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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XVIII parte

B. Conchita Cabrera De Armida

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 7 agosto 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XVIII parte

Eccoci giunti a sabato 7 agosto 2021, primo sabato del mese di agosto. Oggi facciamo festa, ricordiamo San Sisto e compagni martiri e San Gaetano Sacerdote.  Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XVII di San Matteo, versetti 14-19.

“Generazione incredula e perversa”

Per cosa? Per mancanza di fede. Non riescono a scacciare il diavolo. Il diavolo non si scaccia se non attraverso la fede. È la fede che opera i miracoli. Sempre.

Se hai fede avviene l’impossibile che diventa possibile, se non hai fede anche il possibile diventa quasi impossibile. 

Quindi dobbiamo chiedere al Signore questa Grazia. 

Continuiamo la nostra lettura del libro “Sacerdoti di Cristo” della Beata Conchita Cabrera de Armida. 

Vi dicevo che dovevo dirvi qualcosa di importante. 

Dice Gesù:

“Quanto allo Spirito Santo, i miei sacerdoti lo rattristano molto frequentemente in tante cose, anticipando la sua azione nelle anime, quando si arrogano dei diritti che non hanno; quando pretendono di essere più di Lui, in un certo senso, e perché non sanno attendere che operi Lui nei cuori e stravolgono così la sua azione, e lo privano dei suoi diritti, disponendo dei cuori come se non avessero un Padrone superiore che li governa e li guida. Il ruolo del direttore è quello di seguire lo Spirito Santo e non quello di precederlo. È quello di chiedergli i suoi doni e vivere sottomesso alla sua azione in se stesso e nelle anime; è viverlo e respirarlo, essere il suo nido, avere la sua luce e vivere una vita tutta soprannaturale e divina. 

È molto difficile essere un buon direttore spirituale, prudente e santo, ma non quando Io aiuto, quando si ha la grazia di stato, virtù e Spirito Santo. 

La vita mistica resta paralizzata per mancanza di direttori santi, e ciò è una perdita per i fini della mia Chiesa, ma si svilupperà a queste condizioni e darà grande gloria alla Trinità.”

Certo che se oggi un’anima dovesse avere delle visioni mistiche non le sarebbe così facile trovare un Sacerdote con cui parlare perché o ti prendono per matto, o ti prendono per visionario, o ti prendono per…

Eppure in mezzo a persone che non sono veri mistici ci saranno delle anime mistiche, anime alle quali oggi Gesù e la Madonna parlano come hanno sempre parlato. Ci sono, solo che non è facile trovare qualcuno che assecondi la Grazia dello Spirito Santo, che sia il “nido di Gesù” (bella questa espressione), che viva una vita tutta soprannaturale.

Vediamo questo grave impedimento, questo grave rattristare lo Spirito Santo da parte dei Sacerdoti, cioè il brutto comportamento di anticipare la Sua azione nelle anime. 

Il nostro compito è di seguirlo, non di precederlo. In che modo, voi direte? Cosa vuol dire anticipare la Sua azione nelle anime? Un po’ lo dice Gesù: “Pretendono di essere di più dello Spirito Santo”. Lo Spirito Santo rispetta la mia libertà? Sì. Allora rispettala anche tu.

Se io mi voglio perdere, perché non vuoi rispettare la mia scelta? Non voglio più andare a Messa. Va bene. Ti dispiacerà? Sì, tantissimo, e quindi cosa farai? Ci andrai tu, mi darai il buon esempio, ma non puoi passare le mie e le tue giornate ad ossessionarmi sul perché io non vengo in Chiesa.

Questo soprattutto se si tratta di un genitore che per quarant’anni ha avuto una vita lontana da Dio, poi improvvisamente si converte — intanto i figli hanno mangiato pane e “senza Dio” — e dopo la conversione, ha rosari da ogni parte, immagini di Gesù e della Vergine, pellegrinaggi, digiuni, penitenze, libri religiosi ovunque. Secondo voi cosa possono pensare i figli? Penseranno che i loro genitori sono impazziti: “Fino a ieri non sapevano chi fosse Dio e adesso abbiamo la casa piena di immagini di ogni genere e tipo”. 

Quindi non dobbiamo dare la colpa agli altri e dire: “Ecco i miei figli bestemmiano”, se in casa hanno sempre sentito bestemmiare. “Ecco i miei figli guardano le cose impure”, se in casa veniva visto di tutto e di più. “Ecco i miei figli non vanno in Chiesa” se io ci andavo in ritardo, quando potevo, quando non avevo altro da fare, quando non avevo ospiti e quando non venivano parenti. “Ecco i miei figli non si vanno più a confessare”. E io ogni quanto ci vado? Una volta ogni sei mesi? E io come mi preparo? I miei figli mi hanno mai visto pregare?

Quindi, di fronte a tutte queste situazioni, anche molto più gravi, il nostro compito qual’è? Lo dice Gesù: Non dobbiamo pretendere di essere più di Lui.

Perché non sanno attendere che operi Lui nei cuori e stravolgono così la Sua azione e Lo privano dei Suoi diritti.

Noi dobbiamo dare tempo allo Spirito Santo di fare quello che deve fare. Noi abbiamo fretta: “Stasera quelli della mia famiglia devono essere tutti convertiti”. Ma lo Spirito Santo ha i suoi tempi. Aspetta gli uomini ai nodi grossi della vita. Questo lo sa lui. Lasciamo fare allo Spirito Santo il suo compito divino. Non anticipiamolo, non preveniamolo, accompagniamolo e seguiamolo, ma con grande rispetto, silenzio, discrezione, decoro. 

É inutile ossessionare le persone, è inutile insistere, non serve a niente, rendete la vostra posizione ancora più odiosa. Ma se invece voi dite: “Io do la mia testimonianza silenziosa ma concreta, poi ognuno è libero di scegliere, di fare le sue scelte. Io prego e chiedo allo Spirito Santo di agire, ma poi basta”. Noi non dobbiamo chiedere alle anime cose che non sanno fare o che non vogliono fare.

“Disponendo dei cuori come se non avessero un Padrone superiore che li governa e li guida.”

Esatto! Anche per il Sacerdote, quando ha a che fare con le persone in confessionale o in direzione spirituale, deve comprendere anche lui qual è la direzione che il Signore vuole dare a quell’anima e seguirla insieme. Non c’è altro da fare, non devo inventarmi cose mie. Certo, il punto è capire se anch’io sono su quella strada, altrimenti è un po’ difficile da fare insieme.

Quindi bisogna chiedere i Suoi doni, stare a Lui sottomesso e via di seguito. Guardate che è importante. Non anticipiamo lo Spirito Santo. Impariamo a stare al nostro posto, impariamo a stare zitti.

E adesso inizia un paragrafo nuovo, come vi dicevo ieri, è un paragrafo molto doloroso, anche quello dopo a dir la verità, ma è la realtà. Gesù ne parla, perché Gesù non ha il politicamente corretto, non ha falsi pudori inutili e chiama le cose con il loro nome e le chiamiamo anche noi.

L’ubriachezza che appanna le virtù e il suo rimedio

Un vizio che mi rattrista moltissimo in alcuni dei miei sacerdoti è quello dell’ubriachezza! Questo vizio non è mai unico perché porta con sé molti altri vizi e cadute dolorose. E un vizio che intorpidisce e contamina, che uccide la vita spirituale, annebbia la luce della fede e schiavizza tutto, pur di essere soddisfatto. È un vizio che ha un seguito: trascina all’impurità e a mille altre nefandezze, e soffoca la carità nei cuori. 

È una piaga gravissima, non se ne parla mai.

Gesù lo cita come primo, il primo dei vizi terribili, noi invece citiamo sempre le cose che hanno a che fare con la purezza. Perché? Perché siamo morbosi. Tutti… Tutti, a partire dal mondo che cita solo quello, come se fosse l’unico punto di caduta, come se fosse l’unico dramma. Poi pensiamo a quanto uno prega, se prega, se crede, se studia, questo no, ma quello sì.

Eppure Gesù lo cita per primo. Sì, capite perché? È disordine puro, è sregolatezza, è orrore proprio. 

Ma perché succede questo? Perché non si ha più Gesù, non c’è più il Tabernacolo, cioè si è persa la vita di fede, non c’è più intimità con il Signore, si è persa la voglia di essere per Lui. È diventato un mestiere.

Prosegue Gesù:

Questi di solito sono coloro che, per non sentire il peso della vocazione sacerdotale che li opprime, si danno disperatamente a soddisfare i loro sensi. Cercano sollievo laddove troveranno solo peccati e rimorsi. Invece di coltivare il proprio spirito, e di darsi alla pratica delle virtù, d’implorare aiuto dal cielo, dedicarsi allo studio, ecc., si danno alla dissipazione, alle chiacchiere da salotto con gente mondana, ai divertimenti e a quelle mille occasioni di peccato che il Maligno non si lascia mai sfuggire. Ma invece di trovare sollievo in questo sfrenato turbinio, vi trovano solo l’incentivo che li fa precipitare nella propria rovina.”

Capito? Guardate che sono situazioni terribili, vite distrutte. Per non sentire il peso della vocazione sacerdotale che li opprime. La vita sacerdotale ha un peso. Ha un peso specifico notevole, cioè il peso per il quale tu sei chiamato a corrispondere.

Ma, se mentre per chi è innamorato è un peso bellissimo: “Venite a me, imparate da me che sono umile e mite di cuore, prendete il mio giogo sopra di voi che è soave e il mio carico leggero”, per chi non è innamorato, è un peso insopportabile.

Ecco cosa fanno: lo annegano. Annegano questo peso della vocazione sacerdotale nell’alcool, cercano sollievo dove troveranno solo peccati e rimorsi. E invece di darsi all’interiorità, a coltivare il proprio spirito con lo studio, si danno all’alcool. Esito? Immaginatelo da soli.

Vi auguro di trascorre un santo sabato, bellissimo, tutto dedicato alla Vergine Maria in questo mese di agosto. 

Tra poco sarà l’Assunta e vi prego non dite a nessuno “buon ferragosto”, direte “buona festa, buona solennità dell’Assunzione in cielo di Maria Vergine in anima e corpo”. Non mandate a nessuno quelle cose su whatsapp con scritto “buon ferragosto”. 

Vi prego, siamo cristiani cattolici!

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

 

VANGELO (Mt 17, 14-19)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che gli si gettò in ginocchio e disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio! È epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e sovente nell’acqua. L’ho portato dai tuoi discepoli, ma non sono riusciti a guarirlo».
E Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo qui da me». Gesù lo minacciò e il demonio uscì da lui, e da quel momento il ragazzo fu guarito.
Allora i discepoli si avvicinarono a Gesù, in disparte, e gli chiesero: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli rispose loro: «Per la vostra poca fede. In verità io vi dico: se avrete fede pari a un granello di senape, direte a questo monte: “Spòstati da qui a là”, ed esso si sposterà, e nulla vi sarà impossibile».

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