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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 22

La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard

Meditazione

Pubblichiamo l’audio di una meditazione di giovedì 23 giugno 2022

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Ascolta la registrazione:

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La perfezione religiosa alla luce della SS. Eucarestia, di S. Pietro Giuliano Eymard. Parte 22

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 23 giugno 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo VII, versetti 21-29, di San Matteo.

Bene. Continuiamo la nostra meditazione del libro di San Pietro Giuliano Eymard sull’Eucarestia e vogliamo proprio prendere spunto dal Vangelo di oggi: fare la Volontà del Padre.

Amare l’Eucarestia è certamente la Volontà suprema del Padre per tutti noi. Non conta quanto abbiamo profetato, quanto abbiamo esorcizzato, quanti miracoli abbiamo fatto; ciò che conta è se abbiamo fatto la Volontà del Padre, e abbiamo visto che la vocazione eucaristica è per tutti.

Bene. Andiamo avanti.

Scrive San Pietro Giuliano Eymard:

“[…] La nostra missione si riferisce allo stato sacramentale di Nostro Signore. Noi dobbiamo essere gli apostoli, i ministri e gli strumenti dell’Eucaristia…”

Bello eh?

Apostoli, ministri e strumenti…

 “… e come gli apostoli ricevettero la grazia di predicare la croce, noi abbiamo da Nostro Signore quella di predicare l’Eucaristia”.

Guardate che, da adesso in poi, scriverà delle pagine, delle frasi… non che prima non lo avesse fatto, ma le prossime sono veramente bellissime… veramente bellissime.

“L’Eucaristia dev’essere il nostro centro di vita, la nostra potenza di azione e di apostolato”.

Capite? Il centro. Sentite questa frase… Io, quando l’ho letta… eh, non so dirvi…

“Bisognerebbe che mettendo un religioso del Santissimo Sacramento sotto lo strettoio ne uscisse un’ostia!”

Mamma mia…

Capite questo Santo quanto era innamorato della Santissima Eucarestia, quanto amore aveva per l’Eucarestia?

Messo sotto uno strettoio ne uscisse un’Ostia

La nostra vita, i nostri pensieri, tutto quello che noi siamo, dovrebbe essere, dovrebbe trasformarsi in un’Ostia, noi dovremmo essere proprio delle Ostie viventi.

“Le nostre grazie eucaristiche sono dapprima per noi e poi per il mondo: perciò noi esponiamo Nostro Signore nelle città, affinché lo si veda e si venga ad adorarlo”.

Se noi fossimo più innamorati dell’Eucarestia, sicuramente ci sarebbero molte più chiese aperte, anche di notte, per andare a trovare Gesù Eucarestia esposto… e quanta gente andrebbe! Ne sono sicurissimo, io ne sono sicurissimo. Quella chiesa non sarebbe mai vuota.

“Dobbiamo predicare l’Eucaristia con le nostre opere, con le parole e con gli scritti; — con tutto praticamente — nessuno deve parlare dell’Eucaristia meglio di noi: noi siamo i suoi religiosi. Chi ha parlato di Nostro Signore meglio che gli evangelisti? Erano vissuti con lui!

Ebbene, nessuno deve parlare meglio e più di noi dell’Eucaristia; non è questo un titolo di gloria, ma la nostra professione. E così sarà, io lo spero”.

Ecco perché, qualche settimana fa, vi ho detto che avrei iniziato questo mese di giugno a parlare del Cuore Eucaristico di Gesù e dell’Eucarestia; pensavo di finire alla fine di giugno, e invece ho deciso di andare avanti.

Ad essere sincero, non avevo ancora letto queste riflessioni di San Pietro Giuliano Eymard, ed ero un po’ in dubbio, dicevo: «Sì, però, quanto andrò avanti? Quanto mi occuperanno? Poi, magari, qualcuno si stufa, perché Padre Giorgio parla sempre di Eucarestia, parla sempre dell’Eucarestia… e parla sempre dei Santi, e parla sempre della Confessione…»

Siccome questa è una critica che mi venne fatta anni e anni fa, mi è sempre rimasta impressa, e forse mi ha anche un po’ condizionato, son sincero; negli anni che furono, un po’ mi ha condizionato, nel senso che avevo sempre un po’ di timore a parlare troppo di Eucarestia, di Santi, di Confessione, perché mi era stato detto di parlare del Vangelo, di predicare il Vangelo. E va bene.

Poi, sapete, gli anni passano, l’acqua scorre sotto i ponti, si cresce, si spera anche che si maturi un po’… e in questo mese ho deciso proprio di iniziare un percorso, che non so quando finirà.

Siccome non mi interessano i numeri, chi deve andarsene se ne vada; del resto, anche Gesù ne ha persi moltissimi, quasi tutti, quando ha iniziato a parlare dell’Eucarestia (Gv 6) e agli Apostoli disse: «Volete andarvene anche voi? Andatevene!»

Quindi, lo dico fin da subito, così almeno non imbrogliamo nessuno.

Io, come vi ho già detto, ho iniziato questo mese di giugno a parlare dell’Eucarestia e, non lo so, magari non finirò più di parlare dell’Eucarestia. Non mi sono dato un tempo né un limite, perché, è vero, San Pietro Giuliano Eymard lo dice dei suoi religiosi, ma io penso che dovrebbe essere di ogni Sacerdote, penso che ciascun Sacerdote dovrebbe poter dire questo di sé: «Nessuno deve parlare meglio e più di me dell’Eucaristia… nessuno».

E lo dice anche prima: “Nessuno deve parlare dell’Eucarestia meglio di noi”.

Del resto, un Sacerdote, ma di che cosa volete che debba parlare?

Quando parla dell’Eucarestia parla di tutto.

Nell’Eucarestia c’è tutto, l’Eucarestia è il Cuore pulsante di tutta la nostra vita umana, religiosa.

Metti al centro l’Eucarestia, e hai messo al centro il Vangelo!

Pazienza… se ci saranno le critiche, va bene. Che bello sarebbe se la mia ultima omelia della mia vita fosse sull’Eucarestia! Non sapendo quando morirò, sarebbe bello che, nell’ultimo giorno della mia vita, la mia ultima omelia fosse proprio sull’Eucarestia… eh beh…

“Non comprenderei che un religioso del Santissimo Sacramento volesse primeggiare in altra scienza. L’Eucaristia è il nostro stato: se non sappiamo farne l’applicazione a tutto, non abbiamo la scienza del nostro stato”.

È il nostro stato… Certo, l’Eucarestia dovrebbe essere proprio il nostro stato di vita primario… ecco, il nostro stato di vita primario, ancora prima di essere Sacerdote, papà, mamma, sposo; dovremmo percepirci eucaristici.

Scrive:

“L’Eucaristia è ignorata! non è predicata! I fedeli se ne lamentano…”

Scrive, al suo tempo eh… andate a vedere quando è vissuto San Pietro Giuliano Eymard!

 “… e attendono quelli che loro dispenseranno questa parola della vera vita. Se non è predicata egli è perché il cuore non la conosce: se i predicatori l’adorassero di più, la predicherebbero pure di più. Eppure non vi è salute che in Gesù Cristo presente in mezzo a noi”.

Oggi, l’Eucarestia è predicata? Sentite molte omelie sull’Eucarestia? Oggi l’Eucarestia è considerata o è ignorata? Quanto e come si predica sull’Eucarestia? Anche oggi, forse i fedeli si lamentano, anche oggi, forse i fedeli attendono qualcuno che parli dell’Eucarestia?

Sono domande, che io vi pongo e che ciascuno di voi potrà tenere presenti nella sua vita.

Se non è predicata è perché il cuore non la conosce: se i predicatori l’adorassero di più, la predicherebbero pure di più”.

Certo, perché diventerebbe una necessità: non puoi non predicare ciò di cui sei innamorato, non si può, perché la bocca parla dall’abbondanza del cuore, dice Gesù.

Quindi, se nel tuo cuore c’è l’Eucarestia, di cosa vuoi parlare se non di Eucarestia?… Capite? È così.

Quando i giovani, ma non solo i giovani, sentono parlare di Eucarestia, gli si accendono gli occhi, gli si illumina il volto.

Quando da ragazzo facevo l’oratorio feriale e tenevo i bimbi di II e III Elementare (bellissimo!), parlavamo loro dell’Eucarestia, in cappella; dovevate vedere con questi occhioni come ci guardavano… con questi occhioni e con la bocca aperta, perché poi i bambini sono plastici, no? Quindi, con questi occhioni e con la bocca aperta, erano lì che ci guardavano, come se stessero bevendo a una fonte di acqua di montagna. Poi i bambini ci credono eh, non sono come noi che diciamo “Sì, sì”, però poi… loro ci credono davvero.

 Dicevamo loro: «Quando voi entrate in oratorio, la prima cosa che dovete fare non è andare a giocare, ma, appena entrati in oratorio, dovete andare subito a destra, in cappella».

Tutti gli altri entravano, andavano avanti e indietro, andavano e facevano come se la cappella non ci fosse, e tu vedevi questi bambini che, con il loro zainetto, entravano in oratorio e andavano subito a destra, dentro in cappella, in ginocchio, a pregare… che belli… che belli… che ricordi di Cielo!

Proseguiamo.

“Quanto a voi che non siete sacerdoti, o miei fratelli, ma siete pure adoratori, dovete tra voi intrattenervi del Santissimo Sacramento e di quanto ne riguarda l’onore;…”

Questo vale anche per voi, eh! Qua si sta riferendo ai fratelli laici, che facevano parte della Congregazione, ma si applica benissimo a voi che siete laici, senza far parte di questa Congregazione.

“… agli estranei parlare di Lui, predicarlo in qualche modo nelle vostre conversazioni. Quale artigiano non parla sempre dell’arte sua?”

Quindi, anche voi, che non avete il compito della predicazione, che non siete Sacerdoti, comunque parlate di Gesù Eucarestia, predicateLo in qualche modo, all’interno delle vostre conversazioni, dove si può… intrattenetevi…

“Come S. Paolo non voleva sapere che Gesù e Gesù crocifisso, così noi tutti non dobbiamo sapere che il Santissimo Sacramento: — capite? — altrimenti non siamo ancora nella pienezza della nostra grazia. Ricordatevi che voi siete chiamati a mettere il fuoco ai quattro angoli del mondo col tizzone ardente di Gesù esposto sugli altari!”

Capite perché questi Santi non riposavano mai e dicevano: «Riposerò quando sarò morto, riposerò in Paradiso»? Perché avevano nel cuore questo ardente bisogno di accendere il fuoco di Gesù, esposto sugli altari.

Sentite adesso:

“Ed i miracoli? Ne farete di spirituali; voi guarirete le anime con la virtù dell’Eucaristia”.

I Miracoli Eucaristici sono anche questi; sono quei miracoli che avvengono nelle anime, grazie alla potenza e alla forza dell’Eucarestia.

“Oh, com’essa è possente a commovere, a convertire le anime le più lontane da Dio! Ma sappiate applicarla; mostratene la bontà, cavatene il succo salutare e tutta la virtù per guarirne le anime: nell’Eucaristia voi avete l’unico e supremo rimedio […]”.

L’unico e supremo rimedio… Eh bisogna saper proprio fare uscire tutto il succo e farlo bere alle anime assetate.

“Avete Nostro Signore per guarire pure i corpi: Egli è il divino unguento che guarisce ogni piaga. Non usciva dalla sua santa umanità una virtù che guariva da ogni languore? Bastava toccarlo per essere guarito: la sua potenza non è diminuita ed il suo contatto è sempre salutare”.

Come l’Eucarestia…

“Debbo io dirvi che questa piccola lampada che sempre arde dinanzi a Nostro Signore non ha mancato mai di guarire quelli che nelle loro infermità furono unti del suo olio, che, direi, è fede e amore?…”

Questo è famoso eh… Lo abbiamo visto nel Santuario di Laus, quando abbiamo approfondito le apparizioni della Santa Vergine a Laus; abbiamo visto che è proprio l’olio della lampada, che arde davanti al Santissimo Sacramento, che ha questo potere di guarigione.

“Iddio ci preservi da quei miracoli in cui si vede una mano d’uomo: ché allora dovremmo nasconderci per timore di essere adorati noi invece del Signore. Ma miracoli per mezzo di Gesù Cristo, per mezzo del suo Sacramento, ne farete se avete abbastanza fede in Lui: bisogna obbligare Nostro Signore a manifestarsi gloriosamente, affinché tutti sappiano bene chi è colui che si nasconde dietro quei veli per un più grande amore”.

Dobbiamo obbligare Gesù. E come si fa ad obbligare Gesù? Gesù Lo si obbliga attraverso la fede; è solo con la fede che noi obblighiamo il Signore.

“La scienza del SS. Sacramento basterà sempre alle vostre predicazioni, non la si esaurisce mai. Studiatela, l’Eucaristia, servitela bene, amatela generosamente e troverete tutto in essa, la parola di fuoco, la scienza ed i miracoli.

Sì, ripeto, anche i miracoli. Nessuno finora è stato qui raccomandato al Santissimo Sacramento senz’aver ottenuto la grazia che domandava: Nostro Signore mantiene la parola. Il primo giorno che l’abbiamo messo sul suo trono, gli abbiamo domandato che volesse accordare a questo santuario quel che aveva accordato a Salomone pel tempio, affine di farlo conoscere e attirargli il mondo intero.

Gli abbiamo detto: «Onora, Gesù, questo luogo con la manifestazione della tua gloria e bontà, affinché tutti vi accorrano, e nessuno di quelli che vi saranno entrati per domandare una grazia se ne ritorni senza essere esaudito. Per me, io non conosco ancora neppure un rifiuto di Nostro Signore.

Finalmente gli Apostoli ricevettero la promessa assicurata del regno de’ Cieli: tutti morirono martiri, eccetto Giovanni, che nel martirio fu miracolosamente salvato dalla morte. Non sono ancora molti i martiri del Santissimo Sacramento, quali furono il giovane Tarcisio nei primi secoli ed i martiri di Gorcum;…”

Che voi conoscete benissimo, perché li abbiamo già studiati.

“… ve ne saranno, io lo spero!”

Eh, sì… Gesù non lascia mai di corrispondere a quanto Gli si chiede davanti al Santissimo Sacramento, e noi non dobbiamo mai stancarci di studiare l’Eucarestia, perché tanto ne potremo sempre parlare in modo nuovo.

E poi, dobbiamo chiedere al Signore la grazia di diventare martiri dell’Eucarestia, e ci sono tanti modi di essere martiri… non solo con il sangue, come San Tarcisio o i Martiri di Gorcum, ma anche, come scrive adesso San Pietro Giuliano Eymard:

“Ad ogni modo vi saranno martiri di amore. Io penso che noi dobbiamo morire sull’inginocchiatoio, appiè di Nostro Signore; quegli che ivi cadrà sarà ben ricevuto in Cielo”.

Monsignor Fulton Sheen… vi ricordate? È morto davanti all’Eucarestia, ai piedi del tabernacolo, mentre faceva la sua “Ora santa” di adorazione eucaristica. È un martire d’amore… Monsignor Fulton Sheen possiamo proprio dire che è stato un martire d’amore.

“Non farà che mutare il servizio di grazia nella fede col servizio di gloria nel pieno possesso”.

Eh, certo! Passerà dalla fede alla grazia. Facendo cosa? La stessa cosa.

“Come dunque dobbiamo essere felici di una sì santa vocazione! Noi prendiamo il luogo degli Apostoli intorno alla persona di Gesù e sembra che riceviamo più numerose grazie e con maggior effusione di bontà. Noi gli siamo addetti come famigliari, per modo che egli non fa un passo senza di noi: il suo amore l’ha fatto dipendente dalla nostra presenza e dalle nostre cure”.

Bene, ci fermiamo qui.

Ne abbiamo, anche oggi, di elementi da usare per la nostra meditazione.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

Eccoci giunti a giovedì 23 giugno 2022.

Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo VII, versetti 21-29, di San Matteo.

Bene. Continuiamo la nostra meditazione del libro di San Pietro Giuliano Eymard sull’Eucarestia e vogliamo proprio prendere spunto dal Vangelo di oggi: fare la Volontà del Padre.

Amare l’Eucarestia è certamente la Volontà suprema del Padre per tutti noi. Non conta quanto abbiamo profetato, quanto abbiamo esorcizzato, quanti miracoli abbiamo fatto; ciò che conta è se abbiamo fatto la Volontà del Padre, e abbiamo visto che la vocazione eucaristica è per tutti.

Bene. Andiamo avanti.

Scrive San Pietro Giuliano Eymard:

“[…] La nostra missione si riferisce allo stato sacramentale di Nostro Signore. Noi dobbiamo essere gli apostoli, i ministri e gli strumenti dell’Eucaristia…”

Bello eh?

Apostoli, ministri e strumenti…

 “… e come gli apostoli ricevettero la grazia di predicare la croce, noi abbiamo da Nostro Signore quella di predicare l’Eucaristia”.

Guardate che, da adesso in poi, scriverà delle pagine, delle frasi… non che prima non lo avesse fatto, ma le prossime sono veramente bellissime… veramente bellissime.

“L’Eucaristia dev’essere il nostro centro di vita, la nostra potenza di azione e di apostolato”.

Capite? Il centro. Sentite questa frase… Io, quando l’ho letta… eh, non so dirvi…

“Bisognerebbe che mettendo un religioso del Santissimo Sacramento sotto lo strettoio ne uscisse un’ostia!”

Mamma mia…

Capite questo Santo quanto era innamorato della Santissima Eucarestia, quanto amore aveva per l’Eucarestia?

Messo sotto uno strettoio ne uscisse un’Ostia

La nostra vita, i nostri pensieri, tutto quello che noi siamo, dovrebbe essere, dovrebbe trasformarsi in un’Ostia, noi dovremmo essere proprio delle Ostie viventi.

“Le nostre grazie eucaristiche sono dapprima per noi e poi per il mondo: perciò noi esponiamo Nostro Signore nelle città, affinché lo si veda e si venga ad adorarlo”.

Se noi fossimo più innamorati dell’Eucarestia, sicuramente ci sarebbero molte più chiese aperte, anche di notte, per andare a trovare Gesù Eucarestia esposto… e quanta gente andrebbe! Ne sono sicurissimo, io ne sono sicurissimo. Quella chiesa non sarebbe mai vuota.

“Dobbiamo predicare l’Eucaristia con le nostre opere, con le parole e con gli scritti; — con tutto praticamente — nessuno deve parlare dell’Eucaristia meglio di noi: noi siamo i suoi religiosi. Chi ha parlato di Nostro Signore meglio che gli evangelisti? Erano vissuti con lui!

Ebbene, nessuno deve parlare meglio e più di noi dell’Eucaristia; non è questo un titolo di gloria, ma la nostra professione. E così sarà, io lo spero”.

Ecco perché, qualche settimana fa, vi ho detto che avrei iniziato questo mese di giugno a parlare del Cuore Eucaristico di Gesù e dell’Eucarestia; pensavo di finire alla fine di giugno, e invece ho deciso di andare avanti.

Ad essere sincero, non avevo ancora letto queste riflessioni di San Pietro Giuliano Eymard, ed ero un po’ in dubbio, dicevo: «Sì, però, quanto andrò avanti? Quanto mi occuperanno? Poi, magari, qualcuno si stufa, perché Padre Giorgio parla sempre di Eucarestia, parla sempre dell’Eucarestia… e parla sempre dei Santi, e parla sempre della Confessione…»

Siccome questa è una critica che mi venne fatta anni e anni fa, mi è sempre rimasta impressa, e forse mi ha anche un po’ condizionato, son sincero; negli anni che furono, un po’ mi ha condizionato, nel senso che avevo sempre un po’ di timore a parlare troppo di Eucarestia, di Santi, di Confessione, perché mi era stato detto di parlare del Vangelo, di predicare il Vangelo. E va bene.

Poi, sapete, gli anni passano, l’acqua scorre sotto i ponti, si cresce, si spera anche che si maturi un po’… e in questo mese ho deciso proprio di iniziare un percorso, che non so quando finirà.

Siccome non mi interessano i numeri, chi deve andarsene se ne vada; del resto, anche Gesù ne ha persi moltissimi, quasi tutti, quando ha iniziato a parlare dell’Eucarestia (Gv 6) e agli Apostoli disse: «Volete andarvene anche voi? Andatevene!»

Quindi, lo dico fin da subito, così almeno non imbrogliamo nessuno.

Io, come vi ho già detto, ho iniziato questo mese di giugno a parlare dell’Eucarestia e, non lo so, magari non finirò più di parlare dell’Eucarestia. Non mi sono dato un tempo né un limite, perché, è vero, San Pietro Giuliano Eymard lo dice dei suoi religiosi, ma io penso che dovrebbe essere di ogni Sacerdote, penso che ciascun Sacerdote dovrebbe poter dire questo di sé: «Nessuno deve parlare meglio e più di me dell’Eucaristia… nessuno».

E lo dice anche prima: “Nessuno deve parlare dell’Eucarestia meglio di noi”.

Del resto, un Sacerdote, ma di che cosa volete che debba parlare?

Quando parla dell’Eucarestia parla di tutto.

Nell’Eucarestia c’è tutto, l’Eucarestia è il Cuore pulsante di tutta la nostra vita umana, religiosa.

Metti al centro l’Eucarestia, e hai messo al centro il Vangelo!

Pazienza… se ci saranno le critiche, va bene. Che bello sarebbe se la mia ultima omelia della mia vita fosse sull’Eucarestia! Non sapendo quando morirò, sarebbe bello che, nell’ultimo giorno della mia vita, la mia ultima omelia fosse proprio sull’Eucarestia… eh beh…

“Non comprenderei che un religioso del Santissimo Sacramento volesse primeggiare in altra scienza. L’Eucaristia è il nostro stato: se non sappiamo farne l’applicazione a tutto, non abbiamo la scienza del nostro stato”.

È il nostro stato… Certo, l’Eucarestia dovrebbe essere proprio il nostro stato di vita primario… ecco, il nostro stato di vita primario, ancora prima di essere Sacerdote, papà, mamma, sposo; dovremmo percepirci eucaristici.

Scrive:

“L’Eucaristia è ignorata! non è predicata! I fedeli se ne lamentano…”

Scrive, al suo tempo eh… andate a vedere quando è vissuto San Pietro Giuliano Eymard!

 “… e attendono quelli che loro dispenseranno questa parola della vera vita. Se non è predicata egli è perché il cuore non la conosce: se i predicatori l’adorassero di più, la predicherebbero pure di più. Eppure non vi è salute che in Gesù Cristo presente in mezzo a noi”.

Oggi, l’Eucarestia è predicata? Sentite molte omelie sull’Eucarestia? Oggi l’Eucarestia è considerata o è ignorata? Quanto e come si predica sull’Eucarestia? Anche oggi, forse i fedeli si lamentano, anche oggi, forse i fedeli attendono qualcuno che parli dell’Eucarestia?

Sono domande, che io vi pongo e che ciascuno di voi potrà tenere presenti nella sua vita.

Se non è predicata è perché il cuore non la conosce: se i predicatori l’adorassero di più, la predicherebbero pure di più”.

Certo, perché diventerebbe una necessità: non puoi non predicare ciò di cui sei innamorato, non si può, perché la bocca parla dall’abbondanza del cuore, dice Gesù.

Quindi, se nel tuo cuore c’è l’Eucarestia, di cosa vuoi parlare se non di Eucarestia?… Capite? È così.

Quando i giovani, ma non solo i giovani, sentono parlare di Eucarestia, gli si accendono gli occhi, gli si illumina il volto.

Quando da ragazzo facevo l’oratorio feriale e tenevo i bimbi di II e III Elementare (bellissimo!), parlavamo loro dell’Eucarestia, in cappella; dovevate vedere con questi occhioni come ci guardavano… con questi occhioni e con la bocca aperta, perché poi i bambini sono plastici, no? Quindi, con questi occhioni e con la bocca aperta, erano lì che ci guardavano, come se stessero bevendo a una fonte di acqua di montagna. Poi i bambini ci credono eh, non sono come noi che diciamo “Sì, sì”, però poi… loro ci credono davvero.

 Dicevamo loro: «Quando voi entrate in oratorio, la prima cosa che dovete fare non è andare a giocare, ma, appena entrati in oratorio, dovete andare subito a destra, in cappella».

Tutti gli altri entravano, andavano avanti e indietro, andavano e facevano come se la cappella non ci fosse, e tu vedevi questi bambini che, con il loro zainetto, entravano in oratorio e andavano subito a destra, dentro in cappella, in ginocchio, a pregare… che belli… che belli… che ricordi di Cielo!

Proseguiamo.

“Quanto a voi che non siete sacerdoti, o miei fratelli, ma siete pure adoratori, dovete tra voi intrattenervi del Santissimo Sacramento e di quanto ne riguarda l’onore;…”

Questo vale anche per voi, eh! Qua si sta riferendo ai fratelli laici, che facevano parte della Congregazione, ma si applica benissimo a voi che siete laici, senza far parte di questa Congregazione.

“… agli estranei parlare di Lui, predicarlo in qualche modo nelle vostre conversazioni. Quale artigiano non parla sempre dell’arte sua?”

Quindi, anche voi, che non avete il compito della predicazione, che non siete Sacerdoti, comunque parlate di Gesù Eucarestia, predicateLo in qualche modo, all’interno delle vostre conversazioni, dove si può… intrattenetevi…

“Come S. Paolo non voleva sapere che Gesù e Gesù crocifisso, così noi tutti non dobbiamo sapere che il Santissimo Sacramento: — capite? — altrimenti non siamo ancora nella pienezza della nostra grazia. Ricordatevi che voi siete chiamati a mettere il fuoco ai quattro angoli del mondo col tizzone ardente di Gesù esposto sugli altari!”

Capite perché questi Santi non riposavano mai e dicevano: «Riposerò quando sarò morto, riposerò in Paradiso»? Perché avevano nel cuore questo ardente bisogno di accendere il fuoco di Gesù, esposto sugli altari.

Sentite adesso:

“Ed i miracoli? Ne farete di spirituali; voi guarirete le anime con la virtù dell’Eucaristia”.

I Miracoli Eucaristici sono anche questi; sono quei miracoli che avvengono nelle anime, grazie alla potenza e alla forza dell’Eucarestia.

“Oh, com’essa è possente a commovere, a convertire le anime le più lontane da Dio! Ma sappiate applicarla; mostratene la bontà, cavatene il succo salutare e tutta la virtù per guarirne le anime: nell’Eucaristia voi avete l’unico e supremo rimedio […]”.

L’unico e supremo rimedio… Eh bisogna saper proprio fare uscire tutto il succo e farlo bere alle anime assetate.

“Avete Nostro Signore per guarire pure i corpi: Egli è il divino unguento che guarisce ogni piaga. Non usciva dalla sua santa umanità una virtù che guariva da ogni languore? Bastava toccarlo per essere guarito: la sua potenza non è diminuita ed il suo contatto è sempre salutare”.

Come l’Eucarestia…

“Debbo io dirvi che questa piccola lampada che sempre arde dinanzi a Nostro Signore non ha mancato mai di guarire quelli che nelle loro infermità furono unti del suo olio, che, direi, è fede e amore?…”

Questo è famoso eh… Lo abbiamo visto nel Santuario di Laus, quando abbiamo approfondito le apparizioni della Santa Vergine a Laus; abbiamo visto che è proprio l’olio della lampada, che arde davanti al Santissimo Sacramento, che ha questo potere di guarigione.

“Iddio ci preservi da quei miracoli in cui si vede una mano d’uomo: ché allora dovremmo nasconderci per timore di essere adorati noi invece del Signore. Ma miracoli per mezzo di Gesù Cristo, per mezzo del suo Sacramento, ne farete se avete abbastanza fede in Lui: bisogna obbligare Nostro Signore a manifestarsi gloriosamente, affinché tutti sappiano bene chi è colui che si nasconde dietro quei veli per un più grande amore”.

Dobbiamo obbligare Gesù. E come si fa ad obbligare Gesù? Gesù Lo si obbliga attraverso la fede; è solo con la fede che noi obblighiamo il Signore.

“La scienza del SS. Sacramento basterà sempre alle vostre predicazioni, non la si esaurisce mai. Studiatela, l’Eucaristia, servitela bene, amatela generosamente e troverete tutto in essa, la parola di fuoco, la scienza ed i miracoli.

Sì, ripeto, anche i miracoli. Nessuno finora è stato qui raccomandato al Santissimo Sacramento senz’aver ottenuto la grazia che domandava: Nostro Signore mantiene la parola. Il primo giorno che l’abbiamo messo sul suo trono, gli abbiamo domandato che volesse accordare a questo santuario quel che aveva accordato a Salomone pel tempio, affine di farlo conoscere e attirargli il mondo intero.

Gli abbiamo detto: «Onora, Gesù, questo luogo con la manifestazione della tua gloria e bontà, affinché tutti vi accorrano, e nessuno di quelli che vi saranno entrati per domandare una grazia se ne ritorni senza essere esaudito. Per me, io non conosco ancora neppure un rifiuto di Nostro Signore.

Finalmente gli Apostoli ricevettero la promessa assicurata del regno de’ Cieli: tutti morirono martiri, eccetto Giovanni, che nel martirio fu miracolosamente salvato dalla morte. Non sono ancora molti i martiri del Santissimo Sacramento, quali furono il giovane Tarcisio nei primi secoli ed i martiri di Gorcum;…”

Che voi conoscete benissimo, perché li abbiamo già studiati.

“… ve ne saranno, io lo spero!”

Eh, sì… Gesù non lascia mai di corrispondere a quanto Gli si chiede davanti al Santissimo Sacramento, e noi non dobbiamo mai stancarci di studiare l’Eucarestia, perché tanto ne potremo sempre parlare in modo nuovo.

E poi, dobbiamo chiedere al Signore la grazia di diventare martiri dell’Eucarestia, e ci sono tanti modi di essere martiri… non solo con il sangue, come San Tarcisio o i Martiri di Gorcum, ma anche, come scrive adesso San Pietro Giuliano Eymard:

“Ad ogni modo vi saranno martiri di amore. Io penso che noi dobbiamo morire sull’inginocchiatoio, appiè di Nostro Signore; quegli che ivi cadrà sarà ben ricevuto in Cielo”.

Monsignor Fulton Sheen… vi ricordate? È morto davanti all’Eucarestia, ai piedi del tabernacolo, mentre faceva la sua “Ora santa” di adorazione eucaristica. È un martire d’amore… Monsignor Fulton Sheen possiamo proprio dire che è stato un martire d’amore.

“Non farà che mutare il servizio di grazia nella fede col servizio di gloria nel pieno possesso”.

Eh, certo! Passerà dalla fede alla grazia. Facendo cosa? La stessa cosa.

“Come dunque dobbiamo essere felici di una sì santa vocazione! Noi prendiamo il luogo degli Apostoli intorno alla persona di Gesù e sembra che riceviamo più numerose grazie e con maggior effusione di bontà. Noi gli siamo addetti come famigliari, per modo che egli non fa un passo senza di noi: il suo amore l’ha fatto dipendente dalla nostra presenza e dalle nostre cure”.

Bene, ci fermiamo qui.

Ne abbiamo, anche oggi, di elementi da usare per la nostra meditazione.

Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.

Amen.

Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.

Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!

 

VANGELO (Mt 7, 21-29)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

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