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Il Signore vede il cuore

Samuele unge Davide

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di martedì 18 gennaio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Il Signore vede il cuore

Eccoci giunti a martedì 18 gennaio 2022. 

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi tratta dal capitolo XVI del Primo Libro di Samuele, versetti 1-13. 

Persino Samuele, il grande profeta Samuele, cade nella trappola dell’apparenza. Noi siamo intrappolati dall’apparenza: l’apparenza delle parole, l’apparenza dei fatti, l’aspetto della bellezza, della ricchezza, dell’amore, della verità e via di seguito. Noi siamo intrappolati dall’apparenza, perché nessuno di noi può vedere oltre. 

Capite perché non possiamo giudicare? Non per un fatto morale, ma perché noi non sappiamo, noi vediamo solo l’apparenza. Ma come facciamo a sapere cosa sta dietro all’apparenza? 

Noi siamo sedotti dall’apparenza della forza, dell’altezza, della prestanza fisica, del potere, della statura, ma il Signore vede il cuore. Il Signore non guarda l’apparenza.

 Perché, dice la Scrittura:

“Non conta quel che vede l’uomo”

Non conta quello che vede l’uomo. Perché? Ma perché noi siamo polvere, che importanza ha quello che vediamo? Non sappiamo giudicare, non possiamo giudicare. Il Signore ha rigettato Saul per quello che abbiamo visto e Samuele piange. Samuele era affezionato a Saul, gli voleva bene, e si rende conto di cosa vuol dire essere rigettati da Dio. Ricordate: “Io ti ho rigettato come re. Tu mi hai rigettato perché ti sei ribellato, perché hai disubbidito e io ti rigetto come re.”

 Andate a vedere cosa sarà la vita di Saul e la morte di Saul. Adesso il Signore dice a Samuele: “Vai, devi ungere un nuovo re”. Il problema qual è? Che Saul continuava politicamente ad essere re, cioè, spiritualmente, Dio l’aveva rigettato — e si vedrà questo, cosa vorrà dire nella vita di Saul — ma davanti a tutti il re era Saul. Quindi Dio chiede a Samuele di ungere un secondo re! Ma il problema è che Saul non è morto, Saul è vivo ed è perfettamente sul suo cavallo da re e continua a svolgere il suo ruolo di comando. Quindi, con lui vivente, Dio fa ungere un nuovo re di Israele. Ma non funziona così, però, non puoi eleggere un altro re con il re presente. E invece per il Signore sì: dato che l’elezione era divina, se questo non è più degno, allora il Signore ne sceglie un altro, perché il Signore non è legato ai nostri schemi, al Signore non interessano le nostre regolucce. Infatti vedete che Samuele ha paura e dice: 

«Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà»

Certo perché quello è re e dice: “Cosa sta facendo, il traditore? Con me vivente va ad ungere un altro re!”, e allora c’è questa scusa del: “Vado ad offrire un sacrificio”. Il Signore è assolutamente capace di muoversi! Noi diremmo: “Ma non è giusto, non è onesto, non è vero! Perché il Signore non dice chiaramente?”. Io penso che alle volte dobbiamo stare un po’ attenti a non fare i martiri stupidi, che non sono martiri. Il Signore ci ha dato un’intelligenza e questa intelligenza la dobbiamo usare. 

San Tommaso Moro, ricordate, scriveva che bisogna proprio fare di tutto per evitare il martirio e solo quando non puoi più scegliere altro che o Dio o il rinnegamento di Dio, allora hai la certezza che il Signore ti chiama al martirio, se no fuggi, fai tutto quello che puoi per evitarlo.

Dio respinge tutti i figli di Iesse, che tra l’altro erano tutti stati santificati, perché andavano al sacrificio, tranne uno che non era andato al sacrificio, che non era stato santificato, e che era trattato neanche come un figlio, e cioè il grande re Davide.

“Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto”

Certamente era un “diverso” rispetto a tutti gli altri per tante ragioni, queste tre del suo aspetto fisico non sono le uniche, non sono le più importanti, ma hanno certamente un grande valore. Il Signore ha guardato il cuore di questo ragazzo. Il Signore, a differenza nostra, non guarda l’età, guarda il cuore, e guardare il cuore vuol dire veramente tante cose.

Penso che in questa giornata possiamo proprio chiedere al Signore questa grazia, di saper essere agili e leggeri, svelti come il Signore ci chiede di essere, fedeli a Dio, fedeli alla sua prospettiva, fedeli a quello che lui vede, non alle nostre idee e ai nostri schemi. Il Vangelo di oggi, che è tratto del capitolo 2° di San Marco dirà proprio così: “Il Signore, il Figlio dell’Uomo, è signore anche del sabato” che vuol dire: attenzione a capire che le regole, le norme, la legge è fatta per la vita, è fatta per la libertà, è fatta per la fedeltà, è fatta per essere educativa, non è fatta per distruggere la gioia, la bellezza, la verità, la libertà, la realizzazione di sé, assolutamente. La norma, il sabato è al servizio dell’uomo, che non vuol dire: “faccio quello che voglio”, ma vuol dire che quello che tu farai dovrà sempre essere contrassegnato dall’intelligenza, mai dalla servitù, mai dall’asservimento, mai dall’irrazionalità. Ciò che il Signore ci propone è sempre estremamente razionale, è la cosa più razionale che ci sia. Quindi se è sabato e se sei vicino ad un campo di grano, anche se la legge dice che tu non devi fare questo, quello e quell’altro, certo, ma questi poverini hanno fame, e quindi l’eccezione conferma la regola, prendono un po’ di spighe e mangiano un po’ di grano. 

Noi avremmo detto: “No, fai il digiuno”. Il Signore invece dice: “No, mangino pure una manciata di grano”. Come è bello stare con Gesù! È bello perché Lui, che è Dio, ti realizza, ti fa sentire veramente realizzato, veramente uomo, veramente donna.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

PRIMA LETTURA (1 Sam 16, 1-13)

In quei giorni, il Signore disse a Samuèle: “Fino a quando piangerai su Saul, mentre io l’ho ripudiato perché non regni su Israele? Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re”. Samuèle rispose: “Come posso andare? Saul lo verrà a sapere e mi ucciderà”. Il Signore soggiunse: “Prenderai con te una giovenca e dirai: “Sono venuto per sacrificare al Signore”. Inviterai quindi Iesse al sacrificio. Allora io ti farò conoscere quello che dovrai fare e ungerai per me colui che io ti dirò”.
Samuèle fece quello che il Signore gli aveva comandato e venne a Betlemme; gli anziani della città gli vennero incontro trepidanti e gli chiesero: “È pacifica la tua venuta?”. Rispose: “È pacifica. Sono venuto per sacrificare al Signore. Santificatevi, poi venite con me al sacrificio”. Fece santificare anche Iesse e i suoi figli e li invitò al sacrificio.
Quando furono entrati, egli vide Eliàb e disse: “Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!”. Il Signore replicò a Samuèle: “Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”. Iesse chiamò Abinadàb e lo presentò a Samuèle, ma questi disse: “Nemmeno costui il Signore ha scelto”. Iesse fece passare Sammà e quegli disse: “Nemmeno costui il Signore ha scelto”. Iesse fece passare davanti a Samuèle i suoi sette figli e Samuèle ripeté a Iesse: “Il Signore non ha scelto nessuno di questi”. Samuèle chiese a Iesse: “Sono qui tutti i giovani?”. Rispose Iesse: “Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge”. Samuèle disse a Iesse: “Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui”. Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: “Àlzati e ungilo: è lui!”.
Samuèle prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

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