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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XXIII parte

B. Conchita Cabrera De Armida

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 12 agosto 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beata Conchita Cabrera De Armida: Sacerdoti di Cristo, XXIII parte

Eccoci giunti a giovedì 12 agosto 2021. 

Oggi festeggiamo Santa Francesca de Chantal, religiosa. 

Abbiamo letto la prima lettura, tratta dal libro di Giosuè capitolo III, versetti 7-10.11.13-17.

Se tutto questo è accaduto per l’Arca dell’alleanza, che certamente era una realtà degna di onore e stima, cosa mai potrebbe accadere verso l’Eucaristia, che è la presenza vera, reale, sostanziale di Gesù?

Vedete, io non finirò mai di insistere su queste cose, perché mi è troppo evidente che qui stiamo parlando del cuore della Chiesa, del cuore della nostra fede: Gesù Eucaristia e il Sacerdozio.

Questi che portavano l’arca dell’alleanza… cosa conteneva l’arca dell’alleanza? Le tavole della legge, i dieci comandamenti, cioè due pezzi di pietra incisi con il dito di Dio. Il dito di Dio lì non c’era più ormai, li aveva incisi e adesso c’era una scritta, i dieci comandamenti, preziosi, importanti, ma sempre due pezzi di pietra.

Ma cosa sarà mai questo tabernacolo e questa Eucaristia? Infinitamente di più dell’arca dell’alleanza.

“Su questo p. Giorgio Maria è un po’ esagerato”. 

Sì, sono un po’ esagerato, perché stiamo trattando qualcosa che è senza limite. L’Eucaristia è senza limite, perché è il Corpo, Sangue, Anima di Gesù Cristo, nostro Signore.

Giovanni Paolo II scrive nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia, che tutto ciò che si fa verso l’Eucaristia non è mai sufficiente. Non c’è un momento in cui uno possa dire: “Ecco, da qui in poi è troppo”. No, lui dice che non è mai abbastanza, certo perché è il Corpo e Sangue di Cristo.

Capite, noi non possiamo fare quello che vogliamo, non possiamo fare quello che vogliamo secondo i nostri usi e consuim, perché l’Eucaristia è diventata un po’ un bene di consumo. Io lo voglio, io ne ho bisogno, a me serve, quindi…

 

Andiamo avanti con il nostro bellissimo testo “Sacerdoti di Cristo” della Beata Conchita Cabrera de Armida. 

Stiamo guardando il cuore, quindi andiamo avanti a guardare questo cuore.

Questo è il titolo:

Il sacerdote è un seminatore e suo compito è di gettare il seme nelle anime.

Dice Gesù:

La pigrizia dei miei sacerdoti è uno stato d’animo di cui il maligno si serve per i suoi fini contro di Me. Infatti impedisce zelo che essi devono avere per la mia gloria. Il maligno è molto furbo e astuto nell’addurre pretesti, nell’inventare esagerazioni e mille scuse che non hanno nessun valore per un’anima che mi ama sinceramente.”

Quante cose avremmo da dire su questo. È uno stato d’animo. Quanto si sentono ripetere ragionamenti pigri: “No, non ce la faccio”; “No, non riesco”; “No, per me è troppo”; “No, ma io non arrivo a sera”; “No,…”

E così il maligno impedisce lo zelo che noi dobbiamo a Dio. In che modo? Adducendo pretesti. Inventando esagerazioni e mille scuse. 

Per cui non si capisce mai bene: c’è una cosa strana che succede. Se rimango alzato fino alle 2.00 di notte, sono un uomo molto impegnato, un grande lavoratore. Poi non fa nulla se al mattino quando mi sveglio non riesco a pregare, a dire la Messa, e vengo fuori dalla camera o dalla casa come un criceto appena uscito dalla centrifuga. Questo non ha importanza. Non importa se alle 10.00 del mattino non so dove sono, chi sono e perché sono. Ma va bene “sono un uomo molto impegnato”. Sto fino alle 2.00 di notte a scrivere le mie riflessioni, a fare i miei lavori perché sono un uomo di grande impegno. Questo va bene.

Se invece uno va a letto molto presto la sera e si sveglia quando tu vai a dormire, questo è un poverino, psichiatrico, fondamentalista. 

Ma chi determina la differenza? Provate a ragionare. Ci vuole molta più ascesi, quindi sacrificio, fatica, quindi rinuncia di sé ad andare a letto molto presto la sera e svegliarsi molto presto il mattino o il contrario?

Infatti, se notate, i bambini piccoli — un tempo, perché adesso a parte qualche raro caso — ci sono bambini che all’una di notte sono ancora in giro che corrono, a fare, a brigare. 

Quando si diventa grandi non si vuole più andare a letto presto, è questa la cosa interessante. Quando è piccolo lo mandi a letto presto e brontola perché non vuole andare a letto presto perché è da grandi andare a letto tardi e quindi vuole stare sveglio. 

È questo delirio di onnipotenza, perché il sonno è un po’ un’anticipazione della morte, il sonno è un dire “adesso fermati” e doversi dire “adesso ti fermi” prima che tu sia sfiancato completamente è molto difficile, è difficilissimo obbligarsi ad andare a letto presto, perché uno non ha sonno, non ha voglia, alla sera è pieno di adrenalina e vorrebbe fare tantissime cose. Se a questo aggiungi di svegliarti molto presto… quanto è difficile! Un conto se ti svegli la mattina alle 6.00, alle 7.00, alle 8.00, ma se tu anticipi di andare a letto e ti svegli al mattino molto presto… provate a farlo per una settimana e poi vedete.

Ma il demonio è astuto, dice Gesù. Inventa pretesti, esagerazioni, mille scuse per fare in modo che tu vada avanti a vivere come vive il mondo. 

E il mondo come vive? Il mondo vive in modo che se tu la domenica mattina esci con la macchina per andare a celebrare la Messa alle 8.00 sembra il “day after”, il giorno dopo la bomba atomica, oppure sembra il lockdown 1.0, quindi il deserto dei tartari, non c’è in giro nessuno. Dove sono? 

È il giorno del Signore. Perché alle 8.00 non sono tutti in giro a lodare e ad andare a Messa e a stare con il Signore e a stare fuori dalle Chiese, così appena aprono possono entrare subito a pregare e prepararsi per la Messa? Dove sono i cristiani? A letto a dormire. Perché? Perché fino a poche ore prima erano in giro a ballare, a mangiare, a festeggiare, a giocare, a fare mille cose. 

Ma sei contro queste cose? Semplicemente dico: non giudichiamo male chi vive diversamente, perché è lecito. È lecito che uno faccia il contrario. Andate a leggere tutto quello che dicono i monaci sull’importanza della preghiera notturna. Io ve ne ho parlato mille volte. Quando tutto il mondo dorme, lodate il Signore . In quel bellissimo libro che vi ho consigliato “In Sinu Jesu”, andate a leggere cosa dice Gesù sull’Adorazione Eucaristica notturna, sulla preghiera notturna. Lui dice tantissime cose. Lui dice che in quelle ore dona grazie che non dà in nessun altro momento del giorno. 

Ma noi no, noi abbiamo lo stress, ci viene il mal di testa, non ce la facciamo, poi dobbiamo dormire, poi ecc. ecc. Il demonio inventa esagerazioni. 

“Ah, non posso venire a fare l’Adorazione Eucaristica notturna”. Perché? “Perché ci sono in giro quelli che ti fanno del male”. Dunque: quando andavi in discoteca e tornavi a casa al mattino alle 6.00, non c’era nessun rischio. Avete capito? Per andare a fare l’Adorazione Eucaristica notturna, prendendo la macchina dal garage e arrivando al piazzale della Chiesa, entri subito in Chiesa, li c’è il pericolo delle persone. Esagerazioni!

“Non posso venire alla Messa perché ha nevicato”. Scusate, mettete degli scarponi e andate. Qual è il problema? Non è che devi andare pattinando sul ghiaccio. Sappiamo che non sei il campione di pattinaggio artistico. 

“Non vengo perché fa caldo”. Prendi un Polase. Su, su, forza!Noi abbiamo bisogno di Gesù Eucaristia e basta. 

Non inventiamo e non cediamo ad inventare esagerazioni inutili e stupide che vengono dal demonio, mille scuse. Infatti Gesù lo dice: “mille scuse che non hanno nessun valore per un’anima che mi ama sinceramente”. Chi ama Gesù veramente non ha scuse da addurre.  Questo vale anche per le “papesse”.

“Egli, per indurre il sacerdote alla pigrizia, istilla nel suo cuore inerzia, fastidio, stanchezza, scoraggiamento e frivoli motivi per cercare delle scuse. In realtà si tratta solo di pigrizia nel servirmi.” 

No, ma adesso è tardi.

No, ma devo aprire la Chiesa e poi devo chiuderla.

No, sono stanco, non ho voglia di studiare.

Però per guardare la televisione non siamo stanchi, per leggere dodici quotidiani al giorno non siamo stanchi, per fare le nostre lunghe telefonate non siamo mai stanchi, per guardare lo sport che ci piace di più non siamo stanchi. Noi siamo stanchi solo quando dobbiamo servire il Signore.

“Quanta gloria mi sottrae questo vizio capitale, tanto nocivo per la mia Chiesa e per le anime! Ci sono molti sacerdoti che credono di compiere il loro dovere e tranquillizzano, quindi, la propria coscienza celebrando, con più o meno fervore, la Messa e recitando, più o meno devotamente, il Breviario, come se non esistessero anime da guidare per aiutarle a evitare i pericoli e stimolarle alla santità per la mia gloria; come se non ci fossero nemici che, in mille modi e con mezzi raffinati, attaccano la roccaforte della mia Chiesa. 

Sentite ancora cosa dice Gesù:

“È mai possibile che si dia da fare più il Maligno per perdere le anime che miei sacerdoti per salvarle?”

È incredibile. Quelli che si danno al male non hanno stanchezze. Quelli che si danno al vizio e al peccato li vedete stanchi? Quando passate davanti a questi bar ti viene solo la “pellagra” a vederli. Quelli non sono mai stanchi. Urlano, danzano, saltano, gridano, sembrano i sacerdoti di Balaam.

Noi usciamo dalla Messa che sembriamo degli zombi viventi, ma tiriamoci un po’ insieme! Visi lugubri, verdi, bianchi, tirati, con certe occhiaie.

Mi ricordo una mattina, stavo uscendo dal convento e usciva la gente dalla Messa, li guardo e mi domando: “Questi da dove vengono, cosa sono?” Sembravano degli organismi geneticamente modificati. “Ma da dove arrivano questi qua?” Occhi tutti incavati. Saranno anche andati alla Messa delle 8.00, ma non erano mica le 5.00! Volevo abbassare il finestrino e chiedere: “Ma lei da dove arriva, dalla Messa? Ma oggi è domenica? No, perché sembra Venerdì Santo.”

Stanchi, che si trascinano inerti, seduti con lo sguardo perso nel vuoto, ma forza…

“È mai possibile che si dia da fare più il maligno per perdere le anime che miei sacerdoti per salvarle?”

Se hai bisogno, con il demonio non devi prendere appuntamento, no, no, è sempre disponibile.

Non vi capiterà mai e non ve lo auguro, ma se doveste studiare anche queste cose e vedere le cerimonie sacre degli adoratori di Satana, vi stupireste per la precisione, il rigore: tutto assolutamente protocollato, tutto prestabilito. Il demonio si serve e si adora in un modo ben preciso e tutti si devono attenere a quel modo, c’è una liturgia, che è assolutamente al contrario di quella che è per Dio, ma è rigorosissima. Per fare una messa satanica c’è una liturgia rigorosissima. Ad esempio consacrano le candele il giorno della Candelora, ma tutto al contrario. Noi invece facciamo le cose in qualche modo: mettiamo candele anche non benedette e tutto va bene. Loro che hanno tutto al contrario sono rigorosissimi, noi come se non ci fosse un domani, ma così non va bene. Loro si mettono a fare proselitismo, si mettono a diffondere, noi no, assolutamente.

E ci sono molti, dice Gesù, che vivono tranquilli e sereni, perché “credono di compiere il loro dovere e tranquillizzano, quindi, la propria coscienza celebrando, con più o meno fervore, la Messa e recitando, più o meno devotamente, il Breviario, come se non ci fossero nemici che, in mille modi e con mezzi raffinati, attaccano la roccaforte della mia Chiesa”. 

Capite?

 “Ebbene la pigrizia, sia fisica che spirituale, è la causa del poco zelo e dell’inerzia che li attanaglia; è il sopore con il quale il demonio, in molte occasioni, addormentale anime sacerdotali. Si dichiarano stanchi, infermi, persino falsamente umili. Considerandosi inutili per il mio servizio, ne scaricano il peso su altri, come se quel tempo prezioso che sciupano con mali immaginari non appartenesse a Me e alle anime. 

Sì, è vero, sono proprio mali immaginari, che non ci sono, che non abbiamo. Poi sono paure, pensieri.

“Si dichiarano stanchi, infermi, persino falsamente umili.”

Certo, perché così quello che dovevi fare tu lo fa un altro perché tu non lo fai.

Dice Gesù:

Un sacerdote che non sa come occupare il proprio tempo, non è degno né del nome che porta, né della sublime missione che a lui ho affidato. Come può sciupare il tempo colui che dovrebbe impiegarlo pienamente nel mio servizio, nel proprio ministero, nell’apostolato, nella preghiera, nello studio, nell’intimità con Me? 

Lo Spirito Santo è sempre in azione, in Lui deve ardere il cuore del sacerdote degno della missione che ha ricevuto, del sacerdote fedele alla propria vocazione, che non deve sprecare nemmeno un atomo del dono di Dio, né una sola occasione per fare il bene.

Ci fermiamo qua e chiediamo allo Spirito Santo la Grazia ,attraverso la Vergine Maria, Mediatrice di tutte le Grazie, di non sprecare mai neanche un secondo del nostro tempo e di dedicarci al ministero, all’apostolato, alla preghiera, allo studio, all’intimità con Gesù. Abbiamo tanto da fare. Sia questo la nostra vita: un cero che si consuma fino ad estinguersi.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato. 

PRIMA LETTURA (Gs 3, 7-10.11.13-17)

In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, perché sappiano che, come sono stato con Mosè, così sarò con te. Da parte tua, ordina ai sacerdoti che portano l’arca dell’alleanza: “Una volta arrivati alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete”».
Disse allora Giosuè agli Israeliti: «Venite qui ad ascoltare gli ordini del Signore, vostro Dio». Disse ancora Giosuè: «Da ciò saprete che in mezzo a voi vi è un Dio vivente: proprio lui caccerà via dinanzi a voi il Cananeo, l’Ittita, l’Eveo, il Perizzita, il Gergeseo, l’Amorreo e il Gebuseo. Ecco, l’arca dell’alleanza del Signore di tutta la terra sta per attraversare il Giordano dinanzi a voi. Quando le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l’arca del Signore di tutta la terra si poseranno nelle acque del Giordano, le acque del Giordano si divideranno: l’acqua che scorre da monte si fermerà come un solo argine».
Quando il popolo levò le tende per attraversare il Giordano, i sacerdoti portavano l’arca dell’alleanza davanti al popolo. Appena i portatori dell’arca furono arrivati al Giordano e i piedi dei sacerdoti che portavano l’arca si immersero al limite delle acque – il Giordano infatti è colmo fino alle sponde durante tutto il tempo della mietitura –, le acque che scorrevano da monte si fermarono e si levarono come un solo argine molto lungo a partire da Adam, la città che è dalla parte di Sartàn. Le acque che scorrevano verso il mare dell’Aràba, il Mar Morto, si staccarono completamente. Così il popolo attraversò di fronte a Gerico.
I sacerdoti che portavano l’arca dell’alleanza del Signore stettero fermi all’asciutto in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele attraversava all’asciutto, finché tutta la gente non ebbe finito di attraversare il Giordano.

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