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La Sacra Famiglia

Sacra Famiglia

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 26 dicembre 2021 – Domenica della Santa Famiglia, Gesù, Maria e Giuseppe

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

La Sacra Famiglia

Eccoci giunti a domenica 26 dicembre 2021. Oggi festeggiamo la Santa Famiglia e anche Santo Stefano Protomartire.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo II di San Luca, versetti 41-52. 

Credo bello, utile, importante soffermarci quest’oggi, in questo primo giorno dopo Natale, in questo primo giorno dell’ottava di Natale, su questa espressione di Gesù ragazzo:

“Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”

Questa frase dovremmo farla nostra e imparare a dirla, quando non possiamo condividere certe situazioni, certi modi di stare insieme, certe riunioni o certe feste, certi discorsi, quando non possiamo esserci nella vita di qualcuno o anche solo semplicemente a livello sociale non possiamo essere presenti perché la nostra fede, la nostra figliolanza verso Dio Padre ci impedisce di occuparci, di dedicarci a quelle cose perché dobbiamo occuparci e dedicarci alle cose del Padre. Dedicarsi alle cose del Padre ha una priorità su tutto. Gesù con questo fatto che è accaduto vuole insegnare a tutti noi che niente è più importante del Padre che è nei Cieli e noi dobbiamo occuparci di queste cose. Gli altri non capiranno, va bene così, è giusto così.  Se sono come la Vergine Maria, se sono su quella strada, custodiscono nel cuore questi eventi, non li capiscono ma li custodiscono, percepiscono che c’è un qualcosa di grande anche se non lo capiscono; altri invece no, non lo capiranno, non lo accetteranno e non lo custodiranno, e va bene, pazienza. Ma non possiamo permettere che per il dissenso, per la disapprovazione degli uomini abbiamo a tralasciare le cose del Padre. Sono cose molto concrete, perché poi la vita è fatta di cose molto pratiche e se la nostra coscienza ci dirà: “No, questo no, questo non si può fare, questo non lo puoi fare, questo non lo devi fare. A questo non puoi partecipare, a questo non puoi dire di sì”, noi dovremo obbedire alla nostra coscienza e dovremo creare una distanza come ha fatto Gesù: l’occuparsi delle cose del Padre lo ha portato a creare una distanza. E chi ci verrà a cercare non sempre capirà, magari non essendo come la Vergine Maria che incontra Gesù con una domanda: “Perché ci hai fatto questo?”

Magari ci incontreranno con un insulto, con ira, con rabbia, con nervosismo. Pazienza! Anche questo ci servirà per capire che le cose del Padre hanno veramente un valore enorme, grandissimo, importantissimo.

In questo giorno cerchiamo di crescere secondo la logica della Santa Famiglia, in questo modo così delicato della Vergine Maria di fare la domanda a Gesù, questo modo prudente, sapiente, di non capire e quindi di custodire, perché noi non dobbiamo capire tutto, neanche la Vergine Maria ha capito tutto, ma non capire non vuol dire rigettare, anche se per noi spesse volte sono sinonimi. 

“Non capisco ma per l’amore che ti porto, per la stima che ho,  per mille ragioni, non capisco ma lo custodisco, non capisco ma lo faccio mio, lo tengo nel cuore, lo capirò, può darsi che lo capirò”.

E invece noi spesse volte continuiamo a dire: “Non capisco, non capisco, non riesco a capire, perché? Perché?”. Non è un modo sapiente di procedere. 

“Non capisco, lo custodisco”. E non devo aver fretta di capire, lo capirò a suo tempo. 

E l’atteggiamento di Gesù non vuol dire ribellione, lo dice:

“Tornò a Nazaret e stava loro sottomesso.”

“Occuparsi delle cose del Padre mio”, non vuol dire diventare disobbedite, non vuol dire essere anarchico, ma vuol dire che c’è una priorità, e questa priorità va rispettata, come del resto farà poi Santo Stefano: la priorità è l’obbedienza a Gesù e quindi muore martire.

Continuiamo anche oggi questo bellissimo clima di Natale, sono sicuro che avrete avuto modo ieri di gustare tanto questo giorno del Natale e cerchiamo di portare avanti, per otto giorni, questo profondo e bellissimo spirito natalizio.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Lc 2, 41-52)

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

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