseriti nella vite.

Proseguiamo la lettura di questo bellissimo libro: “Maggio Eucaristico” del 1920 di don Barbieri.

II GIORNO. Maria altare di Dio.

“Venendo dal cielo in su la terra e facendosi uomo per redimere l’umanità, Gesù Cristo si è fatto vittima di espiazione dei nostri peccati. E quale vittima! Egli che non conobbe peccato volle misericordiosamente assumere la responsabilità delle nostre colpe per cancellarle. A Gesù vittima conveniva dunque un degno altare dove egli, mondo, vi potesse trovare purezza; egli, santo, vi si potesse adagiare nella santità; egli, olocausto divino, potesse iniziare la sua santa immolazione, la quale sola avrebbe potuto cancellare i peccati degli uomini. E il primo e più degno altare dove l’illibatezza gareggia con l’amore più generoso, dove la santità risplende in tutta la sua magnificenza è il seno purissimo della sua immacolata Madre. E su di questo altare egli discese e giacque per offrirsi quale nostro riparatore; e però Maria è l’altare di Dio che Dio ha creato meritevole di sé, costruendolo con la Immacolata Concezione di lei, deificandolo nel mistero sacrosanto dell’Incarnazione, rendendolo altare di olocausto nell’ora della Passione e altare di gloria col sublimarlo nell’apoteosi dell’Assunzione.”

Sappiamo che questo linguaggio e che questi concetti, le idee veicolate da questo linguaggio non piacciono molto perché oggi si parla un altro linguaggio, ci sono altre idee. Assolutamente non si può parlare di vittima di espiazione, di colpe, di peccati, di responsabilità, di Gesù vittima. Però questa è la nostra fede, anche se non piace. Non piace perché parlare di vittima di espiazione, della Vergine Maria come Altare di Dio, tutto questo, presto o tardi, finisce a cascata sulla mia vita e quindi interpella me, chiede a me che cosa c’entro con tutto questo. Quando parliamo di Incarnazione non possiamo non parlare della Vergine Maria, parlare dell’Incarnazione e non parlare della Vergine Maria vuol dire essere fuori dalla storia, perché la storia è stata scritta così.

Ricordate la vicenda del cieco nato? Andate a rileggerla: lì avete l’emblema, la sintesi di cosa sa fare l’ideologia, di quanto l’ideologia acceca radicalmente l’uomo. Noi che non vogliamo essere ciechi, che non vogliamo cadere nell’ideologia, seguiamo don Barbieri, che ci fa vedere come invece Dio, la Vergine Maria, Gesù, il Mistero dell’Incarnazione, la Trinità, l’Eucarestia sono assolutamente collegati.

“Le anime nostre sono altari viventi di Dio, perché messe a contatto con Dio nella santa Comunione. E’ in questo adorabile mistero dell’amore divino una perenne immolazione da parte di Dio in noi e per noi, che viene offerta per la nostra edificazione spirituale. Sia adunque l’esempio insigne della Vergine benedetta ammonimento e modello per noi. Siano le anime nostre un altare vivente votato al culto dell’innocenza”

Noi facciamo di tutto per salvaguardare l’innocenza, che vuol dire “non nuocere”, soprattutto l’innocenza battesimale.

“Sia su di noi sia immolata la superbia, sia svenata l’ira, siano colpite la lussuria e le passioni; e sempre sovra di esso si offerisca sacrificio di innocenza e castità, nel perenne studio d’imitare la Vergine, che essendo santo altare fu ed è gloriosissimo trono di Dio”

Nella misura in cui riceviamo sacramentalmente o spiritualmente il Corpo di Cristo, noi siamo altari viventi, e siamo chiamati ad imitare questo Santo Altare gloriosissimo trono di Dio che è la Vergine Maria.

Qualcuno mi diceva: “Io vado a ricevere Gesù Eucarestia in mano, non l’ho mai fatto, però adesso lo faccio perché io ho bisogno…”

Già questa parola “bisogno” ha un eco brutto e sordo.

“… e allora ho pensato che, con le mie mani, faccio una preghiera o ci metto l’olio benedetto…”

Cosa c’entra l’olio benedetto sulle mani? Non è il Sacro Crisma.

“… metto l’olio benedetto, l’acqua benedetta, per ricevere Gesù sulle mani e poi faccio una preghiera dove io invoco Gesù ad essere Lui in me e ad essere Lui che con le Sue Mani si riceve”.

Penso che neanche nel libro di fiabe più fantasioso sia possibile scrivere una cosa del genere. Cosa vuol dire questa cosa? Qual è il fondamento teologico di questa cosa?

Se io voglio ricevere l’Eucarestia sulle mani non ho bisogno di disturbare tutte queste fantasie: la Chiesa lo permette, vado e la ricevo. Non andiamo a inventarci storielle per metterci a posto la coscienza. Se decido di ricevere l’Eucarestia sulle mani, la Chiesa lo permette e la ricevo, senza fare salti pindarici che fan venire il mal di testa solo a pensarci, non hanno nessun fondamento teologico e poi non sono necessari. A me non sembra che possa essere il bisogno ciò che mi muove nell’incontro con Dio, mi sembra che sia l’amore, non il bisogno. Al centro del mio bisogno ci sono io, al centro dell’amore c’è Dio, c’è l’altro.

È brutto questo modo di ragionare, ve l’ho già detto, è falso.

Dire che si obbedisce ai Vescovi e si sta nella pace perché tutta la responsabilità ricade su di loro e noi davanti a Dio siamo a posto, perché chi obbedisce non sbaglia mai, vi pare un ragionamento da gente cristiana? Vi sembra corretto?

Se il Vescovo, per ragioni sue, chiede che adesso l’Eucaristia venga ricevuta solo in mano, non significa che stia imponendo di fare tutti i giorni la Comunione e ti imponga di riceverla ogni giorno in mano. Assolutamente nessuno si è mai sognato una cosa di questo genere. Quindi, di quale obbedienza parliamo? Non c’è nessuna obbedienza.

Il fedele, di fronte a questa scelta, può decidere — nella libertà dei figli di Dio che la Chiesa concede — di fare la Comunione Spirituale, non sacramentale, qualora la sua coscienza gli dicesse che in mano non se la sente di ricevere l’Eucaristia. Non mi pare sia un ragionamento complesso e difficile da capire.

Non c’è bisogno di scaricare la responsabilità su nessuno, nessuno ti obbliga a fare nulla, ti viene solo detto che per ora la modalità è questa, e tu sei liberissimo di dire che fai la Comunione Spirituale.

“Ma io voglio ricevere…”

Questo è già un altro discorso.

“Voglio” e “bisogno” non stanno molto con l’amore, con l’amore ci sta di più “sacrificio” e “rinuncia di sé”.

Ciò che conta è la Comunione. Se tu fai 300 Comunioni Sacramentali e in queste 300 Comunioni Sacramentali mai una volta hai fatto la comunione Spirituale con Gesù, sono tutte assolutamente inutili, e se tu fai la Comunione Spirituale fatta bene, con tutto quello che la tradizione cristiana ci ha consegnato sulla bellezza della Comunione Spirituale e se ciò che ti ha mosso a non ricevere l’Eucarestia nella modalità sacramentale è una ragione di coscienza personale, motivata, sostenuta, e giustificata, non c’è bisogno di chiamare in causa nessuna obbedienza, nessuna colpa di nessuno, e nessuna responsabilità di nessuno.

Non andiamo a creare polemiche e guerre dove non ce n’è proprio necessità. La Chiesa lascia liberi, siamo liberi. L’importante è seguire la propria coscienza perché di questa coscienza noi dovremo rendere conto a Dio. Dovremo rendere conto non degli altri, di me, di quello che la mia coscienza decide. Io sono responsabile delle mie scelte, non gli altri.

Non può essere mai valido il dire: “Io ho ammazzato quelle persone perché ho obbedito ad un comando”. Questo già la giustizia umana lo dice, come il processo di Norimberga: tu vieni condannato per i crimini contro l’umanità, perché quel grilletto l’hai schiacciato tu, quel gas l’hai messo tu, quelle iniezioni e quegli esperimenti li hai fatti tu. Tu eri libero di dire sì e di dire no. Tu devi assumerti le tue responsabilità e se assumersi le proprie responsabilità vuol dire morire, muoio. Ognuno è responsabile di sé perché ognuno è libero.

C’è veramente tanta confusione, ma questo è dovuto al fatto che non abbiamo le idee chiare, non studiamo e poi soprattutto siamo tanto schiavi del confronto, del bisogno, del “io voglio”. Prendiamo in mano il Crocifisso, contempliamo Gesù in Croce che ha perso tutti i suoi diritti, tutti. Lo abbiamo scarnificato fino alle ossa, gli abbiamo tirato via anche pezzi di ossa, con tutto quello che gli abbiamo fatto addosso. Chi ha difeso i Suoi diritti? Nessuno. E Lui che cosa ha fatto? Ha rimesso tutto nelle mani del Padre. Impariamo anche noi a fare così.

“Ma nel Vangelo Gesù dice che chi non mangia di me e non beve di me…”.

Ma cosa c’entra?

Tu non è che non lo fai perché non lo puoi fare [perchè sei in peccato mortale]. Tu, essendo in grazia di Dio, lo fai nella modalità spirituale, perché scegli quella modalità per motivi legati alla tua coscienza sulla quale nessuno può andare a dire una parola, neanche il Papa, perché la coscienza è inviolabile. Speriamo che questa cosa dell’Eucarestia e della Comunione riesca a fare chiarezza dentro di noi, a farci superare questi scrupoli inutili, queste confusioni dannose, queste idee sbagliate a livello teologico. Sono radicalmente sbagliate. Non chiamiamo in causa olii santi, acque benedette, Gesù che mi possiede, le Sue Mani diventano le mie mani, poi abracadabra, sparisce Lui e ritorno io. Ma ci rendiamo conto di quello che diciamo? Solo il Sacerdote agisce in persona Christi, e solo in precisi e particolari momenti, tutti gli altri no.

“La Vergine, eletta ad essere altare di Dio, fu consacrata non dal contatto delle reliquie di Santi, ma dalla presenza del Santo dei Santi; non fu unta dal sacro olio, ma mischiata alla divina regale unzione del suo Gesù; non solo sopra di lei furono invocati i carismi ineffabili dello Spirito Santo, ma questa stessa dovizia di grazia l’eterno divin Spirito portò a lei col discendere in lei, e in lei sopravvenendo ad adombrarla la virtù dell’Altissimo.”

Sentite che bella questa preghiera:

“O Maria tutta pura e tutta santa, o altare, o trono gloriosissimo del nostro Creatore e Redentore, noi vi lodiamo, noi vi ringraziamo; noi, orgogliosi di voi, voi magnifichiamo come la benedetta fra le creature tutte, poi che, donna essendo per la vostra condizione di natura, siete stata da tanto innalzata da divenire madre di Dio! O bellissima per la bellezza di tutte le bellezze che vi adorna; o madre di Dio, sommo ornamento di tutti i più belli ornamenti, noi rapiti da così alto vostro splendore, umilmente, devotamente vi benediciamo!”

Insegnatela ai vostri bambini, ai vostri ragazzi, è una preghiera bellissima.

“Se ella è la Vergine incomparabile che forma le delizie di Dio, è ancora la martire senza paragone, che tutta seppe rendersi accetta a Dio. Anzi, più che martire ella fu, perché il suo fu un amore più forte della stessa morte; ed immolata con Gesù e per Gesù, resse nell’atrocissima morte di lui nell’amore e nel dolore, olocausto materno in un col sacrificio del Figlio per la nostra salute. [..]

L’altare candidissimo del suo cuore materno fu dunque irrorato di sangue nella Passione del suo Gesù. E se noi moviamo a ricercare i frutti di questa salutare Passione, li troviamo opimi e copiosissimi in su l’albero della croce piantata su questa terra benedetta, che è la Vergine; li ritroviamo su questo altare santo che è il suo cuore amorosissimo. Gesù, che è la vite la quale dà il preziosissimo vino di vita, il dolcissimo e pazientissimo Gesù nasce da lei, e, vite vera, alla presenza di lei si lascia potare nella circoncisione; vigilato da lei, si vede scavare intorno la fossa d’ogni più acerba ed irosa insidia; al suo cospetto permette che gli siano perforati da chiodi e mani e piedi; sotto i suoi sguardi concede di lasciarsi legare dal tradimento, dalla calunnia e dall’insulto; alla sua presenza emette gemme, frondi e fiori di virtù e di prodigi; a lei da presso fruttifica in salute nella sua santissima e dolorosissima Passione; a lei congiunto redime, dando tutto se stesso, il mondo. [..]

Ella è adunque l’altare santissimo dell’amore e del dolore sempre associato a Dio; e però non conveniva che tanto altare, così sublimato nel sacrificio con Dio, andasse soggetto a corruzione. […]

Quanti e quali benefici Gesù ha largito e tuttavia largisce anche a noi nell’inesauribile sua misericordia! Ci ha dato se stesso, per Maria, nel mistero sacrosanto dell’Incarnazione; ci ha redenti col sacrificio preziosissimo di sé nella Passione; continua a darci questi stessi benefici nella santa Comunione, che è la persecuzione dell’ Incarnazione e il rinnovamento della sua Passione! [..]

“Facendo il segno della Croce, giunta alle parole “del Figliuolo”, la Beata Angela da Foligno, 1310, fu vista arrestarsi alquanto, per continuare poi con devozione, si seppe da lei stessa il motivo di quella breve sospensione di tempo, ricordando la Comunione del mattino dicendo “del Figlio” sussurrava a Gesù, in atto di stringerselo al Cuore: “Sei qui, qui sotto la mia mano”, e poi proseguiva: “E dello Spirito Santo, e così sia”

La mano va sul cuore nel momento in cui si pronuncia: “E del Figlio” e lei diceva: “Sei qui, qui sotto la mia mano”. E questo vale sia che facciate la Comunione spirituale che quella sacramentale, perché quello che conta è la Comunione.

Sentite quest’altra preghiera bellissima:

“O Maria, Madre di grazia, fate che ancora noi possiamo essere figli di questa incalcolabile grazia che Iddio ci concede, col rispondere a tanta generosa misericordia da parte di Dio e col rendere fruttuoso in noi il vostro santo ministero di madre nostra! Voi che siete la benedetta fra le creature, deh fate che il divino Salvatore Gesù, che avete nutrito del vostro purissimo latte, sia nostra vita, e che ricevendolo noi nella santa Comunione ci possiamo del tutto e degnamente incorporare con lui nel tempo e nell’eternità.”

Potreste recitare questa preghiera dopo la Comunione come ringraziamento.

Chiediamo al Signore, alla Vergine Maria la grazia quest’oggi di essere altari viventi con tutta la consapevolezza del caso e di essere grandi innamorati di Gesù Eucarestia e di Maria, del Sacratissimo Cuore Eucaristico di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria.

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

VANGELO (Gv 15,1-8)
Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

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