Scroll Top

Le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo e i Dolori di Maria Santissima

Pietà

Le apparizioni di Kibeho

Ciò che vi domando è di pentirvi. Se voi recitate questo Rosario meditandolo, voi avrete la forza di pentirvi. Oggi molti uomini non sanno più chiedere perdono. Mettono di nuovo il Figlio di Dio in croce. Il mondo va male, figli miei: bisogna che vi mortifichiate per aiutare Gesù a salvare il mondo”. Questo sono venuta a ricordarvi, soprattutto qui in Ruanda, perché vi ho trovato ancora gente umile che non è attaccata alla ricchezza e ai soldi”.
“Ti chiedo di insegnarla al mondo intero…, pur restando qui, perché la mia grazia è onnipotente”.

(La Madonna a Kibeho, alla veggente Marie Claire)

Suor Maria Marta Chambon

Francesca Chambon nacque il 6 marzo 1841 da una famiglia di contadini, poverissima e molto cristiana, nel villaggio della Croix Rouge, presso Chambery. Nello stesso giorno ricevette il santo Battesimo nella chiesa parrocchiale di S. Pietro di Lemenc.

Il Signore volle rivelarsi molto presto a quest’anima innocente. Aveva appena 9 anni quando un venerdì santo, condotta dalla zia all’adorazione della Croce, Gesù si offerse ai suoi sguardi lacerato, insanguinato, come sul Calvario.
“Oh, in che stato era!” dirà lei più tardi.
Questa fu la prima rivelazione della passione del Salvatore, che tanto posto avrebbe tenuto nella sua esistenza. Ma l’aurora della sua vita apparve soprattutto favorita dalle visite di Gesù Bambino che fin dalla fanciullezza scorgeva visibilmente e le divenne compagno inseparabile nel lavoro della campagna, rendendola felice, tanto che dirà in seguito: “Avevo il Paradiso nel cuore!”

Fu il curato della parrocchia che scoperse la sua vocazione religiosa. A 21 anni entrò nel Monastero della Visitazione di Chambery e nulla all’esterno rivelava il suo contatto con Gesù Cristo. Modi e linguaggio rozzi, intelligenza meno che mediocre, che nessuna cultura, neppure sommaria, sarebbe riuscita a sviluppare (suor Maria Marta non sapeva né leggere né scrivere), sentimenti che non si sarebbero elevati se non sotto l’influsso divino, temperamento vivo e un po’ tenace…
La suore sue compagne lo dichiarano sorridendo: “Oh, santa… era una vera santa… però, talvolta, quanta fatica!”. La “santa” lo sapeva bene! Nella sua incantevole semplicità si lamentava con Gesù di avere tanti difetti.
“I tuoi difetti – Egli rispondeva – sono la prova più grande che quello che succede in te viene da Dio! Io non te li toglierò mai: sono il velo che nasconde i miei doni. Tu hai molto desiderio di nasconderti? Io ce l’ho ancor più di te!”.

Tuttavia, la sua fisionomia morale bellissima che, giorno per giorno si andava perfezionando, non sfuggiva allo sguardo delle sue superiore.

Nella sua così limitata capacità di comprendere, quanti lumi celesti, quante idee profonde! In quel cuore incolto, che innocenza, che fede, che pietà, che umiltà, che sete di sacrifici! Basta per ora ricordare la testimonianza della sua superiora, madre Teresa Eugenia Revel: “L’obbedienza per lei è tutto. Il candore, la rettitudine, lo spirito di carità che la animano, la sua mortificazione e, soprattutto, la sua umiltà sincera e profonda ci sembrano la garanzia più sicura della diretta opera di Dio su quest’anima”.

Nel settembre del 1866, due anni dopo la professione religiosa, Maria Marta cominciò a essere favorita di frequenti visite di Ns. Signore, della Vergine, degli spiriti celesti e delle anime del purgatorio. Gesù crocifisso si offre, al suo sguardo, ferito nelle sue sacre membra confitte in croce, affinché lo contempli e si associ ai dolori della sua passione e le dice

Non distogliere mai gli occhi da questo libro, dal quale imparerai più che tutti i più grandi sapienti”.

In una delle visioni successive le affida la missione di rinnovare nella Chiesa il ricordo della sua Passione:

“Ti ho scelta per diffondere la devozione alle mie sante Piaghe”.

Dopo questo incarico le rivela in vari modi l’efficacia di essa.

“I carnefici, trapassando il mio costato, le mie mani, i miei piedi, hanno aperto fonti da cui sgorgano eternamente le acque della misericordia……. Offrimi le tue azioni unite alle mie Sante Piaghe, nulla può renderle più gradite ai miei occhi………. in esse ci sono ricchezze incomprensibili. ….Dalle mie Piaghe escono fiumi di santità… È necessario che tu svolga bene la tua missione: offrire le mie Piaghe al mio eterno Padre, perché da esse deve venire il trionfo della Chiesa”.

Anche la Vergine insegna alla felice privilegiata come debba compiere questo esercizio, dicendole:

“Figlia mia, la prima volta che contemplai le Piaghe del mio amato Figlio, fu quando deposero il suo santissimo Corpo fra mie braccia: guardai i suoi divini piedi, di lì passai al suo cuore. Vidi quella grande apertura…. fu la pena più profonda al mio cuore di madre. Contemplai le sue mani e la corona di spine… Questa fu la mia passione, la mia! Sette spade tengo nel mio cuore e per mezzo di me si devono onorare le piaghe del mio divin Figlio”.

Le grazie e le comunicazioni divine riempirono veramente tutte le ore di questa vita eccezionale.
Durante gli ultimi vent’anni, ossia fino alla sua morte, nulla appariva all’esterno di queste meravigliose grazie.
Quel succedersi continuo di preghiere, lavoro e mortificazione… quel silenzio, quel continuo scomparire, a noi sembrano un’ulteriore prova, e non la meno convincente, della verità dei favori inauditi di cui fu colmata.
Dopo una notte di terribili sofferenze, il 21 marzo 1907, alle otto di sera, ai primi Vespri della festa dei suoi dolori, Maria veniva a cercare la figlia, alla quale aveva insegnato ad amare Gesù. E lo sposo riceveva per sempre nella ferita del suo sacro Cuore la sposa che qui in terra aveva scelto come vittima amatissima, sua confidente e apostola delle sue sante Piaghe.
Il profeta Isaia aveva scritto: “Per le sue piaghe noi siamo stati guariti”(53,5)… parole che S. Pietro riprenderà nella prima lettera ai Cristiani.
Rivelazione privata, è vero, ma in piena consonanza alla Parola di Dio.

Insieme a tanti santi è bello dire: “Gesù, le tue piaghe sono i miei meriti”.
Le promesse fatte dal Signore a quanti onorano le sue Piaghe sono state così riassunte:

  • Io accorderò tutto ciò che mi si domanda con l’invocazione delle mie Sante Piaghe.
  • Le grazie che ricevete con queste invocazioni sono grazie di fuoco; vengono dal cielo e ritornano al cielo.
  • Quando soffrite portate le vostre pene nelle mie Piaghe, saranno addolcite.
  • Ripetete spesso accanto agli ammalati: Gesù mio perdono…questa preghiera solleverà l’anima e il corpo.
  • L’invocazione alle mie piaghe fa scendere le grazie dal cielo e vi fa salire le anime del Purgatorio.
  • Il peccatore che dirà: Eterno Padre ti offro…otterrà la conversione.
  • Figlia mia, se immergi le tue azioni nelle mie Sante Piaghe, acquisteranno valore; le azioni ricoperte dal mio Sangue soddisfano il mio Cuore.

Ascolta un’omelia su questo argomento

6 novembre 2015.

Predicatore: p. Giorgio Maria Faré, OCD

Post Correlati