Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Sacrosanctum Concilium – Capitolo I, § 21 “il senso della riforma liturgica”
Mercoledì 16 ottobre 2024 – Santa Margherita Maria Alacoque, Vergine
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Lc 11, 42-46)
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a mercoledì 16 ottobre 2024. Oggi festeggiamo S. Margherita Maria Alacoque, vergine.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal capitolo undicesimo del Vangelo di san Luca, versetti 42-46.
Ecco, questo Vangelo vi fa vedere molto bene, quello che in questi giorni vi sto dicendo e cioè la permalosità sintomo della superbia; questo sentirsi offesi fuori luogo. Perché un conto è se una persona ti insulta, usa proprio delle frasi dove sono contenuti degli insulti, quindi degli epiteti gravi contro di te; un conto se una persona mente sul tuo conto, dicendo il male, falso, su di te; un conto se una persona ti maltratta; ma quando una persona ci dice la verità, chiamandola col suo nome, chiamando le cose col loro nome e dicendoci: “Tu sei quella persona”, eh no, questa non è mancanza di carità, questa è la forma estrema, bellissima, della carità. Se mi offendo, se mi risento, è sintomo che ho la coscienza sporca, che sono permaloso, che sono, quindi, superbo.
In questo Vangelo tutti noi abbiamo una sintesi perfetta di questo ragionamento, adesso lo rileggiamo.
…il Signore disse: «Guai a voi, farisei…»
Li ha insultati? No, non li ha insultati. Li ha maltrattati? No, non li ha maltrattati. Gli sta dicendo: “Guai a voi”. È una frase forte? Si. È una mancanza di carità? No.
«Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe …
questo è vero? Si, questo è vero: facevano così.
… e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio…»
Questo è vero? Ah, beh, agli occhi dei farisei no, per loro no, ma agli occhi di Gesù sì. Questo si chiama dire la verità che, spesse volte, significa scoprire le ambiguità, le falsità, le ipocrisie di chi ho davanti. Ma Gesù non sta mancando di carità, sta dicendo la verità, sta chiamando le cose col loro nome, cosa che noi oggi non siamo più abituati a fare. Oggi è pericoloso dire che un albero ha le radici nel terreno, non si muove e ha le foglie verdi, guai! Perché tu stai definendo qualcosa e oggi non bisogna definire nulla. Non bisogna usare espressioni che definiscono, perché sennò offendi qualcuno. Ma è così: “lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio”; queste cose, invece, erano da fare senza trascurare quelle. Gesù non ha mancato di carità.
Se tra questi farisei ci fossimo noi, anche noi, come loro (come vedremo), ci sentiremmo risentiti, offesi, trattati male e diremmo: “Gesù ha usato delle espressioni, delle parole che non avrebbe dovuto usare, perché mi offendono”.
Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe — questo è vero? Si. — e i saluti sulle piazze. — questo è vero? Si. — Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo.
Questo è vero? Ah, beh, per i farisei no. Ma è vero? Sì. È reale? Sì. Perché i farisei non lo vedono e Gesù lo vede? Perché i farisei non vivono nella verità, semplice. Tutte le volte che noi non viviamo nella verità, noi non riconosciamo la realtà e quindi questi rimproveri che fa Gesù, ci sembrano esagerazioni. E poi, certamente, l’espressione “guai a voi”. Perché Gesù deve dire “guai a voi”? Per andare bene a noi, dovrebbe dire: “Cari farisei, amici miei, ascoltate, io lo so che voi vi impegnate tanto, che siete tanto bravi, che amate tanto il Signore; io lo so che voi non vorreste, però mi sembra, forse, che magari — non tutti, qualcuno, ma di sicuro non voi che state ascoltando — tralasciate un pochino la giustizia e l’amore di Dio. Non lo so, può darsi, magari, forse; ma non voi! Ecco, se così fosse, ecco, magari, provate un po’ a cambiare, a rivedere questa cosa, però siete bravi, eh!”.
Ecco, noi oggi vogliamo che, chi ci parla, ci parli così, come a dei “minus habens”, ci deve parlare in modo tale che neanche ci raggiunge, perché sennò: ecco, mi hai offeso; ecco, mi hai mancato di rispetto; ecco, i tuoi modi mi fanno male…
Poi, ecco che intervengono i dottori della legge, che hanno la coscienza più sporca di quella dei farisei.
Intervenne uno dei dottori della Legge…
Il quale, siccome ha il codino schiacciato da Gesù — il codino della superbia — sente dentro proprio il rantolo di questo io che viene crocifisso dalla verità, e allora dice:
Maestro…
vedete come sono gentili i dottori della legge? Dicono: “Maestro”, Gesù dice: “Guai a voi”, e lui, invece, dottore della legge, dice: “Maestro”; vedete com’è tutto mellifluo, com’è tutto carino, com’è tutto gentile, com’è tutto ossequioso?
«Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi».
”Tu offendi anche noi”, vuol dire: tu hai già offeso i farisei; ma vi rendete conto? Gesù, il figlio di Dio, il verbo fatto carne, la seconda persona della Santissima Trinità, l’amore in persona … Gesù offende qualcuno! Ma capite che follia c’è dietro, qui? Gesù come fa ad offendere? “L’amore” non può offendere. Gesù, che morirà in croce per gli uomini, offende i farisei; ma vi rendete conto? Questo vi dice a che livello siamo capaci di arrivare a causa della nostra permalosità, suscettibilità, e superbia. “Tu offendi anche noi”. “Ah sì? Perché loro in cosa li ho offesi? Cosa ho detto?”.
Gesù che era uno assolutamente politicamente corretto, — Gesù veramente è stato l’uomo più diplomatico della storia, verrebbe da dire l’uomo delle regole, le regole del bon ton — vediamo come gli rispose. Noi avremmo risposto: “Oh, come mi dispiace, vi chiedo perdono. No, non volevo offendere nessuno, non era mia intenzione offendere; oh, mi scuso. Aspetta, aspetta che adesso mi metto in ginocchio e comincio a pensare a cento motivi per cui chiedere perdono. Adesso ti chiedo perdono perché ho detto “guai”, poi ti chiedo perdono perché ho detto “a voi”, poi ti chiedo perdono perché ho detto “farisei”. Poi chiedo perdono perché non ho nominato tutte le erbe dell’orbe terrarum che ci sono a questo mondo, ne ho dette solamente tre. Poi vi chiedo perdono perché ho parlato di giustizia e di amore di Dio, quando invece avrei dovuto usare un’espressione più generica. Poi vi chiedo perdono, perché non avrei dovuto dire “dovevate fare questo senza trascurare quelle”. Ma chi sono io per dirlo? Ma perché, io posso giudicarvi?”. Noi avremmo fatto così. Gesù invece rispose:
Guai anche a voi …
Fantastico! Questo ci dice la libertà di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo!
Guai anche a voi dottori della Legge, …
e qui arriva la sentenza ancora più pesante di quella dei farisei; carica ancora di più
…che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!
È vero? Verissimo! Una verità più vera e più sintetica di questa non poteva essere detta ai dottori della legge. E quindi anche loro col broncio: “Ecco, allora c’hai offesi, ecco…”. Come diceva la mia mamma al caro padre Giorgio bambino, quando faceva i capricci e urlava, mi si avvicinava e mi diceva: “Giorgio urla più forte, che è tutta salute, ti si allargano i polmoni. Urla, urla ancora di più”. E io così perdevo la voglia di urlare, di frignare. Noi siamo così, noi siamo dei frignoni viziati. Purtroppo, questa è la verità; non tutti, grazie al cielo, ma alcuni sì: frignoni viziati. Per cui: guai a chi si permette di dirci qualcosa, nessuno deve permettersi di dirci niente, né un rimprovero, né niente. E, se lo fa, lo deve fare con la dolcezza più dolce; mentre parla, deve fluire miele dalle sue labbra: forse allora potremmo ascoltarlo.
Per quanto mi riguarda, questo tempo per me è proprio finito, veramente, è proprio finito; perché ho capito che è tempo buttato via, quello di rincorrere i capricci delle persone. Veramente, tempo buttato via. Santa Teresa di Gesù Bambino diceva (non ricordo esattamente le parole, vado a memoria): “Io dico la verità, chi non vuole sentirla, non venga a chiedermi nulla”.
Grazie al cielo — io aggiungo — su Internet, e non solo su Internet, ci sono centinaia di migliaia di sacerdoti, cento milioni di volte più bravi, più santi, di me. Quindi si può sempre andare altrove, la porta è aperta per entrare, la porta è aperta per uscire. “Eh, ma padre Giorgio, dicendo così, facendo così, perdi gli iscritti, perdi i like, perdi…”; guardate: ma vi sembro il tipo, che sto lì a… per l’amor del cielo! Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore. Cosa dice Gesù ai discepoli? “Volete andarvene anche voi?” Prego, quella è la porta. Si ricomincia da zero, che problema c’è? Ma basta, adesso è proprio il tempo di parlar chiaro, chiaro fino in fondo. E se qualcuno si offende, eh, pazienza, vuol dire che ha la coda troppo lunga. Certo, mai mancare di carità, mai insultare nessuno, mai avere toni polemici — per l’amor del cielo — però, patti chiari, amicizia lunga, le cose vanno chiamate per quello che sono, come vedete qui che fa Gesù, che proprio non insulta nessuno, semplicemente: “Guai a voi”; eh, beh, è vero. San Giovanni Battista chiamava “razza di vipere”, sì, certo, se bisogna dirlo… quanno ce vo’, ce vo’.
Sì, ma si capisce quando una persona ci vuole insultare, quando una persona vuole mancarci di rispetto, quando una persona è presa dal sentimento dell’ira, ma di quell’ira proprio brutta, che insulta, che tratta male. Si capisce quando una persona ci disprezza, si sente, quando nel parlato di una persona c’è il disprezzo, c’è la cattiveria, quello si capisce subito. Diversamente, se tutto questo non c’è, allora la domanda che mi devo fare è: “Perché quella persona mi sta dicendo queste cose? Perché Gesù dice queste cose? Perché? Ma perché mi vuole bene. Perché vuole il mio bene. Cosa ci ricava lui? Niente, nulla. E allora?”. E allora prendiamo tutto ciò che di vero c’è in quelle parole.
Continuiamo con la nostra lettura della Sacrosanctum Concilium.
Forse l’avevo già detto, però lo ripeto, perché può essere utile. Oggi ci sono in giro molte persone — troppe — che raccolgono il malcontento che c’è all’interno della Chiesa per diverse ragioni, e lo polarizzano tutto sul Concilio Vaticano II. Cioè, dicono: “Tu hai il malcontento per questa ragione, per quest’altra, per quell’altra; guarda, la radice di ogni male è il Concilio Vaticano II”; e proprio te lo dimostrano, ti dicono: “Vedi, ecco, a causa del Concilio Vaticano II, è successo questo, questo, questo, questo e quest’altro. Quindi tutto è colpa del Concilio Vaticano II”. Noi, che il Concilio non l’abbiamo né letto né studiato, che cosa facciamo? Diciamo: “Eh sì, è proprio vero. È tutta colpa del Concilio!”. Perché loro ti dicono: “Vedi, è da quando è venuto il Concilio che questo è cambiato, quell’altro è cambiato, quest’altro è cambiato…Eh, vedi? È lì la colpa, la radice di ogni male è tutta lì”.
Ecco, io vi posso dire — già ve l’ho detto, ve lo ripeto — che chi dice tutte queste cose è fuori strada. Chi dice tutte queste cose, vi vuole condurre verso il sedevacantismo, che è una posizione scismatica, eretica, e che arriva ad affermare che l’ultimo papa da seguire, l’ultimo papa valido, è Pio XII; tutto il resto è da buttare.
Ma se questo fosse vero, sarebbe finita già la Chiesa e il dogma dell’indefettibilità della Chiesa sarebbe saltato. Quindi, voi capite che non può essere vero: primo. Ma questo non ve lo dicono, ovviamente, e ovviamente, se uno non ha studiato, queste cose non le sa, ma loro, che le sanno, le nascondono.
Secondo: alla fine della lettura della Sacrosanctum Concilium, io vi leggerò un’omelia di Papa Benedetto XVI dove lui parla in modo meraviglioso, stupendo, di questa questione che vi ho appena detto. Vi faccio solo un accenno, così da chiarire un po’ i contorni della questione, poi la leggeremo bene, perché va letta molto bene. Allora: un conto è quello che ha scritto (e quindi ha detto) il Concilio Vaticano II, che pochi conoscono, perché pochi lo hanno veramente studiato. Un altro conto è quello che è accaduto dopo il Concilio, quindi la fase post Concilio, e che Papa Benedetto ha sintetizzato con questa impressione: “C’è stato un Concilio Ecumenico Vaticano II e c’è stato un Concilio fantasma”. Ecco: il problema sta nel Concilio fantasma, non nel Concilio vaticano II. Il Concilio fantasma sarebbe quel Concilio che non è il Concilio Vaticano II, ma è quello che i mezzi di comunicazione sociale, i mass media, hanno rimandato del Concilio. Ma questo non è il Concilio. Quindi: quando i tizi dicono: “Ecco, vedi, tutta la distruzione della Messa è avvenuta per opera del Concilio Vaticano II”; falso! Perché, come stiamo vedendo, non c’è nessuna distruzione di nessuna Messa. Oppure: “È colpa del Concilio Vaticano II se è sparito il latino dalla celebrazione della Messa”; falso! Perché vedremo che nella Sacrosanctum Concilium c’è scritto invece che la lingua latina deve essere mantenuta.
E allora, come mai siamo arrivati qui? Siamo arrivati qui a causa del Concilio fantasma; quello va smascherato, condannato e stigmatizzato, non il Concilio Vaticano II! Va stigmatizzato, va smascherato e va condannato tutto ciò che è avvenuto dopo di sbagliato, che ha preso come scusa il Concilio Vaticano II, ma l’ha preso semplicemente come scusa, affinché tutti i dardi colpissero il Vaticano II. Ma il vero autore delle cose sbagliate che sono state fatte, non è il Concilio, ma chi ha abusato del Concilio, chi ha trasmesso un’immagine falsa del Concilio.
Chi afferma che è tutta colpa del Concilio, sta criticando radicalmente l’operato di tutti i papi post-conciliari. Quindi ci sta dicendo che, ad esempio, gli ultimi che abbiamo conosciuto noi, Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI, si sono e ci hanno ingannati. Ma vi rendete conto? Uomini dotti e santi come Giovanni Paolo II, come Benedetto XVI, avrebbero mai potuto fare una roba del genere? Ecco, questo per dirvi l’inganno che sta dietro a queste espressioni. Il mio consiglio è (poi, fate come volete): non fidatevi assolutamente di coloro che, nel loro parlare, per stigmatizzare i problemi che ci sono oggi nella Chiesa, vi dicono o scrivono — in un modo o nell’altro, diretto o indiretto — che è tutta colpa del Concilio, che la causa dei mali viene dal Concilio. Ecco, da chi dice questo, io, fossi in voi, starei lontano mille miglia, scapperei a gambe levate e non leggerei più niente, di persone che scrivono cose del genere. Perché dicono il falso e non vi parleranno mai del Concilio fantasma, cosa che invece ha spiegato molto bene Papa Benedetto, e che io, alla fine della Sacrosanctum Concilium, vi spiegherò.
Bene, punto 21. Leggiamo almeno questo.
21. Perché il popolo cristiano ottenga più sicuramente le grazie abbondanti che la sacra liturgia racchiude, la santa madre Chiesa desidera fare un’accurata riforma generale della liturgia.
Capite? Vuole fare una riforma accurata e generale della liturgia; non vuole stravolgere, non vuole distruggere niente. Questo l’ha fatto qualcun altro; se qualcosa di male è stato fatto — e qualcosa di male è stato fatto — non l’ha fatto il Concilio, ma chi è venuto dopo.
Questa infatti consta di una parte immutabile, — Ecco, vedete cosa dice? Il Concilio vi dice che c’è nella liturgia una parte immutabile; perché è immutabile? — perché di istituzione divina, -verissimo! Ci sono delle parti nella liturgia che non si possono toccare, perché sono di istituzione divina. Ad esempio: le parole della consacrazione, queste non si possono toccare, ma non solo quelle — e di parti suscettibili di cambiamento, che nel corso dei tempi possono o addirittura devono variare, qualora si siano introdotti in esse elementi meno rispondenti alla intima natura della liturgia stessa, oppure queste parti siano diventate non più idonee.
Quindi, ci dice: c’è una parte della liturgia che è immutabile, intoccabile, perché è di istituzione divina, e ci sono delle altre parti che, invece, possono variare, quelle si possono cambiare. Non so, vi faccio un esempio: le letture. Non so, magari, vedono che era necessario aumentare il numero delle letture, variare il numero delle letture. E questo si può fare nella Messa, perché no? Non tocca nulla dell’identità della Messa. Oppure, aumentare il numero dei santi da citare, perché no? Benissimo.
In tale riforma l’ordinamento dei testi e dei riti deve essere condotto in modo che le sante realtà che essi significano, siano espresse più chiaramente e il popolo cristiano possa capirne più facilmente il senso e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva e comunitaria. A tale scopo il sacro Concilio ha stabilito le seguenti norme di carattere generale.
E le vedremo, anche se magari, alcune, sono cose che a noi non interessano direttamente, però le leggiamo lo stesso, così vi farà capire quanto è stato oculato e rigoroso, tutto questo processo di riforma della liturgia. Quindi: “la riforma dell’ordinamento dei testi e dei riti, deve essere fatto in modo tale che le sante realtà che essi significano siano espresse più chiaramente — cioè lo scopo è che ci sia più chiarezza — che il popolo cristiano le possa capire più facilmente — possa capire il senso più facilmente — e possa parteciparvi con una celebrazione piena, attiva e comunitaria”. Vi sembrano delle ragioni brutte? Vi sembra che qui ci sia dentro qualcosa di brutto? Io credo che siano cose belle. Credo che anche voi, con la vostra coscienza, diciate: “Sì; in effetti non c’è niente di male in tutto questo”. E vedrete, andando avanti, che non troverete niente di male, niente di storto. Quindi, lo dico per il vostro bene: non fidatevi di quelli che attaccano il Concilio. Non fidatevi.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.