Meditazione
Pubblichiamo l’audio di una meditazione di venerdì 17 dicembre 2021
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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Don Giuseppe Tomaselli: I Quindici Venerdì
Eccoci giunti a venerdì 17 dicembre 2021.
Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo XLIX del Libro della Genesi, versetti 2 e seguenti.
Oggi è venerdì e siamo arrivati al 13° venerdì del Sacro Cuore, dopo questo ne mancano due e avremo concluso il secondo turno della pratica dei quindici venerdì, che poi ricominceremo. Io li farò sempre, ve ne parlerò sempre, ve li proporrò sempre.
Vorrei oggi leggervi una parte dal libretto — io dico libretto perché è piccolo — la lettura di questo testo io la consiglio a tutti, soprattutto a chi è Sacerdote, ma a tutti, perché è un testo veramente semplice e bellissimo, il titolo è: Diario spirituale segreto, Edizioni Segno, di don Giuseppe Tomaselli. Questo libro è molto piccolo, tanto piccolo quanto denso, lo consiglio a tutti perché ha dentro tantissime cose interessantissime e importantissime. Tra le tante c’è la spiegazione della pratica di questi quindici venerdì, che non credo di avervi mai letto.
Questo è il suo Diario che è stato pubblicato dopo la sua morte, sia per volontà di Gesù, sia per volontà del confessore, voi sapete che don Tomaselli era un Sacerdote mistico, dotato di diversi doni, di diversi carismi, ricevette le stigmate, il matrimonio spirituale mistico con Gesù, l’anello dal matrimonio mistico, ebbe il dono delle guarigioni, lui parlava con Gesù, con la Vergine Maria, con Padre Pio… veramente una figura molto bella, molto interessante, molto densa. Ha scritto tantissimi libretti, niente di lunghissimo ma hanno avuto una diffusione incredibile. Ce n’è uno che si chiama Sitio che fu dettato interamente da Gesù, e Gesù disse:
“Il Sacerdote che legge questo libro riceve al cuore un tocco speciale”.
Subì anche delle persecuzioni fortissime.
Scrive a pagine 85:
“Un giorno mi venne una bella ispirazione. Scrivere un libretto commentando le dodici promesse di Gesù fatte a Santa Margherita Maria Alacoque, quelle del Sacro Cuore.
«Signore vorrei scrivere un libretto dal titolo i dodici Venerdì in onore delle dodici promesse, ma siccome c’è la devozione dei quindici sabati in onore della Madonna, sono indeciso se scrivere il libretto dei Quindici Venerdì, voi quale preferite?»
Risposta di Gesù: «Il libro dei Quindici Venerdì. Lo imposterai così…»”
Diversi libretti scritti da don Tomaselli sono stati interamente dettati da Gesù, ad altri Gesù ha dato il titolo, ad altri ancora Gesù ha dato la traccia, ma alcuni sono stati interamente dettati da Gesù.
“Lo imposterai così: si facciano due turni solenni all’anno, il primo turno si chiuda l’ultimo venerdì di giugno, il secondo turno l’ultimo venerdì di dicembre”
Quindi due turni dei quindici venerdì, quindi due volte all’anno. Il primo turno si chiude l’ultimo venerdì di giugno e l’altro l’ultimo venerdì di dicembre. Io ovviamente ve li dirò sempre, ogni volta che ci saranno li faremo.
Chiede don Tomaselli a Gesù:
“In caso di bisogno potrebbero farsi le Comunioni in quindici giorni di seguito?”
Gesù risponde: “Questo solo in casi urgentissimi”
Invece di fare quindici Comunioni nei quindici venerdì, perché sono consecutivi, lui chiede se si possono fare quindici giorni consecutivi, non una volta alla settimana.
“E quando la Comunione coincide con quella dei nove venerdì?” Chiede don Tomaselli.
Risposta di Gesù: “Quella Comunione soddisfa tutte e due le pratiche”
Non potevo non essere contento di questa iniziativa ma una frase conclusiva di Gesù mi colpì:
“Non preoccuparti se sarai umiliato”
Dicevo a me stesso: “Ma perché dovrei essere umiliato scrivendo questo libro? Non comprendo, stiamo a vedere.”
È il suo diario segreto, quindi lo si legge come una persona lo sta scrivendo, perché non sa cosa succederà.
Questo libro fu stampato con l’imprimatur, l’Arcivescovo che io avevo messo a conoscenza del desiderio di Gesù mi disse: “Bisogna chiedere a Gesù che cosa: non bastano i nove primi venerdì?”
Don Tomaselli quando vede Gesù glielo chiede.
Gesù risponde: “I quindici venerdì sono più fruttuosi dei nove ed assicuro a chi li fa la grande promessa che ho assicurato per i nove venerdì. Con questa pratica sono disposto ad operare anche miracoli, e se c’è uno che la compie le mie celeste benedizioni vanno sopra di lui e a tutti i membri della sua famiglia”.
Mi permetto di dire, questa è una mia riflessione, facciamoli tutti e due, già che stiamo facendo i quindici venerdì, facciamo anche i primi nove. I quindici venerdì sono tutte le settimane, per quindici settimane, già che siamo lì facciamo anche i nove, così li facciamo tutti e due.
Prosegue Gesù: “Ed invero questa pratica è più utile alle anime, altro è confessarsi e comunicarsi una volta al mese e altro è ogni settimana”
Certo, perché nella pratica dei quindici venerdì di cui stiamo parlando sono richieste le stesse condizioni dei primi nove, quindi se i primi nove sono una volta al mese, e quindi c’è la Comunione e la confessione, se tu fai la pratica dei quindici venerdì non la fai più una volta al mese, ma la devi fare una volta alla settimana la confessione e la comunione, ecco perché Gesù dice che è più utile.
“Altro è comunicarsi con l’intenzione di riparare i peccati in genere (i nove venerdì), altro è comunicarsi con l’intenzione di riparare ogni venerdì un peccato particolare”
Come stiamo vedendo, nel libretto c’è un’istruzione dei vari peccati, come bisogna correggersi e poi come riparare.
Scrive don Tomaselli:
“Una dozzina di pagine del libretto riporta preghiere dettate da Gesù, parola per parola.”
Pensate, Gesù ha dettato addirittura le preghiere, questo è molto interessante perché ci fa vedere la cura che ha il Signore per le nostre anime, addirittura gli detta le preghiere da dire.
“All’inizio di ogni singola preghiera è un piccolo segno di croce con l’invito: si raccomanda vivamente la recita di questa preghiera”
Lui ebbe poi dei problemi abbastanza grossi perché la macchina della tipografia si ruppe, si ruppe l’asse centrale e quindi iniziarono tutti i problemi contro di lui, poi i Sacerdoti si scagliarono contro di lui.
“I primi ad avventarsi furono i Sacerdoti e poi anche certi Vescovi: Come ci si può azzardare a diffondere una pratica nuova? … Che cosa è questo contraltare alla pratica dei Nove Venerdì? Un Vescovo mi scrisse: Ma che cosa sta facendo? … Lei è un facilone!
Preti dal pulpito ad urlare: Non fate la pratica dei Quindici Venerdì! È una stranezza di Don Tomaselli!
Umiliazioni a palate! Intanto il libretto dei Quindici Venerdì andava a ruba; i fedeli ottenevano tante grazie, conversioni, guarigioni, favori prodigiosi. Circolava per il mondo in sei lingue. Soltanto gli Ecclesiastici ne erano contrari.”
Ma cosa succede? Succede che lui mandò due copie in Vaticano.
“Una al Papa Giovanni XXIII ed una al Segretario di Stato. Il Sommo Pontefice, tramite la Segreteria, mi mandò una Benedizione particolare, diretta “Al pio autore del libretto dei 15 Venerdì”. Nelle successive edizioni del manuale fu inserita la Lettera del Vaticano e l’immagine di Papa Giovanni. Allora si calmarono le acque; gli Ecclesiastici non mi molestarono più. Anche Paolo VI, ricevendomi in Udienza Privata, mi parlò dei Quindici Venerdì, perché anche lui aveva ricevuto copia del libretto.”
Vedete che abbiamo tutto l’interesse ma anche il dovere di fare questa bella pratica dei quindici venerdì per le ragioni che vi ho appena letto.
Oggi siamo al 13° venerdì abbiamo:
Riparare le ingiustizie:
La regola per amare il prossimo è: non fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. Se il mondo è pieno di ingiustizie, lo si deve alla violazione di questo grande precetto. Si deve rispettare la roba altrui, senza appropriarsi ingiustamente di alcuna cosa del prossimo. Eppure, quanti furti si fanno! E non mancano su questo punto soltanto i così detti «ladri di professione», ma sono veri ladri tutti quelli che fanno ingiustizie nelle vendite e nelle compere, che alterano la merce, che trattengono il denaro altrui ricevuto per sbaglio, che trascurano di pagare i debiti, che non danno la giusta mercede agli operai, che esigono troppo interesse dal denaro prestato, che non restituiscono la roba trovata…”
Vedete quante cose? In quante cose si compiono queste ingiustizie, a fare i furbi, a tenere il resto in più dalla cassiera che ci paga, se abbiamo pagato cinque panini e ce ne danno sei, non dare agli altri quello che bisogna dargli, non pagare gli operai, non restituire la roba trovata ma intascarsela, e via di seguito.
“Gravi ingiustizie si commettono nel far perdere l’impiego ad onesti padri di famiglia..”
Non vado oltre. Mi fermo qui perché se no mi si apre..
“Gravi ingiustizie si commettono nel far perdere l’impiego ad onesti padri di famiglia..”
E io aggiungo: anche alle madri. Arriverà il Giudizio di Dio, stiamo tutti tranquilli, arriverà il Giudizio di Dio.
“Nel testimoniare il falso a danno di qualcuno, nell’incolpare innocentemente gli altri, nel rendere pubblica una mancanza importante che sia ancora segreta… Le ingiustizie del mondo sono innumerevoli. Il Sacro Cuore di Gesù risente gli effetti di tanti mancamenti e sente intensificarsi i dolori della Passione. Questo tredicesimo venerdì di riparazione consola molto il buon Gesù ed i devoti del Sacro Cuore vadano a gara nell’onorarlo e nel soddisfarlo. Diciamogli con fede: Tu, o Gesù, che sei stato la vittima delle più grandi ingiustizie, perdona e cancella le ingiustizie dell’umanità! Da la forza e la rassegnazione a quanti, vittime della prepotenza, giacciono innocenti in prigione, ed a quanti piangono la perdita del buon nome…”
Aggiungo io: del lavoro.
“Vittime della calunnia e dell’odio. O Dio di infinita giustizia, fa’ risplendere l’innocenza degli oppressi! Ripariamo e se occorre correggiamo la nostra condotta. Non ci rimorde per niente la coscienza in fatto d’ingiustizie. E’ necessario correre ai ripari: restituire la roba altrui e restituire il buon nome al prossimo.”
Chi è calunniato e diffamato deve riparare dicendo: “Io ho calunniato, io ho diffamato. Io ho detto il falso su Tizio, Caio e Sempronio”. Non basta andarsi a confessare.
“O restituzione o dannazione! – Possiamo dire di essere sempre giusti nei rapporti col prossimo? Non adoperiamo forse due pesi e due misure? Perché non trattiamo il prossimo come noi stessi? Vuoi sapere, o anima, se sei ingiusta? Rifletti! Piacerebbe a te se altri pensassero male sul tuo conto e sospettassero della tua condotta? Non saresti contento. E perché allora tu pensi male degli altri? Sei ingiusto. L’avresti a piacere se qualcuno portasse ai quattro venti le tue colpe ed i tuoi difetti? Tu non vorresti. E perché tu parli degli altri senza scrupolo, mormorando, criticando? Sei ingiusto. Non è vero che tu desideri essere favorito e trattato con delicatezza? E perché allora non ti presti a favorire gli altri e tratti duramente il prossimo? Sei ingiusto. Ameresti essere deriso o sapere che altri ridono alle tue spalle? No, certamente. E perché deridi il prossimo e lo burli? Sei ingiusto. E’ giusto colui che tratta gli altri come vorrebbe essere trattato lui stesso.
Fioretto: Non pensare male degli altri, non mormorare e non fare male ad alcuno.
Preghiera: recitare ogni giorno della settimana cinque Pater, Ave, Gloria in onore delle cinque piaghe, per riparare il Cuore di Gesù dei peccati di ingiustizia.”
Poi c’è quella bellissima preghiera di riparazione, lui scrive: “da farsi prima della Comunione.” Che è l’ammenda del Sacro Cuore, che abbiamo già visto
Atto di riparazione:
“O Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblio, di trascuratezza e di disprezzo, ecco che noi, prostrati dinanzi ai vostri altari, intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore le ingiurie con le quali da ogni parte viene ferito dagli uomini il vostro amantissimo Cuore. Memori però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità, provandone ora vivissimo dolore, imploriamo anzitutto per noi la vostra misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che, errando dalla via della salute, ricusano di seguire Voi come Pastore e si ostinano nella loro infedeltà. E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di così deplorevoli delitti, ci proponiamo di riparare in particolare le ingiustizie umane. Oh, potessimo noi lavare con il nostro sangue i peccati! Intanto, come riparazione dell’onore divino conculcato, noi vi presentiamo quella soddisfazione che Voi stesso un giorno offriste sulla croce al Padre e ogni giorno rinnovate sugli altari, promettendo con tutto il cuore di voler riparare con l’aiuto della vostra grazia i peccati nostri ed altrui. Accogliete, ve ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine Maria, questo volontario ossequio di riparazione e vogliate conservarci fedelissimi nell’onore del prossimo, pensando che facciamo a Voi quello che facciamo al nostro simile Amen! Dire cinque volte il Gloria Patri: Eterno Padre, io vi offro le Piaghe di Gesù Cristo, per sanare le piaghe dell’anima mia!”
Questa credo che la conosciate anche voi, perché abbiamo già parlato dell’Ammenda al Sacro Cuore.
In questo tempo della Novena di Natale possiamo vivere bene questo 13° venerdì, riparando le ingiustizie, facendo la Comunione per questa ragione, la confessione per essere in grazia di Dio e così avviarci a vivere bene il Santo Natale. Venerdì prossimo, tutti lo sapete, è la Vigilia di Natale, è venerdì, quindi noi faremo il penultimo venerdì dei quindici e poi come vi dicevo, l’ultimo venerdì, bellissimo, sarà il 31 dicembre, e sarà dedicato ai moribondi, mentre il penultimo venerdì sarà dedicato per riparare i peccati propri e quelli della famiglia. Abbiamo delle occasioni molto belle per arrivare a questo Santo Natale gratissimi a Gesù per tutto quello che continua a darci, per tutte queste bellissime indicazioni, per questi bellissimi libri, per queste figure di Santi Sacerdoti che ci hanno preceduti, è vero, ma che i loro scritti continuano a tenerci compagnia e continuano a illuminarci il cammino.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen.
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.
PRIMA LETTURA (Gn 49, 2.8-10)
In quei giorni, Giacobbe chiamò i figli e disse:
“Radunatevi e ascoltate, figli di Giacobbe,
ascoltate Israele, vostro padre!
Giuda, ti loderanno i tuoi fratelli;
la tua mano sarà sulla cervìce dei tuoi nemici;
davanti a te si prostreranno i figli di tuo padre.
Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi lo farà alzare?
Non sarà tolto lo scettro da Giuda
né il bastone del comando tra i suoi piedi,
finché verrà colui al quale esso appartiene
e a cui è dovuta l’obbedienza dei popoli”.