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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 30

Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di domenica 27 febbraio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Nostra Signora del Laus e la Venerabile Benedetta Rencurel, parte 30

Eccoci giunti a domenica 27 febbraio 2022. 

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi tratto dal capitolo VI di San Luca, versetti 39-45. 

Sì, abbiamo bisogno di chiedere ogni giorno allo Spirito Santo la grazia, non tanto di essere guide, ma di non essere ciechi, la grazia di poter vedere, soprattutto in questi ultimi giorni di febbraio, un mese a Lui dedicato.

Da che cosa possiamo essere accecati? Dall’orgoglio, dalla superbia e da tutti i vizi capitali. Ma se viviamo in grazia di Dio, in amicizia col Signore, lo Spirito Santo ci illuminerà, allora sapremo anche, nel caso, essere un punto di riferimento per chi ci sta accanto, e sicuramente l’essere punto di riferimento per gli altri non vuole mai dire guardare le loro pagliuzze. 

Vedete che Gesù parla di pagliuzza quando riguarda la vita dell’altro, e parla di travi quando riguarda la nostra. Perché? Perché noi siamo tanto bravi a vedere le cose più irrilevanti da correggere nella vita delle altre persone e i macigni nella nostra vita non li vediamo, proprio non vediamo le gravissime mancanze che abbiamo verso Dio e verso il prossimo.

E non dimentichiamoci mai che la nostra bocca parla da quello che c’è nel cuore. Alle volte diciamo: “Ho detto una cosa che non pensavo, ma questa cosa qui l’ho detta…”, sì, forse sotto l’impulso di un momento si dicono cose sbagliate, però, quando noi diciamo qualcosa è perché in un modo o nell’altro dentro di noi c’è quella radice, c’è quel qualcosa che non ci dovrebbe essere. 

Continuiamo a vedere ancora per qualche giorno questo bellissimo libro “Le meraviglie di Laus”, siamo arrivati ai giansenisti, abbiamo visto che cos’è l’eresia giansenista e vediamo un po’, siamo alla guerra aperta a Benedetta.

Guerra aperta a Benedetta. 

Appena padroni del luogo…”

I Giansenisti sono appunto arrivati, adesso diventano loro i preti sbagliati che arrivano lì a gestire il Santuario.

Appena padroni del luogo i Giansenisti non risparmiarono nulla per indisporre il prelato contro la pia Pastorella. Quante volte i miserabili gli hanno strappato delle minacce contro di lei e tutti quelli che la sostenevano. L’Angelo faceva conoscere quanto si tramava, e nello stesso tempo rassicurava Benedetta sulle sorti di Làus. 

L’influenza maggiore era esercitata dal Vicario Generale, che nell’assenza dell’Arcivescovo abusava del suo potere contro la debolezza e la semplicità di Benedetta. Un mezzo radicale e infallibile per distruggere il Santuario era quello di far sparire colei che l’aveva fondato e lo sosteneva.”

Si cerca in tutti modi di colpire coloro i quali avevano mediato questo bellissimo messaggio di Laus e coloro i quali avevano lavorato bene, questo aveva permesso il fiorire del Santuario. Ovviamente le persone sbagliate, al posto sbagliato, nel momento sbagliato, soprattutto se hanno anche potere, diventano una grossa minaccia, una grossa minaccia per tutto il Santuario, per la devozione alla Vergine Maria di Laus. 

L’idea qual è? “Facciamola sparire perché, tolta lei, tutto sparirà”.

Si cerca dunque l’occasione, e la malizia suggerisce di relegare la pastorella, in compagnia di Frate Aubin, in un luogo segreto e lontano, per far correre la voce che sono fuggiti assieme…”

È sempre la solita storia, sempre la solita questione, va sempre a finire lì, si finisce sempre a tirare in piedi questioni legate a questa cosa.

“Ma la difficoltà sta nel trovare il momento propizio per mettere in esecuzione l’infernale disegno. Si sa che Benedetta ha l’abitudine di alzarsi sovente alla notte per andare a pregare alla porta della chiesa, o alla Croce di AvanÇon: sarà dunque facile col favore delle tenebre, metter le mani addosso alla preda: ma l’Angelo veglia sulla sorella, svela i complotti, e arriva sempre in tempo per avvertire l’innocente di non uscire nella notte e di chiudere bene la porta. 

La S. Vergine le aveva detto: 

– I tuoi nemici vorrebbero che tu fossi folle, per la rovina della devozione in questo luogo.  

Via un piano, se ne pensa un altro. O uno è folle, da Giovanni Bosco a Benedetta, oppure ha una vita immorale, siamo sempre lì!

Adesso mi viene da sorridere perché in questo momento mi è venuto in mente Padre Pio — che se non avete capito io amo tantissimo e sono devotissimo di Padre Pio — mi viene in mente Padre Pio quando un giorno gli fu detto, adesso non mi ricordo più da quale prelato — non voglio fare nomi, ho in mente un nome, però siccome non sono sicuro non voglio fare nomi per evitare di magari dire una cosa sbagliata e non è giusto accusare qualcuno se poi non è colpevole — comunque un prelato che era andato lì a fargli visita gli disse: “Secondo me, secondo il mio giudizio, le stigmate di Padre Pio sono frutto di isteria. Questo si è messo in testa di avere le stigmate e quindi si è fatto le stigmate”. Padre Pio, nella sua assoluta sapientissima semplicità, rispose: “Lei provi a pensare e a convincersi di essere un bue, vediamo se le spuntano le corna!” Uno a zero, palla al centro, anzi partita finita. 

Vedete, è sempre così, si accusano le persone di pazzia. Padre Pio, giustamente, dice: “Bene, se le mie stigmate sono frutto di pazzia, di isteria, perfetto, tu adesso ti siedi, cominci a pensare, a convincerti di essere un bue, vediamo se ti escono le corna.” Magari quello aveva le corna ma non quelle del bue, quelle di qualcun altro!

Quindi oggi si pensa di metterla in prigione. Siccome quel quel piano fallisce, allora si pensa di metterla in prigione oppure di chiuderla in un chiostro.

“Ma l’idea di sequestrare la pastorella rimane sempre un progetto. Non potendo far altro si viene a misure severe. Le si proibisce di parlare coi Sacerdoti. E per quattro mesi l’umile ragazza si sottomette a quella tirannica proibizione; ma alla fine la S.Vergine, che è pur sempre la Regina di Làus, leva l’interdetto e comanda a sua figlia di parlare con tutta libertà ai preti, che vengono per visitarla, e di istruirli sulle sue volontà.”

La Vergine Maria a un certo punto interviene dicendo: “Adesso basta, adesso fai come dico Io, c’è un limite a tutto”

Per vendicarsi di quello scacco, i Giansenisti estendono la proibizione di parlare a tutti i pellegrini, imponendo la stessa cosa a Frate Aubin, e minacciandolo della prigione, se continua ad esaltare la divozione a Làus. Per un ossequio all’autorità, la buona Madre invita Benedetta ad essere prudente moderata nei suoi discorsi: quanto a Frate Aubin Ella dichiara che essendo della Diocesi di Gap sfugge alla loro giurisdizione, e quindi può in coscienza parlare quando vuole ai pellegrini.”

La Vergine Maria è veramente una maestra incredibile, si muove sulla scacchiera da Regina.

“Dopo la proibizione, il disprezzo. Cominciarono a lasciarla da parte, a non occuparsi più di lei; non l’impiegano più né per i lavori della Cappella, né per altre cose: a un’altra persona è dato l’incarico di onorare gli altari, di tener in ordine la biancheria della chiesa e di vigilare alla decenza della Cappella. Benedetta non deve più entrare in chiesa che alla Domenica, e solamente per sentire la Messa. Inoltre ogni volta che si presenta l’occasione di parlare di lei ai pellegrini, gli indegni ministri mostrano un’aria seccata, e dicono: 

  • Ci rincresce dirlo, ma la povera ragazza è una visionaria, un’idiota, una testa malata. – 

Io mi permetto di dire: ci crede chi è degno di questa risma, perché, io non ero là a Laus, ma secondo me la gente semplice, buona, avrà ascoltato questi sapientoni e avrà detto: “Vabbè, questa è la tua idea, io ho la mia testa — come vi dico sempre — io ho la mia coscienza, Dio mi ha dato il libero arbitrio, Dio mi ha dato la capacità di giudizio”. 

E usiamo questa capacità di giudizio! Santa pace! Mettila in campo a tutto tondo quando serve! Non è che dobbiamo sempre stare a pendere dalle labbra del primo sapientone che gira per la strada.

Anche al tempo di Padre Pio c’era il sapientone di turno che intelligente, colto e bravo come lui non c’era nessuno… sì, infatti! Ne avesse presa giusta una, neanche quella, mai. Ma certo era mosso dal rancore perché Padre Pio si era rifiutato di fargli vedere le stigmate, perché lui non aveva il permesso del Papa di fargliele vedere, quindi Padre Pio dice: “Hai il permesso?” 

— “No”

— “E io non te le faccio vedere”

Ti immagini? Apriti cielo! 

— “A me? A me che sono… (tutta la sfilza delle medaglie) tu, a me, ti rifiuti di far vedere le stigmate?”

“Sì” — questa è libertà di Padre Pio — “Io mi rifiuto di fare vedere le stigmate a te e a tutte le tue medaglie perché tu non hai il permesso del Papa di impormi questo, quindi io non te le mostro.”

È da lì che è iniziato tutto il suo calvario, perché quello gliel’ha giurata a morte. 

E così lei, uguale stessa cosa: un’idiota, una testa malata, una visionaria, una poverina.

“Dopo il disprezzo, l’accusa.”

Vedete che escalation di persecuzioni terribile.

È un’escalation dal demonio in persona fino ad arrivare a questi qui, è un’escalation incredibile. Ma io sono convinto, non me lo toglie dalla testa nessuno, che, come ai tempi di San Giovanni Bosco, la gente semplice, la gente buona, la gente innamorata di Dio non si fa intortare da tutte queste cose. Possono dire quel che hanno voglia, uno guarda la realtà. Vedete, il Vangelo di oggi: io non raccolgo l’uva dalle spine, dai rovi, quindi se io da questa pianta raccolgo uva, tu puoi venirmi a dire tutto quello che vuoi: che è un serpente, che sono le spine, che è un rovo, ma io ci sto mangiando da questa pianta! Io mangio l’uva, io mangio i fichi, io mi mangio i datteri, io mi mangio i melograni, mi mangio tonnellate di ciliegie, tu non puoi venirmi a dire che è un rovo, perché io dai rovi non mangio le ciliegie, e se mangio le ciliegie buonissime, questo vuol dire che questa pianta è buonissima. Questa è l’evidenza. Contra factum non valent argumentum diceva San Tommaso, “contro i fatti non si fanno argomentazioni”, non ci sono cose da dire: è un fatto!

Noi dobbiamo parlare a suon di fatti, non di idee, di teoria “a me sembra, io penso, io credo, io ho visto, io pensavo” No! Fatti! I fatti sono: 1, 2, 3. 

Tu celebri la Messa come Padre Pio? No, a vederti cadono le braccia! E allora basta! 

Quante volte hai pianto mentre consacravi l’Eucarestia? “Mai” Fine. Ma non ci riesci neanche se te lo imponi, non venirmi a dire che ti fai venire fuori le corna del bufalo se tu ci pensi. Se tu domani vai a dire la Messa e ti dici: “Oggi mi impongo che devo piangere durante la Messa” non ci riesci, non ci riesci perché non ce l’hai dentro, non ci riesci, non è che puoi metterti lì a dire : “Adesso piango”. No non ti viene, non funziona.

 “Manifestano pubblicamente l’intenzione di farla condannare come appartenente ad una setta tenebrosa, di cui Satana è il capo.”

Benedetta, secondo loro, faceva parte di una setta satanica, Benedetta! Uno ascolta questa cosa e dice: “Veramente qui siamo… ma ti stai ascoltando? Ma ti vedi? Ma ci sei?” 

Benedetta membro di una setta satanica! Benedetta, con la vita che fa! E dov’è questa setta? Perché se c’è una setta ci saranno anche gli altri adepti, e dove sono? Dove si vedono? E tu dove li hai visti insieme quando si riuniscono? 

Di cosa stiamo parlando? Fatti! Le prove dove sono? I fatti! Non “la mia amica mi ha raccontato”, “il mio amico che ha visto”… I fatti: ore, luogo, persone, spazio, tempo. I fatti non ci sono. Ma che Benedetta fosse membro di una setta satanica, veramente… non c’è limite! Uno sente queste cose e dice: “Veramente non è possibile!” 

“Per questo la giudicano indegna di partecipare ai Sacramenti e rifiutano di confessarla.”

È lo stesso discorso di Padre Pio, questa quand’è che andava a fare i riti satanici? Durante il giorno era tutto il giorno in chiesa, durante la notte non dormiva perché pregava, e se non era in casa era alla chiesa o al crocifisso o trasportata dal demonio e quindi quand’è che faceva questa cosa satanica? Qual è l’orario? Perché deve essere un orario nelle 24 ore, non è che può uscire dal tempo, entrare nello spazio quantico, è lì, in quelle 24 ore. Quando?

Senza calcolare il dove. Tra l’altro non c’era la macchina, non c’era la moto, non c’era niente, cosa faceva, andava a piedi con gli zoccoli? Come faceva? 

E quindi praticamente la scomunicano, le tolgono i Sacramenti, le tolgono tutto. 

 “La chiesa viene interdetta anche a Frate Aubin che nei giorni festivi lascia il suo eremitaggio per recarsi a Làus per servire le Messe.”

È questo frate che va, è incredibile, lascia l’eremitaggio per andare a Laus per servire le Messe.

 “Ma l’Angelo gli fa dire da Benedetta, che non abbia paura di continuare, e che servendo le Messe farà un’opera molto gradita a Dio e degna di ricompensa.” 

La lotta anche contro il Santuario 

“Mentre quei mercenari si sforzano di screditare Benedetta, gettano pure il discredito sul Santuario. 

Essi, – scrive M. Gasillard – non parlano della devozione che di rado, solo per rispetto umano e pro forma. Non solo non credono al bene che si opera in questa santa valle, ma non s’interessano neppure di quello che succede, e non segnano i miracoli e la grazie concesse per intercessione della Vergine.
Volli far loro vedere un miracolo avvenuto il giorno dopo la festa della Natività; ma essi non vollero neppur leggere il processo verbale, benchè fosse firmato e testificato da più persone, e fossi stato io stesso testimonio oculare.” 

È quello che vi dico sempre, noi pensiamo che per convincere certe persone bisogna parlare, bisogna far vedere, bisogna portare prove, bisogna fare i racconti, ma a questi non interessa niente! Ma neanche se tu gli testimoni un miracolo lo vogliono vedere! Perché non vogliono vedere, perché sono ciechi, sono sordi, volontariamente non voglio vedere, non vogliono ascoltare. Quindi, qualunque prova tu abbia a portare, qualunque concorso di popolo, qualunque opera meravigliosa, qualunque miracolo che la Vergine Maria attraverso Benedetta ha operato, qualunque conversione (e c’erano centinaia di conversioni operate), i segni della lettura delle coscienze, qualunque cosa bellissima, stupenda, soprannaturale, meravigliosa abbia fatto Benedetta, niente, nessun valore, non interessa niente. 

Perché? Perché sono strumenti del demonio, sono accecati da Satana, hanno lasciato la loro libertà per seguire il padre della menzogna, liberamente l’hanno scelto. Sono degli eretici e vanno per la loro strada. Non cambiano neanche davanti all’evidenza.

Vi ricordate la parabola del ricco Epulone? Quando lui dice: “Permetti che Lazzaro vada dai miei fratelli a dirgli di non venire in questo luogo…” 

E cosa risponde Abramo? 

“Guarda, neanche se uno risorgesse dai morti loro cambierebbero, hanno la legge e i profeti, ascoltino quelli. Se non ascoltano quelli, non ascolteranno neanche uno che risorge dai morti”.

Ma è vero! Noi crediamo che più spieghiamo, più stiamo lì a parlare, più mostriamo, più facciamo vedere, più mostriamo la bellezza di… più l’altro si convince. Ma assolutamente no! Anzi, come dice Gesù: “Calpestandole con le loro zampe si rivolteranno contro di voi per sbranarvi”, le perle ai porci, vi ricordate? Questo è uno di questi casi. 

Padre Pio. Uno andava alla Messa di Padre Pio… se avessi avuto la grazia di partecipare a una Santa Messa di Padre Pio, non sarei nemmeno andato davanti, non sarei riuscito, sarei stato in fondo alla chiesa, ma dopo tre parole, dopo tre minuti sarei morto! Mi sarebbe già venuto un infarto! Solo a vederlo entrare, solo a vederlo arrivare all’altare sarei morto, perché era come vedere Gesù. E questi stavano lì con i taccuini, con l’occhialino, a scrutare quanti respiri faceva perché così lo potevano accusare.

“Un giorno, in luogo della preghiera, il superiore lesse una pretesa lettera pastorale, dove è detto apertamente che la devozione di Làus è un abuso manifesto, e di conseguenza riprovato dall’autorità Ecclesiastica Diocesana. Qualche giorno dopo la Madre di Dio faceva sapere che quello scritto era stato inviato dal Vicario Generale, il quale l’aveva composto in compagnia di qualche altro prete, all’insaputa dell’Arcivescovo; ma che il popolo non aveva fatto caso di quella lettura.”

Vedete come la Vergine Maria svela tutti questi piani. 

Per intiepidire la pietà dei fedeli, li dissuadono dal depositare le offerte destinate all’olio per la lampada, che arde ogni sabato davanti all’altare della Vergine. Poi aumentano l’onorario delle messe, per diminuirne il numero. Ricusano di confessare la maggior parte di quelli che si presentano, e verso i penitenti si mostrano così rigorosi da lasciarli nello scoraggiamento e talvolta nella disperazione. Avvenne un giorno che Benedetta dovette arrestare e consolare un disgraziato che uscito dal confessionale voleva suicidarsi.”

Pensate un po’. 

Povere spose, a cui venivano imposti dei doveri intollerabili, non osando più rientrare nelle loro famiglie, erano sperdute nelle montagne.”

Pensate questi, questi diavoli cosa non facevano, veramente.

“Infine per togliere dai cuori il culto così dolce e consolante della Santa Vergine, van predicando a tutti i pellegrini che la Madonna non si deve chiamare Madre di Dio, ma semplicemente nostra Sorella.”

Uno dice: “Ma sono successe nel 1600”. No, non si sono fermati lì, a Benedetta, queste cose qui sono andate avanti nella storia, si ripetono.

Una guerra così diabolica ed accanita avrebbe dovuto effettivamente rovinare quel luogo santo di pellegrinaggio. Invece non soltanto i risultati di tanta lotta furono nulli, ma tornarono a vantaggio e trionfo della buona causa, perché le persecuzioni sono la marca più sensibile dell’opera divina. 

– Questi preti – diceva la Vergine Santissima alla sua diletta figlia nel 1697 – Vogliono distruggere la devozione; ma hanno un bel da fare, non impediranno ai popoli di venire.- 

Il primo Gennaio 1700, l’Angelo le diceva: 

– L’Arcivescovo mette a Làus della gente che aderisce alla sua falsa dottrina, che sposano i suoi sentimenti; ma si ha un bel da fare, questa è un’opera Divina, che sussisterà malgrado la loro contraria e cattiva volontà. Questi preti se ne andranno un giorno, e Làus cambierà faccia, e sussisterà fino alla fine del mondo, producendo grandi frutti.- 

Quando il tempo della prova sta per toccare la fine, Maria SS. manda un messaggio a Benedetta: 

– Tu hai un buon amico in Gap – le fa dire – nella persona di Mons. Juvènis; mandagli a dire che scriva a Monsignore il quale lo tiene in molta considerazione; potrà così far evitare gli scandali, che succedono in questo santo luogo.- 

– Il Vescovo di Gap- disse l’Angelo a Benedetta – ha fatto un colpo maestro parlando del Giansenismo dei preti di Làus. Monsignore n’è rimasto umiliato; ma ora parlerà della divozione e se ne prenderà più cura.- 

Vedremo domani “Le anime del Purgatorio”. Già qualche tempo fa avevo trattato il tema del Purgatorio, quando abbiamo visto Don Alberione, ma adesso vedremo anche qui le anime del Purgatorio che si rivolgono a Benedetta.

Questo cosa ci dice? Usiamo l’intelligenza, la coscienza, il nostro giudizio, non fidiamoci del “sentito dire” mai. Non fidiamoci delle chiacchiere e del riportato. Guardiamo i fatti, i fatti, le prove, sempre contro chiunque. Quali sono i fatti?  

“Ma la mia amica che conosce…”

No, la tua amica non è un fatto, è una chiacchiera. Fatti, fatti, ora, giorno, luogo, momento, quando, come, dove, e con chi. O ci sono i fatti o non si diffama nessuno e non si accusa nessuno. Perché, se no, guardate, altrimenti, davanti a Dio avremo una responsabilità terribile. E quando si è sotto queste croci confidiamo nella Vergine Maria. Al tempo opportuno Lei cambia gli eventi. Quando scocca l’ora, quando il vaso è colmo, Lei dice: “Fine, adesso basta”, e tutto si gira in un altro modo, quindi forza e coraggio sempre.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus. Amen. 

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo, sempre sia lodato.

VANGELO (Lc 6,39-45)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.

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