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Le Quattro Tempora: Venerdì

Quattro Tempora - venerdì

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 24 settembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Le Quattro Tempora: Venerdì

Eccoci giunti a venerdì 24 settembre 2021. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo IX di San Luca, versetti 18-22.

Gesù sta solo, Gesù prega.

“Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare.”

Quanto è importante la preghiera per Gesù, e quindi quanto è, a maggior ragione importante per noi, questo rapporto stretto e forte con il Padre, questo saper stare soli, avere il gusto della solitudine:

“Oh beata solitudo, oh sola beatitudo!”, dicevano gli antichi, “Oh beata solitudine o sola beatitudine!”, che non è l’isolamento. L’isolamento è il sentirsi una barca in balìa delle onde, una barca senza scopo e senza meta, abbandonata a se stessa, che non ha un timoniere, come essere cani randagi dispersi nel deserto. Invece la solitudine è Presenza, è essenzialità, è ritrovamento di se stessi, è identità, perché solo una persona che ha un’identità ben formata riesce a stare sola. Identità spirituale, identità psicologica.

Oggi ricorrono, tra tutti gli appuntamenti bellissimi che abbiamo sempre, due appuntamenti particolari.

Il primo appuntamento è — per chi vuole, e io lo consiglio caldamente a tutti — il primo venerdì dei Quindici Venerdì del Sacro Cuore di Gesù, che abbiamo imparato ad apprezzare attraverso don Tomaselli. Ricordate che il primo turno dei Quindici Venerdì incomincia verso la metà del mese di marzo, per finire l’ultimo venerdì di giugno. Il secondo turno, che è questo, comincia verso la metà di settembre e si chiude l’ultimo venerdì dell’anno. Li faremo tutti, io li farò tutti. 

Già vi posso dire una cosa che sto già dicendo con qualche persona a me cara, che sono molto felice. Voi direte: “Perché, Padre?” Ma perché si avvicina il Natale! Io già sento l’aria del Natale. E qualcuno mi ha detto: “Ma, Padre, non si può sentire l’aria del Natale a settembre!” Io la sento. Sento già il profumo del giorno di Natale, un giorno così bello, così denso, così intenso! Quindi da adesso preparatevi che ogni tanto vi parlerò del Natale, anche se voi mi dite che è troppo presto. Ma quando arriva settembre per me è già quasi vicino il Natale. Dobbiamo prepararlo bene questo Natale, l’ultimo giorno dell’anno, il primo giorno dell’anno, sono date fondamentali, l’Incarnazione, la Madre di Dio.

E quindi questo secondo turno che comincia oggi finirà proprio l’ultimo venerdì dell’anno. Bellissima questa cosa! Vale proprio la pena di farlo. Tra l’altro, non so se lo sapete, ma se non lo sapete ve lo dico adesso, sapete che giorno è quest’anno il 31 dicembre? Venerdì! Fantastico! Quindi, per chi vuole, e spero davvero che saremo in tanti, iniziamo insieme questa pratica dei Quindici Venerdì in onore del Sacro Cuore, che terminerà l’ultimo venerdì dell’anno, che sarà quest’anno, per un bellissimo atto della Provvidenza, anche l’ultimo venerdì dell’anno, quindi l’ultimo giorno dell’anno sarà esattamente l’ultimo venerdì dell’anno, chiuderemo l’anno in onore del Sacro Cuore e apriremo il nuovo anno 2022, per chi ci sarà, con il primo dell’anno dedicato alla Madre di Dio, che sarà il primo sabato del mese. Ditemi come non si fa a non pensare a Natale, già! Una cosa incredibile. E tra l’altro quest’anno il giorno della vigilia di Natale, che è il 24, è venerdì e sarà il quattordicesimo venerdì di questa pratica dei Quindici Venerdì. Bellissimo! Già mi sembra di essere lì!

Quindi c’è questa pratica molto bella dei primi Quindici Venerdì che inizia oggi, e il primo venerdì è:

“Riparare i sacrilegi eucaristici”

I miei carissimi collaboratori spero pubblicheranno tutto, troverete tutto quello che è stato scritto da don Tomaselli su questo primo venerdì, poi ci sono le litanie del Santissimo Sacramento, con la preghiera finale e il fioretto, la preghiera da fare, e tutte le riflessioni di don Tomaselli che sono sempre bellissime.

Seconda cosa: oggi è anche Santa Maria della Mercede, della quale, se non conoscete questo particolare titolo con il quale si onora la Vergine Maria, vi invito a vedere la storia. Anche qui c’è una preghiera bellissima a Santa Maria della Mercede, c’è l’Atto di Consacrazione della famiglia a Maria SS della Mercede, bellissimo, poi c’è la preghiera per gli studi e per gli esami a Santa Maria della Mercede. Anche questo verrà pubblicato in modo tale che abbiate tutto sott’occhio e possiate fare tutto bene, per poter fare tutti insieme, tutto.

 

E oggi è il secondo giorno delle Quattro Tempora di settembre, abbiamo visto il primo che era mercoledì, e oggi è venerdì. Andiamo avanti almeno un pochino a vedere qualcosina di queste Quattro Tempora, spero che abbiamo tutti iniziato un po’ di penitenza, un po’ di digiuno, oggi più che mai, che è venerdì.

Preghiera per gli Ordinandi.

“Non dimentichiamo nelle nostre preghiere e nei nostri digiuni di questi giorni i novelli sacerdoti e gli altri ministri della Chiesa che riceveranno sabato l’imposizione delle mani.”

C’era questa pratica, già l’abbiamo detto, di ordinare i Sacerdoti il sabato delle quattro Tempora di settembre, l’ultimo giorno dopo questo Triduo di preghiera, di penitenza, e di digiuno.

“Il mondo, già illuminato dall’Uomo-Dio e riscaldato dallo Spirito Santo, vede raffreddarsi la carità, diminuire la luce e la fiamma del Sole di giustizia.”

Sì, oggi più che mai.

“L’errore domina e fa legge, l’iniquità abbonda.”

Adesso c’è una domanda che, vi prego, scrivetevela, scriviamocela, dobbiamo scriverci questa domanda di Gesù. Questa è una delle domande-cardine di Gesù, una delle domande importantissime di Gesù che dobbiamo metterci scritta bene, sul nostro quaderno spirituale, su un’immaginetta da tenere nel breviario, sopra al letto. Scriviamoci questa domanda, e  ogni giorno rileggiamola, è importantissima, è anche facile da ricordare, Luca 18,8, Luca capitolo 18° versetto 8:

 “Quando verrà il Figlio dell’uomo, troverà ancora fede sulla terra? (Lc 18,8).”

Sì, assolutamente sì. Noi dobbiamo fare di tutto per conservare la fiamma della fede nel pozzo del nostro cuore, come fecero, come è scritto nel Libro dei Maccabei. La fede va conservata. Vi prego non traballiamo nella fede. Ricordate anche Apocalisse al capitolo 21 e Marco 13,22:

“Giorni più duri ancora devono scorrere nei quali anche gli eletti (Mc 13,22) sarebbero sedotti, se fosse possibile.” 

Dobbiamo pregare e fare penitenza, pregare e fare digiuno per chiedere al Signore questa grazia, di superare la grande tentazione di andare oltre, di non rimanere sedotti, inebriati dalla grande tentazione.

“Occorre quindi che in questi tempi sventurati i pastori del gregge siano all’altezza della loro vocazione rischiosa e sublime.”

Stringiamoci intorno a Gesù, imploriamo da Gesù i suoi doni soprattutto su coloro che Lui chiama al Sacerdozio, per sventare le insidie, per essere zelanti nella ricerca delle anime, perseveranti fino alla morte nel conservare senza incertezze, e compromessi, l’integrità della verità, ed essere fedeli, fedeli sempre, sempre fedeli.

Adesso vediamo un po’ la formazione e il senso di queste quattro Tempora:

2. I formulari: formazione e senso.

“Le intenzioni del digiuno delle Quattro Tempora sono nella Chiesa le stesse che nella Sinagoga: consacrare, cioè, mediante la penitenza, ciascuna delle stagioni dell’anno.”

Abbiamo la possibilità di consacrare le stagioni dell’anno.

“Preghiera, digiuno ed elemosina sono gli esercizi principali di questo tempo di penitenza: perciò preghiera e digiuno sono i due temi principali dei formulari delle quattro tempora. Vi si aggiungono altri temi che variano da un tempo all’altro con il variare del momento dell’anno liturgico.”

Mi raccomando che anche l’elemosina sia fatta con intelligenza, senza buttare i nostri bene perché “tanto l’importante è dare e aver fatto l’elemosina”. No, l’elemosina deve essere intelligente. Diamo a chi sappiamo, a chi conosciamo, a chi sappiamo che sa farne buon uso. Non ha senso che vada a dare un soldo a qualcuno che poi lo usa per bere o si va a drogare, non sosteniamo l’accattonaggio o non so quale altra cosa. Ci sono veramente situazioni a questo mondo di vera necessità, di persone brave, oneste, che purtroppo per situazioni particolari non riescono o stanno facendo veramente tanta fatica, lì dobbiamo dare il nostro aiuto. Quando vi dissi di “fare rete”, non è che me lo sono inventato io. Anni fa, quando ebbi la grazia di incontrare Mons. Athanasius Schneider, venne, se non ricordo male, otto volte nel Convento dove risiedevo, e rimase lì con noi in queste otto volte, per circa otto anni, stette da noi qualche giorno, così abbiamo avuto modo di conoscerlo bene, di apprezzare tanto tutto il suo amore per l’Eucarestia, per il Signore, per la Vergine Maria. Sono stati giorni di grazia per tutti, per la presenza di questa bravissimo Vescovo, quest’uomo di Dio. Lì mi ricordo che, tra le tante cose, a me disse soprattutto questo: “Padre Giorgio i cristiani devono fare rete, dovete fare rete”. E sto parlando di tempi assolutamente tranquilli, voi capite cosa voglio dire. 

È un modo di fare elemosina anche questo. Se io mi rendo disponibile, ad esempio faccio il dentista, l’avvocato, l’architetto, il muratore, l’agricoltore, l’ingegnere, il neurologo, il Magistrato… quanti cristiani ci sono e a ognuno di noi Dio ha dato delle grazie! 

Nessuno di noi, neppure tu che stai ascoltando adesso, neppure tu che chissà dove sei in questo momento, io so da dove sto parlando, ma non ho davanti nessun volto, il Signore oggi con questa registrazione, sta raggiungendo anche te, magari per la prima volta, anche te che stai ascoltando, il Signore ti ha dato dei doni, dei talenti e delle grazie, se tu oggi sei quello che sei, professore, maestra, insegnante, chirurgo, avvocato, e guarda bene la tua vita indietro, fa un’analisi della tua vita indietro, tu lo sei solo perché Dio ti ha sostenuto, ti ha accompagnato fino a qui. Solo per questo.

Ti ricordi quando hai dato i tuoi esami? Ti ricordi quando hai dovuto fare la tua laurea? Ti ricordi i momenti più difficili della tua carriera o della tua vita, quanto Dio ti ha spianato la strada? Perché sono sicuro di questo? Perché se il Signore l’ha fatto con me ogni giorno, che sono una povera bestia, figuratevi se non l’ha fatto con voi! Io sono certo che l’ha fatto anche con te, ne sono sicuro anche se non ti conosco, perché è il suo stile. 

Ora, questi doni, quello che tu oggi sei, non lo puoi tenere per te, non è giusto, perché non è solo frutto delle tue capacità, non possiamo comportarci come se tutto questo non l’avessimo ricevuto, ma ce lo fossimo autoprodotti. Non è giusto. Io per primo, ve l’ho già detto diverse volte, tutti i miei esami, tutti, e non vi dico il numero perché se no mi dicono che lo dico per vantarmi, ma io non lo dico per vantarmi perché lo so benissimo che non ne ho fatto uno di quegli esami dove sono stato io bravo, sì ho studiato, è vero, ma io me li ricordo tutti quegli esami, uno dopo l’altro. E sapete perché me li ricordo tutti (e sono tanti)? Perché in ognuno di loro Dio è intervenuto, in ognuno! In qualcuno in un modo che potrei scrivervi un libro, tanto è stata incredibile la sua Presenza e il suo intervento, veramente miracolosa, ma in tutti c’è stata una Presenza forte e sono sicuro che anche per voi è la stessa cosa. 

Qualcuno dei miei confratelli nel Sacerdozio, mi dice: “Padre Giorgio non è prudente mettere su internet la nostra mail, il nostro cellulare, poi dopo la gente comincia a scrivere da tutte le parti, messaggi, telefonate, e-mail, poi non respiriamo più, bisogna centellinare e darlo solo alle persone ben conosciute.”

Io mi sono detto: “Questo Sacerdozio non è frutto delle mie capacità, ma è dono di Dio. È vero, si viene un po’ tampinati alle volte, ma del resto, abbiamo accettato questo compito per che cosa, se non per essere a servizio? È vero, alle volte è dura, è pesante, si fa fatica, però questo è il nostro compito. A questo noi siamo chiamati.”

Vivere la penitenza della carità, l’elemosina, è questo. L’elemosina, il dare i propri talenti, le proprie capacità, il proprio tempo, la propria disponibilità agli altri. 

Io posso darti cinquanta euro, ma posso anche darti una consulenza, un aiuto senza farmi pagare niente, essendo semplicemente disponibile. Ti posso consolare. 

Pensate un Sacerdote quanto bene può fare! Non è che io vengo pagato solamente dai soldi, io posso essere pagato anche dal fatto di essere raggiungibile, perché il primo bene che noi abbiamo è il tempo, e su questo c’è un’avarizia pazzesca. Il mio tempo, la mia casa, le mie cose! Questa è avarizia pura! Andate a vedere gli avari dove li mette Dante! Gli avari, gli egoisti, i ripiegati, i chiusi, queste case chiuse nelle quali noi viviamo, stantie, belle perfette, con le pattine per terra che bisogna camminare come se fossimo delle geishe. Bellissime, perfette con tutte le posate al loro posto perché se no mi vengono le crisi isteriche, con i tovaglioli in un certo modo, i piatti, la pulizia per terra, la polvere, e la lucidatrice, la cera, e non so cos’altro. 

Ma per chi è tutto questo? Ditemi per chi è? Per te! Perché tu torni a casa e dici: “Oh che bello! Che meraviglia! Invece di camminare in casa mia, io pattino!” Ma ti vedi? Ma ti stai vedendo? È come quello là che dice:

“Oh pancia mia fatti capanna! Adesso ho riempito il mio granaio di grano e adesso mi darò alla pazza gioia!”

Cosa dice Dio?

“Stolto, tu stanotte morirai. Di chi sarà tutto questo?”

La tua casa tutta cerata e laccata, di chi sarà quando sarai morto? Meglio che tu non lo sappia. 

Noi siamo chiamati a trafficare i nostri doni, andate a leggere la parabola dei talenti: “Servo malvagio e infingardo!” Dice il Signore. Io sono innamorato di quella parabola:

“Servo malvagio e infingardo! Tu sapevi che io raccolgo dove non ho seminato, perché non hai trafficato il mio talento?”

“Ho avuto paura e l’ho nascosto in un fazzoletto sottoterra. Tieni, ecco il tuo.”

“Datelo a chi ne ha dieci”

Bellissima questa parabola.

“Ma Signore, ne ha già dieci?”

“Appunto, a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza, a chi non ha sarà tolto anche quello che ha o quello che crede di avere.”

Apriamo le nostre vite. Apriamo le nostre case. Ma di che cosa dobbiamo avere paura? Ma si può avere paura dell’elemosina? Si può avere paura della carità? Ma se quello che hai non è tuo, perché l’hai ricevuto, e la salute che hai oggi non è tua perché l’hai ricevuta, ma di che cosa hai paura?

Apri questa vita! Apri questo cuore! Apri questa benedetta testa! E dai, innanzitutto, la tua presenza, il tuo tempo, le tue capacità, quello che tu sai fare.

Ci sono tante persone generose, bisogna dirlo. Tante hanno risposto a questo appello che vi sto facendo e ve lo farò sempre, perché so che tanti ancora non hanno risposto, perché hanno paura, come il servo malvagio e infingardo della parabola.

“Ho avuto paura”

“Ma come hai avuto paura? Ma non hai fede in Me? Non sai che quando tu dai cinque riceverai mille? Non lo sai che il tuo tempo dato Io te lo moltiplico?”

Guardate, c’è una cosa che non vi posso dire perché se no sembra che mi voglio imbrodare, lodare, perché so che ci sono persone che anche un po’ così, che non riescono mai a vedere il bene, però guardate a me sono successe delle cose veramente bellissime, che per me sono miracolose, mi sono trovato veramente le cose moltiplicate. Io ero convinto di avere due e quando sono andato a cercare quel due, era diventato venti! Ma ho i testimoni di queste cose! Ci sono i conti scritti che io sono partito con dieci, avrei dovuto avere due, e invece ho venti, ci sono i testimoni di questa cosa. Questo non è perché io sono diverso da voi, sono più bravo di voi, no, ma è un segno. Sono i segni che Dio ci dà! Si sono moltiplicati, non sono andato a prenderli da nessuna parte, non lo so da dove sono arrivati, non lo so. Guardate che queste cose succedono davvero!

“Se il Signore non costruisce la casa invano faticano i costruttori, invano vi alzate di buon mattino, e tardi andate a riposare, mangiate pane di sudore. Il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno”

È vero! Ci dobbiamo credere a queste cose! Il Signore le fa queste cose.

La mia nonna con quella sua sapienza incredibile, di donna di fede enorme!

“Se c’è posto per uno, c’è posto anche per due”

Dovevamo essere in tre.

“Nonna ma c’è anche il quarto”

“Se c’è posto per tre c’è posto anche per quattro” 

E la pasta era già fatta.

“Nonna guarda che sono arrivati altri due”

“Eh se c’è posto per cinque c’è posto anche per sei”

Non è mai mancata la pasta. Mai. Mai ci siamo alzati da tavola affamati, mai, c’è sempre stato da mangiare per tutti. 

Apriamo la nostra vita, rendiamoci disponibili.

“Padre, questo è quello che io sono, io sono questo, e questo è quello che io ho. Se a qualcuno può essere utile, io ci sono”.

Questo vuol dire trafficare i talenti, questo vuol dire dare il proprio tempo, rendersi disponibili. L’elemosina non è semplicemente andare a dare i soldini, ma innanzitutto dare la propria vita e dire: “Io ci sono. Io sono qui”.

Bisogna fare rete, questi tre giorni potrebbero essere per qualcuno tre giorni di grazia, la preghiera la facciamo, il digiuno stiamo imparando a farlo, già lo sapete fare, manca l’elemosina, bisogna farla bene questa elemosina, che potrebbe essere: rendermi disponibile a portare in macchina qualcuno, rendermi disponibile al ricamo, ci sono millecinquecento cose, talmente tanti di doni che il Signore ci ha fatto e ci fa in continuazione…

Sono capace di tradurre le lingue? Veramente tante ce ne sono di queste cose… ho una casa grande come una caserma, e vivo da solo. Cosa me faccio di quelle cinquanta stanze? Mica vado a dormire in due letti contemporaneamente! Lo dico. Vuoi mai che uno passa da quella zona e mi dice: “Padre, sono disperato non so dove andare a sbattere la testa, non è che conosce qualcuno di bravo, di fidato?”

I cristiani che accolgono i cristiani, ma che cosa c’è di più bello? Un tempo era così, i cristiani andavano di città in città e venivano accolti dai fratelli nella fede, mica andavano nelle locande. Così si mangia insieme, ci si conosce, si vive insieme. Quante esperienze belle, miracolose vi potrei raccontare, di famiglie che si sono aperte, che hanno accolto famiglie che non hanno mai conosciuto, quando venivano agli esercizi spirituali, lì si sono conosciute poi sono nate amicizie bellissime, si sentono, si vedono. 

E noi stiamo lì a dire: “Devo avvisare, poi disturbo, poi chissà cosa penserà… cosa dirà la gente di noi?”

Cosa dirà Gesù Cristo di me? Questo è il punto! Nel giorno del giudizio cosa dirà la Santissima Trinità di me? Li ho trafficati questi talenti o sono stato a preoccuparmi di pesini e misurini, della cera, della lacca sulla mia casa?

Continuiamo con le nostre Tempora:

“Ma, all’epoca di san Leone, si sottolineava soprattutto il legame esistente tra ciascuno delle tre tempora e il momento dell’annata agricola con la quale essi coincidevano. Questo riferimento alla stagione agricola è totalmente assente dalle quattro tempora di quaresima, le ultime create. È scomparso da quelle di dicembre i cui testi sono stati tutti cambiati in funzione dell’avvento. Si è parzialmente conservato nella quattro tempora di Pentecoste, malgrado i ritocchi provocati dalla creazione della settimana di Pentecoste. Solo le quattro tempora di settembre hanno conservato integralmente il loro antico ordinamento.”

Questo riferimento stretto alle stagioni.

“Le quattro tempora sono tutte, tempi di preghiera e di digiuno che devono essere accuratamente distinti dai digiuni e dalle preghiere private, come san Leone esige espressamente.”

Questo tempo in cui preghiamo, facciamo elemosina e digiuno insieme, tutti insieme. È un tempo specialissimo questo.

 “Sono, egli dice, atti ufficiali della Chiesa, che fanno appello al «popolo cristiano» come popolo. Per questa ragione esse partecipano della «presenza speciale» di Cristo mediatore e godono, per questo, di una fecondità spirituale propria.”

Consiglio di leggere accuratamente il sermone 88 di San Leone perché è un testo veramente molto bello.

Struttura generale dei formulari

1. I tre giorni di digiuno.

“La scelta del mercoledì e del venerdì non fu una novità; si trattava dei giorni antichi di stazione e di digiuno.”

Ricordate poi che per i Carmelitani — come già vi dissi negli anni passati — il mercoledì si fa digiuno perché si fa memoria del tradimento di Giuda, e allora il mercoledì si fa digiuno e penitenza per questo e il venerdì per la Passione.

 “La novità riguarda il sabato, che fu oggetto dell’intervento pontificio che ha dato origine alle tre tempora”

2. Le celebrazioni liturgiche.

“Al mercoledì e al venerdì, c’era la stazione (sinassi eucaristica). Nella notte dal sabato alla domenica si celebrava la veglia seguita dall’Eucaristia: era in realtà la messa della domenica e questa era dunque impropriamente chiamata dominica vacat. Quando vigilie ed eucaristia furono anticipate nella giornata di sabato, una messa fu celebrata nella mattina della domenica; i testi furono presi dalle ferie delle quattro tempora.

Al mercoledì, la messa ha conservato due letture. Al sabato, le vigilie non hanno mai avuto più di sei letture, ivi compresa l’epistola.

3. Parti comuni.

Ciascuna delle quattro tempore possedeva e possiede ancora i suoi formulari propri. Vi si rilevano tuttavia delle parti comuni che non si trovano altrove.

LE QUATTRO TEMPORA DI SETTEMBRE

Sono le sole che hanno conservato la loro antica struttura, perché chiudono una parte dell’anno liturgico che presenta i loro stessi caratteri. Questo periodo, consacrato alle feste delle messi e della vendemmia, comprendeva le sette domeniche post s. Laurenti (dal 10 agosto al 29 settembre): i graduali e le antifone di comunione dalla 9a alla I5a domenica dopo pentecoste lo mostrano ancora.”

C’è questo riferimento agricolo.

 “Questi riferimenti appaiono soprattutto nelle letture tratte dallo Antico Testamento. Alcune di queste letture ricordano anche le feste giudaiche del « settimo » mese.”

Sono veramente un tesoro da andare a prendere e riscoprire. Io consiglio a voi, a me, a noi tutti, di viverle veramente bene. 

Oggi concentriamoci soprattutto sul tema dell’elemosina come abbiamo fatto in questa meditazione, quindi facciamo rete, fatevi presenti, cerchiamo il più possibile di costruire questa bellissima comunione dei Santi, che vuol dire la comunione di coloro che amano Dio. Siamo uniti. Quando vi fate presenti datemi bene tutti i vostri dati, perché io salvo tutto, ognuno con le sue specificità, perché come diceva ala mia carissima nonna: “Impara l’arte e mettila da parte, perché nella vita non si sa mai”.

Quindi mettiamo da parte tutto ciò che conosciamo, che sappiamo fare, impariamo perché nella vita non si sa mai. Noi non siamo monadi, non siamo isole, siamo corpo e dobbiamo farci presenti. Vinciamo la paura, usciamo dall’individualismo, sconfiggiamo l’avarizia e l’egoismo. Impariamo a darci e quindi a dare.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Lc 9, 18-22)

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

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