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Le Litanie Lauretane: Ianua coeli e Stella matutina

Litanie Lauretane

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di sabato 21 maggio 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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Le Litanie Lauretane: Ianua coeli e Stella matutina

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a sabato 21 maggio 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo XV di San Giovanni, versetti 18-21.

Il Signore Gesù avvisa tutti i Suoi discepoli che saranno odiati dal mondo. È la sorte che è toccata a Lui, ed è la stessa sorte che toccherà a coloro che sono Suoi amici.

Questo odio non è contro la persona del discepolo in quanto persona, ma in quanto discepolo, in quanto discepolo di Gesù. Questo odio è rivolto a Gesù ed è un odio che si perpetua di generazione in generazione, perché il nemico di Gesù, Lucifero, è sempre lì, questo è il punto.

Quindi (questo ce lo dice il Libro dell’Apocalisse), non potendo più scatenarsi contro Gesù, perché oramai Gesù è irraggiungibile fisicamente per Lucifero (mentre quando camminava qui sulla terra, ovviamente, il principe di questo mondo aveva uno spazio di azione), allora adesso se la prende con i Suoi discepoli. È una cosa molto semplice e anche molto chiara.

Se uno non appartiene al mondo, e quindi non appartiene al regno del principe di questo mondo, viene odiato, perché non fa parte di quel regno, perché fa parte del Regno di Dio. È sempre la solita lotta tra i due regni, tra i due re.

Quindi, impariamo anche a farcene una ragione: non potremo mai ottenere, mai avere il plauso del mondo fintanto che siamo discepoli di Gesù.

Il problema è quando c’è il plauso del mondo, perché vuol dire che non siamo più discepoli di Gesù.

Andiamo avanti a leggere il commento alle Litania Lauretane di Don Giorgio Basadonna.

Siamo arrivati a “Ianua cœli”, e poi faremo “Stella matutina”.

Porta del cielo

“Maria è «la porta del cielo»: è una invocazione delle litanie, ed è anche una continua affermazione, quasi una nostalgia del cielo, dell’al di là, dell’eterno, di qualcosa che superi l’esperienza terrena. Di fatto, con la parola «cielo» sempre si vuole indicare una realtà che superi il momento, il limite di spazio e di tempo, e apra nuove misure e nuove possibilità, qualcosa che sta sopra le nostre teste: è anche esprimere la nostra esperienza di contrasto tra la piccolezza e la debolezza insita in noi e un inafferrabile e insopprimibile desiderio di qualcos’altro, di più e di meglio”.

Con “Cielo” sappiamo cosa intendiamo, no?

“Cielo è sempre una parola luminosa e oscura, spesso invocato quasi come scaramanzia e difesa da pericoli e dall’ignoto sempre in agguato nella nostra storia. Ecco perché nel rapporto con Maria, la madre, colei che protegge e accompagna e difende i suoi figli, l’idea di cielo diventa quasi fondamentale e immancabile.

L’invocazione alla Madonna come porta del cielo nasce anche dalla certezza della sua presenza fisica in cielo, cioè dal mistero della sua assunzione al cielo, della sua vittoria sulla morte, e del suo aver raggiunto la pienezza della vita risorta”.

Voi sapete che Maria è assunta in Cielo in anima e corpo, questo è il bellissimo dogma dell’Assunzione.

“Invocare Maria con questo titolo, diventa anche un atto di fede,

una esaltazione della sua situazione di redenta in modo totale, liberata anche dalla umiliazione della morte. Vuol dire per noi rinnovare la certezza di una vita eterna che è il nostro destino ultimo, guardare al cielo come alla nostra vera patria, la realtà più importante su cui misurare le nostre scelte quotidiane”.

Quindi noi, chiamandoLa “Porta del Cielo”, non possiamo non pensare alla nostra Patria e non possiamo non pensare che tutto dovremmo pensare, dire e fare, in funzione del Cielo.

“Agli occhi del devoto che invoca Maria porta del cielo, si apre una visione nuova, un orizzonte libero da chiusure e da limiti, da miserie e difetti, da lacrime e lutti, quella visione che già il profeta Isaia dava come segno della venuta del Messia e che l’ispirazione di Giovanni descrive nella Apocalisse. «Ecco la dimora di Dio con gli uomini./ Tergerà ogni lacrima dai loro occhi/ non ci sarà più la morte/ né lutto né affanno» (21,4).

Così, la devozione alla Madonna non solo non cancella la parola di Dio, ma ne diventa una continua lettura, una continua meditazione fruttuosa.

Si sa come questa invocazione abbia sostenuto i cristiani nel loro

difficile cammino in molte vicende storiche, nella sofferenza di persecuzioni e di martirio, nella malattia e in ogni occasione di particolari dolori, non come una evasione dal concreto ma come apertura a un dopo che può garantire il senso e il valore del presente oscuro e pesante”.

È come una ulteriorità di senso, ci fa vedere quello che il mondo non vede.

“Ma bisogna passare per questa porta, bisogna come Maria affrontare il proprio cammino in obbedienza fiduciosa alla volontà di Dio, bisogna accettare che le nostre strade non siano sempre comode e facili, quelle che abbiamo già disegnato nella nostra fantasia e nel nostro desiderio”.

Le nostre vie non sono le vie di Dio, e noi di solito scegliamo sempre la via più facile.

“Una volta di più, la devozione alla Madonna diventa non una piacevole fuga dal presente, né un sentimentalismo che allontana dalle proprie responsabilità, ma al contrario un invito e un impegno alla sequela leale e coerente di Gesù, una adesione piena al suo vangelo. È sempre Maria colei che ci conduce all’incontro con lui”.

L’abbiamo già visto tante volte.

Poi, “Stella matutina”.

Stella del mattino

“È abbastanza chiaro il simbolismo di questa invocazione che troviamo nelle «Litanie» della Madonna. Maria è come l’ultima stella che si spegne al sorgere del sole, è come la cerniera che unisce la notte al giorno, le tenebre alla luce.

Maria è colei che ha portato nel mondo la luce divina, e ha aperto alla storia l’epoca nuova nella quale Dio stesso diventa luce per gli uomini.

Nell’Apocalisse, Giovanni vede che nella città di Dio, nella nuova Gerusalemme, cioè là dove si vive pienamente il disegno di Dio, «non vi sarà più notte e non ci sarà bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio la illuminerà» (Ap 22,5)”.

Pensate che bello: una luce eterna…  bellissimo.

“Già nel momento buio e difficile dell’Esodo, quando il popolo eletto stava uscendo lentamente dalla schiavitù incontrando ostacoli e pericoli, la parola di Dio attraverso Balaam aveva annunciato che «una stella spunta da Giacobbe» indicando così un futuro di benessere a quella strana carovana così debole eppure così protetta da Dio (Nm 24,17). È così che la devozione popolare vede in Maria il compiersi di queste profezie, il segno che Dio mantiene le sue promesse: il disegno di Dio, annunciato fin da Abramo e via via rivelato nella nebulosità degli eventi umani, si sta compiendo, ed è definitivo in Gesù nato da Maria.

Maria è la stella del mattino, è l’annuncio del tempo nuovo che Gesù viene a inaugurare, è una creatura e quindi è ancora nella oscurità di fronte al mistero di Dio, ma, come redenta nel modo totale («Immacolata»), è colei che può già essere il segno della luce definitiva, la luce «che illumina ogni uomo» (Gv 1,4ss), la luce che splende nelle tenebre e che «gli uomini non hanno accolto»”.

Purtroppo, è così. Non tutti gli uomini, ma qui si intende gli uomini come abitanti del mondo, perché i discepoli di Gesù, invece, l’hanno accolta.

“Maria diventa così un segno concreto di speranza, un inizio di quanto tutti aspettano e sperano, la garanzia che Dio è vicino e abita già in questo nostro mondo.

La luce è offerta a chi riconosce di averne bisogno, a chi vuole affidarsi a Dio: non una luce piena, non una evidenza costringente, ma la stella del mattino, la luce che trascolora nel sorgere del sole, e già dà luce, e incoraggia la ripresa del lavoro umano”.

È una luce delicata, è una possibilità: c’è, se vuoi.

“Il cristiano che invoca Maria come stella del mattino, apre il cuore alla speranza, perché sa che c’è sempre qualcosa di luminoso, qualcosa da cui traspare l’azione di Dio, la sua misericordia: di qui viene la forza per riprendere il cammino.

San Bernardo invita a «guardare la stella». «Se insorgono i venti

delle tentazioni, se urti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria… Se l’ira, l’avarizia, i desideri della carne scuotono la navicella della tua anima, guarda la stella, invoca Maria»”.

Questa era la citazione di San Bernardo.

“Ancora una volta, la devozione a Maria genera coraggio e aiuta a vivere più concretamente e più generosamente la propria fede, a seguire la parola di Gesù, a ricominciare daccapo ogni volta che le proprie debolezze o le difficoltà e gli ostacoli bloccano il cammino o fanno prendere strade sbagliate. È la conversione che nasce dalla speranza”.

È bello, no?

La stella del mattino, l’ultima stella, quella che fa da cerniera tra il giorno e la notte, bellissima.

Ecco, allora facciamoci guidare da questa meravigliosa Stella.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Gv 15, 18-21)

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

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