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Mons. Athanasius Schneider – Fede cattolica e confessione della verità

Athanasius-Schneider

ROME LIFE FORUM 2016

Nei giorni precedenti la Marcia per la Vita, 6-7 maggio scorso, si è svolto a Roma, presso l’Hotel Columbus in Via della Conciliazione, il Rome Life Forum, durante il quale si sono alternati diversi illustri relatori: vedi Locandina. Il Forum era aperto a tutta la leadership nel movimento della vita e della famiglia a livello sia internazionale che locale, per consentire l’incontro e il confronto dei rispettivi rappresentanti.

In questa Relazione, dopo una breve introduzione, Mons. Schneider costruisce la chiave di lettura e le risposte alla crisi odierna con un excursus calibrato attraverso le dirompenti e chiare parole del Supremo Magistero perenne già alle prese con la modernità concludendo con alcune citazioni tratte da scritti del grande vescovo statunitense Fulton Sheen.

Di seguito l’intervento di Mons. Athanasius Schneider, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima di Astana : Fede cattolica e confessione della verità [originale inglese qui].

Fede cattolica e confessione della verità

Rome Life Forum  – 6 maggio 2016

Le dottrine del razionalismo, il naturalismo, l’antropocentrismo formano lo stato d’animo del mondo di oggi. Fin da quando la rivoluzione francese ha conquistato quasi tutti i settori della vita pubblica e ha progressivamente invaso grandi ambiti della vita della Chiesa. All’inizio del 21° secolo, assistiamo all’apostasia nella società civile, che assomiglia a una rivolta diretta e quasi apocalittica contro Dio stesso e contro l’ordine della legge naturale  stabilito da Dio.

In passato le crisi di fede, anche quando avevano una portata quasi universale, sono state tuttavia limitate ad una specifica verità di fede (come ad esempio l’arianesimo nel 4° secolo). In tempi di enormi delitti morali il peccato non era giustificato in teoria, con il pretesto di ragioni “pastorali” o con il pretesto della misericordia o della tenerezza di Dio, come sentiamo dire spesso al giorno d’oggi. In quei tempi, si sapeva che il peccato è peccato e si chiamavano le cose con il loro nome. Ai nostri giorni, tuttavia, il relativismo dogmatico, morale e liturgico al’interno della Chiesa ha raggiunto proporzioni senza precedenti. In questi tempi alcune dirompenti e chiare parole del Supremo Magistero dei tempi moderni (19° e 20° secolo) si rivelano davvero profetiche. In una situazione, caratterizzata da offuscamento e in cui i fedeli non di rado ricevono un nutrimento spirituale insipido in nome di una cultura fatta di arbitrio, tali parole del Magistero dei nostri tempi moderni hanno l’effetto di un sana e forte pane campagnolo e di un fresco sospiro di sollievo. In effetti, esse contengono il vero spirito del Vangelo e degli Apostoli, e riempiono la nostra mente e la nostra anima di una unzione celeste che ci dà certezza e fermezza soprannaturali.

Estratti dal Concilio Vaticano I

(Constitutio dogmatica, Dei Filius de fide catholica, cap. 4)

L’immutabilità della fede cattolica

“Allora nacque e si diffuse ampiamente quella dottrina del razionalismo, o naturalismo, che combattendo in tutto la religione cristiana appunto perché di istituzione soprannaturale, con ogni sforzo si adopera di ottenere che, bandito Cristo (il solo Signore e Salvatore nostro) sia dalla mente degli uomini, sia dalla vita e dai costumi dei popoli, si potesse instaurare il regno – come dicono – della pura ragione e della natura. Abbandonata poi e rigettata la religione cristiana, rinnegato il vero Dio e il suo Cristo, alla fine molti precipitarono nel baratro del panteismo, del materialismo, dell’ateismo, cosicché, negando la stessa natura razionale e ogni norma di giustizia e di rettitudine, arrivano ad abbattere i fondamenti essenziali della società umana.

“Imperversando poi dovunque questa empietà, accadde miserabilmente che molti, pure figli della Chiesa cattolica, si smarrirono dalla via della vera pietà, ed oscurandosi in loro a poco a poco le verità, si attenuò anche il sentire cattolico. Trasportati da queste instabili e speciose dottrine, confondendo malamente la natura con la grazia, la scienza umana con la fede divina, arrivano a corrompere il senso genuino dei dogmi professati dalla Santa Madre Chiesa e mettono in pericolo l’integrità e la sincerità della fede.

L’obbedienza della fede

“Essendo l’uomo, in tutto il suo essere, dipendente da Dio, suo Creatore e Signore, ed essendo la ragione creata completamente soggetta alla Verità increata, noi siamo tenuti a prestare con la fede il nostro pieno ossequio di mente e di volontà a Dio rivelante. La Chiesa cattolica professa che questa fede, che è l’inizio della salvezza dell’uomo, è una virtù soprannaturale, con la quale, sotto l’ispirazione e la grazia di Dio, crediamo che le cose da Lui rivelate sono vere, non per la loro intrinseca verità individuata col lume naturale della ragione, ma per l’autorità dello stesso Dio rivelante, il quale né può ingannarsi, né può ingannare.

“Conseguentemente, non è pari la condizione di coloro che con il celeste dono della fede aderirono alla verità cattolica e la condizione di coloro che, guidati da opinioni umane, seguono una falsa religione. Infatti, quelli che sotto il magistero della Chiesa hanno ricevuto la fede, non possono avere alcun giusto motivo per cambiare o mettere in dubbio la loro fede.

“Conseguentemente non solo è vietato a tutti i fedeli cristiani di difendere come legittime conclusioni della scienza tali opinioni che sono contrarie alla dottrina della fede, specialmente quando sono state riprovate dalla Chiesa, ma gli stessi cristiani sono assolutamente tenuti a considerarle come errori che hanno ingannevole parvenza di verità.

“La dottrina della fede che Dio rivelò non è proposta alle menti umane come una invenzione filosofica da perfezionare, ma è stata consegnata alla Sposa di Cristo come divino deposito perché la custodisca fedelmente e la insegni con magistero infallibile. Quindi deve essere approvato in perpetuo quel significato dei sacri dogmi che la Santa Madre Chiesa ha dichiarato, né mai si deve recedere da quel significato con il pretesto o con le apparenze di una più completa intelligenza. Crescano dunque e gagliardamente progrediscano, lungo il corso delle età e dei secoli, l’intelligenza e la sapienza, sia dei secoli, sia degli uomini, come di tutta la Chiesa, ma nel proprio settore soltanto, cioè nel medesimo dogma, nel medesimo signiquesta nefasta guerra che ora e dovunque è dichiarata e condotta contro Dioficato, nella medesima affermazione. (cfr Vincentius Lerinensis, Commonitorium, 28) .

“Pertanto, eseguendo il dovere del Nostro supremo ufficio pastorale, per le viscere di Gesù Cristo scongiuriamo tutti i fedeli di Cristo, specialmente coloro che presiedono o hanno l’ufficio d’insegnare, anzi comandiamo loro, con l’autorità dello stesso Dio e Salvatore nostro, che dedichino il loro studio e la loro opera per allontanare ed eliminare questi errori dalla Santa Chiesa e spandere la luce della purissima fede.” (Constitutio dogmatica, dei Filius de fide catholica, cap. 4)

Estratti da Papa San Pio X

(Enciclica E Supremi apostolatus, 1903)

La guerra è ormai, quasi dappertutto, suscitata e fomentata contro Dio

“Noi altro non vogliamo essere — e con l’aiuto di Dio lo saremo nella società umana — che ministri di Dio, il quale Ci ha investito della sua autorità. Le ragioni di Dio sono le ragioni Nostre; è stabilito che ad esse saranno votate tutte le Nostre forze e la vita stessa. Perciò se qualcuno chiederà quale motto sia l’espressione della Nostra volontà, risponderemo che esso sarà sempre uno solo: “Rinnovare tutte le cose in Cristo”. Nell’intraprendere e perseguire questa magnifica opera, Venerabili Fratelli, infonde in Noi un grande ardore la certezza di avere in voi tutti degli strenui collaboratori nel realizzare tale impresa. Se ne dubitassimo, dovremmo giudicarvi, a torto, come ignari o indifferenti verso questa nefasta guerra che ora e dovunque è dichiarata e condotta contro Dio. Infatti contro il loro Creatore “le nazioni ebbero fremiti di ribellione e i popoli concepirono idee insensate” [6], e quasi unanime è il grido dei nemici di Dio: “Allontànati da noi” [7]. Perciò si è estinta del tutto nei più la riverenza verso l’eterno Dio, e nella condotta della vita, sia pubblica sia privata, non si tiene in alcun conto il principio della Sua suprema volontà; ché anzi con tutte le forze e con ogni artificio si tende a sopprimere completamente addirittura il ricordo e la nozione di Dio.

“Con somma audacia, con tanto furore è ovunque aggredita la pietà religiosa, sono contestati i dogmi della fede rivelata, si tenta ostinatamente di sopprimere e cancellare ogni rapporto che intercorre tra l’uomo e Dio! E invero, con un atteggiamento che secondo lo stesso Apostolo è proprio dell’“Anticristo”, l’uomo, con inaudita temerità, prese il posto di Dio, elevandosi “al di sopra di tutto ciò che porta il nome di Dio”; fino al punto che, pur non potendo estinguere completamente in sé la nozione di Dio, rifiuta tuttavia la Sua maestà, e dedica a se stesso, come un tempio, questo mondo visibile e si offre all’adorazione degli altri. “Siede nel tempio di Dio ostentando se stesso come se fosse Dio”  (2 Ts. 2: 2).

“Questo stesso richiamo delle genti alla maestà e alla sovranità di Dio, per quanto ci impegniamo non potrà mai compiersi se non per intercessione di Gesù Cristo. Ci insegna infatti l’Apostolo: “Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già si trova, e che è Cristo Gesù” (1 Cor. 3,2). È Lui solo “che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo; irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” (Matth. XI, 27)  in quanto Dio vero e vero uomo: senza di Lui nessuno potrebbe conoscere Dio come si deve. Infatti, “nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Ne consegue che vi è perfetta concordanza fra il “ristabilire tutte le cose in Cristo” e il ricondurre gli uomini all’obbedienza a Dio. Dobbiamo dunque rivolgere il nostro impegno a questo, al fine di ricondurre il genere umano sotto l’impero di Cristo; raggiunto tale fine, l’uomo ritornerà a Dio medesimo. A un Dio, diciamo, non inerte e indifferente verso gli uomini, come lo ritrassero, delirando, i materialisti; ma un Dio vivo e vero, uno di natura, in tre persone, creatore dell’universo, onnisciente, e infine giustissimo legislatore che punisce i colpevoli e assicura premi alle virtù.

“Voi vedete dunque, Venerabili Fratelli, quale missione sia parimenti affidata a Noi e a voi: richiamare la società umana, che ripudia la sapienza di Cristo, alla disciplina della Chiesa; … Ma perché questo esito corrisponda ai voti, è necessario che con ogni mezzo e con ogni azione estirpiamo del tutto quell’immane e detestabile crimine (tipico di questa età) per cui l’uomo si è sostituito a Dio; perciò dobbiamo ricondurre all’antica dignità le santissime leggi e gl’insegnamenti del Vangelo; dobbiamo proclamare a gran voce le verità tramandate dalla Chiesa, tutti i suoi documenti sulla santità del matrimonio, sulla educazione e l’istruzione dei fanciulli,… In verità, Noi Ci proponiamo, durante il Nostro Pontificato, ubbidendo alla divina volontà, di raggiungere questi obiettivi, e li perseguiremo con ogni energia.

“Un’istruzione religiosa insufficiente e difettoso ha come risultato la perdita della fede. per molti. Ne deriva, in molti, il venir meno della fede. Non si deve ammettere che la fede possa essere spenta dai progressi della scienza, ma piuttosto dalla ignoranza; infatti ove maggiore è l’insipienza, ivi più ampiamente si manifesta il tracollo della fede. Perciò agli Apostoli fu ordinato da Cristo: “Andate e insegnate a tutte le genti” (Math. 28,19).

“I tempi infatti esigono l’azione; ma questa deve essere tutta rivolta a rispettare integralmente e santamente le leggi divine e le prescrizioni della Chiesa, a professare liberamente e apertamente la religione, e infine a compiere opere di carità di ogni genere, senza alcun riguardo per sé o per gl’interessi terreni. I luminosi esempi di tanti soldati di Cristo varranno assai più a scuotere e a trascinare gli animi che non le parole e le ricercate disquisizioni; … Certamente, se nelle città e in ogni villaggio saranno fedelmente seguiti gl’insegnamenti divini, se si onoreranno le cose sacre, se sarà frequente l’uso dei sacramenti, se verranno osservati tutti i princìpi che informano la vita cristiana,

sarà anche contribuire in gran parte al benessere temporale e il vantaggio della società umana….

Allora, finalmente, tutti saranno persuasi che la Chiesa, quale fu fondata da Cristo, deve godere di piena e integra libertà e non sottostare ad estraneo potere; e Noi, nel rivendicare questa stessa libertà, non solo proteggiamo i sacrosanti diritti della religione, ma provvediamo anche al bene comune e alla sicurezza dei popoli. “La pietà è utile a tutte le cose” (1 Tim. 4, 8), e là dove essa è integra e regna “il popolo riposerà nella bellezza della pace” (Is.32, 18). (Enc. E supremi apostolatus dal 4 ottobre 1903, numeri 4-5; 8-9; 12; 14)

Estratti da Papa Pio XII 

(Enciclica Summi Pontificatus, 1939)

La detronizzazione di Cristo

“All’inizio del cammino, che conduce all’indigenza spirituale e morale dei tempi presenti, stanno i nefasti sforzi di non pochi per detronizzare Cristo, il distacco dalla legge della verità, che egli annunziò, dalla legge dell’amore, che è il soffio vitale del suo regno. Il riconoscimento dei diritti regali di Cristo e il ritorno dei singoli e della società alla legge della sua verità e del suo amore sono la sola via di salvezza.

“Il riconoscimento dei diritti regali di Cristo e il ritorno dei singoli e della società alla legge della sua verità e del suo amore sono la sola via di salvezza.”

La negazione della legge morale distrugge l’unità dell’Europa

“Il tempo presente, aggiungendo alle deviazioni dottrinali del passato nuovi errori, li ha spinti a estremi, dai quali non poteva seguire se non smarrimento e rovina. Innanzitutto è certo che la radice profonda e ultima dei mali che deploriamo nella società moderna sta nella negazione e nel rifiuto di una norma di moralità universale, sia della vita individuale, sia della vita sociale e delle relazioni internazionali; il misconoscimento cioè, così diffuso ai nostri tempi, e l’oblio della stessa legge naturale. Questa legge naturale trova il suo fondamento in Dio, creatore onnipotente e padre di tutti, supremo e assoluto legislatore, onnisciente e giusto vindice delle azioni umane. Quando Dio viene rinnegato, rimane anche scossa ogni base di moralità, si soffoca, o almeno si affievolisce di molto, la voce della natura, che insegna, persino agli indotti e alle tribù non pervenute a civiltà, ciò che è bene e ciò che è male, il lecito e l’illecito, e fa sentire la responsabilità delle proprie azioni davanti a un Giudice supremo.

“la negazione della base fondamentale della moralità ebbe in Europa la sua originaria radice nel distacco da quella dottrina di Cristo, di cui la cattedra di Pietro è depositaria e maestra; dottrina che un tempo aveva dato coesione spirituale all’Europa, la quale, educata, nobilitata e ingentilita dalla croce, era pervenuta a tal grado di progresso civile da diventare maestra di altri popoli e di altri continenti. Distaccatisi invece dal magistero infallibile della chiesa, non pochi fratelli separati sono arrivati fino a sovvertire il dogma centrale del cristianesimo, la divinità del Salvatore, accelerando così il processo di spirituale dissolvimento”.

L’esclusione di Dio dalla vita pubblica

“Narra il santo vangelo che quando Gesù venne crocifisso, «si fece buio per tutta la terra» (Mt 27,45): spaventoso simbolo di ciò che avvenne e continua ad avvenire spiritualmente dovunque l’incredulità, cieca e orgogliosa di sé, ha di fatto escluso Cristo dalla vita moderna, specialmente dalla vita pubblica, e con la fede in Cristo ha scosso anche la fede in Dio. I valori morali, secondo i quali in altri tempi si giudicavano le azioni private e pubbliche, sono andati, per conseguenza, come in disuso; e la tanto vantata laicizzazione della società, che ha fatto sempre più rapidi progressi, sottraendo l’uomo, la famiglia e lo stato all’influsso benefico e rigeneratore dell’idea di Dio e dell’insegnamento della chiesa, ha fatto riapparire anche in regioni, nelle quali per tanti secoli brillarono i fulgori della civiltà cristiana, sempre più chiari, sempre più distinti, sempre più angosciosi i segni di un paganesimo corrotto e corruttore: «Quand’ebbero crocifisso Gesù si fece buio»  (cfr Mt 27, 45).

“Molti forse nell’allontanarsi dalla dottrina di Cristo, non ebbero piena coscienza di venire ingannati dal falso miraggio di frasi luccicanti, che proclamavano simile distacco quale liberazione dal servaggio in cui sarebbero stati prima ritenuti; né prevedevano le amare conseguenze del triste baratto tra la verità, che libera, e l’errore, che asservisce; né pensavano che, rinunziando all’infinitamente saggia e paterna legge di Dio, all’unificante ed elevante dottrina di amore di Cristo, si consegnavano all’arbitrio di una povera mutabile saggezza umana: parlarono di progresso, quando retrocedevano; di elevazione, quando si degradavano; di ascesa alla maturità, quando cadevano in servaggio; non percepivano la vanità d’ogni sforzo umano per sostituire la legge di Cristo con qualche altra cosa che la uguagli: «divennero fatui nei loro ragionamenti» (Rm 1,21).

“Affievolitasi la fede in Dio e in Gesù Cristo, e oscuratasi negli animi la luce dei princìpi morali, venne scalzato l’unico e insostituibile fondamento di quella stabilità e tranquillità, di quell’ordine interno ed esterno, privato e pubblico, che solo può generare e salvaguardare la prosperità degli stati.

“La chiesa cattolica, città di Dio, «che ha per re la verità, per legge la carità, per misura l’eternità» (Sant’Agostino, Ep. 138 ad Marcellinum, 3, 17),annunziando senza errori né diminuzioni la verità di Cristo, lavorando secondo l’amore di Cristo con slancio materno, sta come una beata visione di pace sopra il vortice di errori e passioni e aspetta il momento in cui la mano onnipotente di Cristo re sederà la tempesta e bandirà gli spiriti della discordia che l’hanno provocata. 

“Pregate, quindi, pregate senza interruzione, pregate, soprattutto, quando offrite il divino sacrificio d’amore. Pregate voi, ai quali la professione coraggiosa della fede impone oggi duri, penosi e non di rado eroici sacrifici; pregate voi, membra sofferenti e doloranti della chiesa, quando Gesù viene a consolare e lenire le vostre pene. E non dimenticate di rendere, mediante un vero spirito di mortificazione e degne opere di penitenza, le vostre preghiere più accette agli Suoi occhi… affinché egli nella sua misericordia abbrevi i giorni della prova e si avverino così le parole del Salmo: «Gridarono al Signore nella loro tribolazione, e dalle loro angustie li liberò» (Sal 106,13).

“E voi, candide legioni di bimbi, che siete tanto amati e prediletti da Gesù, nel comunicarvi col Pane di vita innalzate le vostre ingenue e innocenti preghiere e unitele a quelle di tutta la chiesa. All’innocenza supplicante non resiste il cuore di Gesù che vi ama: pregate tutti, «pregate senza interruzione» (1Ts 5,17)”. (Enciclica Summi Pontificatus, 20 ottobre 1939, nn. 21-22; 28-32; 110; 113-114)

Un grande vescovo dei nostri giorni, il Venerabile Servo di Dio Mons Fulton Sheen, ha fatto alcune affermazioni molto sorprendenti che confermano perfettamente la voce profetica del Supremo Magistero già nel 19° secolo (Pio IX e Concilio Vaticano II) e della prima metà del 20° secolo (Pio X e Pio XII).

Estratti dall’Arcivescovo Fulton Sheen

“L’Anticristo non si chiamerà così; altrimenti non avrebbe seguaci. Egli non indosserà calze rosse, né vomiterà zolfo, né porterà un tridente né una coda come Mefistofele nel Faust. Questo per aiutare il Diavolo a convincere gli uomini che egli non esiste. Quando l’uomo lo nega, più diventa potente. Dio ha definito Sé stesso come “Io sono colui che sono”, e il Diavolo come “Io sono colui che non sono.”

Da nessuna parte nella Sacra Scrittura troviamo descritto il Diavolo come un buffone. Piuttosto è descritto come un angelo caduto dal cielo, come “il principe di questo mondo”, il cui scopo è convincerci che non c’è la vita eterna. La sua logica è semplice: se non c’è il paradiso non c’è inferno; se non c’è l’inferno, allora non c’è peccato; se non c’è peccato, allora non c’è nessun giudice, e se non c’è giudizio, allora il male è bene e il bene è il male. Ma come farà a convincerci alla sua religione?

La convinzione russa pre-comunista, è che egli verrà travestito come il Grande umanitario; parlerà di pace, prosperità e abbondanza non come mezzo per condurci a Dio, ma come fini in sé.

. . .La terza tentazione in cui Satana chiese a Cristo di adorarlo e tutti i regni del mondo sarebbero stati suoi, diventerà la tentazione di avere una nuova religione, senza una croce, una liturgia, senza un mondo a venire, una religione per distruggere una religione, o una politica che è una religione – quella che rende a Cesare anche le cose che sono di Dio. In mezzo a tutto il suo amore per l’umanità e apparente suo discorso di libertà e di uguaglianza, si avrà un grande segreto che egli non dirà a nessuno: egli non crede in Dio. Perché la sua religione sarà la fratellanza senza la paternità di Dio, egli vuole ingannare anche gli eletti. Egli ha istituito una contro-chiesa che sarà la scimmia della Chiesa, perché lui, il Diavolo, è la scimmia di Dio. Avrà tutte le note e le caratteristiche della Chiesa, ma in senso inverso e svuotata del suo contenuto divino. Sarà un corpo mistico dell’Anticristo che in tutte le cose esteriori somiglierà al corpo mistico di Cristo. . .

(Communism and the Conscience of the West – Il comunismo e la coscienza dell’Occidnete).

“Se io non fossi cattolico – diceva nel 1957 – e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo. Il mio motivo per far questo sarebbe, che se Cristo è in una qualsiasi delle chiese del mondo di oggi, deve ancora essere odiato come lo era quando era sulla terra nella carne. Se dunque oggi vuoi trovare Cristo, trova la Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Cerca la Chiesa, che il mondo rifiuta perché afferma che è infallibile, come Pilato ha respinto Cristo, perché ha chiamato stesso la verità. Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio come crocifissero Cristo. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo.

Se io non fossi cattolico e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo col mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo.  Il mio motivo per far questo sarebbe, che se Cristo è in una qualsiasi delle chiese del mondo di oggi, deve ancora essere odiato come lo era quando era sulla terra nella carne. Se si dovesse trovare Cristo oggi, poi trovare la Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Cerca la Chiesa che è odiata dal mondo, come Cristo era odiato dal mondo. Cerca la Chiesa, che il mondo rifiuta perché afferma che è infallibile, come Pilato ha respinto Cristo, perché ha chiamato stesso la verità. Se la Chiesa è impopolare per lo spirito del mondo, allora è fuori dal mondo, e se è fuori dal mondo, è un altro mondo. Dal momento che è un altro mondo, è infinitamente amata e infinitamente odiata come lo era Cristo stesso”. (Prefazione, Radio Replies)

“Il mondo può non essere d’accordo con la Chiesa, ma il mondo sa decisamente su cosa è in disaccordo. In futuro, come in passato, la Chiesa non tollererà che si minacci la santità del matrimonio, perché quello che Dio ha congiunto l’uomo non separerà; essa non tollererà che venga minacciato il proprio credo, e sarà pronti a morire per esso, perché non teme quanti possono uccidono il corpo, ma piuttosto coloro che hanno il potere di gettare anima e corpo nella Geenna”. ( Moods e verità )

“La tolleranza viene applicata agli erranti, l’intolleranza all’errore… La stessa intolleranza hanno gli architetti nella scelta del tipo d’argilla che utilizzeranno alla base dei grattacieli, i medici nei confronti dei germi all’interno di un laboratorio. La tolleranza non può toccare le verità o i principi. Su questo dobbiamo essere intolleranti, e io stesso incito ad adottare questo tipo di intolleranza, oggi così necessario per scuoterci dalla mollezza sentimentale. Un’intolleranza di questo tipo è il fondamento di ogni stabilità.” (Old Errors and New Labels – Vecchi errori e nuove etichette )

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

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