Ragioni per le quali non entro a far parte del Sodalizio Sacerdotale Mariano
Versione aggiornata al 28 ottobre 2024
1) La via di soluzione canonica è l’unica che posso considerare valida per ripristinare una legittima successione petrina.
La via di soluzione canonica è l’unica che posso considerare valida per ripristinare una legittima successione petrina, per attenermi al solco tracciato da Papa Benedetto XVI, che è poi quello esplicitato tramite le leggi della Chiesa.
Resterò in attesa dell’intervento dei Cardinali pre-2013, anche a seguito dell’indizione di ennesimi Conclavi invalidi e all’elezione di altrettanti antipapi, cosa peraltro già successa nella storia.
La Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis contempla del tutto la possibilità che ci possa essere una non-valida rinuncia seguita da una non valida elezione. Ergo, per l’art. 3 di UDG, gli unici che possono intervenire restano i cardinali pre-2013, e su di loro dovremo esercitare il massimo della pressione affinché convochino un conclave.
Il diritto canonico non prevede, purtroppo, altre soluzioni, né tantomeno l’acclamazione, chiaramente esclusa da UDG. Se il Card. Bergoglio non è stato eletto Papa per una questione di diritto canonico, ritengo che siamo tenuti a osservare le stesse regole per delegittimarlo e favorire la legittima successione che tutti auspichiamo.
2) Non esiste una “falsa Chiesa delle tenebre, tutta infradicita”, c’è una sola Chiesa.
Sostengo la tesi che la Chiesa cattolica è stata infiltrata da una frangia massonica, come ho scritto nel testo dell’omelia di domenica 13 ottobre 2024. Il problema è quindi la frangia che ha preso il potere, fin al suo vertice, non la Chiesa. C’è una sola Chiesa, che purtroppo è stata infiltrata da un “corpo estraneo” — nella fattispecie un antipapato — e quindi va tolto il “corpo estraneo”, non buttato tutto il corpo, perché il corpo in sé è sano.
Il “piccolo resto” sparso sulla terra comprende non solo il gruppo di fedeli che seguono il Sodalizio Sacerdotale Mariano ma anche ogni altro battezzato cosciente della Magna quaestio. Tutti costoro rimangono nella Chiesa cattolica fintanto che sono fedeli alle sue leggi e al Magistero dei Papi. Per me è seriamente problematico, anzi impossibile, sul piano ecclesiologico sostenere “che quella non sarà mai più la Chiesa cattolica”, come ha detto Don Alessandro Minutella. Lo stesso papa Benedetto XVI ha affermato che con le sue dimissioni ha voluto “purificare la Chiesa”, non rifondarla altrove.
3) L’interpretazione teologica delle rivelazioni private.
Interpretare in senso teologico le rivelazioni private, col rischio di subordinare ad esse il Magistero e le leggi della Chiesa è forse l’esempio più lampante della problematicità di assurgere a oggettivo qualcosa che non può esserlo.
Credo che qui ci vorrebbe grande prudenza, soprattutto per motivi pastorali. I fedeli, infatti, molto spesso non hanno gli strumenti per gestire con equilibrio queste tematiche e affrontarle diventa pericoloso per la loro vita di fede.
Non dico che andrebbe censurato l’argomento, ma certamente quando toccherà a me parlarne preciserò chiaramente che le leggi della Chiesa e il suo Magistero non ci permettono di usare le categorie della mistica per giudicare negativamente la Chiesa stessa, minando addirittura la sua indefettibilità.
Nella mia predicazione, interamente disponibile online, ho dedicato ampio spazio alle apparizioni della Vergine Maria, alle esperienze mistiche e alle rivelazioni private approvate dalla Chiesa, quindi è chiaro che il mio pensiero non proviene da un pregiudizio razionalista.
4) La questione del grande prelato.
Sostengo che non abbia senso né logico, né teologico, né pastorale parlare ora di questa tematica, anch’essa sorta da interpretazioni soggettive di rivelazioni private, quindi portatrice di una qualità veritativa sostanzialmente inferiore alle leggi della Chiesa e al suo Magistero. Sul piano pastorale poi, credo che sia evidente quanto questo argomento abbia leso alla missione di risanamento della Chiesa. Sostengo che, finché ci saranno in vita almeno tre cardinali elettori validi, parlare di una “Guida” (o qualcosa di più) per tutti i cattolici che hanno riconosciuto l’antipapato è totalmente fuori luogo.
5) La questione sacramentaria.
La sto studiando in modo approfondito e sto preparando un intervento. Per ora gli studi fatti mi portano ad affermare che i sacramenti in unione con Papa Francesco sono validi ma illeciti. Per questo ho dichiarato pubblicamente che non celebrerò più in unione con Francesco. Su questo argomento, tuttavia, spetterà al prossimo Papa dare un giudizio definitivo. Non siamo noi semplici sacerdoti a poterlo emettere.
Alla luce di quanto detto sopra non ritengo fondato forzare i fedeli con l’obbedienza o con una predicazione fatta di invettive e pressioni ad allontanarsi dai sacramenti in quanto invalidi. Parimenti, non ritengo giusto farlo nemmeno alla luce della potenziale illiceità. In questo tempo ci vuole una grande attenzione pastorale, una grande comprensione e pacatezza, gli animi sono troppo esasperati e feriti. Diversamente, si rischia di creare uno scandalo peggiore del male che si vuole curare.
6) Come porsi di fronte alle sanzioni canoniche.
Intendo fare ricorso contro la scomunica minacciata perché desidero che l’autorità competente motivi in modo esplicito e giuridicamente fondato le ragioni di questa condanna. In tal modo spero si possa portare nelle sedi opportune la Magna Quaestio sulla illegittimità della successione petrina attuale.
Milano, 28 ottobre 2024
P. Giorgio Maria Faré