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La piccola araba, S. Maria di Gesù Crocefisso: parte V

Piccola Araba

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 2 settembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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La piccola araba, S. Maria di Gesù Crocefisso: parte V

Eccoci giunti a giovedì 2 settembre 2021.

Ormai abbiamo imparato a gustare la bellezza dei primi giovedì del mese e abbiamo imparato a fare riferimento costante all’Eucarestia, così come chiede Gesù a tutti noi, attraverso la nostra carissima Beata Alexandrina Maria da Costa.

Quindi noi rinnoviamo quest’oggi il nostro desiderio grande di volerLo consolare e di voler riparare, di voler far bene la Santa Comunione sacramentale o spirituale che sia, con sincera umiltà, con fervore, con amore, come Lui ha chiesto per i primi sei giovedì consecutivi di ogni mese, di passare un’ora di adorazione davanti al tabernacolo, in intima unione con Lui e di onorare attraverso l’Eucarestia le Sue sante piaghe, onorando per prima quella della sacra spalla e poi i dolori della Vergine Maria.

Ecco, noi rinnoviamo anche oggi questo desiderio di vivere esattamente così.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo V di San Luca, versetti 1-11.

La coscienza di essere peccatore nasce dallo stupore, lo stupore nasce dalla fede. 

Se non mi fido, se non sono capace di rinnegare persino l’evidenza e l’evidente, non arriverò mai ad avere una vera coscienza del mio essere peccatore, ma per fare questo dobbiamo fare anche noi l’esperienza di Simon Pietro e degli altri, quando, mentre sono a terra che rassettano le reti e le lavano, Gesù dice: “Gettate le reti!”, che è veramente la cosa più assurda in assoluto.

Ovviamente, è risaputo da tutti che si pesca praticamente di notte e i pescatori al mattino presto tornano con tutto il pesce. Quando si è al mare, si sa che, chi vuole il pesce fresco, si deve alzare presto per andare dai pescatori che molto presto già lo vendono. Ma qui non è questo il caso, perché c’è la folla, e la folla non andava alle cinque del mattino da Gesù.

Nonostante la fatica di tutta la notte, nonostante il fallimento, Simon Pietro getta le reti sulla parola di Gesù, ed ecco lo stupore!

Sarai pescatore di uomini se continuerai a vivere in questa fede, altrimenti non pescherai nulla. 

Allora, vediamo la Piccola Araba, Suor Maria di Gesù Crocefisso, che ha fatto veramente della sua vita un atto di fede costante.

La ritroviamo, in questo libro di Brunot, morta, avvolta dentro ad un telo, buttata lì per strada, dopo che è stata sgozzata.

“Quando più tardi, per obbedienza, deve raccontare la storia del suo martirio, Mariam afferma di essere realmente morta. A Marsiglia la maestra delle novizie, che le domanda se ha subito il giudizio particolare, risponde: “Oh no, ma mi sono ritrovata in Paradiso; ho visto la Santa Vergine, gli Angeli santi accogliermi con grande bontà e vedevo anche fra loro i miei genitori; ho visto il trono risplendente della Santissima Trinità, Nostro Signore Gesù Cristo e la Sua umanità, non c’erano né sole né lampade, eppure tutto era sfolgorante di luce. Allora qualcuno mi ha detto: “Tu sei Vergine, vero? Ma il libro della tua vita non è ancora compiuto”. Mariam si ritrova coricata in una grotta, scomparsa la visione. Vicino a lei c’e una religiosa sconosciuta, con vesti di colore azzurro, che le dice di averla raccolta per via, trasportata in quella grotta e ricucito il collo squarciato dalla ferita. La misteriosa suora dalle vesti azzurre, così insolita, dimostra una delicatezza straordinaria, parla pochissimo, le inumidisce le labbra con un panno morbido e la fa dormire”.

Vedete, la Madonna ha raccolto Mariam e l’ha guarita, l’ha ricucita; lei avrà poi per sempre una voce stridula, perché ovviamente, capite, le corde vocali sono state lese, quindi…

Però, nonostante questo errore compiuto da Mariam, nonostante questo grande attaccamento al fratello, che diventa poi l’origine di tutto questo pasticcio, di tutto questo equivoco, di questo crimine che subisce, la Vergine Maria interviene.

Questo cosa ci dice? Ci dice che il Signore non ci lascia mai soli. Se noi siamo in una grande ricerca, in una ricerca sincera di Lui, il Signore non ci lascia mai soli, questo non va mai dimenticato, soprattutto di questi tempi, dove sembra che tutto sia come un po’ offuscato, confuso, triste, senza speranza.

Eppure la Vergine Maria è lì, è lì che ci aspetta, che ci cura.

Certo, dipende da noi, poi, vedere di corrispondere ad amore con amore.

“Non si sa per quanto tempo Mariam sia rimasta in quel segreto rifugio, in genere parlerà di circa un mese  — tanto eh, è tanto! — Un giorno la sconosciuta infermiera le prepara una bevanda così deliziosa, che Mariam, dopo averla consumata ne chiede ancora. Per tutta la vita conserverà il ricordo del sapore delizioso di quel cibo che mai più riuscirà a trovare. Là si sentita ripetere sul letto di morte: “Mi aveva preparato una vivanda, oh che cosa squisita, a lungo ho cercato e mai ho mangiato una simile bontà, ne ho ancora il gusto in bocca. Mi ha promesso che nell’ultima mia ora me ne farà gustare ancora un boccone”.

È un cibo tutto divino!

La Madonna, pensate, si occupa persino di preparare una vivanda… questa è la Regina del cielo e della terra!

A vedere questa scena incredibile, non si può negare che viene un po’ di nostalgia… Non so se anche a voi è capitato o se sta capitando tuttora, ma è bello conservare nel cuore una memoria di quando da giovani, da piccoli, si vedevano i nostri cari prendersi una cura spropositata di noi, una cura in tutto. Queste mamme, questi papà, questi nonni, che curavano nel più piccolo dettaglio tutto ciò che ci riservavano, e che cosa ci chiedevano in cambio? Mi verrebbe da rispondere: “Niente, niente…” Sì, poi aggiungerei che ci chiedevano in cambio di essere delle brave persone, di essere studiosi, di essere onesti, di essere…

Io, grazie al Cielo, devo dire che ho dei ricordi meravigliosi, dei ricordi di vita vissuta come se fossi stato in Paradiso… mai più ritrovati, mai più incontrati e devo dirvi che di gente buona e brava il Signore me ne ha fatta incontrare tantissima, tantissimi, di gente veramente buona, veramente generosa, veramente brava, veramente belle persone, ma quei ricordi si sono poi conclusi, quegli eventi si sono conclusi.

Vedere la Vergine Maria, che prepara per questa ragazza questa vivanda deliziosa e la cura per un mese…

Uno dice: “La Madre di Dio, la Regina del cielo e della terra…”

Quando noi vediamo delle varie situazioni di vita comune (ce ne sono mille: in famiglia, al lavoro, in vacanza, a scuola, tante sono le situazioni in cui viviamo in comune con gli altri), non so, mi chiedo: “C’è questo prendersi cura uno dell’altro?” A me alle volte sembra di vedere che ci sono delle bilance: “Io ho fatto questo e tu hai fatto quello”.

Io, ad esempio, non credo di avere mai visto la mia nonna riposarsi, non ho in mente questa immagine, se non il riposo del pomeriggio, quell’oretta, però non l’ho mai sentita lamentarsi, mai, mai. Non l’ho mai sentita una volta dire: “Quante cose ho da fare!”, mai, mai vista sbuffare… e faceva veramente tanto!

Che bello incontrare queste persone! È bello. È bello, perché ti fanno sentire anche portato. Non credo che sia perché io fossi un maschio, non lo credo, ma non mi sono mai sentito dire: “Giorgio, cosa fai lì seduto? Sù, alzati, prendi la scopa e pulisci per terra!”

“Giorgio, cosa fai lì seduto? Sù, alzati, prepara la tavola!”

“Giorgio, cosa fai lì seduto? Sù, alzati, lava i piatti”

“Giorgio, cosa fai lì seduto? Sù, alzati…”

Mai sentite queste cose! Mai, mai.

Andavo io insieme a lei da solo, perché mi piaceva l’idea di stare insieme a parlare.

Dopo tu vedi persone che sembrano RoboCop o Automan, non so se voi vi ricordate… queste persone che sono degli androidi, dei piccoli robot, ma se tu li fermi un attimo e chiedi: “Ma scusami, perché stai facendo tutto questo? Per chi?” 

Vengono fuori scintille, vanno in tilt.

“Ma sei felice? Sei felice di fare tutto questo per gli altri?”

Queste nonne (non c’era solo la mia cosi, ce ne erano tante), queste nonne erano felici di servire, di darsi, senza conti.

Alle volte, la nostra vita, forse assomiglia più a una SpA, dove: “Tu fai questo e io faccio questo, facciamo andare avanti la baracca!”

È bello non avere il terrore dello sguardo di chi passa e tu sei lì semplicemente seduto a pensare, a guardare il cielo, a leggere un libro, senza per questo sentire immediatamente un giudizio. Io non mi sono mai dovuto nascondere per riposare, assolutamente.

Tutto questo perbenismo, tutte queste apparenze… poi, queste persone sono le prime che, quando son da sole, si sanno ritagliare ampi spazi.

Poi, certo, piace a tutti fare la parte dell’uomo impegnato, della donna impegnata, ma sappiamo bene che poi sappiamo ritagliarci i nostri spazi e siamo bei furbi, siamo bei furbi…

La Vergine Maria non è così, la Vergine Maria serve questa fanciulla per un mese, bellissimo… La serve, senza se e senza ma.

Provate la bellezza di dire a vostro figlio: “Guarda, tu stai lì tranquillo, faccio io”.  Perché è bello servire!…

E poi la Madonna accompagna Mariam, una volta che la ferita è chiusa, alla chiesa di Santa Caterina, chiama per Lei un confessore, e quando Mariam lascia il confessionale, l’infermiera, la religiosa dalla veste azzurra, è scomparsa.

La Madonna l’ha raccolta dalla strada, l’ha curata e le ha ridato vita.

Ecco, allora chiediamo al Signore la grazia di imparare anche noi dalla Sua Mamma, a saper vivere di vero servizio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Lc 5, 1-11)

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

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