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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, la Morte, IX parte

Novissimi: la Morte

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 19 novembre 2021

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Beato don Giacomo Alberione: i Novissimi, la Morte, IX parte

Eccoci giunti a venerdì 19 novembre 2021, oggi ricordiamo Santa Matilde, Vergine.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XIX di San Luca, versetti 45-48. 

La Casa di Dio è Casa di preghiera, questo non scordiamolo mai, nella Casa di Dio si va per stare con Dio, per parlare CON Dio — diceva Padre Pio — e non per parlare DI Dio. In Chiesa si sta in silenzio, raccolti, e si fa tutto il possibile per rispettare la sacralità di questo luogo. 

Andiamo avanti con la lettura de “I Novissimi” del Beato Don Alberione siamo arrivati al paragrafo II:

2. La morte è la fine del tempo

“L’uomo è destinato a vivere sempre. Incomincia la sua vita su questa terra, ma per brevi giorni. Poi entra nella casa della sua eternità e là la vita non avrà più fine. Ma il tempo, che è così breve di fronte all’eternità, è la chiave dell’eternità; ed è una chiave che può aprire le porte del cielo e può aprire le porte dell’inferno. Chi usa il tempo secondo la divina volontà, apre il cielo; chi usa del tempo invece malamente, apre le porte dell’inferno. Due giovani possono avere gli stessi giorni di vita; due compagni possono sempre andare avanti insieme e nella giovinezza e nella virilità e nella vecchiaia ed anche chiudere i loro giorni nello stesso giorno; ma lo stesso tempo può essere per l’uno la chiave del cielo e per l’altro la chiave dell’inferno. Non importa che siano stati vicini, non importa che abbiano avute le stesse occupazioni, non importa che siano stati della medesima statura, non importa che abbiano avuto la stessa vocazione, gli stessi giorni di vita. «Uno sarà preso, l’altro lasciato» (Lc 17,34). Fra di noi si possono contare quelli che hanno gli stessi anni di vita: uno può essere ricco di meriti e l’altro poverissimo, ed un terzo potrebbe anche essere in peccato grave. Il tempo è un tesoro; ma usato bene compra un altro tesoro, il tesoro del Cielo; se invece è usato male, è dissipato, ci rende responsabili davanti a Dio, e diventa la nostra condanna: «Potevi e non hai fatto». E intanto non vi sarà più tempo: viene la morte… si chiude il tempo… è finito… ciò che è compiuto, rimane in eterno. Se un giovane avesse ricevuto grandi tesori in eredità dal padre suo, trafficando potrebbe moltiplicarli, dissipandoli diverrebbe un disgraziato prodigo. La sera è immagine della morte. Orbene: ogni sera un’anima diligente può numerare le sue azioni; in esse ha messo impegno, ha fatto con gran fervore, rettitudine d’intenzione, precisione, quanto le fu possibile?… Un tesoro di meriti ha dunque raccolto nella giornata. L’anima negligente invece, riducendosi alla sera a dare un po’ di sguardo alla sua giornata, troverà che vi saranno state tante imperfezioni e tante debolezze. Quanto purgatorio ha accumulato! Può anche esservi un’anima cattiva che, giunta alla sera, debba dire: Giornata nera, oggi! guai se mi raggiunge la morte! Giorno perduto! ho sprecato il mio tempo! Vi sono dei fanciulli morti in tenerissima età; usarono bene del poco tempo e sono santi. Vi sono giovani che hanno fatto similmente: San Luigi, Savio Domenico, S. Stanislao Kostka, S. Giovanni Berckmans, S. Agnese..” 

Santa Matilde, di oggi.

“Altri vissero a lungo, ma «una lunga vita non sempre converte», dice l’Imitazione di Cristo. Usiamo bene del tempo. Il tempo si può sprecare in quattro modi:

1) commettendo dei peccati;

2) perdendolo in cose inutili;

3) facendo il bene malamente;

4) facendo il bene, ma senza retta intenzione, cioè per vanità o per fini umani. 

Per usare invece bene del tempo bisogna: 

  1. spenderlo in opere buone; 
  2. queste opere buone compierle santamente, cioè in grazia di Dio, con retta intenzione e con perfezione;
  3. avere sempre nelle nostre azioni un grande amor di Dio e con debita penitenza riparare il tempo perduto. 

Quest’oggi, credo che ci faccia bene soffermarci solo su questo, mi sembra un tema molto attuale per tutti.

Come usiamo il nostro tempo? Cosa pensiamo noi del tempo? Ci sentiamo i padroni del tempo, i dominatori del tempo?

È importante chiedercelo. Il tempo lo riteniamo come un bene dato, un bene ovvio, scontato, un bene infinito, “tanto, quello che non ho fatto oggi, lo faccio domani”? Abbiamo l’abitudine di in ritardo, di dilazionare lungo i giorni quello che potremo fare oggi? Quanto malamente usiamo il tempo, quanto tempo sprecato davanti alla televisione, davanti a Facebook, davanti a film assolutamente inutili se non addirittura dannosi, nella lettura di quotidiani infiniti, nei discorsi, in telefonate assolutamente sciocche, il tempo sprecato nella pigrizia, nel non avere voglia, in quel dolce far niente. 

Quanto tempo perso! Questo è un dono che non torna più. Le ore che avremo oggi o che abbiamo avuto oggi — dipende da quando uno ascolta la meditazione — non tornano più. Se le usate bene, le usate bene, se le usate male, le usate male.

Bisogna proprio chiedercelo: il tempo dato alle cose, e il tempo dato a Dio. 

Ciascuno può chiamare in causa se stesso e chiedersi: questa cosa che sto facendo, a cosa serve? Molto spesso dovremmo rispondere: per svagarci, per divertici, oppure per rilassarci. Quante cose facciamo per rilassarci, per divagare, per distrarci? Che poi chissà se veramente è un rilassarsi. 

Se sali sul metrò, o sul treno, mettete che ci siano trenta persone sedute o in piedi, sembriamo tutti fatti con la fotocopiatrice, tutti testa china sul cellulare, e avanti, persi dentro l’etere. Ma usare quel tempo per riflettere? Appena uno ha il tempo libero, lo vedi con in mano il telefono, fossero anche 5 minuti, ha in mano il telefono. “No, perché sai devo guardare… devo fare…” Ma quand’è che pensi? Quando’è che rifletti? Quand’è che semplicemente stai in silenzio, ascolti, fai memoria, ricordi, metti insieme le idee, e lasci germogliare dall’interno le intuizioni? Quando succede questo? Quello è il tempo utile.

Abbiamo tutti fretta, fretta in macchina, fretta sul treno, adesso ho sentito che esisterà un treno, che forse tra un po’ farà Milano-Roma in un’ora, cioè supersonico, poi arriveremo al teletrasporto, uno entra e in tre secondi si trova a Singapore, ma tutta questa fretta, tutto questo guadagno del tempo, ma poi a cos’è che mi serve? Ho fatto Milano-Roma in 3 ore, o Milano-Napoli in 4-5 ore, un tempo ci impiegavi 8-12 ore, ma di tutto questo tempo risparmiato, adesso cosa ne fai? Hai fatto il viaggio in 3 ore e il tempo risparmiato come lo usi? Cosa ci puoi fare con questo tempo? Cosa ci fai?

Se voi guardate bene, vedete che in realtà è un’illusione, è una grande illusione. Corriamo a prendere il metrò, prendiamo il metrò delle 19.00 correndo, distruggendosi, ho visto gente spappolandosi sulle porte che si chiudevano, quasi amputazioni di braccia e gambe perché pur di non perderlo infilavano dentro il braccio per bloccare le porte, per farle riaprire, che poi non sempre si riaprivano, scene veramente da film dell’orrore. Nei tempi dell’università ho visto cose inimmaginabili, persone tagliate a metà che entrano nelle due porte del metrò a metà corpo, con la porta che gli si chiude sul naso, solo che non sempre la porta faceva reazione, è successo più di una volta che la porta sotto si chiudeva, faceva contatto, sapete come sono fatte le porte di un metrò, non so se le avete mai viste, sotto c’è un binario che ad un certo punto rientra e fa contatto all’interno, se non fa contatto la porta si riapre, ma se per disgrazia, riesce a fare il contratto, cioè riesce a fare il giro e rientra nel binario e fa contatto, il metrò va, e da chiuso non si apre più niente. È una cosa pericolosissima! 

E tutto questo perché il metrò delle 19.02 è troppo tardi.

“Scusami, ti sei quasi ucciso per il metrò delle 19.00, ma quello dopo a che ora era?”

“19.02”

“Tu per 2 minuti hai rischiato la vita? 2 minuti! Ma cos’è che devi fare in 2 minuti? Per questi 2 minuti guadagnati, salverai il mondo? Cosa succederà arrivando a casa 2 minuti prima?”

Sono le nostre illusioni. Noi siamo dentro a questa macchina che non ha niente a che fare con il tempo kairologico, ma semplicemente con il tempo cronologico, abbiamo già affrontato questo tema, kairos e chronos, e noi siamo stanchi morti, distrutti per questa ragione, perché Chronos ci divora, Chronos divora i suoi figli, ci mangia, ci distrugge e quindi arriviamo alla sera che siamo morti, iniziamo a correre dalle 5.00-6.00 del mattino e finiamo di correre alle 19.00 di sera, e poi? Per poi finire davanti alla televisione a spegnerci.

Chiediamo quindi al Signore la grazia di usare bene il tempo. Guadagno i minuti e poi faccio i peccati — perché anche i peccati bisogna farli nel tempo — oppure lo uso per fare il male, come dice il Beato Alberione, oppure faccio il bene senza mettere la retta intenzione, oppure per lo faccio per vanità, per fini umani.

Usiamo bene il nostro tempo, noi non sappiamo quanto tempo avremo ancora davanti da vivere, e allora chiediamo questa grande grazia.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. Amen. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 19, 45-48)

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.

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