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”Perché ci ha sconfitti oggi il Signore…?”

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 13 gennaio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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”Perché ci ha sconfitti oggi il Signore…?”

Eccoci giunti a giovedì 13 gennaio 2022. Ricordiamo oggi Sant’Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa.

Abbiamo ascoltato la prima lettura della Santa Messa di oggi tratta dal Primo Libro di Samuele capitolo IV, versetti 1-11. 

Oggi ho pensato di fare una meditazione un po’ diversa dal solito, è la prima volta che faccio questo genere di meditazione. Siete abituati ad avere un Sacerdote che legge la Parola di Dio e la spiega, questa è la predicazione. Ma questa volta, con questa lettura, invece di spiegarla, chiedo a voi di mettervi al posto del popolo di Israele. Chi vuole capire questa lettura dovrà fare questo sforzo, questo impegno: andare a prendere la Scrittura, il Primo Libro di Samuele e leggere i primi capitoli, qui siamo al capitolo 4°, è sufficiente leggere un po’ questi capitoli. Grazie a questa lettura dovreste arrivare a capire ciò che non ha capito il popolo di Israele.

Perché è così importante? È così importante perché noi corriamo il reale e fortissimo rischio di confondere lucciole per lanterne. Anche loro si pongono la domanda che io ho posto a voi, diciamo che ho preso la loro domanda. Loro non ci sono arrivati e hanno pagato carissimo questa non comprensione. 

Questa loro incomprensione, questo loro non capire, questo errore gravissimo di incomprensione e quindi di valutazione, a loro è costato la vita di trentaquattromila persone, lo dice la Scrittura: prima muoiono quattromila uomini al primo attacco, poi, quando vanno a prendere l’Arca convinti che il Signore fosse dalla loro parte, si pongono la domanda:

“Perché ci ha sconfitti oggi il Signore di fronte ai Filistei?”

Questa è la domanda che io vi lascio, alla quale non rispondo, perché secondo me ciascuno deve arrivare a questa risposta, ciascuno deve comprendere la risposta di questa domanda, perché questa domanda qui è posta così, ma lungo la storia dell’umanità questa domanda ha assunto dei contenuti, delle modalità diverse e forse non sempre ha ricevuto la risposta giusta.

Loro vanno a prendere l’Arca convinti che la risposta a quella domanda fosse: “Noi abbiamo avuto questa perdita a causa della mancanza dell’Arca tra noi”. Questa è la risposta che si danno. Vanno a prenderla, urla fortissime, supergalvanizzati… trentamila persone morte. 

Con questi numeri la Scrittura ci vuole dire qualcosa. 

Attenti ai dettagli, vi do solo un piccolo suggerimento, ma è un suggerimento, non è l’indicazione, non concentratevi solo su questo però attenzione a questo: 

“Morirono anche i due figli di Eli, Ofni e Fineès”

Andate a vedere chi sono queste persone, andate a vedere che cosa hanno fatto, come si comportavano. In più l’Arca fu presa. È stata — perdonatemi il termine — una legnata solenne: perdono due volte consecutivamente, muoiono trentaquattromila persone, muoiono i due figli di Eli e in più perdono l’Arca. Potremmo dire: “Peggio di così non poteva andare!”. Una disfatta totale, mancava solo che morissero tutti.

E allora cos’è successo? Come mai?

Loro hanno pensato che il motivo fosse legato all’Arca che doveva tornare nell’accampamento. No, e tanto è no che non solo perdono ma viene loro portata via. Che è come portar loro via il cuore, lì c’erano le tavole dell’Alleanza, la presenza di Dio col popolo. C’è stata una perdita gravissima, è un po’ forte da dire però credo che esprima bene il senso psicologico che devono aver provato loro: questi gli hanno rubato Dio!

Voi direte: “Nessuno può rubare Dio”. Certo, è vero, ma è per intenderci. Quelle tavole, l’Arca dell’Alleanza era la Presenza di Dio nell’accampamento. Rubare l’Arca dell’Alleanza era per loro come portare via Dio. Questi hanno perso tutto, hanno perso anche Dio. 

Alla fine di questa lettura qual è il senso che uno percepisce? È un senso di morte (trentaquattromila persone non sono due) gravissimo, devastante, ed è un senso di perdita di Dio.

Ma cos’è successo? 

“Cos’è successo di così grave per scatenare una situazione simile?” Si chiedono loro. Prima che accadesse tutto questo sfacelo, loro si pongono questa domanda: “Come mai accade questo?”

Io penso che, se leggete bene i capitoli precedenti, credo che possiate arrivare a capirlo. Facile è capirlo qui, perché basta avere un po’ l’occhio attento e uno dovrebbe arrivarci, difficilissimo quando questa domanda è posta nella nostra vita, perché è raro incontrare persone che si pongono quieta domanda, perché solitamente diamo sempre delle spiegazioni molto materiali, molto sociali, economiche, umane, troviamo sempre una spiegazione che va un po’ bene per tutto: il clima, gli assetti socio-politici, le questioni economiche, riusciamo sempre a trovare una ragione molto umana, che però, purtroppo, non rende ragione del peso specifico di quanto accade. Loro subito lo capiscono, seppur non fossero dei teologi sopraffini si fanno due conti. Ma perché li fanno? Perché hanno la memoria degli eventi precedenti. Persino i Filistei, che non avevano niente a che vedere con il popolo di Dio, dicono: “Oh mamma! Adesso sono arrivate queste divinità! Adesso distruggeranno anche noi”. È un po’ chiaro a tutti come gira la ruota. Chi vede di più, chi vede di meno, però è un po’ chiaro a tutti lì, almeno si pongono la domanda, sbagliano completamente la risposta, la pagano carissima, ma almeno si pongono la domanda. Noi, forse, non ci poniamo neanche la domanda. Non c’è semplicemente un pericolo di fraintendimento, adesso c’è proprio un pericolo di coma, non riusciamo probabilmente più neanche tanto a leggere la domanda che la storia che viviamo ci pone. Immaginatevi come possiamo trovare la risposta corretta. Solo che se non poniamo la domanda, e la domanda giusta, e se non sappiamo trovare la risposta, e la risposta giusta, da quattromila diventano trentamila, e in totale trentaquattromila, più l’Arca persa. 

È chiaro che qui dietro ci sta un messaggio, è chiarissimo, sta a noi trovarlo. È già successo in altri punti della Scrittura questa cosa. In un’altra occasione il popolo esce a combattere, c’è una disfatta incredibile e poi trovano che quelli che erano morti, cosa avevano sotto le vesti? E dicono: “Ah! Adesso abbiamo capito perché proprio questi! Abbiamo capito come stava la questione”. Capiscono e dicono: “Non è Dio cattivo”. Perché poi alla fine è sempre così, è il “Dio sanguinario, vendicativo, cattivo, il Dio dell’Antico Testamento è proprio quello che… No… noi siamo per il Dio del Nuovo Testamento”. Come se noi fossimo politeisti, come se avessimo più dei da adorare. “Il Dio dell’Antico Testamento va assolutamente rimosso e quello del Nuovo Testamento invece va bene.”

Peccato che è sempre Lui, non è cambiato, è sempre quello. Ma loro in quell’occasione — non vi dico dov’è e non vi dico i nomi, lo cercate, dobbiamo anche imparare a conoscere un po’ la Scrittura — quando vedono l’evento, vedono queste persone morte e sotto le vesti scoprono che cos’hanno, fanno una giusta sintesi. 

Accadde anche una cosa simile per una famiglia alla quale non si capiva come mai fosse accaduto qualcosa, gettano la sorte e la sorte cade su di loro… e dicono: “Ma non è che per caso voi…?”. “Sì, sì noi…” 

Tutti fatti simili. E cosa accade a Maria (non la Madonna) e ad Aronne subito dopo l’attraversata al mar Rosso? Loro due fecero qualcosa che non dovevano fare e accadde qualcosa di molto grave a loro due, e capirono subito che cos’era successo. 

Vedete, prima di risolvere tutto con: “Il Dio vendicativo, guerriero, sanguinario…” Dovremmo essere più onesti e dirci: “Ma non è che siamo noi che stiamo sbagliando? Non è che siamo noi che stiamo fallendo la nostra alleanza con Dio? Non è che siamo noi che stiamo tradendo, disobbedendo a Dio? Non è che siamo noi che non corrispondiamo?”

Vi ricordate i Gabaoniti quando non consultarono il Signore? Lo avevano consultato sempre, tranne quella volta. “Cosa vuoi, è un atto di carità. Ci mancherebbe, è un atto d’amore non dovrò mica andare a consultare il Signore, ovvio che è una cosa buona”. Invece no. Hai consultato il Signore? No. Fu l’onta, il rimorso che rimase per sempre su quel grandissimo uomo che fino ad allora aveva compiuto opere meravigliose, ma ebbro, eccitato dalle vittorie, dalle cose bellissime che avevano fatto, dagli interventi miracolosi di Dio, non si è posto al domanda di andare a consultare il Signore per quella cosa. “Ma no! I Gabaoniti poverini! Non vedi come soffrono? Ci mancherebbe che non li aiutiamo?”

Andate a rileggere un po’ l’Antico Testamento c’è una ricchezza enorme lì dentro, un grande insegnamento di vita, così poi possiamo porre le domande giuste sulla nostra storia, sulla nostra vita e sulla storia dell’umanità che noi in questo momento stiamo vivendo. Non credo che ci sia bisogno di disturbare le cose più strane del mondo, credo che possiamo da soli, se siamo onesti, sinceri, se chiediamo al Signore il dono dell’intelligenza, dell’intelletto, il dono dello Spirito Santo, credo che riusciamo anche da soli a tirare insieme due numeri e a fare i conti, possiamo farcela, senza credo fare grossi errori di valutazione, perché, nuovamente, se sbagliamo la risposta a questa domanda la situazione non si ferma, anzi, perdiamo sempre di più. Questa è la domanda fondamentale che richiede la risposta fondamentale che è un esame di coscienza radicale. Non posso pensare di risolvere tutto con “prendo l’Arca e la porto qui”, perché Dio non è un talismano che basta averLo in mezzo e cambia tutto. Dipende dal mio cuore, è lì il problema, dipende dalle mie scelte, da cosa ne ho fatto di quelle tavole dell’alleanza dentro di me, dipende dall’osservanza dei Comandamenti.

Non chiedetemi altro perché tanto non ve lo dico. Questa volta ho fatto metà omelia, l’altra metà la fate voi, non agli altri, non è che adesso mi trovo sui commenti: “Ah sì! Ho scoperto! È questo…”

Non serve, perché non risponderò a questa cosa, ciascuno deve rispondere nel suo cuore a questa domanda, ciascuno deve trovare la risposta giusta. Trovata poi nella Scrittura la prendiamo e l’applichiamo nella nostra vita.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

 

PRIMA LETTURA (1 Sam 4, 1-11)

In quei giorni i Filistei si radunarono per combattere contro Israele. Allora Israele scese in campo contro i Filistei. Essi si accamparono presso Eben-Ezer mentre i Filistei s’erano accampati ad Afek. I Filistei si schierarono contro Israele e la battaglia divampò, ma Israele fu sconfitto di fronte ai Filistei, e caddero sul campo, delle loro schiere, circa quattromila uomini.
Quando il popolo fu rientrato nell’accampamento, gli anziani d’Israele si chiesero: “Perché ci ha sconfitti oggi il Signore di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l’arca dell’alleanza del Signore a Silo, perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici”.
Il popolo mandò subito alcuni uomini a Silo, a prelevare l’arca dell’alleanza del Signore degli eserciti, che siede sui cherubini: c’erano con l’arca dell’alleanza di Dio i due figli di Eli, Ofni e Fineès. Non appena l’arca dell’alleanza del Signore giunse all’accampamento, gli Israeliti elevarono un urlo così forte che ne tremò la terra.
Anche i Filistei udirono l’eco di quell’urlo e dissero: “Che significa quest’urlo così forte nell’accampamento degli Ebrei?”. Poi vennero a sapere che era arrivata nel loro campo l’arca del Signore. I Filistei ne ebbero timore e si dicevano: “È venuto Dio nell’accampamento!”, ed esclamavano: “Guai a noi, perché non è stato così né ieri né prima. Guai a noi! Chi ci libererà dalle mani di queste divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito con ogni piaga l’Egitto nel deserto. Siate forti e siate uomini, o Filistei, altrimenti sarete schiavi degli Ebrei, come essi sono stati vostri schiavi. Siate uomini, dunque, e combattete!”.
Quindi i Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fuggì alla sua tenda. La strage fu molto grande: dalla parte d’Israele caddero trentamila fanti. In più l’arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Ofni e Fineès, morirono.

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