Meditazione
Pubblichiamo l’audio della meditazione: Sacrosanctum Concilium – Capitolo I, § 34, 35 “semplicità e decoro dei riti”
Domenica 20 ottobre 2024
Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD
Ascolta la registrazione:
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VANGELO (Mc 10, 35-45)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”. Egli disse loro: “Che cosa volete che io faccia per voi?”. Gli risposero: “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”.
Gesù disse loro: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?”. Gli risposero: “Lo possiamo”. E Gesù disse loro: “Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”.
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.
Testo della meditazione
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Sia lodato Gesù Cristo! Sempre sia lodato!
Eccoci giunti a domenica 20 ottobre 2024.
Abbiamo ascoltato il Vangelo della Santa Messa di oggi, tratto dal decimo capitolo del Vangelo di san Marco, versetti 35-45.
Continuiamo la nostra lettura della Sacrosanctum Concilium, siamo arrivati al numero 34.
Semplicità e decoro dei riti
- I riti splendano per nobile semplicità; siano trasparenti per il fatto della loro brevità e senza inutili ripetizioni; siano adattati alla capacità di comprensione dei fedeli né abbiano bisogno, generalmente, di molte spiegazioni.
Ci viene richiamata la nobile semplicità dei riti, che non deve essere confusa con la sciatteria, e la loro trasparenza, caratterizzata da brevità e assenza di ripetizioni inutili. Quindi, se noi stiamo a quanto è previsto dalle norme e a quanto scritto sul Messale, per esempio per la Santa Messa, non ci sono problemi. In questo modo, i fedeli possono comprendere i riti senza la necessità di ulteriori spiegazioni.
Bibbia, predicazione e catechesi liturgica
- 35. Affinché risulti evidente che nella liturgia rito e parola sono intimamente connessi:
1) Nelle sacre celebrazioni si restaurerà una lettura della sacra Scrittura più abbondante, più varia e meglio scelta.
Quindi, ci sarà una presenza maggiore della sacra Scrittura e, infatti, abbiamo la prima lettura, la seconda lettura, il salmo responsoriale e il Vangelo. E poi c’è una scelta varia, perché cambiano ogni giorno.
2) Il momento più adatto per la predicazione, che fa parte dell’azione liturgica, nella misura in cui il rito lo permette, sia indicato anche nelle rubriche e il ministero della parola sia adempiuto con fedeltà e nel debito modo. La predicazione poi attinga anzitutto alle fonti della sacra Scrittura e della liturgia, poiché essa è l’annunzio delle mirabili opere di Dio nella storia della salvezza, ossia nel mistero di Cristo, mistero che è in mezzo a noi sempre presente e operante, soprattutto nelle celebrazioni liturgiche.
Allora, il secondo punto riguarda la predicazione; la predicazione che fa parte dell’azione liturgica; per cui, è scorretto andare a Messa e distrarsi durante l’omelia, o allontanarsi dalla chiesa, perché l’omelia è parte integrante dell’azione liturgica.
Questo ministero della predicazione deve essere adempiuto con fedeltà e nel debito modo: fedeltà alla Chiesa, fedeltà alla Scrittura, fedeltà alla tradizione; fedeltà. A cosa deve attingere la predicazione? Quando io vado alla Messa e ascolto l’omelia, il sacerdote, nel farla, a cosa deve attingere? Deve attingere innanzitutto alla sacra Scrittura; cioè predicare sulla sacra Scrittura di quella domenica. Che poi attinga alla prima lettura, che attinga al salmo, che attinga alla seconda lettura, che attinga al Vangelo, questo è scelta sua, però deve attingere alla sacra Scrittura; è importantissimo, deve partire da lì, e non da chissà quali altri ragionamenti. E deve partire dalla liturgia, quindi: dalla sacra Scrittura e dalla liturgia stessa. Quindi, vedete che sono due momenti molto importanti: sacra Scrittura e liturgia; da qui lui deve attingere; queste sono le fonti.
3) Si cerchi anche di inculcare in tutti i modi una catechesi più direttamente liturgica; negli stessi riti siano previste, quando necessario, brevi didascalie composte con formule prestabilite o con parole equivalenti e destinate a essere recitate dal sacerdote o dal ministro competente nei momenti più opportuni.
Quindi, è importante una “catechesi liturgica” perché dobbiamo capire e sapere cosa andiamo a fare, che cosa vuol dire partecipare alla Santa Messa. Quindi, conoscere cosa vogliono dire i vari momenti di quella liturgia. È importante, questa cosa. Peraltro, vi dico — perché magari non lo sapete — che sul sito veritatemincaritate sono riportate anche delle catechesi che io feci sul libro che ho scritto sulla Messa in rito antico e la Messa in novus ordo, quella di Paolo VI. Io feci queste catechesi — non mi ricordo più quante, comunque ne feci un po’, a Radio Maria e, se voi andate sul sito, le trovate — dove ho analizzato i vari momenti, i vari tempi della Santa Messa. Lì troverete un valido aiuto per comprendere, specialmente nella Messa in vetus ordo, il significato di gesti, movimenti, espressioni e parole del rito.
4) Si promuova la celebrazione della parola di Dio, alla vigilia delle feste più solenni, in alcune ferie dell’avvento e della quaresima, nelle domeniche e nelle feste, soprattutto nei luoghi dove manca il sacerdote; nel qual caso diriga la celebrazione un diacono o altra persona delegata dal vescovo.
Quindi, se non c’è nessuno, proprio nessuno — mi vien da pensare magari a certe tribù africane, che stanno in mezzo alle foreste, o a quelle che stanno in mezzo all’Amazzonia che non è proprio così comodo da raggiungere — allora il Concilio dice di promuovere la celebrazione della parola di Dio. Non tutte le domeniche, ma «alla vigilia delle feste più solenni, in alcune ferie dell’avvento e della quaresima, nelle domeniche e nelle feste». Cioè, quando c’è una situazione di reale mancanza di un sacerdote, almeno ci sia la celebrazione della parola di Dio, almeno quella; fatta dal diacono o da una persona delegata dal vescovo. Questo perché? Qual è il senso? Il senso è garantire a quella comunità almeno la celebrazione della parola di Dio insieme.
Concludiamo qui per oggi, poiché i temi trattati sono già sufficientemente densi. Domani affronteremo il tema del latino e delle lingue nazionali nella liturgia, cioè il numero 36.
Benedicat vos omnipotens Deus, Pater, et Filius, et Spiritus Sanctus.
Amen
Dio ci benedica e la Vergine ci protegga.
Sia lodato Gesù Cristo sempre sia lodato.