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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 16

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 13 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 16

Eccoci giunti a domenica 13 febbraio 2022. 

Abbiamo ascoltato la seconda lettura della Santa Messa di oggi tratta dalla prima lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi, cap. XV, versetti 12 e seguenti. 

Credo che sia un grande conforto per tutti sapere che Gesù è risorto dai morti e che quindi il cristiano non può e non deve aver paura neanche della morte, perché per il cristiano la morte non è l’ultima parola sulla vita e noi non vivremo in eterno qui su questa terra, noi vivremo per sempre in Cielo e speriamo di andarci tutti in Cielo con Dio, con i Santi. Ecco la vita eterna. Quella vita è eterna, questa no. Ma non deve spaventarci questa cosa, perché Gesù è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti, e noi crediamo in questo, e questa è la nostra forza, questa la nostra speranza. 

 E noi andiamo avanti col nostro libro “Le meraviglie di Laus”, che tratta appunto l’apparizione della Vergine Maria a Laus. 

Capitolo 15º: Il più grande prodigio di Làus

“La Santa Vergine non si accontentò di arricchire Benedetta delle grazie più insigni, e di ornarla delle virtù più rare, ma le comunicò i doni più straordinari. Lo esigeva l’interesse dello stesso Santuario.

I manoscritti sono pieni di rivelazioni che riguardano gli individui, le intere città, e tutta una nazione. Gli avvenimenti hanno sempre dimostrato la verità delle sue asserzioni. 

Ha il dono dei miracoli: guarisce col solo contatto di un suo capello un’epilettica abbandonata da tutti i medici, rende la sanità ad un fanciullo, che la scienza aveva dichiarato incurabile. Ma uno dei prodigi, che al principio della sua missione provò agli abitanti di quella regione l’assistenza materna della Regina del Cielo, è il grazioso miracolo delle rose.

Sua mamma aveva una piccola vigna che a mala pena poteva far coltivare, per la sua povertà. Vi furono però alcuni uomini pieni di carità, che si offrirono di lavorarla gratuitamente. Benedetta li condusse sul luogo, ed essi si misero all’opera. Dopo aver dato loro da bere, disse che sarebbe andata a pregare il Signore nella chiesa di Valserres, e che sarebbe presto ritornata per dar loro qualche cosa da mangiare. Appena entrata nel Tempio, la Santa Vergine le apparve e la rapisce in estasi, e nell’estasi passa tutto il giorno rimanente e la notte intera.”

Pensate un po’, tutto il giorno e la notte in estasi.

“All’ora del pasto gli operai non vedendo arrivare la loro piccola padrona, dovettero pensare da loro stessi al cibo. 

Senz’aversela a male per quella dimenticanza i contadini ritornarono il giorno dopo per continuare il lavoro incominciato, e vedono arrivare Benedetta, con qualche cosa di nascosto sotto il grembiule. I bravi vignaiuoli pensavano che portasse loro da mangiare. Ma qual’è la loro sorpresa nel vederla distribuire rose fresche e profumate! Dove mai le aveva prese? Era il 15 marzo.”

E in quell’epoca non fioriscono le rose, ovviamente! Iniziano le prime gemmine, ma sicuramente non fioriscono, poi sulle Alpi!

La Vergine Santissima gliele aveva regalate prima di lasciarla uscire dalla cappella. I contadini capirono il perché della sua lunga assenza, e furono lieti di accettare quelle rose venute dal Cielo e respirarne i soavi profumi. 

– Regalane a tutti quelli che te ne domanderanno – aveva detto la Santa Vergine alla pastorella; ed essa si mostra generosa. Ne dona ai preti di Làus, e ad altre persone, e quanto le rimane lo ripone in un cesto. Quindici anni dopo ne esistevano ancora.” 

Quindici anni dopo!

Mi piace sempre questo tratto della Vergine Maria, è un tratto speciale, a dire il vero è proprio ciò che contraddistingue il Cielo e lo differenzia da noi.

– Regalane a tutti quelli che te ne domanderanno – 

Non “regalale a tutti”, ma “regalane a chi te lo chiede”. 

Perché? Perché la Vergine Maria non dice: “Queste sono le mie rose che dono, tu dalle alla gente”? Poteva dirlo, noi probabilmente l’avremmo detto, sicuramente l’avremmo fatto, sicuramente avremmo prevenuto le domande della gente: “Guarda, la Vergine Maria mi ha regalato le rose, vieni che te le dono, sono speciali, chissà quali portenti prodigiosi possono compiere! Guarda che bella, ti dono la rosa!”

No, non è così.

– Regalane a tutti quelli che te ne domanderanno – 

Voi mi direte: “Padre Giorgio, adesso non è che dobbiamo stare qui a fare la vivisezione di ogni parola che dice la Vergine Maria!”  Sì, io sì. Io faccio così. Potrei andare avanti nella lettura, adesso avrei: “L’intuizione delle coscienze”, un altro tema bellissimo, importantissimo, ma oggi preferisco fermarmi qua. Dopo sette minuti già vi dico che preferisco fermarmi qua. 

Perché? Perché questo è un punto di snodo, noi non dobbiamo anticipare la domanda di chi ci sta davanti, non è giusto, perché quando io faccio una domanda vuol dire che ho creato lo spazio per la risposta, vuol dire che la mia attesa di una risposta ha creato nel mio cuore la disponibilità a ricevere un’indicazione, vuol dire che mi ha reso consapevole che mi manca qualcosa, se no non faccio una domanda, non chiedo da mangiare se non ho fame, non chiedo da bere se non ho sete. 

Vi sarà capitato di dire a qualcuno: “Hai sete?”

“No, grazie”

“Hai fame?”

“No, grazie”.

Infatti non te l’ho chiesto, sei tu che, siccome stavi facendo qualcosa, ti viene in mente di dire: “Vuoi bere qualcosa?”

“No, sono a posto così”. Infatti non te l’ho chiesto, infatti non c’è spazio e quindi no. 

Se io non mi accorgo di avere un bisogno, come faccio a rendermi disponibile ad avere un dono, ad avere qualcosa? Se non mi accorgo… 

Quando vado a fare benzina? Quando il segnale sulla macchina mi dice: “Sei quasi in riserva”. Certo, infatti si è creato lo spazio per ricevere la benzina. Non vado a fare benzina dieci minuti dopo aver fatto il pieno, perché non posso metterla. 

Questa secondo me è la ragione di questa frase: “Se non te li chiedono, non darli”.

Noi quanti consigli diamo non richiesti? Quante parole diciamo non richieste? Quanti interventi facciamo non richiesti? 

Comportandoci così, volendo creare noi una domanda che non c’è nell’altro, cosa facciamo? Creiamo il disprezzo. 

Vi ricordate quell’espressione di Gesù che dice: “Non gettate le vostre perle davanti porci, se no calpestandole si gireranno per sbranarvi, per aggredirvi”? Vi ricordate questa espressione di Gesù? Perchè dice così? Perché i porci non hanno nessun interesse verso una perla. Che tu dia loro una perla o un sasso per loro è la stessa cosa, non sanno distinguere una perla da un sasso e per loro vale di più una carota che una perla di non so dove. Ecco perché le calpestano e poi si girano per sbranarti e saltarti addosso, perché non è una cosa che gli appartiene, non gli interessa. Certo, perché devi dare una perla ad un maiale? Cosa c’entra? Al maialino darai una carota, un cavolo, gli darai altro, ma non una perla. Cosa se ne fa di una perla? 

Ora capite perché noi dobbiamo domandare le grazie? 

E capite perché quando la Vergine Maria appare a S. Caterina  Labourè, S. Caterina vede negli anelli della Vergine Maria tante gemme che sono scure, che non emanano luce e la Vergine Maria dice: “Sì, queste sono le grazie che avrei dovuto dare agli uomini, ma non me le hanno chieste”. E quindi non le ha date.

Anche se ha tante grazie da dare, se non gliele chiedo non me le dà lo stesso, no. Tu le chiedi, poi dopo Lei nel caso te le dà, ma se tu non le chiedi, come farai mai a renderti conto di aver ricevuto una grazia? 

Noi abbiamo abbiamo la brutta abitudine di dare consigli anche quando non ci vengono richiesti. 

Quando una persona ci viene a parlare, non è detto che voglia un consiglio per il fatto che ci viene a parlare. No, magari vuole semplicemente essere ascoltata, ma non ha bisogno di un consiglio. Magari ha già tutto chiaro nella sua testa e magari è esattamente il contrario di quello che vorremmo fare noi, di quello che faremmo noi al suo posto, e quindi noi subito a dire: “No, no, guarda che… guarda qua…”, perché noi abbiamo un po’ questo complesso del salvatore del mondo, per cui dobbiamo un po’ salvare tutti. Sì, però vedete che è fallimentare, perché sistematicamente torniamo a casa bastonati. 

L’ha detto Gesù nel Vangelo: “Non gettate…”, perché l’altra persona non ha esigenza di… e quindi non gli interessa. 

“Regalane”, quindi “donale, a quelli che te lo chiedono”. Sì, ma te lo devono chiedere, se non te le chiedono non regalarle.

Inviterei voi, ma soprattutto me, a partire da me, inviterei tutti noi a riflettere quest’oggi, questa domenica, sul:

– Regalane a tutti quelli che te ne domanderanno – 

 Qualche volta sento qualcuno che mi dice: “Ma Padre, la tal persona non mi ha detto neanche grazie. Ho fatto così un grande sacrificio per fare quella cosa! L’ho fatta col cuore, però, santa pazienza, non mi ha detto neanche «grazie», oppure ha detto un grazie un po’ buttato lì. Ma ho sbagliato a fare quella cosa?”

No, non hai sbagliato a fare quella cosa, la cosa in sé è buona, ma te l’ha chiesta? Se non te l’ha chiesta, perché l’hai fatto?

“Eh, ma io credevo… io pensavo… io avrei….”

Ma non te l’ha chiesta. 

“No ma anche se non me la chiede, io credo che ne abbia bisogno”.

No, non va bene neanche questo, chiedere fa tanto bene a tutti, perché ci fa esercitare nell’umiltà. Solamente la persona umile chiede. Chi non è umile non chiede mai, anche se ha bisogno, non chiede, non ce la fa, non è capace, non dice: “Aiutami, ho bisogno”. Noi dobbiamo imparare a chiedere. 

Poi, purtroppo, c’è anche un’altra brutta abitudine, ancora peggiore, che è: prima faccio quello che voglio, dopo chiedo consiglio. Io rispondo sempre: “Scusami, ma se l’hai già fatto, perché perdi tempo tu e fai perdere tempo a me chiedendomi consiglio adesso? Ormai è fatto”. Qualunque cosa io ti possa venire a dire non cambia nulla, perché ormai la scelta è fatta. 

Che cosa serve chiedere consiglio dopo? 

“Eh no, ma sai… io non volevo, però l’ho fatto… adesso mi viene il pensiero…”

Ma ormai è fatto, basta, dovevi pensarci prima. Ma perché non hai chiesto consiglio prima? Perché volevi fare quello che hai fatto e allora adesso ti assumi le tue responsabilità. Non dobbiamo tormentare le persone dopo e non dobbiamo portar via il tempo alle persone dopo le nostre scelte. Le domande vanno fatte prima, i consigli si chiedono prima, non dopo. Dopo, quando è fatto, è fatto. Non chiedi ad una persona come si fa a fare una frittata dopo aver buttato le uova nel pentolino, lo chiedi prima. Non chiedi come si guida una macchina salendo in macchina, perché se no ti vai ad inchiodare contro un muro. Si fa prima. Non si chiede come si studia il giorno dell’esame, se no prende 2.  Arriva all’esame: “Professore, avrei una domanda da fare perché non ho capito una cosa…” Il giorno dell’esame? Non ci siamo! 

“Sono io che faccio le domande, non tu che le fai a me, adesso”

Oppure sono all’esame, il professore mi fa una domanda e io rispondo: “Ma guarda un po’, era proprio quello che non avevo capito e che le volevo chiedere, me lo spiega?”

Ma sei fuori? Il giorno dell’esame? 

“No, tu devi chiederlo prima, adesso te lo chiedo io, non lo sai? Vai a casa”.

Questo tema del domandare ha bisogno di essere un po’ rimesso al centro, io penso, e dobbiamo, penso, rivalutare il modo che abbiamo di comportarci in relazione al domandare, sia nei confronti di Dio, sia tra di noi. Poi, certo, il domandare ha sicuramente tantissimi altri aspetti, io ve ne ho citati due, penso però che già questi due possano essere sufficienti per istruire una riflessione abbastanza interessante, e forse per riesaminare un po’ il nostro modo di fare. 

Ecco allora domani, a Dio piacendo, vedremo: “L’intuizione delle coscienze”, che è un altro tema, è un dono di Dio che avevano Padre Pio e altri Santi, è un altro dono che il Signore dà ed è un altro tema importantissimo.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga. 

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

SECONDA LETTURA (1 Cor 15, 12. 16-20)

Fratelli, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti?
Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.

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