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Maria nel dolore e nella gioia con Gesù, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 29 maggio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Maria nel dolore e nella gioia con Gesù – Don Clemente Barbieri

Eccoci giunti a sabato 29 maggio 2021. Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XI, versetti 27-33 di San Marco.

Ci sono delle domande che sono assolutamente importune, maliziose, domande disoneste che nascondono intenzioni empie, domande fatte per curiosare, domande fatte per mettere sulle proprie mani la vita degli altri, domande fatte per carpire qualche parola che poi si usa come si vuole, insomma non a tutte le domande bisogna rispondere, neanche Gesù lo ha fatto. 

«Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

Perchè voi non siete stati onesti, veri, coerenti, quindi non ci possono essere una comunicazione o uno scambio tra di noi, perché voi fate domande solo per cercare le risposte che volete voi, le vostre conferme.  

Stiamo leggendo il libro “Maggio Eucaristico” di don Clemente Barbieri, stiamo arrivando alla fine, siamo al XXIX Giorno, e il titolo di oggi è “Maria nel dolore e nella gioia con Gesù”.

XXIX GIORNO

Maria nel dolore e nella gioia con Gesù

“Con la stessa pietà amorosa di Maria che veglia presso il santo sepolcro, dobbiamo noi vegliare presso l’altare dove Gesù si sacrifica, presso il tabernacolo dove Gesù rimane per noi.”

“Con la stessa pietà amorosa”.

“Con la stessa fede ardente di Maria dobbiamo attendere ogni giorno, ogni ora, vegliando così presso Gesù, il trionfo di Gesù nella sua Chiesa e nelle anime.”

Non bisogna essere monache di clausura per fare questo, anche uno che lavora in miniera può fare questo, l’importante è avere una fede ardente.

 “Ma nel contempo, perché questo trionfo possa essere affrettato, dobbiamo saper morire e risorgere con lui, morire al mondo, al demonio, al peccato”

Questo dobbiamo farlo tutti.

“Risorgere con lui, per sua misericordia, alla sua grazia. E poi che egli si degna di scegliere le anime nostre per sua dimora, è anche d’uopo che tutte le nostre forze siano consacrate a degnamente accoglierlo.”

Quindi prepararci bene, stare con pietà amorosa presso l’altare, con fede ardente, attenderlo, vegliare, saper morire al mondo, al peccato, al demonio e anche dopo accoglierlo. 

“Invochiamo quindi dalla Vergine benedetta la grazia singolare di potere così essere sempre con Gesù, di poter così vivere sempre di lui e con lui, di potere così santamente unirci a lui nella santa Comunione, e di ottenere così da lui il pegno sicuro della nostra vita e della nostra resurrezione.” 

Essere sempre con Gesù, per vivere sempre con Lui e in Lui.

“O Signore Gesù, la vostra sepoltura è il giaciglio sul quale vi raccogliete a riposare dopo la meravigliosa e salutare opera di redenzione, che avete compiuto per noi. E giace questo vostro sepolcro del tutto nuovo in un rifiorito orto aulente, scavato nella pietra, appunto perché vuol essere..”

Attenti, perché questo sepolcro scavato nella pietra?

 “Perché vuole essere immagine dell’anima che in sé nel Sacramento del vostro amore vi accoglie, la quale se degnamente vuole ricevervi, deve studiarsi di essere l’orto chiuso ad ogni mondana penetrazione.”

Noi siamo questo sepolcro che riceve il Santissimo Sacramento e deve fare in modo che sia chiuso ad ogni mondana penetrazione. 

 “E rinnovellarsi ogni giorno nella vostra fede, di consolidarsi sempre meglio nel vostro amore, per riuscire a tanto da poter sempre vivere con voi, conseppellita con voi nei secreti recessi della vostra misericordia.”

Chi è questo? San Bernardo, che in una meditazione sulla Passione e Risurrezione del Signore, al cap. XI, n. 23 dice tutto questo. Bellissimo.

“Nonostante questa nostra indegnità, Gesù Cristo è qui con noi in su l’altare, è qui con noi nell’ombra amica del santo tabernacolo. […] Presso, a coorti, gli angioli reverenti gli fanno veglia d’onore; e noi ardiremo andare a lui a mani vuote? noi oseremo accostarci a lui con la dissipazione in cuore?”

Penso ai fatti miei, guardo in giro, chiacchiero con quello vicino. Una delle cose più tristi è stare seduti alla consacrazione. Perché alla consacrazione devi stare seduto?

Oppure stare in piedi alla consacrazione. Ma perché alla consacrazione devi stare in piedi? In piedi ci sta il Sacerdote. Perché non ti metti in ginocchio? “No, ma hanno tolto le panche.” E allora? Ti metti in ginocchio sul pavimento. Gesù Cristo si è sfondato le ginocchia cadendo sotto il peso della Croce per te, per me, per noi. Ma ci fosse anche il fango! 

Vi ricordate Santa Bernadette? Cosa le fece fare la Madonna? Le fece bere e mangiare quella poltiglia fangosa fatta di terra, sterco e peli di porco, questo mangiò Bernadette ai piedi della Madonna. Perché? Per penitenza. Non c’era ancora la piscina come c’è adesso a Lourdes, quando l’acqua iniziò a sgorgare non c’era la fontana con l’acqua bella e perfetta che viene giù, ma gorgogliava dal fango e lì c’erano tutte le bestie, giravano i maiali, c’era di tutto su quella terra, una cosa schifosissima. La Madonna le chiede di bere e mangiare quella roba terribile. E noi abbiamo i problemi a metterci in ginocchio sul pavimento di una Chiesa! 

“No, non mettetevi in ginocchio perché c’è il virus.”

Ma finiamola con questa storia! Ma basta! Ma questa è pura ideologia! Non c’è nessun virus che ti viene addosso, il virus non è una pantera che se tu ti metti in ginocchio ti sale dalle gambe e ti viene nel naso. Finiamola con questa ignoranza. Il virus si trasmette in un modo ben preciso e chiaro. Leggiamo i documenti scientifici per favore! Cerchiamo di essere un po’ informati, non usiamo il virus come scusa del nostro ateismo e della nostra incredulità diabolica e della nostra ribellione diabolica contro l’Eucarestia, perché adesso è questo, si sta parlando di questo. Non c’entra niente il virus con il mio mettermi in ginocchio, non c’entra niente. Non c’è nessun documento, di nessun Papa, di nessun Vescovo e di nessun comitato scientifico, non c’è nessun documento di niente che dica che se mi metto in ginocchio prendo il virus, o trasmetto il virus. Sono stupidaggini che si usano per portare avanti la propria ideologia. Quale? Quella contro l’Eucarestia, che è tutta tipicamente diabolica. Se mi metto in ginocchio non creo problema a nessuno, non c’è nessun contagio, non c’è niente di niente. Quindi mettiamoci in ginocchio alla consacrazione, nessuno ce lo può proibire perché non c’è nessun documento che dica questo. 

La tua idea, l’idea del prete X e Y è una tua idea. Che a me può piacere o non interessare, la tua idea non è normativa. Un parroco, un superiore, un prete, fa parte della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, quindi quel prete non detta legge nella sua parrocchia, non è Papa e Re. È un prete, e questo prete deve obbedire alla Chiesa, e la Chiesa non ha scritto e non ha detto da nessuna parte che non ci si può mettere in ginocchio. Quindi non veniamo a fare le anime titubanti: “Ma mi hanno ordinato per obbedienza… mi hanno comandato per obbedienza…”. Non c’è nessuna obbedienza, prima di tutto perché sei un laico, se sei un laico non sei chiamato a nessuna obbedienza, perché nessun laico ha fatto voto di obbedienza né al proprio parroco, né al proprio prete, né a nessuno. Non parliamo a vanvera, non c’è obbedienza in senso stretto. C’è l’obbedienza alle norme emanate dalla Chiesa. E dove sono queste norme che dicono che non ti puoi mettere in ginocchio? Non esistono, quindi non parliamo a vanvera, non c’è obbedienza e non chiamiamo in causa l’obbedienza. 

L’obbedienza poi la chiamano in causa quando fa comodo a loro, perché quando non piacciono certe cose l’obbedienza non funziona più, vedasi quello che ha appena fatto la Congregazione della dottrina della fede dove dice: “Queste benedizioni non devono essere date”. Capite benissimo di cosa sto parlando, non si possono nominare certe cose perché oggi, in questa dittatura del pensiero unico, che poi addirittura censurano, adesso si va per algoritmo, se l’algoritmo trova che tu dici alcune parole precise, l’algoritmo automaticamente censura l’audio, il video, siamo ormai entrati in un’epoca di pura dittatura del pensiero. Ma noi siamo persone intelligenti, non abbiamo bisogno di dire quelle parole, il riferimento è talmente chiaro e ovvio che anche i sassi lo capiscono, e voi siete persone più che intelligenti, quindi se la Congregazione della dottrina ti dice: “Queste cose non le puoi fare e non le devi fare” e il Papa firma, e approva, basta, fine. Duecento teologi che si ribellano, Vescovi che si ribellano, preti che si ribellano, ma allora l’obbedienza quand’è che vale? Quando vale l’obbedienza? Vale su quello che interessa a me, su quello dove io non sono d’accordo, allora vale. L’obbedienza quando devo farla valere sugli altri, va bene, allora agli altri devono obbedire, ma quando devo obbediente io, no, e quindi si fanno le lettere di ribellione contro la Chiesa, contro la Congregazione, contro il Papa, terribile.

Quindi, in ginocchio, che dicano quel che dicano, in ginocchio.

“Egli per noi si è sacrificato, e noi vedendolo così fatto immolazione, saremo tanto induriti di cuore da abbandonarlo? Dov’è un cadavere là si raccolgono le aquile…”

Ricordate l’espressione del Vangelo.

“… e noi non aquile vorremo essere intorno a Gesù così morto per noi, ma cani, che impudentemente gli si stringono da presso nell’abominazione e nel peccato?”

Voi direte: “Ma Padre Giorgio, ma che parole che usa! Ma cosa dice! Ma Padre Giorgio ma che durezza! Ma Padre Giorgio, ma che esagerazione!”

Vi consolo subito, non sono parole né mie, né di don Barbieri, queste sono parole di San Giovanni Crisostomo, quindi nel caso dobbiamo andare a prendercela con lui. Questa frase che vi ho appena letto: 

“Dov’è un cadavere là si raccolgono le aquile e noi non aquile vorremo essere intorno a Gesù così morto per noi, ma cani, che impudentemente gli si stringono da presso nell’abominazione e nel peccato?”

È di San Giovanni Crisostomo. Rido perché ho in comune con San Giovanni Crisostomo dei problemi, San Giovanni Crisostomo condivide la mia condizione psichiatrica, perché mi hanno riferito che qualcuno dice che io dico queste cose, parlo in questo modo perché ho degli “irrisolti” — che poi, poverini, non sanno neanche che cosa siano gli irrisolti — ho degli “irrisolti” miei personali, familiari, non so bene se ho dei problemi con la figura materna o paterna, non ho capito bene, comunque ho degli “irrisolti”, sono un po’ psichiatrico, ho dei problemi e quindi a causa dei miei “irrisolti” sono così rigido. Io sono contento perché faccio comunità con San Giovanni Crisostomo, volentieri faccio un po’ di psichiatria con lui perché condivido perfettamente il suo pensiero, quello che lui dice. Oggi, sapete ,non si possono usare parole del genere come: “cani”, io invece sono insieme a don Barbieri, a San Giovanni Crisostomo e facciamo un po’ di psichiatria insieme, ci fa bene. 

 “cani, che impudentemente gli si stringono da presso nell’abominazione e nel peccato”

Quando noi siamo in questo stato, che non vuol dire aver commesso qualche peccato veniale o combinato qualche pasticcio, qui si parla del peccato di chi ostinatamente vuole vivere nel peccato e vuole rimanerci, di chi senza nessun pentimento gli sta attorno come un “cane”. 

Nella camera psichiatrica nostra c’è anche San Tommaso D’Aquino. Ma vi immaginate che lezione di teologia che facciamo! Delle lezioni di teologia pazzesche! Già mi vedo in questa nostra bellissima camera psichiatrica, nel mio banchettino — vi ricordate a scuola quando avevamo il banchettino col bordo nero davanti che aveva il buco per mettere dentro il calamaio, io non ho fatto in tempo ad avere il calamaio, però avevo il buco, e mi ricordo che mettevo tutte le penne lì in quella striscetta nera, con un piccolo dislivello, dove mettevi le matite, le gomme — ecco io mi immagino lì con il mio grembiulino azzurro — mi pare che fosse col collo bianco e la cinturina alla vita — mi metto lì con il mio grembiulino e passo la mia psichiatria ad ascoltare, faccio un po’ di San Tommaso, un po’ di San Giovanni Crisostomo, un po’ di don Barbieri, adesso arriverà anche San Bernardo perché anche lui è un po’ da psichiatria, anche lui ha un po’ di irrisolti materni e paterni. Non ci voglio neanche uscire da questa psichiatria, ma comunque quando uscirò sarò un nababbo della teologia. 

“Nessuno mai, né sacerdote né semplice fedele ardisca avvicinarsi così all’altare, senza essersi prima del tutto mondato e vestito dell’abito nuziale!”

Tradotto: vai a confessarti! Vai, dì i tuoi peccati, riconosci chi sei, pulisciti e lavati.

 “Però in sul movere al monumento che custodisce Gesù, vale a dire al santo tabernacolo, si affretti ognuno a lavarsi e a liberarsi da ogni scoria di peccato, e ad indossare i candidi vestimenti della gloria.”

Questo è San Bernardo, un altro psichiatrico che arriverà anche lui.

“Esse acquistarono preziosissime essenze per venire a profumarne la salma adorata, perché dintorno non ne emanasse odore di morte. Anima mia, così devi acquistare aromi di virtù, e sopratutto quei soavissimi aromi di affetto e di zelo..”

Se mi richiudono in psichiatria venitemi a prendere, per favore, non lasciatemi là davvero, mi raccomando.

“..che ti facciano degna di compartecipare agli augusti patimenti del tuo Signore, e che ti donino quella rettitudine che varrà a tutto poter accogliere da lui e a tutto poter compiere per lui!”

Bellissimo, questo è sempre San Bernardo. Don Barbieri aveva una cultura che era una cosa impressionante. Questa citazione è ancora di San Bernardo:

“Così potremo divenire figliuoli della luce e meritare di rimanere a scolta di Gesù nel santo tabernacolo. E figliuoli della luce fa d’uopo essere, perché chi si veste di ombra e nell’ombra s’addormenta non può dire di vigilare con Gesù. Solo coloro che sanno rimanere desti nell’operosità più santa..”

Sono le opere che dicono che sono sveglio.

 “..possono sperare di poter essere con lui. I veri suoi seguaci sanno che debbono gelosamente custodire tanto tesoro. Si adoperi di conseguenza ogni anima fedele di vigilare presso questo tesoro, che deve essere suo unico e supremo amore.Guai ai peccatori, che assediano il tabernacolo dove Dio rimane per nostro amore!”

Peccatori nel senso che vi ho spiegato prima, di ostinati impenitenti, di coloro che non vogliono convertirsi e confessarsi.

“Iddio si allontanerà da essi, e per quante ricerche facciano, non sarà loro dato di poterlo ritrovare. Ma beate per contrario quelle anime, che fanno loro delizia di perseverare presso il santo tabernacolo, e contemplando ed adorando di vegliare così alla custodia del loro Signore!”

Meraviglia!

“Grande e del tutto mirabile deve parimenti essere la nostra preparazione nel riceverlo, sì da non osare mai di avvicinarci a lui col cuore saturo di peccato.”

Mai! 

“No, ma io devo fare la comunione, c’è il funerale, faccio la comunione per il morto.” No. Se sei in stato di peccato mortale ti vai prima a confessare.

“Ma mi confesserò…” No, perché non fai nessuna comunione buona in peccato mortale, per nessuno.

“Ma mi hanno detto che…” No. Se c’è un peccato mortale, no, se c’è un peccato grave, no, ti vai prima a confessare e poi fai la comunione, non c’è nessun obbligo di fare la comunione ma di confessarsi sì, se sei in peccato grave.

“Che se noi, così fragili e così in balìa di tentazioni e di pericoli, non possiamo ad esso accostarci del tutto rivestiti di innocenza, adoperiamoci con vera sollecitudine a purificarci e a preparare con le anime sante, prima di movere verso il sacro altare, prima di levare gli occhi e i desideri e le invocazioni al santo tabernacolo.”

Ti devi prima di tutto confessare, questo è sempre San Bernardo. 

 “Teniamo sempre presente quanto e come sia di giovamento a noi il non mescolarci con i tristi fattori del mondo che inducono a rovina le anime, se amiamo avere poi parte nella gloria e nella resurrezione di Cristo.”

Quindi stiamo lontani dai tristi fattori del mondo.

“Ricordiamo come sia consolante il non accostare le labbra alla coppa del piacere e della vanità del secolo, se è nostra brama avere poi modo di delibare il più eletto vino della gioia al calice santo della felicità nel regno benedetto del Padre!”

Teniamo lontane le labbra dalla coppa del piacere e della vanità del mondo! Perché? Per poter poi bere al calice del Signore.

“Perché il Sacramento del Corpo di nostro Signore Gesù Cristo è vita per molti, ma anche, purtroppo, per molti è pena e supplizio di peccato. È vita per coloro che di Cristo e in Cristo sanno vivere, è morte per coloro che si fanno figliuoli del demonio, legandosi a lui coi vincoli del peccato, della negligenza e dell’ignoranza.

Questo è San Bernardo.

“Anche le anime, adunque, possono divenire il santo sepolcro di Gesù. Quale grandezza la nostra! Ma teniamo ben presente come, giacendo nel sepolcro, Gesù, vi fu ravvolto in bianchi lini, unto di aulenti aromi e composto sopra levigati e politi marmi, sui quali, prima di lui, nessuno era giaciuto. Riceviamo quindi il nostro divino Salvatore, per avvolgerlo in un sudario di purezza..”

Ecco perché dobbiamo stare lontani da tutto ciò che è immondo, da tutto ciò che è impuro e da tutto ciò che può vagamente sporcarci. 

“..per aspergerlo degli unguenti santi della virtù e della grazia; per tenerlo sempre con noi con la perseveranza più costante nel bene e nel suo amore.”

Questo è San Bonaventura, un altro psichiatrico anche lui che entrerà nella camera. 

“E nella stessa guisa che la Vergine benedetta, abbracciò con materno amore il sepolcro dove il suo divin Figliuolo fu composto in pace, e baciandone commossa la fredda pietra che lo ricopriva testimoniava a lui la sua inesausta profonda tenerezza; abbracciamo ancor noi le anime nostre quando sono fatte tabernacolo di Gesù”

Abbiamo mai pensato di abbracciare le nostre anime? Bellissimo. Ma perché abbracciarle? Voi avete mai visto un airone cenerino, un passero, un’anatra, un cigno? Qui a Villa Pamphili ci sono tanti di quei cigni bellissimi; il cigno quando vola ha le ali spiegate, ma quando sta nell’acqua, le ha chiuse.

“..perché elemento profano non le penetri mai”

Se voi buttate l’acqua addosso a un cigno che ha le ali chiuse e sta nell’acqua, lui non si bagna, l’acqua scivola via.

 “e perché egli vi possa rimanere, di solo custodito dalla nostra adorazione.”

Qualche volta ho visto l’anatroccolo del cigno sopra la mamma, chiuso fra le sue ali, sbucava la testolina ed era protetto dalle ali, gli stava sopra, vicino al collo, bellissimo. Ho pensato: “Pensa se noi facessimo così con Gesù!” Ma voi vi immaginate? Saremmo affogati, affondati tra le piume del Pio Pellicano! Ma chi è che ci porta via da li? Ma chi è che ci tocca? Con fuori solo la testolina, chiusi lì dentro tra le piume del Pio Pellicano. Ma neanche se ci fossero i coccodrilli, nemmeno i caimani di venti metri ci farebbero paura. 

“Questo dobbiamo a Gesù, che è il nostro pio Pellicano.”

Questo è San Tommaso.

“..il quale, a somiglianza dell’omonimo volatile, di sé ci pasce”

Perché il pio pellicano si punge il petto con il becco e dà da bere il suo sangue ai piccoli.

 “..liberandoci da morte, e del suo divin Sangue ci vivifica, facendoci con lui risorgere nella beatitudine del cielo.”

Qui è San Bonaventura. Bellissima.

 “Crocifiggiamoci dunque con Gesù; la sua santa croce, anzi, Gesù stesso crocifisso stringiamoci con costante amore al cuore”

Tutti noi dobbiamo avere in casa il nostro Crocifisso bello grande e poi il Crocifisso portatile da scrivania. Ma anche al lavoro dovete averlo, non fate i conigli! Gli altri non hanno paura di avere le donne nude, le immagini porno sul loro desktop del computer o il loro giornalino schifoso lì appoggiato, non hanno vergogna di avere queste cose, e voi, perché dovete avere vergogna di avere con voi il Crocifisso? “Beh, cosa vuoi? Hai problemi? Ti fa problemi? Non guardarlo! Guarda altrove, guarda le altre tue cose”

 “Guai a coloro che in accostarsi alla santa Comunione non si dispongono adeguatamente e non si curano di preparare per Gesù nell’anima propria un sepolcro novello”

Lo vedremo con giugno, Monsignor Fulton Sheen dice che dovremmo dedicare un’ora prima alla preparazione della Santa Messa, l’Ora Santa prima della Santa Messa, per disporre la nostra anima affinché sia un sepolcro novello a ricevere Gesù. 

 “o quanto meno, affatto rinnovato, col presentarsi del tutto puri o, se hanno peccato, col rendersi mondi con adeguata contrizione e con degna soddisfazione! Guai a coloro che in accogliere Gesù in sé non si adoprano a comporlo in una sindone completamente monda, vale a dire in un’anima del tutto sciolta e liberata dalla colpa! Questo è il modo di poter degnamente conservare l’anima propria a Gesù Cristo, come il santo sepolcro, o meglio, come il santo tabernacolo nel quale possa degnamente giacersi: col fare della stessa nostra anima il tempio dello Spirito Santo.” 

Detto questo andiamo a prendere il testo della Madonna delle Tre Fontane, la Vergine della Rivelazione, di Gaeta “Il Veggente”, proseguiamo la lettura. È la Madonna che parla:

“Siete i pastori, guidate il gregge all’Ovile santo, la Chiesa. Gesù cerca il cibo della vostra vita, come un uccellino, non per lui ma per darlo a chi ha fame. Gesù ha molta fame, fame d’amore vostro, il suo cibo sono le vostre opere, la vostra fede, la vostra carità. Gesù prende da voi se stesso per salvare e santificare le anime!”

Quindi essere pastori, guidare il gregge all’ovile Santo che è la Chiesa non a ribellarsi alla Chiesa, ma andare verso la Chiesa sempre di più. E noi dobbiamo sfamare questo uccellino, dice la Madonna. Con che cosa? Con le opere, con la fede e con la carità.

Qual è il volere di Cristo Sacerdote?

“Operate secondo il volere di Cristo sacerdote, dovete dedicarvi completamente al culto dell’altare e alla guida delle anime per la gloria del Padre con l’aiuto efficace dello Spirito Santo.”

Questo è il volere di Gesù. Culto dell’altare e guida delle anime. 

 “Figli miei, verranno molti sotto il mio nome, faranno ingannevoli prodigi. Attenzione a non deviare le anime dal vero culto per la gloria della Trinità.” 

Mi viene in mente, adesso, che devo leggervi assolutamente una cosa. Nell’udienza generale del 14 aprile 2021, un mese e mezzo fa circa, Papa Francesco ha tenuto una catechesi e dice così:

“La Chiesa è una grande scuola di preghiera. […] La vita di una parrocchia e di ogni comunità cristiana è scandita dai tempi della liturgia e della preghiera comunitaria. […] 

L’esperienza della preghiera merita di essere approfondita sempre di più.”

Adesso attenti:

“L’abito della fede non è inamidato, si sviluppa con noi; non è rigido, cresce, anche attraverso momenti di crisi e risurrezioni;”

Quindi la tua fede dovrebbe crescere con te, attraversando anche momenti di fatica e di crisi.

“Non si può crescere senza momenti di crisi, perché la crisi ti fa crescere: è un modo necessario per crescere entrare in crisi.”

È fondamentale, anche i Santi sono andati in crisi.

E il respiro della fede, che cos’è? Dice il Papa:

 “Il respiro della fede è la preghiera: cresciamo nella fede tanto quanto impariamo a pregare.”

Io vorrei sapere se tutti coloro, tutti quei preti che hanno sempre in bocca Papa Francesco, che parlano sempre di Papa Francesco, vorrei sapere se in questo mese e mezzo è passato un mese e mezzo e apposta ho lasciato passare un mese e mezzo — vi hanno parlato di questa udienza generale del Papa. Siccome dall’ambone si chiama sempre in causa Papa Francesco, mi piacerebbe sapere — lo dico in modo retorico, è un modo di dire — quanti di voi hanno sentito i preti dall’ambone dire: “Fermi tutti, il Papa, tre, quattro giorni fa ha detto che: “Il respiro della fede è la preghiera. Quindi, fermi tutti, dobbiamo rivedere il consiglio pastorale, il piano pastorale, dobbiamo vedere tutto l’impianto della nostra parrocchia, perché il Papa dice che il respiro della fede è la preghiera.”

 “Cresciamo nella fede tanto quanto impariamo a pregare.”

Non tanto quanto sfamiamo i poveri, aiutiamo i poveri, accogliamo i poveri, no, tanto quanto impariamo a pregare. Andate sul sito del Vaticano a leggervi questa udienza generale del 14 aprile 2021, è scritto in italiano come per me e per voi. 

“Cresciamo nella fede tanto quanto impariamo a pregare.”

Se tu non preghi, tu non credi. Prosegue il Papa:

“Dopo certi passaggi della vita, ci accorgiamo che senza la fede non avremmo potuto farcela e che la preghiera è stata la nostra forza. Non solo la preghiera personale, ma anche quella dei fratelli e delle sorelle, e della comunità che ci ha accompagnato e sostenuto, della gente che ci conosce, della gente alla quale chiediamo di pregare per noi.”

Vi ricordate che qualche giorno fa vi ho detto: “Per favore pregate per me che il 9 di giugno compio vent’anni di Sacerdozio.” 

Qualcuno mi dice alle spalle: “Padre Giorgio non parla spesso di Papa Francesco, forse perché sarà contro Papa Francesco.” Se Padre Giorgio non parla tanto di Papa Francesco vuol dire che non parla neanche contro. Vedete quanto si è così poco intelligenti nel dire certe cose. Io non vi parlo tanto di Papa Francesco perché so che ci sono persone così grette di cuore che basta dire: “Papa Francesco” e dicono: “No, a me questo non interessa”. Allora sapete cosa faccio io? Siccome la grettezza di cuore non la si vince col ragionamento, io vi parlo di Papa Francesco senza dire il nome. Dico quello che lui dice, le cose che mi sembrano più utili per voi, le più belle, ve le dico senza dire che le ha dette lui e la stragrande maggioranza non se ne accorge neanche perché tutti parlano di Papa Francesco ma nessuno legge quello che lui scrive, e nessuno ascolta quello che lui dice. Infatti sono sicuro che di questa udienza generale non ve ne ha parlato nessuno in un mese e mezzo. Tanto amano Papa Francesco, tanto parlano di Papa Francesco e poi quello che lui dice non viene ripetuto, non viene spiegato e non viene trasmesso. Questo ho voluto nominarmelo perché è talmente bello, talmente inserito in quello che dice la Madonna alle Tre Fontane, che ho detto: “Adesso bisogna dirlo”, lo dice la Madonna:

“Dovete dedicarvi completamente al culto dell’altare e alla guida delle anime”

Papa Francesco lo sta confermando. E dice: 

“State attenti, che verranno molti sotto il mio nome e vi inganneranno”

Coloro che dicono cose contrarie a quello che dice qui la Madonna e a quello che Papa Francesco sta dicendo, sono ingannatori, sono bugiardi, sono Giuda, bisogna stare loro lontani. 

Quando vi chiesi la preghiera, vi stavo parlando di Papa Francesco, stavo parafrasando Papa Francesco senza dirvi il nome, perché mi stavo preparando questa omelia e stavo tenendo questo asso nella manica per quando vi avrei parlato di altro, cioè oggi. Prosegue Papa Francesco:

“Anche per questo nella Chiesa fioriscono in continuazione comunità e gruppi dediti alla preghiera. Qualche cristiano sente perfino la chiamata a fare della preghiera l’azione principale delle sue giornate.”

Bellissimo, è vero questo, ci sono cristiani che pregano tantissimo.

 “Nella Chiesa ci sono monasteri, ci sono conventi, eremi, dove vivono persone consacrate a Dio e che spesso diventano centri di irradiazione spirituale. Sono comunità di preghiera che irradiano spiritualità.”

Forse è per questo che irradiamo poca spiritualità, perché non siamo più comunità di preghiera.

“Sono piccole oasi in cui si condivide una preghiera intensa e si costruisce giorno per giorno la comunione fraterna. Sono cellule vitali, non solo per il tessuto ecclesiale ma per la società stessa. Pensiamo, per esempio, al ruolo che ha avuto il monachesimo per la nascita e la crescita della civiltà europea, e anche in altre culture. Pregare e lavorare in comunità manda avanti il mondo. È un motore.”

Pregare e lavorare insieme è un motore. Sentite adesso cosa scrive: 

“Tutto nella Chiesa nasce nella preghiera, e tutto cresce grazie alla preghiera.”

Ma stampate questa cosa e andatela a stampare sul muso di certe persone! Andate! “Leggi, leggi cosa dice il Papa, e fai meno la trottola e stai più in ginocchio a pregare per favore, fai meno il pagliaccio e stai più in chiesa in ginocchio davanti a Dio.”

“Tutto nella Chiesa nasce nella preghiera, e tutto cresce grazie alla preghiera.”

Questo lo dice il Papa, non Papa Pio IX, Papa Francesco un mese e mezzo fa.

 “Quando il Nemico, il Maligno, vuole combattere la Chiesa, lo fa prima di tutto cercando di prosciugare le sue fonti, impedendole di pregare.”

Tutti coloro che banalizzano la preghiera, tutti coloro che non credono alla preghiera, tutti coloro che vanno contro la preghiera sono figli del maligno, sono strumenti del maligno, sono ministri del demonio. Questa è una deduzione logica di quello che ha detto il Papa.

Prosegue il Papa, adesso allacciate le cinture di sicurezza, dite a quelli là di mettere il paradenti, sapete quando si fa la boxe, bisogna mettere il paradenti, ma qui non devono mettere il paradenti di silicone, qui devono mettere il paradenti di cemento armato, di alluminio, di nichel, perché adesso arriva uno sfondone, che non è che ti fa cadere i denti, ma ti sfonda la mandibola. Scrive il Papa:

 “Per esempio, lo vediamo in certi gruppi che si mettono d’accordo per portare avanti riforme ecclesiali, cambiamenti nella vita della Chiesa…”

Chissà se il Papa faceva riferimento agli stessi a cui facevo riferimento io prima, quelli che vanno contro alla Congregazione della dottrina della fede e che dicono: “No, no, noi quelle cose lì ve le diciamo lo stesso”. Chissà se faceva riferimento a questo, perché anche lui deve stare attento a dire certe cose, infatti ci sono puntini di sospensione. 

“Ci sono tutte le organizzazioni, ci sono i media che informano tutti…”

Attenti adesso:

 “Ma la preghiera non si vede, non si prega.”

Questo, aggiungo io, squalifica automaticamente tutto e tutti coloro che vivono così. Preghi? No? Allora non conti niente, non hai niente da dire, le tue idee sono fuffa.

Prosegue il Papa, citando:

 “Dobbiamo cambiare questo, dobbiamo prendere questa decisione che è un po’ forte…”. È interessante la proposta, è interessante, solo con la discussione, solo con i media, ma dov’è la preghiera? La preghiera è quella che apre la porta allo Spirito Santo, che è quello che ispira per andare avanti. I cambiamenti nella Chiesa senza preghiera non sono cambiamenti di Chiesa, sono cambiamenti di gruppo.”

Parole più vere e più sante non poteva dirle, non sono cambiamenti di Chiesa ma sono cambiamenti di gruppo quelli fatti senza preghiera.

 “E quando il Nemico – come ho detto – vuole combattere la Chiesa, lo fa prima di tutto cercando di prosciugare le sue fonti, impedendole di pregare, e [inducendola a] fare queste altre proposte.”

Cioè, invece di pregare facciamo una riunione che dura dalle nove di sera fino a mezzanotte, dove alla fine dici: “Ma di cosa abbiamo parlato? Ma cosa vuol dire tutto questo parlare che non cambia niente?” Però fare un’Adorazione Eucaristica al mese, no, quella no, quella non si può. Se dobbiamo incontrarci per fare la kkkkomunità con 4 “k” allora pizza, fichi, birra, braciole, salamelle, cotiche, cotechini, würstel, e quant’altro, quello per ore e ore, quello fa la comunità, ma se ci dobbiamo incontrare per fare 4-5 ore di Adorazione Eucaristica, quello no, non si può e dicono addirittura: “Non facciamo gli esagerati, non facciamo i bigotti, i fondamentalisti” e adesso la novità è “Non facciamo gli idolatri”, perché c’è chi dice che a pregare davanti all’Eucarestia si diventa idolatri, cioè abbiamo idolatrato il Corpo di Cristo. Qui siamo andati oltre l’eresia, qui siamo oltre, non sappiamo più neanche come nominarla questa cosa. 

Quindi quando il Nemico vuole combattere la Chiesa, prosciuga la preghiera, impedisce di pregare e chi impedisce di pregare è nemico della Chiesa. Semplice.

 “Se cessa la preghiera, per un po’ sembra che tutto possa andare avanti come sempre – per inerzia –, ma dopo poco tempo la Chiesa si accorge di essere diventata come un involucro vuoto, di aver smarrito l’asse portante, di non possedere più la sorgente del calore e dell’amore.”

L’amore viene dalla preghiera, questo va contro tutti quelli che dicono che prima dobbiamo volerci bene tra di noi. Ma cosa siamo, i gatti che si annusano? Cos’è questa roba? Le scimmie fanno così, ma non i cristiani. Innanzitutto dobbiamo essere figli dell’unico Padre e questo lo scopriamo pregando, poi ci scopriamo fratelli perché preghiamo il medesimo Padre, è nella preghiera che scopriamo di essere fratelli non viceversa.

Grazie, grazie di cuore Santo Padre per quello che ha detto perché ci voleva proprio, soprattutto oggi.

“Le donne e gli uomini santi non hanno una vita più facile degli altri, anzi, hanno anch’essi i loro problemi da affrontare e, in più, sono spesso oggetto di opposizioni. Ma la loro forza è la preghiera, che attingono sempre dal “pozzo” inesauribile della madre Chiesa. Con la preghiera alimentano la fiamma della loro fede, come si faceva con l’olio delle lampade. […] Nel Vangelo di Luca, Gesù pone una domanda drammatica che sempre ci fa riflettere: «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8), o troverà soltanto organizzazioni, come un gruppo di “imprenditori della fede”, tutti organizzati bene, che fanno della beneficenza, tante cose…, o troverà fede?”

Le ha scritte Papa Francesco queste cose qui, non le ha dette Padre Giorgio.

Gesù al suo ritorno troverà la fede o troverà organizzazioni, o troverà imprenditori della fede, o gente che fa beneficenza? Che cosa troverà Gesù? È un problema se non trova la fede.

 “«Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Questa domanda sta alla fine di una parabola che mostra la necessità di pregare con perseveranza, senza stancarsi (cfr vv. 1-8). Dunque, possiamo concludere che la lampada della fede sarà sempre accesa sulla terra finché ci sarà l’olio della preghiera.”

Se si spegne la preghiera, si spegne la fede.

 “La lampada della vera fede della Chiesa sarà sempre accesa sulla terra finché ci sarà l’olio della preghiera. È quello che porta avanti la fede e porta avanti la nostra povera vita, debole, peccatrice, ma la preghiera la porta avanti con sicurezza. È una domanda che noi cristiani dobbiamo farci: prego? Preghiamo? Come prego? Come dei pappagalli o prego con il cuore? Come prego? Prego sicuro che sono nella Chiesa e prego con la Chiesa..”

Quando vi ho parlato dell’Ufficio delle letture, dire le Lodi, il Vespro, la Compieta, vi ricordate? Citavo Papa Francesco.

 “… o prego un po’ secondo le mie idee e faccio che le mie idee diventino preghiera?”

Terribile pregare secondo le mie idee e far diventare le mie idee preghiera. È l’antitesi della preghiera. Io devo pregare secondo le idee di Gesù Cristo, non secondo le mie, i suoi gusti, le sue idee, le idee del Padre devono diventare la mia preghiera.

Scrive il Papa:

“Questa è una preghiera pagana, non cristiana.”

Se io prego secondo le mie idee e faccio che le mie idee diventino preghiera. Se prego come i pappagalli sto facendo una preghiera pagana. Anche i pagani pregano, ma sono pagani, non cristiani. 

 “Ripeto: possiamo concludere che la lampada della fede sarà sempre accesa sulla terra finché ci sarà l’olio della preghiera.

E questo è un compito essenziale della Chiesa: pregare ed educare a pregare.”

È quello che ha detto la Madonna della Rivelazione! Di insegnare a pregare, di essere coloro che portano Gesù.

 “Trasmettere di generazione in generazione la lampada della fede con l’olio della preghiera.”

Lex credendi, lex orandi. Quello che tu credi, preghi, ed è pregando che tu trasmetti la fede, è da come tu preghi che trasmetti la fede

“La lampada della fede che illumina, che sistema le cose davvero come sono, ma che può andare avanti solo con l’olio della preghiera. Altrimenti si spegne. Senza la luce di questa lampada, non potremmo vedere la strada per evangelizzare”

Non puoi evangelizzare se non preghi.

“anzi, non potremmo vedere la strada per credere bene”

Non puoi neanche credere se non preghi, chi non prega non crede.

 “non potremmo vedere i volti dei fratelli da avvicinare e da servire; non potremmo illuminare la stanza dove incontrarci in comunità…”

Senza la preghiera non c’è comunità. Una comunità di laici, di frati, di suore che non prega insieme, che non prega con costanza, con fervore, non è comunità, non c’è incontro, non si è fratelli.

 “Senza la fede, tutto crolla; e senza la preghiera, la fede si spegne. Fede e preghiera, insieme. Non c’è un’altra via. Per questo la Chiesa, che è casa e scuola di comunione, è casa e scuola di fede e di preghiera.”

Papa Francesco, udienza generale 14 aprile 2021. Mi fermo qui. 

Vi auguro di cuore, ci auguriamo di cuore, di diventare uomini e donne cristiane, credenti, cioè uomini e donne di preghiera. 

E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga 

Sabato della VIII settimana del Tempo Ordinario

VANGELO (Mc 11,27-33)
Con quale autorità fai queste cose?

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E, mentre egli camminava nel tempio, vennero da lui i capi dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farle?».
Ma Gesù disse loro: «Vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Diciamo dunque: “Dagli uomini”?». Ma temevano la folla, perché tutti ritenevano che Giovanni fosse veramente un profeta. Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo».
E Gesù disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

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