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Santi Martiri Innocenti

S. Martiri Innocenti

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 28 dicembre 2021 – Santi Martiri Innocenti

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Santi Martiri Innocenti

Eccoci giunti a martedì 28 dicembre 2021. Oggi ricordiamo i Santi Martiri Innocenti.

Abbiamo letto il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo II di San Matteo, versetti 13-18. 

Ecco che cosa può scatenare l’ira, il sentirsi presi in giro. Quando vede che i Magi non sono stati sinceri, che non hanno fatto quello che dovevano, cioè non sono caduti nella sua trappola, Erode cosa fa? Si vendica sugli innocenti, sui bambini.

Chissà perché poi una vendetta così tragica, così ingiusta. Questi bambini non c’entravano niente con Gesù, non erano Gesù, avevano l’età, dai due anni in giù. Questo sterminio che lui compie a Betlemme è veramente spaventoso. Forse anche noi, nel nostro piccolo, senza arrivare a queste tragedie, dobbiamo chiederci quante volte a causa nostra vanno di mezzo gli innocenti, coloro che non hanno colpa, oppure quante volte noi siamo coscienti che una certa persona è innocente, la vediamo trattata ingiustamente e non facciamo niente; quante volte non abbiamo a cuore la situazione e la vita degli innocenti e questi innocenti vengono perseguitati e maltrattati. Chissà oggi quanti innocenti che vengono trattati male, umiliati, per le ragioni più assurde e noi magari siamo lì a vedere. Può essere l’invidia, la gelosia, qualunque cosa, e quanti innocenti oggi pagano un prezzo nei confronti del quale non hanno nessun debito se non essere al posto sbagliato e al momento sbagliato.

Sapete, innocente vuol dire “colui che non nuoce” e in questa giornata dobbiamo guardarci intorno e chiederci: “Io sono a posto con gli innocenti? Ci sono forse persone innocenti che a causa mia — il Signore non voglia che sia io l’Erode di turno — vengono maltrattate, calpestate, prese in giro, bullizzate e non hanno fatto niente, non hanno nessuna colpa se non essere quello che sono o avere quel tratto particolare?”

Qual è la loro colpa? 

Questa è la domanda, se uno viene trattato male, se uno viene perseguitato, la domanda è: “Ma qual è la sua colpa?”. E deve essere una colpa reale. Pensate ai tempi degli stermini di massa, qual era la loro colpa? Il colore della loro pelle? L’appartenenza ad un popolo? Qual era la loro colpa? Pensate a tutto il tema del Ku-Klux Klan, a tutta la questione dell’apartheid, insomma tutta quella realtà così dolorosa, così terribile, così tremenda fatta di sangue, di morte, di ingiustizie… eppure andava bene così. Qual era la colpa? Il colore della pelle. È incredibile a pensarci. A pensare seriamente a questa cosa uno rimane scandalizzato. 

Com’è possibile che il colore, che l’appartenenza religiosa, che una professione, qualunque cosa diventi motivo di segregazione, motivo di persecuzione? Com’è possibile che portare avanti un’idea, un pensiero politico, religioso, filosofico diventi motivo di persecuzione?

È possibile perché si fonda su delle ragioni che non hanno niente a che vedere con queste cose, nel caso di Gesù e di questi bambini di Betlemme la ragione era l’invidia, la gelosia, la paura di perdere il trono, l’attaccamento al potere, e avanti.

“Ma questi bambini cosa c’entrano?” Tra l’altro non sono neanche Gesù, ma Erode, per il dubbio che potessero essere Gesù, li ammazza tutti.  “Ma sono bambini!” Pensate la violenza, la tragedia. 

Ho letto poco tempo fa che in Corea hanno messo in carcere un bambino di due anni, perché? Perché cristiano. Ma cosa può fare un bambino di due anni? C’è veramente una situazione terribile. 

Lì dove noi possiamo essere presenti nelle nostre normali, ordinarie storie quotidiane, dobbiamo fare assolutamente di tutto per impedire queste ingiustizie contro gli innocenti, veramente di tutto. La festa di oggi ci impone assolutamente un impegno serrato. Cerchiamo di vivere questo giorno chiedendo al Signore la grazia di mantenere le nostre mani sempre pulite, lontane da ogni empietà e da ogni ingiustizia, di saper dominare i nostri istinti più bassi e di essere liberi dalla smania di potere, la quale può far fare cose veramente aberranti. 

Erode compie questo gesto proprio perché ha il terrore che Gesù gli porti via il suo potere, che a Gesù non interessava assolutamente niente, il Suo Regno non è di quaggiù, ma Erode non lo sapeva, non aveva capito. Talmente era la paura di perderlo che vede avversari e antagonisti ovunque. 

Ma è così anche per noi, quando abbiamo paura di perdere qualcosa, o di perdere qualcuno vediamo rischi ovunque, pericoli ovunque, concorrenti ovunque e quindi diventiamo gelosi, diventiamo invidiosi, e che danni possiamo fare? Danni terribili. Si può calunniare, si può diffamare, si fanno delle cose terribili, proprio perché ciò che io ho rimanga sempre al sicuro. Per non perdere quello che ho sono disposto a calpestare la dignità, i diritti, la giustizia delle altre persone, la vita delle altre persone, per il mio egoismo, per la mia voglia di… sono disposto a fare qualunque cosa verso gli altri.

Questo per un cristiano non sta, poi noi possiamo illuderci di tante cose, ma non sta.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

VANGELO (Mt 2, 13-18)

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».

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