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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 16

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo il testo e l’audio di una meditazione di venerdì 17 giugno 2022 sul testo di S. Pietro Giuliano Eymard: “La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia”. Predica p. Giorgio Maria Faré.

Ascolta la registrazione:

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Scarica il testo della meditazione

Testo della meditazione: La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 16

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a venerdì 17 giugno 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo VI di San Matteo, versetti 19-23.

Quest’oggi, 17 giugno, è anche il XIV venerdì dei quindici venerdì del Sacro Cuore di Don Tomaselli; quest’oggi, e così per tutta questa settimana, si riparano i peccati propri e quelli della famiglia.

È quindi una settimana nella quale Don Tomaselli consiglia di fare questa bella pratica di cinque Pater, Ave, Gloria in onore delle cinque Piaghe di Gesù, con l’intenzione di riparare, per l’intera settimana (ogni venerdì, poi, l’intenzione cambia), dei particolari peccati. In questo caso sono i peccati propri e quelli della famiglia, e mi sembra che tutti abbiamo motivo di vivere bene questa riparazione.

Poi, quest’oggi inizia anche la Novena alla Beata Maria di Gesù Crocifisso, chiamata più comunemente “la Piccola Araba”, una grandissima mistica carmelitana; se non conoscete la sua storia, vi consiglio di andare a leggerla e a meditarla. Io feci, se non ricordo male, un ciclo di meditazioni (non ricordo più quante, ma un po’ di meditazioni), su questa figura bellissima della Piccola Araba e potete ritrovarle nel sito www.veritatemincaritate.com.

Bene. Adesso continuiamo la lettura e la meditazione del nostro bellissimo libro di San Pietro Giuliano Eymard, perché, come dice Gesù, dov’è il tuo tesoro là sarà anche il tuo cuore. Siccome il nostro tesoro è l’Eucarestia, il nostro cuore sta lì, noi vogliamo stare lì.

Ieri abbiamo visto che servire Lui (Gesù Eucarestia) è tutta la nostra perfezione.

“Altrove sta bene che si esiga l’attitudine dei soggetti a questa o a quell’opera, essendovi ricevuti per lavorare: come per l’insegnamento, le missioni; quando si lavora nella vigna, ci vogliono attrezzi. Noi non ci occupiamo di quel che potreste apportare pel bene comune, perchè, non la vigna noi coltiviamo, ma lo stesso Padrone della vigna”.

Qua San Pietro Giuliano Eymard sta parlando delle altre Congregazioni religiose, degli altri Ordini, e dice che là ci vorranno delle attitudini specifiche, per cui, se ci sono quelle Congregazioni, ad esempio, dedicate all’insegnamento, devi essere portato ad insegnare, oppure, per esempio, se vai nei missionari del PIME, che vanno in missione, vuol dire che tu ti senti chiamato e hai attitudine per partire per le missioni, e via di seguito.

Qui, invece, per quanto riguarda la vocazione eucaristica, nella fattispecie in riferimento alla Congregazione di cui San Giuliano Eymard è fondatore, lui dice: «A noi non interessa ciò che portereste per il bene comune, perché noi non coltiviamo la vigna, ma lo stesso Padrone della vigna».

Quindi, vedete che la vocazione eucaristica è proprio per tutti, per tutti, anche per chi non dovesse avere nessuna attitudine specifica, cosa assolutamente impossibile; comunque, fosse anche, non ha importanza, perché tanto qui, come lui ci dice, noi ci dedichiamo direttamente a Gesù, non ad un’opera. Quello che ci sta dicendo San Pietro Giuliano Eymard è che la vocazione eucaristica è per tutti coloro che desiderano dedicarsi a Gesù stesso.

Lui mette fondamentalmente due condizioni per poter far parte della sua Congregazione e mi sembrano due condizioni interessanti. Quindi, non la dote, non le attitudini, non le mortificazioni, non i digiuni… allora, che cosa?

“Tuttavia si è fatta indagine sulla vostra onorabilità; chè non si viene qui per far penitenza di una vita di disordini: per ciò vi sono altri luoghi: la corte del re non può essere un penitenziario, e per essere ammesso al suo servizio bisogna provare che si è sempre mantenuta l’onorabilità della vita”.

Interessante… l’onorabilità della vita. Cioè San Pietro Giuliano Eymard dice: «Io non accolgo nessuno che abbia disonorato la sua vita, che abbia vissuto la sua vita con disonore», quindi bisogna provare che si è mantenuta la propria onorabilità, che, se volete, in un certo senso, si aggancia molto ai discorsi che io vi ho fatto tante volte sul tema della verginità  a tutto tondo, non solo di una parte, ma di tutta la persona, della mente, degli occhi, della bocca, del parlare, del pensare, del fare, di tutta la persona.

Quando è importante custodire una vita onorevole, non perdere il proprio onore, quanto è importante!

“Vi si è posta ancora questa condizione: Volete voi mettervi su questo inginocchiatoio e bruciarvi come la candela che vi sta dinanzi, consumandovi senza lasciar neppure un po’ di cenere?”

Cioè vuol dire: consumarsi davanti al tabernacolo.

Ecco le due condizioni: l’onore e la volontà di ardere, di bruciare, inginocchiati, davanti a Gesù Eucarestia.

“Volete voi essere servo secondo tutta la forza della parola? Dovete servire Nostro Signore col dono completo di voi stesso, senz’altro fine che di annichilirvi affinchè Egli si mostri: certo il servo non può pretendere di dividere gli onori insieme col Padrone.

Ma è precisamente questo servizio con tutto se stesso, mediante il sacrifizio della propria personalità, la quale deve sparire, è questo che costa. Voi nulla, Egli tutto!

Oh quanto è difficile di non farsi fine a se stesso in cosa alcuna! Vedete se non vi ripigliate dieci volte al giorno, operando da voi stessi, per voi stessi; mirando a riposarvi; contando sulle vostre forze; operando naturalmente: e tuttavia bisogna giungere ad essere tutto di Lui, tutto per Lui, tutto per mezzo di Lui!”

Chiarissimo, no? Vedete i Santi come sono chiari! Uno non può dire: «Mah… non ho capito cosa vuol dire, cosa lui intende, è un po’ criptico, è un po’…»

No, no, no, è chiarissimo, chiarissimo, chiarissimo, ti dice chiaramente: «Se tu vuoi vivere questa vocazione eucaristica, abbi a cuore l’onore, ardi in ginocchio davanti al tabernacolo, fatti servo con tutto te stesso, attraverso i sacrifici della tua personalità, che deve sparire, perché Gesù sia esaltato. Questo, però, è molto difficile. È molto difficile non farsi fine a se stesso in cosa alcuna. Voi dite che lo volete però state attenti, perché poi, di fatto, vi riprendete ancora quello che avete offerto al Signore (come dice anche Santa Teresa d’Avila) dieci volte al giorno».

Quindi si fa conto sulle proprie forze, si cercano le proprie certezze, si opera naturalmente e non soprannaturalmente, si cerca il proprio riposo, si cercano i propri gusti, si cerca… e avanti, tutto così… tutto così.

“Così stando le cose, ricordatevi che la Congregazione (questo è specifico per la Congregazione da lui fondata) non deve cercar altro che farvi sparire quanto più è possibile, per esaltare maggiormente Nostro Signore col vostro abbassamento. Essa non deve donarsi nè personificarsi in alcuno de’ suoi membri, fosse pure il più santo e il più dotto, ma restarsene unicamente la serva di Gesù, e riferire a Lui ed offrirgli i frutti eccellenti di questo membro in cui Dio ha posto doni migliori”.

Vedete, la Congregazione, la persona, tutto, tutto è rivolto, dedicato, offerto, a Gesù Eucarestia, tutto, tutto.

“Essa non deve rallegrarsi de’ suoi successi se non perchè ha una vittima migliore, come Abele, da offrire al suo divin Maestro. Perciò faceste anche le opere più strepitose non ne sareste lodato, anzi non vi si farebbe neppure attenzione: ma si dovrebbe mettervi bene in basso con le vostre opere, per onorare maggiormente solo il Signore, che ha agito in voi. Esaltar voi personalmente? Giammai!”

Capite? Perché tutto è per esaltare Gesù.

“La lode e la gloria non sono che per Nostro Signore, e tutte queste grandi opere non sono infine che quanto dovete, e ben poco ancora in confronto di quel che merita il Re che servite! Lodarvi, ringraziarvi sarebbe farvi una personalità e considerarvi come ancora appartenenti a voi stessi. Voi vi siete dati per non contar più e non appartenere che a Nostro Signore, che solo merita di essere: per conseguenza la lode a Lui solo! In una battaglia i soldati guadagnano la vittoria: solo il generale ne ha la gloria ed il trionfo.

Noi saremo un giorno ben ricompensati di quanto avremo fatto; intanto non preoccupiamoci che di servire. Oh, quanto spesso ci ripigliamo per negligenza, impazienza, ricerca della propria soddisfazione, dell’approvazione e altro! Questo prova che darsi è difficile”.

Eh sì… darsi veramente e totalmente è molto difficile.

Noi, infatti, cerchiamo lo zuccherino, la compensazione costante, la conferma di chi ci dice: «Bravo! Sei riuscito bene! Ma come sei bravo! Ma come riesci bene!»

Noi cerchiamo lodi e ringraziamenti e quant’altro, perché se no cadiamo in depressione e diciamo: «Non valgo niente, non conto niente. Per te non ho valore… allora io che cosa sono? Ma non vedi quello che faccio? Non vedi quello che sono?», e avanti…

Questi discorsi, se stanno per il mondo, non possono stare per chi ha messo Gesù al centro. Se tu hai messo Gesù Eucarestia al centro, tu dovresti avere un solo desiderio: vedere lodato Gesù e basta. Solo Gesù lodato, questo dovrebbe essere il tuo desiderio, non te stesso!

Quindi, l’impazienza, la ricerca della propria soddisfazione, la negligenza, la pigrizia, l’approvazione degli altri, l’amor proprio, sono tutte prove di quanto sia difficile darsi veramente al Signore e rinunciare totalmente a se stessi. È difficilissimo, molto difficile.

Per questa rinuncia a se stessi non basta una vita, lo sappiamo benissimo, però bisogna mettersi sotto.

Bene. Noi ci fermiamo qua, proseguiremo domani, e intanto mi sembra che oggi abbiamo già molto su cui riflettere.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Mt 6, 19-23)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».

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