Scroll Top

Maria segue Gesù, don Clemente Barbieri

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 22 maggio 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

Per motivi di intenso traffico non ci è possibile rendere disponibile l’ascolto dei file audio direttamente dal nostro sito. Se hai dubbi su come fare, vai alle istruzioni per l’ascolto delle registrazioni.

Scarica il testo della meditazione

Maria segue Gesù – Don Clemente Barbieri

Eccoci giunti a sabato 22 maggio 2021, oggi celebriamo Santa Rita da Cascia, questa carissima Santa, Santa dei casi impossibili, che ha fatto della sua vita un inno di gloria all’impossibile, tutto ciò che era impossibile in Santa Rita si è realizzato. Oggi alle 12.00 raccomando la supplica che si recita a Santa Rita: è molto bella, la trovate su internet. È un modo per chiedere a questa Santa, come dice il Vangelo di oggi, la grazia di potere anche noi almeno una volta nella vita chinare il nostro capo sul petto di Gesù, come ha fatto Giovanni.

Il Vangelo di oggi tratto dal capitolo XXI di San Giovanni, versetti 20-25:

 “Quel discepolo che Gesù amava”

Che bella questa espressione. Gesù ama tutti, ma c’è una predilezione per San Giovanni, era il discepolo prediletto. Anche noi dobbiamo chiedere al Signore questa grazia di innamorarci profondamente di Lui.

Nel libro di don Barbieri, “Maggio Eucaristico”, siamo arrivati al XXII giorno, titolo:

XXII GIORNO

Maria segue Gesù

“Seguire Gesù: vi può essere gloria maggiore per un’anima? 

Questo potrebbe essere il titolo di un corso di esercizi spirituali, potrebbe essere il titolo di un corso universitario di teologia, chissà quante persone si scriverebbero, è un bellissimo titolo.

“Seguirlo nella acclamazione e nella persecuzione, con amore, con costanza, con devozione;

Seguire sempre Gesù in tutto, e non solo dove, come, quando voglio io.

“E se questo deve essere compito ambito di ogni anima che con Gesù si unisce nella santa Comunione, come a maggior ragione lo deve essere del sacerdote!” 

Uno quando vede un Sacerdote dovrebbe poter dire “questo è un uomo che segue Gesù. Si vede che segue Gesù in tutto”. Se questo è richiesto a chi fa la Comunione, al Sacerdote ancora di più.

“Egli non solo a Gesù sacramentalmente si congiunge; ma ricevuto il mandato di custodirlo nel Sacramento dell’amore, di comunicarlo alle anime, di predicarne la divina parola e il divino esempio, è costituito in certa qual guisa custode di Gesù e dispensatore de’ suoi ineffabili doni di misericordia.”

Quante volte a noi Sacerdoti è capitato di pensarci come “custodi di Gesù” e “dispensatori dei suoi ineffabili doni di misericordia”?

“Oh di quale esempio e di quanto aiuto è alle anime dei fedeli e all’anima del sacerdote in questa apostolica missione Maria purissima! Ella che non mai si è separata da Gesù, insegna come dobbiamo a lui vivere unite; ella che con Gesù non ha fatto altro che studiarne le parole e le opere insigni, ci mostra come dobbiamo crescere alla sapientissima scuola di lui; ella che in tutto si è data ad imitarlo, ci mostra come la nostra imitazione deve essere costante, continua, efficace; ella che nel suo apostolato con Gesù non si è lasciata intimorire dalle persecuzioni, ci dice come sempre e sopra qualunque ostacolo dobbiamo rimanere con lui, e fare la nostra dimora là dov’egli pone le sue tende (il Tabernacolo) col cuore sempre unito al suo, per la sua gloria e la nostra santificazione.”

Essere così uniti da non farci spaventare da nessuna persecuzione, che sappiamo propagarne il nome, lo sappiamo dire e volontariamente e gioiosamente lo diciamo. 

“fare la nostra dimora là dov’egli pone le sue tende”

Bella questa espressione, fare la nostra dimora, abitare dove abita Lui.

“Consideriamo attentamente il ministero santissimo, che la Vergine madre ha compiuto con Gesù e per Gesù. Ella fu sempre con lui. Per lui ha trepidato, a lui ha porto il cibo, al suo servizio tutta consacrata col seguirlo umile e devota insieme con le pie donne reverenti, che a lui tenevano dietro dalla Galilea nei giorni del suo apostolato. E peregrinava con lui, ella tenerissima madre e zelantissima cooperatrice, per le vie battute dalla pioggia e illuminate dal sole, nei villaggi e nelle città, non senza ansia, non senza fatica, ovunque egli movesse, ovunque egli predicasse; né un giorno solo vi fu, si può ben dire, ch’ella lo abbandonasse. Quante le materne ansietà, quante le premurose ed affettuose sollecitudini, quali i quotidiani timori ch’ella aveva pel suo divin Figliuolo! Qual cuore di madre ha tanto fatto e tanto sostenuto per la sua creatura come questa madre benedetta pel suo Gesù?”

Ai funerali c’è l’usanza che, alla fine, qualcuno vada all’ambone a dire due parole sul defunto. A me personalmente non piace tantissimo questo modo di fare, ma ha il suo senso. Sarebbe bello che il giorno della nostra morte, quando saremo nella cassa al cospetto di Dio insieme a tutta la Chiesa, non più seduti, non più in ginocchio, ma stesi, sarebbe bello che qualcuno di noi potesse dire queste cinque parole, sarebbero tutto:

“Egli/ella fu sempre con Gesù”

“Con Lui ha trepidato, con Lui ha lottato…”

Sarebbe bellissimo se fosse vero, se queste parole fossero veramente dicibili per la nostra vita. 

Vi dico in parte un piccolo mio segreto: c’è un Santuarietto, molto piccolo, che a me piace molto — non vi dico il nome, non chiedetemelo — posto in un luogo particolare, in mezzo al verde. Mi sono reso conto che dietro a questo Santuarietto dedicato alla Madonna c’è un ampio spazio, c’è un edificio e, un giorno, ho chiesto al signore che ha le chiavi di questo posto cosa ci fosse stato lì, perché guardando la struttura dell’edificio sembra chiaro che dietro al Santuario, dietro o a lato, ci sia una casa, un posto dove abitare, ho chiesto se ci vivesse o se ci ha vissuto qualcuno, e lui mi disse:

“Si qui viveva una donna, una signora, era la custode del Santuario, poi quando è morta l’hanno usato per altro”.

Pensate che grazia, vivere ed essere la custode, il custode di un Santuarietto in mezzo ai campi, un po’ sperduto. Che bello! Ti svegli al mattino, vai giù, hai l’immagine della Vergine Maria, poi preghi, ritorni su, bello… è un po’ la vita del convento, ma così in piccolo sembra più un eremo.

“Ella fu sempre con Gesù

È un po’ quello che voi vedete a Santa Caterina del Sasso, un piccolo Monastero costruito sulla roccia, dentro, scavato nella roccia e sotto si vede il lago, è un bellissimo Santuario, se non ci siete mai andati, andate a Santa Caterina del Sasso.

“Compagna indivisibile di Gesù”

Anche questa altra frase bellissima da funerale o da far scrivere sulla lapide: “Fu compagna/compagno indivisibile di Gesù”

Che bello se noi dovessimo presentarci al cospetto di Dio con il nostro Angelo Custode che dica davanti a tutti i Santi: “Fu un compagno indivisibile di Gesù”. Bellissimo! 

“Nel suo apostolico pellegrinaggio, non vi fu giorno ch’ella passasse da lui disgiunta. E al di sopra di tutti e con maggiore e più santa attenzione di tutti vegliava su le parole e sul tenore di vita di lui, con avido desiderio di apprendere e di imitare, l’inaudito dolcissimo ardore di sua predicazione, le gravi parole di giustissimo sdegno contro il demonio, il mondo e la carne, essendo ella del continuo accompagnata con lui, ebbe sola la grazia di particolarmente vedere, di più intimamente udire, di più sollecitamente conoscere e penetrare, e quindi di più largamente ritenere, sì che ella sola agli apostoli e ai discepoli potè cotali preziosissimi tesori comunicare.”

È una santa “banca”.

“Ella di Gesù ha studiato gli esempi, ha raccolto la parola divina, e a tanta scuola si è fulgidamente magnificata in santità.”

“Affrettiamoci come Ella si è sempre affrettata nelle vie del bene.” 

Più di una volta mi è capitato di sentir dire, da più di una persona: “Padre, piano, piano, passin passino, un passetto dopo l’altro, piano piano”. Ma come si fa ad andare piano nelle cose di Dio? Come si fa ad andare lentamente? La Madonna frettolosamente andò da Santa Elisabetta, corse. E anche qui la stessa cosa.

“Affrettiamoci come Ella si è sempre affrettata nelle vie del bene.” 

Dobbiamo avere fretta, non fare le cose piano piano. A me il piano piano non mi è mai piaciuto, piano piano per me vuol dire: mai. Come quando si studia, piano piano vuol dire fare l’Università in 100 anni. Avete mai visto una formica andare piano piano? Il tricheco sugli scogli va piano piano, la foca, la lumaca, ma non la formica. L’Aquila va piano piano?

“Non è forse vero che avvicinarsi a lei significa avvicinarci a Gesù? Non ella è la via regia che a lui ci guida?”

Don Barbieri qui sta citando San Bonaventura, e ancora:

 “Chiediamo che ci accompagni ella stessa per le vie della misericordia, perché le anime nostre possano aver grazia di esser degne di Gesù!!”

Lo so che non è ancora stata riconosciuta, però se avete modo, leggete quel bellissimo libro di Saverio Gaeta, il titolo è “Il Veggente”, tratta dell’apparizione della Madonna alle Tre Fontane a Roma. Già ve ne ho parlato, credo che un Sacerdote dovrebbe leggerlo quel libro, perché fa tanto bene, cambia la vita, non tanto il libro, ma il messaggio che è scritto. Poi uno può dire che non ci crede, però credo faccia bene leggerlo, ci sono scritte cose dove veramente si capisce che la Madonna è la Via Regina che ci conduce, è Lei che ci porta per le Vie della Misericordia. Quanto è bella l’esperienza di Bruno Cornacchiola, leggete la sua vita.

“Ma ella ci insegna che Gesù lo dobbiamo seguire con le opere buone.”

Gesù va seguito con i fatti. Com’è che si segue Gesù? Gesù si segue imitando Gesù.

“Osserviamo dove egli muove i suoi passi e ricalchiamone le orme benedette, imitando i suoi santissimi esempi. Non si segue Gesù che imitando Gesù.”

In tutto, aggiungo io, anche quando mangiate la pastasciutta col sugo, anche lì bisogna imitare Gesù, anche quando si dorme, perché anche Gesù dormiva. Vi siete mai chiesti come dormiva Gesù? Interessante questa domanda. Ogni tanto quando ci penso, penso a Gesù che dormiva.  Voi quando pregate farete l’orazione a Gesù trasfigurato, sul Tabor, sul Calvario, Crocifisso, nel Pretorio, Gesù fustigato, coronato di spine, osteggiato, acclamato; io, invece, quando penso a Gesù — vi confido un altro mio piccolo segreto — penso a Gesù che dorme e questo dice la pochezza e la povertà della mia vita spirituale, perché dovrei contemplare Gesù Crocifisso, o Gesù agonizzante, invece contemplo Gesù che dorme, questa è la mia povertà. Quando contemplo Gesù che dorme me lo immagino a dormire sotto il Cielo stellato, steso per terra, appoggiato a qualcosa che lo sostenga, che gli sostenga il capo, avvolto nel suo mantello, perché faceva freddo di notte, insieme ai suoi discepoli, in quelle poche ore che dormiva, me lo immagino e penso: “Ti immagini essere lì e sapere che lì a distanza di un braccio steso c’è Gesù che riposa, sentire il respiro di Gesù, vedere il Volto di Gesù mentre dorme, la sua compostezza, i suoi capelli, ascoltare il suo respirare”. Credo che il rispetto, la riverenza, e tutte le parole che ci metterete voi, non riuscirebbero a tenermi, credo che da lì a breve, senza troppo svegliarlo, sgattaiolerei velocemente verso di Lui e mi metterei proprio lì vicino a Lui, come quando da bambini ci si stringeva nel lettone del papà e della mamma, e starei lì, accanto a Lui. Che bello poter stare lì, riposare vicino a Gesù, corpo a corpo con Gesù, poterlo abbracciare. Voi direte: “Padre Giorgio, ma così Gesù si sveglia!”

Ma Lui è buono, Gesù è la bontà, si sveglierebbe subito, ma penso che non ci manderebbe via, penso che si lascerebbe abbracciare. Il sogno dei sogni: poterlo abbracciare e poter appoggiare la testa sul suo petto e lì addormentarsi.Cosa c’è di più nella vita? Che cosa si può desiderare di più dalla vita?

 “Seguire porta significazione di imitare.”

Imitare Gesù in tutto. Si può arrivare fino a lì, ma bisogna essere disposti a perdere tutto, tutto quello che riguarda questo mondo per poter arrivare a quel riposo.

“Tutte le vie del Signore sono misericordia e verità per le anime che cercano lui e i suoi comandamenti e però fiduciosi in questa sua divina misericordia, facciamo che Gesù sia la nostra vita, la nostra quotidiana lettura, la nostra quotidiana meditazione, il nostro quotidiano insegnamento. Sia Gesù l’unico nostro desiderio, la sola nostra ricchezza, tutta la nostra speranza, la bramata nostra ricompensa. Se altro noi cercheremo all’infuori di Gesù, non solo ne avremo danno, ma invano faticheremo, senza punto riuscire ad aver requie. E poi che Gesù è con noi quotidianamente nel silenzio del tabernacolo, ascoso nell’ umiliazione del suo incommensurabile amore per noi, discendiamo, o anime, dalla vana altezza della scienza del mondo, e accostiamoci a questa scuola di Gesù per apprendervi la via dell’umiltà, la via della dolcezza, la via della pazienza.”

“Siamo cristiani, vale a dire, discepoli di Cristo, ascritti alla sua santa scuola, ascritti alla sua santa milizia; fatti seguaci di Cristo e imitatori de’ suoi divini esempi. Ma Cristo è perseguitato, deriso, insultato; vorremo per questo abbandonare la sua sequela, disertare la sua scuola, rinnegare il suo servizio, sprezzare i suoi sublimi insegnamenti ed i suoi santissimi esempi?”

Purtroppo ci sono persone che, a motivo della persecuzione, dell’insulto, della derisione, abbandonano Gesù con la frase: “Io non ce la faccio”. E poi cosa ci resta in mano? Niente.

 “Egli è venuto a noi; perché mai noi non vorremo andare a lui? Usciamo fuori da questa terra che è la nostra carne; da questa parentela, che è la nostra mente; da questa casa mortale che è come l’asilo dei nostri affetti mondani.”

Andiamo fuori da tutto questo.

 “Grande lustro ne verrà alle anime nostre, se esse sapranno degnamente udire le parole di Gesù, santamente vedere gli esempi di Gesù, e rispondere a questi e a quelle con la prontezza risolutiva di chi a lui si offre e del tutto si studia di imitarlo.”

“La prontezza risolutiva”, darei questo titolo alla meditazione di oggi se potessi: “la prontezza risolutiva”. Per seguire Gesù o sei pronto in modo risoluto oppure sei un “marameo”. 

“Ricordiamo quindi, o anime, che l’essere perseguitati con Gesù è la gloria più bella e più consolante che possiamo desiderare. Discepoli di Gesù, non dobbiamo per nulla essere dissimili dall’adorato nostro Maestro. .”

In nulla essere dissimili da Lui. 

“… e nostro vanto deve essere quello di ripetere con l’Apostolo: Pongo tutta la mia gloria nel patire e nell’essere disprezzato per Gesù, per cui mi sento crocifisso al mondo e sento che il mondo è crocifisso a me. Perché in questo si compie l’officio di discepolo e di seguace di Gesù: nel portare la croce e nel vantarci di portarla come il vessillo regale del nostro duce e sovrano divino.”

La nostra gloria è nel patire, nell’essere disprezzato a motivo di Gesù, così da essere crocifissi al mondo. 

 “Per giro di trentatré anni ella ebbe la gioia di udirne la soavissima parola di vita; non separandosi mai da lui a malgrado delle persecuzioni che infierivano intorno a lui, anzi, animandosi sempre meglio a seguirlo col desiderio di potere così soffrire con lui.”

“Vedi; da presso stanno, scolte d’onore, i suoi angioli, i suoi santi, le anime che davvero lo sanno seguire e lo sanno amare. Essi vigilano per te, quando tu sorpresa dal torpore dalla freddezza, cali nel sonno dell’oblivione di lui.”

Il torpore e la freddezza fanno venire sonno!

“Non cessano di giorno e di notte di far loro delizia nel rimanere con lui, l’anima a lui protesa, l’adorazione loro intensificando, la loro preghiera prolungando.”[..] 

“Poiché ognuno di noi dev’essere in se e ne’ suoi rapporti col prossimo un vero ambasciatore di Cristo. Combattere contro tutte le passioni e particolarmente contro i tumulti della carne e fare opere di evangelista con la parola e con l’azione in mezzo al mondo e contro ogni attrattiva del mondo, in modo però tale che del tutto pieno e sempre sia rispondente al proprio dire e al proprio operare. Portiamo con noi Gesù, e portandolo con noi lo potremo portare anche agli altri. Oh la gioia per le anime nostre di poter esser salutate portatrici di Cristo!

Altra frase stupenda: “È stata, è stato un portatore/portatrice di Cristo”.

“Oh felice quell’anima che a tanto sarà giunta, di possedere Gesù, di portare in sé Gesù, di far conoscere e amare Gesù, giungendo così ad ottenere da Gesù, Santo dei Santi, d’essere ammessa nella città santa della sua gloria in cielo.”

“Sant’Efrem chiama la Vergine portatrice di luce e splendore sfavillante dal quale il inondo è illuminato”

Certo, ha portato Gesù.

“Per noi figliuoli eletti del nuovo Israele che è mai la novella nube che ci precede e ci guida nel cammino di questa vita di prova se non il sacratissimo Corpo di Gesù che, velato dalle specie sacramentali, siamo fatti degni di ricevere nell’augustissimo convito dell’altare? Non forse le specie sacramentali sono come la piccola nube che cela ai nostri poveri sguardi mortali la pienezza della luce divina?

Ecco allora con questi pensieri e questi sentimenti, chiediamo a Santa Rita di intercedere presso la Santissima Trinità affinché ci conceda la sua santa benedizione. E la Benedizione di Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo discenda su di voi e con voi rimanga sempre. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo. Sempre sia lodato.

Sabato della VII settimana di Pasqua

VANGELO (Gv 21,20-25)
Questo è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e la sua testimonianza è vera.

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Post Correlati