Proponiamo un articolo apparso sul blog di Marco Tosatti Stilum Curiae firmato da Sergio Russo (qui)
Carissimi StilumCuriali, Sergio Russo offre alla vostra attenzione i frutti di una sua scoperto, divisi in due parti, lasciandovi però in attesa della soluzione alla prossima puntata…buona lettura e diffusione (e pazienza…).
Marco Tosatti
RISCOPERTO UN LIBRO, SCRITTO NELL’ANNO DUEMILA, CHE GIÀ PARLAVA DELLA COESISTENZA DI DUE “PAPI”:
L’UNO VERO E L’ALTRO ILLEGITTIMO… (1ª p.)
Fatima, l’Agnello immolato e il Leone della tribù di Giuda.
Mi ricordo cha alla 71esima edizione del Festival di Sanremo vinse un gruppo, chiamato Maneskin (che nel corso della loro carriera si è poi rivelato simpatizzante verso contenuti satanici) con il brano “Zitti e buoni”, bissando, in seguito, anche all’Eurovision Song Contest, nel maggio del medesimo anno.
Era il 2021, un anno davvero particolare: in Italia eravamo in pieno lockdown – ma la situazione, dove più e dove meno, era la stessa nel mondo – si stavano infatti affrontando nell’intera società, fra le persone, e persino nell’intimo degli individui stessi, due differenti concezioni di libertà, di pensiero e di fedeltà alla propria coscienza le quali, a memoria storica recente, uno scontro così inusuale non si era mai visto, con tale virulenza e coercizione…
Tuttavia, alcuni coraggiosi ed eroici giornalisti, medici, scienziati, ma anche persone di ogni classe e condizione, avevano cominciato a “suonare le loro campane”, contro gli assordanti mantra del pensiero unico dominante – erano quelli le famose “trombe”, di capponiana memoria, che il mainstream imponeva ossessivamente attraverso i media – ponendo altresì in campo tutte le proprie armi coercitive e di minaccia psicologica: dal “non ti vaccini? ti ammali, muori!” al “vaccinarsi è un atto d’amore!”, ecc.
A noi tutti era quindi richiesto di stare… Zitti e buoni!
Un testo musicale veniva così a dar manforte, quasi fosse la “colonna sonora” di quei tempi, cupi ed inquietanti (ma lo sono ancora adesso!), per ciò che voleva imporre l’élite pedosatanista nei riguardi della popolazione mondiale, confermando ulteriormente, per mezzo appunto di quella iconica frase – zitti e buoni! – il programma dell’Agenda del Nuovo Ordine mondiale, resa nota a Davos.
Recentemente tuttavia, un sacerdote carmelitano, padre Giorgio Maria Faré, il giorno 13 ottobre di quest’anno, nella sua omelia domenicale, durata circa un’ora e mezza, data la delicatezza del tema trattato, ha ritenuto bene che fosse giunto il momento, anche per lui, di non più tacere, e nemmeno di fare il buono, ché in questo caso il termine “buono” ha ovviamente il senso di sottomesso.
Ora io non posso sapere se la scelta del giorno – 13 Ottobre – sia stata voluta, oppure “casuale”… fatto sta che la meditazione del padre Faré, in cui egli esamina “Il caso della Declaratio di Benedetto XVI”, e lo affronta da un punto di vista storico-canonico (qui in Pdf), dimostrando quindi ineccepibilmente che il Santo Padre Benedetto XVI in realtà non si è mai dimesso e che, di conseguenza, J. M. Bergoglio non è mai potuto essere stato validamente e giuridicamente eletto, come vero papa… tutto ciò dicevo, cade esattamente nell’anniversario – 107 anni dopo, per la precisione – dell’ultima Apparizione della Santa Vergine a Fatima, il 13 Ottobre del 1917!
Ci domandiamo dunque: tale esplosiva dichiarazione è forse caduta nel vuoto, tra l’indifferenza generale? Oppure: che essa sia rimasta confinata fra gli “addetti ai lavori”?
Non sembrerebbe proprio… visto che, da quella memorabile omelia si sono poi avvicendate diverse e puntuali catechesi di spiegazione e approfondimento, le quali tutte insieme si stanno oramai avviando verso le 300.000 visualizzazioni complessive.
Dimostrando una volta di più, se ce ne fosse ancora bisogno, che il sensum fidei dei credenti (ma anche l’interesse dei non credenti!), a dispetto delle apparenze, si rivela invece molto più intuitivo di quanto non si creda, nei confronti di tali tematiche…
Eppure, all’indomani di questo evento però, tanti moderni “soloni” si sono eretti a giudici e spregiatori di tale cristallina e limpida esposizione, che ha stigmatizzato l’odierna situazione ecclesiale, ma che comunque in molti già consideravano ambigua, drammaticamente confusa e deleteria per le anime…
Le accuse verso padre Faré sono state le più varie, ma in sintesi, fra quelle che hanno maggiormente preso piede vi è questa: “non può un sacerdote, da solo e arbitrariamente, intraprendere una tale requisitoria, aumentando ulteriormente la confusione nei fedeli, e ponendosi anche fuori dalla Chiesa, ma bisogna invece aspettare che si muovano i cardinali, soltanto essi hanno l’autorità per agire, a noi fedeli pertanto, compete solo di stare… in silenzio… di pregare e soffrire…”
Non hanno detto “zitti e buoni”, è vero… ma poco ci manca!
Comunque, ancor prima di andarvi a svelare titolo e contenuto di questo “misterioso” libro provvidenzialmente ritrovato, prendo qui occasione per cercare di risolvere una dicotomia che si è venuta a creare oggi nella Chiesa, però intendiamoci, in quella parte di Chiesa che è ancora in grado di “vedere”, e pertanto di resistere alle istanze disgregatrici originatesi dall’attuale apostasia penetrata all’interno della Chiesa, cominciata questa ad affermarsi con una certa virulenza già ai tempi di San Pio X, il pontefice che lanciò l’allarme con l’enciclica Pascendi Dominicis Gregis, quando era appena iniziato il XX secolo (secolo che altri, e per altri motivi, hanno definito il “secolo del genocidio”), sino a giungere ai giorni nostri, in cui tale apostasia – dal 1° gennaio 2023 – siede ora, empiamente e “trionfalmente”, sul soglio di Pietro, come d’altronde ne aveva già profetizzato, nella sua famosa visione, anche papa Leone XIII:
“Nemici molto furbi hanno messo le loro mani empie su tutto quello che la Chiesa, sposa dell’Agnello immolato, ha di più prezioso e l’hanno saturata di amarezza. Là dove si stabilirono la Sede del beato Pietro e il Pulpito della Verità per la luce delle nazioni, là hanno posto il trono dell’abominio, della loro empietà; così che colpendo il pastore, possano disperdere il gregge.”
In questa Chiesa dunque, diciamo così, “dagli occhi aperti”, prevalgono oggi due differenti e, in fin dei conti, antitetici modi di porsi e di operare: l’uno, vorrebbe il fedele – non importa se laico o sacerdote – soffrire in silenzio, sopportare pazientemente e non esporsi; l’altro, viceversa, fa della fedeltà alla verità, senza compromessi, un’esigenza “non negoziabile”, che deve avere la priorità, senza “rispetto umano”, su tutto e su tutti…
Ergo, quale delle due è la disposizione da seguire?
Entrambe! A patto però che ciascuna di esse prenda il suo proprio posto di precedenza nell’agire, ma soprattutto nell’essere del credente, che si trova a vivere questi tempi finali, dal carattere risolutamente catartico e, in una parola: a vivere in questi tempi apocalittici…
Ed è appunto il Libro dell’Apocalisse a fornirci la chiave di risoluzione del “buon agire” del credente, di fronte all’odierna ed inedita situazione ecclesiale, in cui attualmente convive, ed anzi, sembra prevalere, l’apostasia sulla retta dottrina…
… Uno dei vegliardi mi disse: «Non piangere più; ha vinto il Leone della tribù di Giuda, […]».
Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato… (Ap 5,5-6).
Ecco dunque che, nell’agire del vero cristiano, viene innanzi tutto la proclamazione della Verità – il Leone della tribù di Giuda – con l’esempio e la parola, per cui non invano il Montfort scriveva, a proposito degli apostoli degli ultimi tempi:
“Saranno nubi tonanti che… tuoneranno contro il peccato, grideranno contro il mondo, colpiranno il diavolo e i suoi seguaci, e trafiggeranno da parte a parte, per la vita o per la morte, con la loro spada a doppio taglio della parola di Dio, tutti quelli ai quali saranno inviati da parte dell’Altissimo.”
Sarà poi allora che, successivamente, esaurita ogni altra forma di dialogo possibile:
Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23);
non resterà loro che l’accettazione del Martirio, l’Agnello immolato che:
“Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.” (Is 53,7);
quale sublime ed ultima testimonianza, a costo della propria vita, di adesione a quella medesima Verità…
E siccome nulla capita a caso, che questo Sacerdote, padre Giorgio Maria Faré, sia proprio un Carmelitano, ha un suo specifico ed intrigante significato.
In questi oltre dieci anni di “carestia spirituale” infatti, durante i quali voci coraggiose che si siano levate, forti e chiare, in difesa della Verità, dentro e fuori la Chiesa, sono state in numero davvero, ma veramente esiguo… ed ecco che lo “spirito del profeta Elia” ha quindi come investito il pacato e limpido parlare del padre Faré. Cosicché anch’egli ha “additato” quella “minuscola nube, come mano d’uomo”, che promette di produrre un benefico acquazzone, in grado di purificare, ed anche di svegliare – almeno si spera! – qualche volenteroso membro della Gerarchia…
Si muoveranno dunque i Cardinali?
Personalmente non credo, anche perché troppo mi risuonano alla mente quelle altre parole, profetiche anch’esse, del grande predicatore Fulton Sheen:
«Chi salverà la Chiesa? Non pensate ai sacerdoti, non pensate ai vescovi e ai religiosi… Sta a voi, laici!»
Ogni fine, si sa, porta con sé un nuovo inizio…
La Chiesa, ai suoi primordi, ha cominciato a celebrare nelle case, e ciò è avvenuto durante tutto il periodo delle persecuzioni.
Oggi ancora, si tornerà a celebrare nelle case dei laici, poiché la falsa Chiesa – la Chiesa è una, ovviamente, ma con tale termine intendiamo parlare di quella parte di Chiesa, oggigiorno maggioritaria, manovrata dalla Massoneria ecclesiastica – ed è questa che ha occupato, impossessandosene, le strutture della Chiesa visibile… pur tuttavia, come affermava Sant’Atanasio durante l’eresia ariana (a cui l’odierna situazione ecclesiale molto assomiglia): «Si tengano pure le chiese… ché noi ci teniamo la Fede!»
E chissà, forse in un futuro ormai molto vicino, che non siano proprio tali laici, devoti e impegnati, a farsi carico, nelle proprie famiglie e secondo le proprie disponibilità, nell’accogliere questi Sacerdoti, miti e coraggiosi, che si son resi martiri per la Verità…
Sergio Russo
(1. – continua…)
P.S. Abbiano pazienza i cortesi Lettori (a motivo di non appesantire troppo il presente articolo) se titolo e contenuto del “misterioso libro”, promesso nell’intestazione, farà la sua comparsa nella seconda parte…